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IL COLORE DEI NOMI

28 novembre 2013 di Alessandra Bianchi

Il colore dei nomi“Katia è un nome da bionda.”, si disse Stefano uscendo dall’appartamento. “E ha un corpo da bionda!”
Era un vecchio gioco: fin da ragazzo aveva trovato divertente accostare i nomi femminili al colore dei capelli. Monica, Nicoletta e Marzia non potevano che essere bionde; Silvia, Laura e Milena, invece, erano certamente more. Poi esisteva qualche nome dal significato controverso: ad esempio Chiara. Una Chiara poteva risultare indifferentemente bionda o bruna. Rise fra sé per quelle facezie mentre l’ascensore lo portava al piano terra. Era un vecchio ascensore, particolarmente lento, che gli infondeva un vago senso di insicurezza; però lo preferiva alle scale.
Quando si trovò all’aperto respirò con piacere la fresca aria primaverile. Era una notte stupenda. Stefano salì in macchina, accese il motore e ingranò la marcia. Il suo pensiero tornò a Katia. C’era un luogo comune che andava assolutamente sfatato: alcuni suoi amici sostenevano che le more erano nate per il letto, mentre le bionde spesso erano fredde e passive. Era un’idea del tutto sbagliata. Katia gli aveva regalato due ore di fuoco, la scopata del secolo, forse, o almeno dell’anno.
Guidò con calma per le vie cittadine ormai quasi deserte, riassaporando con la mente i baci ardenti, le carezze audaci e la lingua incredibilmente abile della sua amante. Katia era nata per il sesso.
Giunto sotto casa, parcheggiò la Mercedes e preparò il solito discorsetto. Non era semplice inventare ogni volta una scusa diversa, ma lui in queste cose era un mago; inoltre Simona non spiccava per acume. Era intelligente, ma totalmente sprovvista di malizia; la sua ingenuità talvolta appariva disarmante. Simona, nome da mora: ma adesso invece era viola, sebbene fosse una bionda naturale.
Si domandò se era ancora sveglia. Spesso si coricava presto, e se l’avesse trovata addormentata non avrebbe dovuto perdere tempo a giustificarsi. In ogni caso, la bugia era già pronta; gli erano bastati pochi secondi per imbastire una storiella credibile. Flavio aveva litigato con Sonia, e lui era stato costretto a trascorrere la serata con l’amico, l’aveva ascoltato e doviziosamente consolato. Simona si fidava ciecamente di lui e non avrebbe mai controllato.
“Io amo mia moglie?”, si chiese oziosamente in ascensore. L’aveva tradita molte volte, è vero, ma generalmente si era trattato di occasionali scappatelle. Katia era la sua prima vera amante. Un pensiero balenò inaspettato: se fosse stato costretto a prendere una decisione, se Katia lo avesse messo alle strette, e prima o poi era molto probabile che accadesse, chi avrebbe scelto? Fece una smorfia annoiata. Ci avrebbe pensato a tempo debito. Da un lato la passione, da quell’altro sicurezza e affetto che tuttavia stavano diventando una sorta di peso, a volte difficile da sopportare. “Simona mi ama.”, pensò. Scrollò le spalle. Ogni cosa a tempo debito.
Benché gli avesse sempre detto che non avrebbe mai potuto vivere senza di lui, in caso di divorzio l’avrebbe riempita di soldi, e questo avrebbe risolto ogni tipo di problema. Soddisfatto da quel ragionamento, uscì dall’ascensore ultra moderno e tirò fuori le chiavi dell’attico. Entrò. Buio e silenzio.
Perfetto! Simona dormiva.
Andò in bagno, si infilò sotto la doccia, indossò un pigiama pulito e raggiunse la camera da letto.
Inizialmente non si accorse di nulla. Ma quando gli occhi si abituarono all’oscurità notò un foglio bianco posato sul suo cuscino. Accese la lampada e scorse rapidamente una lettera di sua moglie che giudicò incomprensibile. Soffocando uno sbadiglio, si ripromise di parlarne con lei l’indomani. Pareva lo scritto di un ubriaco.
Si stese sul letto e stava per spegnere la lampada, quando notò il sangue.
Si voltò verso Simona.
Sembrava che dormisse. Non c’era niente fuori posto.
Tranne il fatto che si era tagliata le vene.

