“Bene.”, disse Marcus. “Come vedi, tutto si è risolto per il meglio: il mio piano ha funzionato alla perfezione.”
In realtà, non era vero. Lo scopo di Marcus non era stato certo quello di far tornare assieme le due donne. Tuttavia, per il momento aveva fallito. Probabilmente la strategia che aveva messo in atto si era dimostrata eccessivamente complessa, e lui non aveva tenuto conto di alcuni fattori, non ultimo che le donne, anche se lesbiche, erano diverse dagli uomini. Proprio il giorno prima aveva letto su una rivista la ricostruzione della battaglia di Midway. Malgrado avessero un numero maggiore di navi, i giapponesi erano stati sconfitti perché avevano ideato un piano complicatissimo. La fortuna poi non li aveva aiutati, ma Marcus non credeva molto al concetto di fortuna: è l’uomo che diventa artefice dei suoi successi. Comunque fosse, non aveva alcuna intenzione di demordere.
Janine lo osservò, dubbiosa. In effetti era tornata con Sarah, però non credeva che il merito fosse di Marcus. Era ancora attratta da lui, sebbene quegli occhi gialli e freddi la inquietassero. in ogni caso, aveva deciso e la sua scelta era ricaduta su Sarah. Era stata una scelta ponderata, più razionale che emotiva. Marcus era pur sempre uno spacciatore; era difficile immaginare un futuro con lui. Sarah rappresentava la sicurezza. La cantante aveva ragione. Avevano sbagliato entrambe. Janine si era comportata in modo troppo impulsivo; Sarah aveva ecceduto in intransigenza. Però era giusto perdonarsi a vicenda.
Avrebbe preferito non incontrare Marcus, ma lui si era appostato sotto casa e l’aveva fermata quando lei era uscita.
Per il momento Sarah e Janine non erano tornate ad abitare assieme.
Pioveva. Il cielo era grigio e cupo, ma non faceva freddo. Marcus la invitò a bere una cioccolata.
“Mi devi un favore.”, disse quando si furono seduti.
“Perché?”, gli domandò lei, benché sapesse esattamente ciò che lui intendeva.
“Grazie a me, hai riconquistato Sarah Taverner.”
Janine gli rivolse uno sguardo ironico. “Vorresti farmi credere che sei venuto a letto con me solo perché questo accadesse? Ti sei sacrificato? Non è molto lusinghiero.” Non sapeva se essere indignata o divertita; alla fine, Sarah l’aveva convinta che si era trattata di una messinscena preparata da Marcus.
“No!”, ribatté lui. “Io ti desidero, però desidero anche la tua felicità e ho capito che soltanto Sarah può dartela. Per quello mi devi un favore.”
Janine lo scrutò, scettica. “Che genere di favore?”
“Ho bisogno di parlare con Sarah Taverner, in tua presenza. Le ho telefonato, ma lei si rifiuta di vedermi.”
“Vuoi venderle altra droga? Sarah ha smesso.”
Marcus scosse il capo. “Ti sbagli.”, affermò. “Io desidero parlare del disco… I love Janine.”
“Avresti potuto averlo già fatto.”
“Forse. Non ho saputo cogliere l’occasione. Vedi”, si protese verso di lei, “quando uscì Sgt. Pepper dei Beatles successe un fatto senza precedenti nella storia della musica.”
Janine lo fissò incuriosita. Cosa c’entravano i Beatles? Per quanto ne sapeva, erano un gruppo degli anni sessanta, che aveva goduto di vasta fama, ma che successivamente era stato superato da complessi più energici ed attuali. I Metallica, ad esempio, almeno fino al black album.
Janine era alquanto critica nei confronti della musica del passato; lo stesso discorso si applicava ai vecchi film e alle serie tv che venivano riproposte di continuo. Lei amava le novità. E a ben vedere anche i Metallica ormai erano sorpassati.
Marcus le sfiorò una mano.
“Stammi a sentire.”, disse.
Dieter consumò un’abbondante colazione, a base di salsicce, uova strapazzate, patatine e pomodori fritti. Bevve due tazze di caffè e un bicchiere di latte, quindi uscì dall’albergo.
Mentre camminava, diretto a Trafalgar Square, ripensò a Elke.
Si era stabilita nella casa nuova e aveva cominciato a lavorare come commessa.
Dolf l’aveva cercata, minacciandola. Esigeva che riprendesse immediatamente a battere. In caso contrario, avrebbe passato dei brutti guai. Benché fosse spaventata Elke aveva reagito con prontezza di spirito, fingendo di obbedirgli e promettendogli che quella sera avrebbe ricominciato.
