Ciò che poi accadde fu che Flagg rovesciò la testa all’indietro liberando una risata piena di gioia e di divertimento. Quegli artifizi non potevano nulla contro di lui: la luce verde, la ruota di fuoco, con altri avrebbero funzionato, ma egli era immune dalla magia, in qualsiasi forma essa si manifestasse. Tornò indietro di due o tre passi e si sedette su una roccia che affiorava dal terreno, frugò in una tasca del giubbotto, prese cartine e tabacco e confezionò una sigaretta. Quindi l’accese, soddisfatto.
La Creatura lo fissò. Si rendeva conto che quell’Avversario era il più forte fra tutti quelli che nel corso di innumerevoli anni aveva affrontato e vinto. D’impulso agitò nuovamente un braccio. Apparvero immagini, visioni. Dapprima il volto repellente di una strega. Non ricordava più dove l’aveva trovata, sfidandola e annientandola; rammentava soltanto il tremendo Potere di cui disponeva quella laida megera… eppure l’aveva distrutta. Comparve subito dopo il profilo di un vampiro, in rapida successione si alternarono altre figure malefiche, ciascuna delle quali dotata di un’ampia gamma di incantesimi. E tutte, alla fine, eliminate. E non erano i contadini di Consonno, non era il conte, non erano esseri umani; ma questo non gli aveva impedito di trionfare.
L’Uomo Nero osservò con scarso interesse la sfilata di mostri e demoni. “E’ molto interessante.”, disse dopo aver aspirato una boccata di fumo. “Potresti renderti utile, benché non sappia ancora in quale modo. In effetti, non ho alcun bisogno d’aiuto. Con questo, un’arma in più non va disprezzata: magari non mi serve oggi, un domani chissà.”
La Creatura non rispose. Da molto, moltissimo tempo non conosceva il sapore del dubbio. Adesso un dubbio aveva preso consistenza, si era infilato serpeggiando negli oscuri anfratti della sua mente, portando con sé un’ospite davvero sgradita: la paura.
Avrebbe potuto scomparire, nascondersi in una delle grotte situate in alto, sulla montagna, abbandonarsi a un sonno privo di sogni; quando si fosse destato, con ogni probabilità l’Antagonista, stanco di aspettare, sarebbe già stato lontano. La cosa sarebbe finita lì. Era un’idea plausibile, tuttavia la respinse. Non poteva accettare il concetto stesso di sconfitta, esulava dall’immagine costruita mediante le tante vittorie appaganti di cui era disseminato il cammino che aveva percorso. E c’era dell’altro: se si fosse dichiarato vinto, se avesse accettato quella proposta, che peraltro non gli sembrava chiara e definita quanto piuttosto vaga e aleatoria, oppure se fosse corso a cercare un antro dentro al quale celarsi, in ognuna di queste due ipotesi si racchiudeva un futuro che non sarebbe stato uguale al passato; in entrambe era contenuta una domanda che non intendeva porsi, e che riguardava l’esatta concezione che aveva di se stesso. Una volta perduta, difficilmente sarebbe stata ritrovata. Avrebbe trascorso il tempo interrogandosi, scavando fra le ombre, per cercare di capire, di comprendere, di ricordare. E non voleva farlo. Lui era, e basta. Se non rammentava più da dove era venuto, posto che in un lontano passato ne fosse stato consapevole, significava che non doveva indagare in tal senso. Soltanto prendere in considerazione una simile eventualità lo avrebbe fatto decadere, ai suoi occhi se non a quelli di altri. Sarebbe stato il principio della fine. Avrebbe assistito impotente allo sgretolamento di quanto con pazienza e perseveranza aveva costruito.
Randall Flagg parve leggergli nel pensiero. “Vattene!”, esclamò, spegnendo la sigaretta sotto il tacco di uno stivale. “Vattene, se non sei immortale!”
Io sono immortale. Io sono invulnerabile.
Tranne che l’affermazione era più una frase dovuta, una forma di autoconvinzione, che una certezza assoluta, come sarebbe invece stata pochi istanti prima.
La Creatura contemplò Flagg, di nuovo dubbiosa. Ma poi decise: abbandonò timori e incertezze. Una spada fiammeggiante prese forma nella sua mano, la levò in alto e balzò sul Nemico, sferrando un colpo di inaudita violenza. Vivide fiamme guizzarono, nel cielo risuonò il cupo rombo del tuono, la terra stessa parve trattenere il respiro.
Flagg si alzò e girò la testa in direzione della vetta della montagna. La spada interruppe la sua corsa cozzando contro uno schermo invisibile, evidentemente più duro dell’acciaio. Mentre l’altro, furioso, ritirava l’arma per sferrare un nuovo affondo, Flagg fissò lo sguardo su un punto imprecisato della montagna.