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Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag cattiveria umana | 40 commenti

40 Risposte

  1. su 28 novembre 2013 a 18:57 Mari Guerriera

    Mi hai spazziato! Sembrava tutto così leggero….invece!
    La mia amica Katia è bionda, Silvia è bionda, Marzia è mora, Alessandra è mora….ecco, giusto per alleggerire….
    Un bacione a più tardi!

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  2. su 28 novembre 2013 a 19:03 Cle Reveries

    … tristissima!!

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  3. su 28 novembre 2013 a 20:04 Alessandra Bianchi

    @ MARI GUERRIERA alleggeriamo… io sono bionda, tutte le Nicolette che conosco sono bionde, e tutte le Silvie more 😛
    Besitos.

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    • su 28 novembre 2013 a 23:23 Mari

      Buonanotte di notte fatata….

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      • su 29 novembre 2013 a 16:39 Alessandra Bianchi

        @ MARI dolce serata a te!

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  4. su 28 novembre 2013 a 20:07 Alessandra Bianchi

    CLE REVERIES vero 😦
    Kisses.

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  5. su 28 novembre 2013 a 20:56 newwhitebear

    Finale shock ma ci sta perfettamente.
    Mentre leggevo questo piacevolissimo racconto, mi domandavo se Simona era effettivamente ingenua e sciocca come credeva Stefano.
    Va bene tutto, ma quando si supera un limite, le pentole sono scoperchiate.
    Ottimo e intrigante.
    Un caro abbraccio

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  6. su 28 novembre 2013 a 21:32 Patrizia M.

    E per fortuna che la moglie non si sarebbe accorta di niente, Poveretta, che brutta fine ha scelto di fare, era meglio se lo lasciava e si faceva mantenere alla grande…..
    Finale che lascia senza fiato, un racconto che fila liscio liscio.
    Ben fatto, come sempre ovviamente, bravissima Alessandra 🙂
    Salutone e buona serata
    Pat

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  7. su 28 novembre 2013 a 21:53 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR io credo che lo stolto fosse Stefano.
    Un grande abbraccio.

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  8. su 28 novembre 2013 a 21:56 Alessandra Bianchi

    @ PATRIZIA M. mia cara amica, vorrei scrivere sempre racconti a lieto fine, ma talvolta (spesso) non ci riesco.
    Sono d’accordo: se io fossi stata Simona, mi sarei fatta mantenere alla grande.
    Grazie e salutone a te, Pat!

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  9. su 29 novembre 2013 a 00:02 ventisqueras

    la vita riserba ogni tipo di finale a sorpresa, si arriva in fondo ( alla vita, o al finale ) quasi correndo perché è piacevole la lettura
    grazie
    notte serena

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  10. su 29 novembre 2013 a 03:02 Lord Ninni

    Un racconto, abbastanza diretto e crudo, con un finale minimalista.
    Saremo sinceri: dalla vostra penna leggemmo ben altro. ovviamente alti e bassi si susseguono come il lento ticchettare della vita stessa. in questo caso, finale compreso, la ritmica, forse, si è inceppata. Descrivere l’universo uomo, con gli occhi di una donna, si inceppa. E viceversa, ovviamente.

    Salutazioni, mia signora e cordialità.

    (PS: da rilevare, però, la sempre freschezza evocativa: quella vi è invidiata da molti.)

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  11. su 29 novembre 2013 a 09:48 mairitombako

    UN PO CRUDO DIREI…MA SEI SEMPRE TU..OTTIMA BRAVA E CI LASCI CON UN PENSIERINO IN FONDO…QUESTO FA SEMPRE BENE CARA
    UN ABBRACCIONE X TE

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  12. su 29 novembre 2013 a 12:53 salvatore rizzi

    Concordo con Lord Ninni….un caro saluto…Sar.