Verso mezzanotte, Dolf era venuto a controllare che lei fosse lì.
Dieter lo stava aspettando.
In linea di principio, non avrebbe dovuto occuparsi di Dolf: esulava dai suoi compiti. Dieter era nella polizia criminale, perciò avrebbe dovuto mandare un collega della Sittenpolizei. Ma, quando era il caso, Dieter ignorava le regole.
“Cercavi Elke?”, chiese, sbucando dall’ombra.
“E tu chi saresti?”, lo apostrofò sgarbatamente Dolf. Era un uomo di media statura, con il torace carenato e spalle possenti. Corrispondeva perfettamente alla descrizione che gli aveva fatto Elke.
“Un suo amico.”, Dieter preferiva evitare di ricorrere al suo grado: quella era una questione personale.
“Perché non è venuta a lavorare?”, gli domandò Dolf.
“Perché ha smesso.”, rispose Dieter con calma.
“Oh, ma non può smettere!”
“Certo che può.”
Dolf scrutò Dieter, ma non c’era luce a sufficienza per vederlo bene in faccia; notò che era alto e che aveva un aspetto atletico: probabilmente era forte. Però Dolf aveva con sé la frusta e la sapeva usare con grande abilità.
“Farò conto di non aver sentito.”, disse. “Ma domani sera Elke dovrà essere qui, e così le sere successive.”
“Altrimenti?”, gli chiese in tono freddo Dieter.
Dolf fletté lo scudiscio. “Altrimenti la farò strillare. E’ già successo una volta, e devo dire che la ragazza ha una soglia del dolore piuttosto bassa. Ho mandato in ospedale Ingrid, ma con Elke non sarà necessario: basteranno quattro frustate per rimetterla in riga.”
“Davvero?” Dieter abbozzò un sorriso, che tuttavia non si estese agli occhi. “Ascoltami attentamente.”, disse. “Non sono un uomo molto paziente, perciò non mi ripeterò. Elke non tornerà mai più. Mai più, capisci? D’ora in avanti la lascerai in pace.”
“E chi sei tu per dirmi quello che devo fare?”
“Mi chiamo Dieter.”
“Bene, Dieter: adesso fila! Anch’io non sono un tipo paziente.”
Dieter mosse un passo avanti.
Dolf fece schioccare la frusta, quindi mirò al viso del poliziotto.
Dieter avrebbe potuto sparargli, ma questo avrebbe causato una quantità di problemi. Si spostò agilmente di lato ed evitò la scudisciata, poi afferrò Dolf per il polso torcendolo con violenza. L’uomo urlò e lasciò cadere a terra la frusta. Dieter lo colpì allo stomaco con un pugno, e quando lui si chinò lo colse alla mascella. Dolf finì a gambe levate.
“Se oserai torcere anche un solo capello alla mia amica, io verrò a cercarti e ti stanerò, ovunque tu ti nasconda. Sappi, però, che non mi limiterò a darti due pugni. Così scopriremo quanto è alta la tua soglia del dolore.”
Dolf cercò di rialzarsi, ma Dieter gli sferrò un calcio nei testicoli. “Penso di essere stato chiaro.” disse, e si voltò per andarsene.
Si trovò davanti a tre uomini.
Uno cingeva un coltello fra le mani, gli altri due erano muniti di spranghe di ferro.
Lo circondarono.
“Fate fuori quella carogna!”, biascicò Dolf da terra. Aveva la voce impastata, come quella di un ubriaco.
L’uomo armato di coltello si scagliò su Dieter. Il più grosso degli altri due gli piombò alle spalle calando con forza la spranga sulla schiena. Il terzo, per il momento, si limitava ad assistere.
Dieter agì senza riflettere, come una macchina: si chinò e centrò con una testata Coltello, quindi si girò di scatto e colpì di taglio Spranga. Gli prese il braccio e lo piegò fino a spezzarlo. Spiccò un balzo, raggiunse il terzo e con una presa di judo lo fece volare in aria. Quello atterrò pesantemente. Dieter gli affibbiò un calcio alla testa. Tutto si era svolto in meno di un minuto.
Il poliziotto lanciò un’occhiata a Spranga: rantolava, gemendo.
Dolf era ancora fuori combattimento.
Dieter si rilassò e si allontanò.
Fu un errore.
Coltello gli arrivò alle spalle e vibrò una pugnalata. Lo prese alla schiena.
Dieter barcollò.
Con un ghigno soddisfatto, Coltello si apprestò a finirlo; ma le poderose fasce muscolari di cui il poliziotto era provvisto avevano attutito l’entità del colpo, impedendo alla lama di penetrare a fondo. Dieter reagì con prontezza, sottraendosi a un nuovo assalto e subito dopo sferrando un micidiale diretto destro, che immediatamente doppiò con un sinistro.
