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IL NODO DI GORDIO »

COME RANDALL FLAGG 9

19 marzo 2017 di Alessandra Bianchi

Ciò che poi accadde fu che Flagg rovesciò la testa all’indietro liberando una risata piena di gioia e di divertimento. Quegli artifizi non potevano nulla contro di lui: la luce verde, la ruota di fuoco, con altri avrebbero funzionato, ma egli era immune dalla magia, in qualsiasi forma essa si manifestasse. Tornò indietro di due o tre passi e si sedette su una roccia che affiorava dal terreno, frugò in una tasca del giubbotto, prese cartine e tabacco e confezionò una sigaretta. Quindi l’accese, soddisfatto.
La Creatura lo fissò. Si rendeva conto che quell’Avversario era il più forte fra tutti quelli che nel corso di innumerevoli anni aveva affrontato e vinto. D’impulso agitò nuovamente un braccio. Apparvero immagini, visioni. Dapprima il volto repellente di una strega. Non ricordava più dove l’aveva trovata, sfidandola e annientandola; rammentava soltanto il tremendo Potere di cui disponeva quella laida megera… eppure l’aveva distrutta. Comparve subito dopo il profilo di un vampiro, in rapida successione si alternarono altre figure malefiche, ciascuna delle quali dotata di un’ampia gamma di incantesimi. E tutte, alla fine, eliminate. E non erano i contadini di Consonno, non era il conte, non erano esseri umani; ma questo non gli aveva impedito di trionfare.
L’Uomo Nero osservò con scarso interesse la sfilata di mostri e demoni. “E’ molto interessante.”, disse dopo aver aspirato una boccata di fumo. “Potresti renderti utile, benché non sappia ancora in quale modo. In effetti, non ho alcun bisogno d’aiuto. Con questo, un’arma in più non va disprezzata: magari non mi serve oggi, un domani chissà.”
La Creatura non rispose. Da molto, moltissimo tempo non conosceva il sapore del dubbio. Adesso un dubbio aveva preso consistenza, si era infilato serpeggiando negli oscuri anfratti della sua mente, portando con sé un’ospite davvero sgradita: la paura.
Avrebbe potuto scomparire, nascondersi in una delle grotte situate in alto, sulla montagna, abbandonarsi a un sonno privo di sogni; quando si fosse destato, con ogni probabilità l’Antagonista, stanco di aspettare, sarebbe già stato lontano. La cosa sarebbe finita lì. Era un’idea plausibile, tuttavia la respinse. Non poteva accettare il concetto stesso di sconfitta, esulava dall’immagine costruita mediante le tante vittorie appaganti di cui era disseminato il cammino che aveva percorso. E c’era dell’altro: se si fosse dichiarato vinto, se avesse accettato quella proposta, che peraltro non gli sembrava chiara e definita quanto piuttosto vaga e aleatoria, oppure se fosse corso a cercare un antro dentro al quale celarsi, in ognuna di queste due ipotesi si racchiudeva un futuro che non sarebbe stato uguale al passato; in entrambe era contenuta una domanda che non intendeva porsi, e che riguardava l’esatta concezione che aveva di se stesso. Una volta perduta, difficilmente sarebbe stata ritrovata. Avrebbe trascorso il tempo interrogandosi, scavando fra le ombre, per cercare di capire, di comprendere, di ricordare. E non voleva farlo. Lui era, e basta. Se non rammentava più da dove era venuto, posto che in un lontano passato ne fosse stato consapevole, significava che non doveva indagare in tal senso. Soltanto prendere in considerazione una simile eventualità lo avrebbe fatto decadere, ai suoi occhi se non a quelli di altri. Sarebbe stato il principio della fine. Avrebbe assistito impotente allo sgretolamento di quanto con pazienza e perseveranza aveva costruito.
Randall Flagg parve leggergli nel pensiero. “Vattene!”, esclamò, spegnendo la sigaretta sotto il tacco di uno stivale. “Vattene, se non sei immortale!”
Io sono immortale. Io sono invulnerabile.