Erano passati almeno cento anni – ma probabilmente anche di più – da quando su quei monti vivevano i lupi. D’inverno, spinti dalla fame, calavano a valle per fare razzia di galline, conigli, senza trascurare qualche sfortunato bambino. Si erano succedute molte “spedizioni punitive” e alla fine erano scomparsi, sterminati dai cacciatori. Soltanto una decina di esemplari più fortunati, o più furbi, era riuscita a salvarsi, trovando rifugio a Oggiono, dall’altra parte delle montagne.
Gli occhi di Randall Flagg divennero rossi.
Come rispondendo a un comando, si udì chiaramente un ululato, cui ne seguì subito un secondo. Poi i lupi scesero dalla montagna. Erano magri, affamati, desiderosi di cibo. Presto raggiunsero i due contendenti e circondarono la Creatura, digrignando i denti. Il Signore di Consonno li affrontò con la spada. Ma, per quanto fosse magica, non si dimostrò di alcuna utilità. Comprese che lo avrebbero azzannato alla gola.
A un cenno di Flagg, dal nulla prese forma una scala mobile. Era del tipo di quelle che si trovano nei centri commerciali, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. Un tapis roulant che conduceva in basso, quanto in basso non era possibile stabilirlo perché sembrava procedere all’infinito. Dopo un attimo di esitazione, la Creatura lasciò cadere la spada, voltò le spalle ai lupi e saltò sul primo gradino. La scala prese a muoversi, in principio quasi con aggraziata lentezza, quindi in maniera sempre più veloce.
L’Uomo Nero accolse con una fragorosa risata le minacce che il suo Nemico gli rivolgeva urlando… solo che presto furono inghiottite dalla distanza, perdendosi in flebili eco, fino a lasciare campo a un silenzio assoluto.
Sotto vi erano fiamme scarlatte, e ancora più sotto un luogo che da migliaia di anni terrorizza l’umanità intera. Se la Creatura non ricordava da dove proveniva, lo scoprì nei successivi, pochi, secondi.
Randall Flagg congedò i lupi.
Poi tornò a sedersi e accese un’altra sigaretta.
COME RANDALL FLAGG 9
19 marzo 2017 di Alessandra Bianchi
21 Risposte
notevole. Pieno di forza espressiva. Un gran bel pezzo. Forse la migliore puntata
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR il tuo giudizio mi rallegra molto, perché questa era una puntata alquanto difficile.
Un grande abbraccio.
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l’hai risolta alla grande.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR 🙂
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Bella puntata tesoro, grazie, bacioni grandi, ❤
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@ LAURA grazie a te, stella!
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❤
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Ritorno all’inferno, ed in scala mobile. Non mancano mai le sorprese nel leggerti. 🙂
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@ RODIXIDOR forse non è corretto da parte mia, ma leggendo il tuo commento ho sghignazzato 🙂
Scherzi a parte, grazie!
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Sono andato a rileggermi per paura di uno strafalcione grammaticale che potesse aver causato le tue risa. Fiuuu … non c’è, allora bene il tuo riso 🙂
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@ RODIXIDOR era per via della “scala mobile” 😀
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Straordinario, un combattimento coinvolgente ed emozionante. C’è tutta l’atmosfera e la fantasia, per i passaggi descrittivi perfetti, pare realtà. Complimenti!
Un caro saluto
Annamaria
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@ ANNAMARIA49 sono lusingata, cara Isabel!
Un forte abbraccio.
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Puntata che strabilia e concilia con l’amore per un certo genere di letteratura. Da proseguire. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 proseguirò perché ci tengo.
Un saluto a te, amico, e grazie.
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Dicevo… da un’altra parte… (noto che il mio commento sbagliato lo hai cancellato😊) che il tuo personaggio, qui acquista una forza incredibile che riscatta la foto. Ah ah ah. Inoltre il pezzo è indubbiamente avvincente, bello action come avrei voluto… sei la migliore!🌹
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@ LADY NADIA no, stella: non l’ho cancellato e ti ho risposto.
Grazie ancora, carissima 🙂
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Terrificante e affascinante al contempo. Atmosfere e situazioni che tu riesci a creare benissimo. Complimenti!
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@ ILI6 il tuo giudizio mi fa davvero piacere!
Ti ringrazio, darling.
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Se Randall è un amico dei lupi, allora è anche amico mio! 😀 Bellissima sfida, mi ha tenuto realmente con il fiato sospeso fino all’ultima riga! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sì, è amico dei lupi 🙂
Grazie mille, lupissimo.
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