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  13. su 29 novembre 2013 a 16:40 Alessandra Bianchi

    @ VENTISQUERAS un caldo benvenuto nel mio blog!
    E grazie.

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  14. su 29 novembre 2013 a 16:45 Alessandra Bianchi

    @ LORD NINNI poiché su Splinder mi chiamavano panettiera, potrei dire che non tutte le ciambelle riescono con il buco. Di più, il racconto “Ricordi di un amore mancato” non è stato capito da NESSUNO! Ora, quando accade questo, la “colpa” non è mai di chi legge, bensì SEMPRE di chi scrive.
    Ciò detto, mi fa piacere la vostra frase finale.
    Radiose radiosità.

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  15. su 29 novembre 2013 a 16:47 Alessandra Bianchi

    @ MAIRITOMBAKO forse… molto crudo 😀
    Ti ringrazio e ti abbraccio, amica mia * _____________ *

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  16. su 29 novembre 2013 a 16:48 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI un caro saluto a te, “vecchio” Sar.

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  17. su 29 novembre 2013 a 17:09 Lord Ninni

    Lady Alessandra Bianchi
    Ma no, mia signora.
    Lungi da noi il tentativo di dequalificarVi. Jamais! Il nostro fu un commento dettato dall’immediatezza.
    In breve:

    1) La storia c’è.
    2) Ben strutturata
    3) Con le giuste pause e interludi
    4) Un testo scorrevole e “fresco”, come già detto.

    Quello che ci colpì fu il finale, nella sua crudezza, ma (almeno da noi) ampiamente previsto.
    la caratterizzazione di lui, a nostro umilissimo parere (sia inteso), fu un po’ stellare, ovvero (sempre per noi) un po’ scontatella.

    Voi, lady Alessandra, ci avete abituato a ben altro:

    1) Oh, se tu sapessi … (che ci commosse tantissimo – con allegata poesia di Ludmilla Parker, densa e profondamente bella)

    2) La magia di Meg … (che, ancora, ricordiamo con attenzione)

    3) Den lille pige e tutta la sua magia (ne abbiamo, ancora, i brividi)

    4) Sosa … (raffinato, elegante, introspettico e geniale.)
    (Come avete visto usammo quattro di tutto, a paragrafo …)

    Voi, mia signora, segnaste gli anni a molti e, per ogni scrittura prodotta, avete davanti voi stessa, che vi incalza.
    Abbiate la nostra profonda e radiosa stima.

    Cordialità

    PS: Ringraziamo, per l’attenzione, il preg.mo Sig. Salvatore Rizzi, che seguiamo da molto tempo.
    Grazie

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  18. su 29 novembre 2013 a 17:21 Alessandra Bianchi

    @ LORD NINNI quattro… il mio numero preferito, e i quattro post da voi indicati sono tutti nel mio cuore. Vi ringrazio per le citazioni, segno di grande memoria e lusinghiera attenzione. Il finale “secco” fu una scelta. Concordo sulla caratterizzazione “stellare” dell’energumeno. Peraltro, esistono molti uomini così. Ehm… moltissimi, mi azzardo a dire. Certo, non fra i miei lettori.
    Milord, amo sinceramente le critiche costruttive, perché aiutano a crescere.
    Senza di esse, scriverei ancora le idiozie con le quali esordii su Splinder, e senza di esse non sarebbe mai nato “Alex Alliston” (poi bisogna vedere se questo è un bene per l’umanità).
    Vi abbraccio.

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  19. su 29 novembre 2013 a 17:21 Mari Guerriera

    Un saluto pomeridiano alla MIA strega per augurarle una magnifica serata.
    Ad incontrarci stasera!