Contemplò freddamente i quattro delinquenti, poi tornò alla Bmw.
Con un sorriso pensò che Elke avrebbe dovuto medicarlo per la seconda volta e che la prospettiva non gli dispiaceva affatto.
Risalì in macchina e partì.
Elke adesso poteva stare tranquilla. Dolf non l’avrebbe più molestata.
Dieter ignorava che il pericolo maggiore sarebbe giunto da un’altra direzione.
Ne ero certa, Dieter è un angelo! E Marcus un diavolo!
Janine e Sarah dovrebbero essere solo lasciate in pace….
Un bacione alla MIA bravissima strega!
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Si cominciano a scoprire i vari personaggi. Prima Marcus, anche se non completamente, adesso Dieter che lasciamo con una frase sibillina. Chi sarà il pericolo per Elke? Il personaggio è ancora senza testa e avvolta nella nebbia del mistero.
Ottima puntata costruita con la consueta abilità.
Aspettiamo la prossima.
Un grande abbraccio
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@ MARI la TUA strega ti dice che hai ragione in entrambi i casi, ma purtroppo la gente è malvagia e i cattivi difficilmente demordono.
Baci tanti a te!
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@ NEWWHITEBEAR non posso rispondere, altrimenti comprometterei il seguito…
Grazie mille e un caro abbraccio.
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Lodi, lodi, lodi.
Hai reso il racconto un film d’azione, ed anche di ottima qualità.
Nella seconda parte, ci hai fatto sentire e vedere tutto come se fossimo lì presenti nella gelida notte in un quartiere malfamato. Testimoni immobili capaci solo di sentire il rumore dei colpi, i lamenti e le imprecazioni che ci hanno fatto trepidare per la sorte dell’eroe e poi gioire per la vittoria che ha un senso nobilissimo.
😀 Lo devo dire sempre: sei bravissima!
Cosa hai in serbo per quei due nella prima parte? Mi sembra che ci racconterai, purtroppo, di qualcosa di spiacevole per Janine. 😉
Aspetteremo la prossima puntata, come nei feuilletons!
Un abbraccio
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Marcus, viscido serpente che non molla mai e Dieter, visto l’ arrivo degli altri energumeni doveva usare la pistola
Sempre brava
Baci
Ombreflessuose
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Casalpusterlengo, Casalpusterlengo, Casalpusterlengo.
Ops, mi è rimasto un braccio in mano!
PS: Ma quali poderose fasce e fasce (muscolari). Se non fosse stato per le due pancere, sai per la linea, e il “telaccio” antiproiettile, sarei stato massacrato.
Vabbé, stavolta è andata così.
Bella figura eh?
Per piacere, non mi sfiancare così tanto la prossima volta. M’é venuto un dolorino qui che …
Vado.
Dieter
PS: Io usare la pistola? E il botto dove lo mettiamo? Fa male alle orecchie!
Raggiamentosità!
PPS: Marcus non è poi così cattivo. E’ un tantino provato da una infanzia difficile!
Luminosità
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@ DIETER HALLER ah, ah, ah 😛
Ho capito soltanto adesso l’incipit del tuo commento!
Come sono sveglia 😀
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La descrizione della rissa è davvero superba. Complimenti.
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Cheppalle ‘sti uomini!
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😀 …escluso i tuoi ospiti, beninteso!!!!!!!!!!!!!!!!
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@ CLE REVERIES ma grazie! Sei davvero troppo buona!
Mmm… ci sarà qualcosa di spiacevole, quello sì, però…
Un bacione grande ^^
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@ OMBREFLESSUOSE Dieter ha preferito così. E’ un uomo particolare.
Ti ringrazio e baci a te ^^
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@ DIETER HALLER “il telaccio” ci sta anche. Il resto, suvvia!
Sfiancarti? Uhm… aspetta e vedrai…
Il PPS è fantastico 🙂
Radiosità luminose.
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@ BRUMBRU la tua opinione mi fa un grande piacere, caro Brumbrus!
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@ LILLOPERCASO beh, anche Sarah e Janine non scherzano 😛
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Questi menano!
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@ LILLOPERCASO hai certamente ragione.
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Mmm quel Marcus se non lo sopporto…
Però in compenso si legge tutto d’un fiato
e Tu sempre splendida nel narrare, qualsiasi cosa
scrivi…
Mah ci sono ancora molte sorprese se ricordo bene….
Un abbraccio carissima!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA ricordi bene, mia cara.
Marcus è davvero detestabile. In compenso a me piace molto Dieter.
