Il corvo era giunto dall’altra parte delle montagne e aveva scelto come punto di osservazione la ringhiera che delimitava il piccolo terrazzo riservato ai fumatori, quando il cinema non aveva ancora chiuso i battenti. Da lì guardava la scena senza manifestare particolare interesse, simile al conducente di un carro funebre nel momento in cui i becchini scaricano la bara per trasportarla al cimitero.
Vide arrivare i lupi. Si fecero avanti in silenzio, non un ringhio, non un ululato, come se volessero passare inosservati o, forse, questi erano gli ordini: sistemare la faccenda nel minor tempo possibile sfruttando l’elemento sorpresa, dopodiché intraprendere un rapido rientro verso casa, ovunque essa si trovasse.
Il primo a scorgerli fu il capo della banda. Impallidì e alzò le braccia in un inutile tentativo di difesa. La lotta, posto che si potesse definirla tale, durò pochissimo, secondo la volontà dell’oscuro Essere che aveva predisposto quell’assalto. Nel giro di pochi minuti il sole illuminava i cadaveri, orribilmente mutilati, dei tre teppisti.
Il quarto, al volante dell’auto, inorridì, si portò una mano tremante alla bocca e ingranò la marcia. La macchina partì sobbalzando e raggiunse la prima curva… oltre la quale si ergeva un muro. L’uomo si voltò. Trasse un sospiro di sollievo: i lupi lo avevano ignorato. Fece manovra, girò la macchina, rilasciò la frizione e inserì nuovamente la prima, poi la seconda. Tornò al luogo della carneficina, evitò con uno slalom i corpi dei suoi amici e imboccò la strada che avevano percorso all’andata. Era sconvolto sicché non si pose troppe domande, la più semplice (e ovvia) delle quali sarebbe stata: “cosa diavolo ci facevano dei lupi in un paese?”
Lanciò uno sguardo allo specchietto retrovisore, ciò che gli procurò un altro sospiro di sollievo; quegli orrendi animali erano scomparsi, quasi fossero stati inghiottiti dal suolo. Adesso sarebbe tornato a Milano, avrebbe bevuto sei o sette birre per dimenticare l’accaduto, pianto qualche lacrima e non sarebbe mai più tornato in Brianza, un luogo evidentemente maledetto.
Allungò la destra per prendere le sigarette e l’auto si fermò.
Sconcertato, girò la chiave più volte, provò a cambiare le marce, il tutto senza esito alcuno. Sbirciò dietro una spalla, scrutando sospettosamente la strada. Per fortuna era deserta. Dopo un attimo di esitazione, scese, aprì il cofano e cercò di capire cos’era successo, impresa difficile poiché non era ferrato in materia. Sopra di lui, il sole splendeva gagliardamente, presto si ritrovò tutto sudato; la camicia si era come incollata alla pelle, vaste chiazze di sudore si erano formate sul torace, sulla schiena, nelle ascelle. Ignorando il disagio, continuò a indagare sulle possibili cause del guasto. Mosse alcuni fili, quindi risalì sulla vettura. Provò a far ripartire la macchina. Con grande soddisfazione udì il suono rassicurante del motore che si avviava. Tese un braccio per richiudere la portiera e fu raggiunto da un dolore lancinante. Si voltò di scatto. Un lupo lo stava azzannando. Benché fosse stato preso alla sprovvista, il teppista non perse tempo. Si liberò con uno strattone (e subì una nuova ondata di dolore), lanciandosi poi sul sedile del passeggero. Si protese in direzione dello sportello, abbassò la maniglia e si catapultò fuori; rotolò su se stesso, si rialzò e iniziò a correre. Da ragazzo era stato il più veloce della compagnia e, sebbene non fosse in piena forma a causa delle troppe sigarette e del numero eccessivo di birre che trangugiava, non aveva perso del tutto la capacità di correre forte. Il centro di Oggiono era relativamente vicino, se lo avesse raggiunto avrebbe trovato aiuto. Ammettendo (e non lo credeva) che il lupo lo avesse seguito, la storia sarebbe finita lì. “Bastardo!”, ringhiò.