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  20. su 29 novembre 2013 a 17:25 Alessandra Bianchi

    @ MARI GUERRIERA a presto, allora, MIA poetessa!
    Abbraccione*

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  21. su 29 novembre 2013 a 19:36 Chiara

    E’ molto bello anche se agghiacciante.

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  22. su 29 novembre 2013 a 20:01 Alessandra Bianchi

    @ CHIARA sull’agghiacciante non posso certo darti torto.
    Un sorriso per una serata serena.

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  23. su 29 novembre 2013 a 20:58 salvatore rizzi

    Buon fine settimana dal vecchio…Salvatore….!

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  24. su 29 novembre 2013 a 21:06 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI ricambio con affetto!

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  25. su 29 novembre 2013 a 21:58 ventidiprimavera

    Bellissimo racconto che inizia quasi come un gioco…
    ma che tragico finale… Troppo triste chérie…

    Un abbraccio
    Michelle

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  26. su 29 novembre 2013 a 22:08 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA troppo triste, lo so!
    Non lo faccio apposta…
    Un bacione grande, Michelle*

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  27. su 29 novembre 2013 a 22:54 ili6

    un pugno nello stomaco con quel finale. E con quella razza di uomo.
    Un abbraccio, ciao.

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  28. su 29 novembre 2013 a 23:02 Alessandra Bianchi

    @ ILI6 era un pugno voluto, cara Marirò 😛
    Quanti uomini si comportano come il protagonista di questo racconto?
    Un abbraccio a te, cara amica!

    "Mi piace""Mi piace"


  29. su 30 novembre 2013 a 09:34 ombreflessuose

    Scontato e cretino, questo Stefano, come diversi uomini in circolazione
    Feriscono e sanno di ferire, ma ripetono vigliaccamente a sé stessi che tanto dall’ altra parte c’ è qualcuno che aspetta e perdona sempre
    Stavolta i conti non sono tornati
    Mi Illumini sempre
    Bacioni
    Mistral

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  30. su 30 novembre 2013 a 20:44 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE il ritratto che fai di Stefano è perfetto!
    “Ma stavolta i conti non sono tornati”.
    Grazie, Mistral*
    Tanti baci.

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  31. su 2 dicembre 2013 a 09:26 brum

    Un gran bel racconto. Brava. A volte si sottovalutano gli effetti delle proprie azioni, superficialmente. Solo dopo ci si rende conto di quello che si è combinato. Un grande sintomo di immaturità.

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  32. su 2 dicembre 2013 a 16:08 Alessandra Bianchi

    @ BRUM sono onorata e contenta!
    Concordo sull’immaturità.

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  33. su 3 dicembre 2013 a 17:23 wolfghost

    Temevo che il finale potesse essere simile… Logica conclusione tra chi ormai non ha più interesse ad ascoltare e da tutto per scontato, e chi – forse per il quieto vivere, che davvero quieto non lo è mai – preferisce non dire nulla e tenere tutto dentro di sé…

    http://www.wolfghost.com

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  34. su 3 dicembre 2013 a 18:51 univers81

    Bellissima idea dietro questo pezzo, le metafore, alcune associazioni dirette, la tua scrittura abile e un finale… shock. Un caro saluto. Univers.

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  35. su 3 dicembre 2013 a 19:28 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST “temevi… vista la nostra lunga conoscenza 😛
    Ottima analisi, caro lupo.
    Senza emoticons? 😀

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  36. su 3 dicembre 2013 a 19:30 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS81 forse con un po’ di presunzione, ma davo per probabile che questo racconto ti piacesse. Sono situazioni che ti appartengono. Un caro saluto a te!

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  37. su 4 dicembre 2013 a 18:12 Lillopercaso

    Magari se le è tagliate per un altro, o un’altra.
    Povera 😦

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  38. su 4 dicembre 2013 a 18:38 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO prima un racconto che induceva a un – cauto – ottimismo, poi, per non smentirmi, ecco questo 😀
    Un bacione.

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

  • Il mio primo libro

  • Il mio secondo libro

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