Grazie, Michelle * _________ *
Bisous.
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Piccola Alessandra… direi che spettacolosa sei tu….
Mi farò leggere le tue storie… In questi giorni, la mia vista è un pò peggiorata..
Ti abbraccio
La Berta ti saluta
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Marcus continua a tramare, non lascia il suo ruolo di “diavolo” che tesse trame per ottenere quello che vuole. Al contrario di Dieter che dimostra tutta la sua determinazione per aiutare Elke, la donna di cui si è innamorato veramente. Letto con immenso piacere, scivola che è una meraviglia e quando si arriva alla fine si pensa già a cosa succederà in seguito. Ci saranno sicuramente altre sorprese!! Bravissima Alessandra, bravissima!!
Ciao, un abbraccio e sereno fine settimana
Pat
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Molto meglio di un film! sembra proprio di sentirli addosso quei colpi… eccellenti le descrizioni e perfetta la tecnica di creare una pressante aspettativa alla fine del capitolo…
en attendant Janine… un abbraccio
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Un intreccio foriero di ciò che poi avviene, di positivo e di negativo, violenza compresa, da cui rifuggo, come sai. Etc..etc.. Sempre capace, anche se lo dico spesso. Saluti da Sar.
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@ EMILIA DI ROCCABRUNA un abbraccio grande grande a te, cara!
Ricambio i saluti.
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@ PATRIZIA M. credo di poter dire che le sorprese non mancheranno…
Grazie, Pat, e buona giornata ^^
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@ MARIA D’AMBRA sono lusingata! Il tuo è uno dei complimenti più belli che si possano ricevere.
en attendant Janine… un bacio.
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@ SALVATORE RIZZI purtroppo la violenza è insita in questo racconto…
Grazie, Sar. Felice sabato!
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Ricambio….Salvatore…detto…Sar…
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@ SALVATORE RIZZI niente aperitivo, lo so.
Allora buon appetito per dopo ^^
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Scrivi bene e per aggiunta in modo così diverso da me. Entrambe, tuttavia, rendiamo le scene concrete, come se avvenissero qui davanti, sul marciapiede sotto il balcone. Il tuo potrebbe anche sembrare uno stile maschile, almeno in questi racconti realistici o di spionaggio: dipende dalla mancanza di ripiegature sentimentalistiche. Molto bene davvero.
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Non c’è che dire una sequenza narrativa molto avvincente. L’energumeno nonostante i suoi scagnozzi non ha avuto la meglio sul poliziotto, Elke è in buone mani. Janine pare insicura e Marcus un filibustiere che sa il fatto suo. Bellissima puntata, come sempre.
un caro abbraccio
annamaria
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@ DOMENICA LUISE dipende dai casi, mia cara amica: giustamente hai parlato di racconti realistici o di spionaggio, perché se tu leggessi “Danzerò per te” (un racconto singolo), poi avresti problemi con il livello di glicemia 😛
Scherzi a parte, ti ringrazio molto!
(E comunque, prima o poi, posterò di nuovo “Danzerò per te”… devo solo controllare se è già trascorso un anno dalla prima pubblicazione).
Un abbraccio.
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@ ANNAMARIA49 però c’è un pericolo, nell’ombra. E non riguarda Janine.
Grazie, cara Isabel ^^
Un bacione.
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La parola di strega, la TUA, per me vale ORO! Un grande abbraccio e un bacio grande…. 😀
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@ MARI per me il tuo affetto vale oro.
Un bacio ancora più grande dalla tua strega 🙂
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Qui mostri la tua abilità anche nel descrivere le varie fasi di un incontro di lotta plurimo. Sei forse abile anche tu nello judo o in qualche altra disciplina di difesa personale?
A parte gli scherzi, sempre complimenti per la tua capacità descrittiva versatile in ogni situazione!
Cesare
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@ CESARE ho praticato un po’ di judo.
E poi ho letto molto e visto molti film.
Ti ringrazio, caro!
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Una certa perizia narrativa e semplicità con cui ci presenti soprattutto le scene d’azione e colluttazione e certe puntate decollano più di altre. Marcus è fin troppo delineato. Un saluto.
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@ UNIVERS prendo atto con piacere delle tue critiche costruttive, segno di reale interesse. E’ effettivamente possibile che io abbia dipinto Marcus a tinte troppo nette.
Ciao.
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ahahah poveri Beatles! Si rivolteranno nei… dischi di platino! 😀
Puntata avvincente quella di Dieter! E quale sarà questo inaspettato pericolo? 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST lo sapremo a breve, caro lupo.
Bella la battuta sui Beatles 😛
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