Come se lo avesse evocato, in quel momento percepì distintamente il rumore di un altro ringhio, proprio alle sue spalle. Accelerò disperatamente e gli parve di guadagnare terreno. Senza diminuire l’andatura, si passò una mano sugli occhi per liberarli dalle gocce di sudore. Incominciava ad ansimare, la sua riserva di fiato andava esaurendosi. La mancanza di esercizio fisico (tralasciando le frequenti risse) e di una corretta alimentazione si facevano sentire. “Maledetto bastardo!”, grugnì di nuovo, mentre si produceva in un ulteriore, faticoso, scatto. Di fronte a lui, circa a un centinaio di metri di distanza, apparve una motocicletta, guidata da un ragazzo.
“Sono salvo!”, pensò euforico. “Se riesco a montare sulla dannata motocicletta, il fottuto lupo non potrà mai prendermi.” Si trattava di una prospettiva alquanto confortante che lo colmò di gioia. Non sarebbe stato diverso nel caso di un gatto, allorché il cane che gli stava facendo la posta fosse stato richiamato in casa dal padrone.
A un tratto, una sirena emise un suono lugubre, come un richiamo di fantasmi. Il teppista rabbrividì.
Fu allora che il lupo gli balzò addosso.
In alto, il corvo gracchiò. Un istante dopo, volava verso le montagne.
“Sì. E’ così.”, ammise Berisha.
“I sogni, invece, riguardano l’Uomo Nero?”
Berisha annuì. “Non solo i miei.”, aggiunse dopo un momento.
“Di chi altri?” Aidan lo scrutava, attento.
“Uno è morto.”, rispose il giovane. “Era un professore americano, in gamba. A parte lui e me, Paola e Vale, un bambino.”
“Devo incontrarli. E’ necessario.”, disse Aidan. Se prima era sembrato distratto e assorto in pensieri tutti suoi, ora fissava Berisha con grande interesse, quasi volesse imprimersi nella mente ogni singola parola.
“Lei, però, non ha risposto alla mia domanda.” Berisha non riusciva a capire… com’era possibile che un perfetto sconosciuto sapesse di visioni e di sogni, e perché gli interessavano, e per quale ragione intendeva incontrarsi con Paola e con Vale? Era un mistero, e i misteri, se non appartenevano a libri o film, non gli piacevano molto.
Aidan fece un cenno alla graziosa cameriera e ordinò un altro caffè. “Non è facile rispondere alla tua domanda, e questo comporterebbe ancora altre domande… magari più avanti… non abbiamo molto tempo davanti a noi, e non è bene sprecarlo. Desidero parlare con i tuoi amici. Lui “entra” nei sogni di chi vuole “catturare”, meglio non saprei spiegarlo. Però, con te… ” Lasciò la frase in sospeso e si dedicò al caffè.
“Con me?”, volle sapere Berisha.
“Non riesce a penetrare nelle tue visioni. Ciò, naturalmente, lo irrita. Egli dispone di vasti poteri, e per lui risulta inammissibile che qualcuno gli si opponga, anche solo erigendo un muro a propria difesa; peraltro, non è Dio, e neppure Lucifero.” Scosse la testa. “Diciamo che, sebbene siano pochi, non è immune da alcuni limiti, che in qualche caso lo frenano. Tuttavia il suo orgoglio è vasto, e lui agirà in base a tale orgoglio.”
Berisha si sporse verso di lui. “Lei lo conosce? Intendo: di persona?”
Aidan giocò con il cucchiaino, quindi si alzò, depositando delle monete sul tavolo. Consultò l’orologio. “So che cenate presto da queste parti. Ci incontreremo qui, questa sera alle otto. E’ importante: non mancate!”
Uscì dal bar, incamminandosi con il sostegno del bastone in direzione della moto.
Berisha restò fermo, immobile, a interrogarsi su quell’uomo così singolare e così refrattario a dare semplici risposte. Infine, dovette ammettere con se stesso che tanto semplici non erano.
Out of the Blue.
Into the Black.
Le immagini sfrecciarono improvvise nella sua mente come proiettili intrisi di veleno.
Neil Young. Travnik.
Morte e distruzione.
E un’entità maligna che da lontano sogghignava.
Grazie ai 547 followers. Anche se 530 di questi da me non li ho mai visti 🙂
Prego. E non solo. Ho notato che sono spariti dei commenti incongruenti come orari… be’, una cosa da nulla in confronto alle magagne della piattaforma.
Finale che lascia pensare, enigmatico e in codice. Bel pezzo d’azione cara la mia Ale! Ti devo ancora telefonare… già. Lo faccio ora? Complimenti per questo episodio. Il genere non era propriamente il mio, poco sangue… ma mi è piaciuta questa storia alla King, sì, alla King!
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@ LADY NADIA non c’è di che.
Così brami il sangue: chi lo avrebbe mai detto 🙂
Alla King? Grazie!
Sto uscendo, voglio andare sulla Croisette ad ascoltare Neil Young, poi una birra 😀 e, purtroppo, ho il cellulare scarico.
Baci ^^
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Ah, i cari lupi terrorizzano oggi come ieri 🙂 Il terrore del quarto, la fuga, la speranza illusoria, la fine -zac!- quando si credeva quasi salvo: bene bene bene!
Quante storie fa Berisha: Aidan va benissimo così com’è, ermetico e misterioso 😉
Ogni bene 😉
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@ IVANO F lentamente Berisha si adeguerà, almeno credo.
I lupi… fanno parte della storia e sono tanto carini 🙂
Ogni bene a te!
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Sì, più lupi per tutti! 😀
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@ IVANO F lupi a go-go 🙂
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terrificante l’episodio dei lupi. Bravissima nel descriverlo. La storia sta crescendo. Chissà cosa deve dire Aidan ai tre compari.
un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio!
Conosceremo presto ciò di cui Aidan intende parlare.
Un grande abbraccio.
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ma aspetto con pazienza gli sviluppi futuri.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR la pazienza è la virtù dei forti 🙂
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Lettura appassionante. 🙂
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@ RODIXIDOR sono veramente lusingata!
Thank you 🙂
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Puntata di altissima atmosfera. Sia negli intrecci che nella descrizione globale. Credo che non ci fermeremo agli scoppiettanti colpi di scena di Aidan. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 ti sono estremamente grata per il tuo giudizio.
Un caro saluto a te.
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eheheh la risatina è per i “followers mai visti” 🙂 Non mi intendo di queste cose, non saprei darti risposte ma… mi fa sorridere 😛
Era ovvio che i quattro non se la sarebbero cavata, anche all’ultimo non ho mai dato un barlume di speranza, nemmeno quando sembrava fosse salvo 😉 Certe entità non si combattono dandosela a gambe 😉
Bene, forse Aidan non è poi così maligno… 🙂 Mi richiama alla mente Carrick… ma non saprei dirti perché… 😐
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST già il fatto che ti ricordi ancora di Carrick mi riempie di soddisfazione 🙂
I quattro? Contro i lupi non c’è scampo 😀
I followers sono gli utenti che si iscrivono al tuo blog.
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So chi o cosa sono i followers, intendevo che non saprei dirti perché non scrivono mai 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST ops, avevo capito male 😦
Sorry!
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Ritmo e azioni che inquietano. Bravissima tu che hai saputo renderli così bene nella sequenza dei lupi.
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@ ILI6 come sempre, sei molto cara!
Un bacione.
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🙂
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@ RODIXIDOR good evening ^^
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