Tranne che l’affermazione era più una frase dovuta, una forma di autoconvinzione, che una certezza assoluta, come sarebbe invece stata pochi istanti prima.
La Creatura contemplò Flagg, di nuovo dubbiosa. Ma poi decise: abbandonò timori e incertezze. Una spada fiammeggiante prese forma nella sua mano, la levò in alto e balzò sul Nemico, sferrando un colpo di inaudita violenza. Vivide fiamme guizzarono, nel cielo risuonò il cupo rombo del tuono, la terra stessa parve trattenere il respiro.
Flagg si alzò e girò la testa in direzione della vetta della montagna. La spada interruppe la sua corsa cozzando contro uno schermo invisibile, evidentemente più duro dell’acciaio. Mentre l’altro, furioso, ritirava l’arma per sferrare un nuovo affondo, Flagg fissò lo sguardo su un punto imprecisato della montagna.
Erano passati almeno cento anni – ma probabilmente anche di più – da quando su quei monti vivevano i lupi. D’inverno, spinti dalla fame, calavano a valle per fare razzia di galline, conigli, senza trascurare qualche sfortunato bambino. Si erano succedute molte “spedizioni punitive” e alla fine erano scomparsi, sterminati dai cacciatori. Soltanto una decina di esemplari più fortunati, o più furbi, era riuscita a salvarsi, trovando rifugio a Oggiono, dall’altra parte delle montagne.
Gli occhi di Randall Flagg divennero rossi.
Come rispondendo a un comando, si udì chiaramente un ululato, cui ne seguì subito un secondo. Poi i lupi scesero dalla montagna. Erano magri, affamati, desiderosi di cibo. Presto raggiunsero i due contendenti e circondarono la Creatura, digrignando i denti. Il Signore di Consonno li affrontò con la spada. Ma, per quanto fosse magica, non si dimostrò di alcuna utilità. Comprese che lo avrebbero azzannato alla gola.
A un cenno di Flagg, dal nulla prese forma una scala mobile. Era del tipo di quelle che si trovano nei centri commerciali, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. Un tapis roulant che conduceva in basso, quanto in basso non era possibile stabilirlo perché sembrava procedere all’infinito. Dopo un attimo di esitazione, la Creatura lasciò cadere la spada, voltò le spalle ai lupi e saltò sul primo gradino. La scala prese a muoversi, in principio quasi con aggraziata lentezza, quindi in maniera sempre più veloce.
L’Uomo Nero accolse con una fragorosa risata le minacce che il suo Nemico gli rivolgeva urlando… solo che presto furono inghiottite dalla distanza, perdendosi in flebili eco, fino a lasciare campo a un silenzio assoluto.
Sotto vi erano fiamme scarlatte, e ancora più sotto un luogo che da migliaia di anni terrorizza l’umanità intera. Se la Creatura non ricordava da dove proveniva, lo scoprì nei successivi, pochi, secondi.
Randall Flagg congedò i lupi.
Poi tornò a sedersi e accese un’altra sigaretta.

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Pubblicato su Come Randall Flagg | Contrassegnato da tag L'Uomo Nero | 21 commenti

21 Risposte

  1. su 19 marzo 2017 a 21:04 newwhitebear

    notevole. Pieno di forza espressiva. Un gran bel pezzo. Forse la migliore puntata
    Un caro abbraccio

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    • su 19 marzo 2017 a 21:29 Alessandra Bianchi

      @ NEWWHITEBEAR il tuo giudizio mi rallegra molto, perché questa era una puntata alquanto difficile.
      Un grande abbraccio.

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      • su 19 marzo 2017 a 21:56 newwhitebear

        l’hai risolta alla grande.
        Un caro abbraccio

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      • su 19 marzo 2017 a 22:21 Alessandra Bianchi

        @ NEWWHITEBEAR 🙂

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  2. su 19 marzo 2017 a 22:17 Laura

    Bella puntata tesoro, grazie, bacioni grandi, ❤

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    • su 19 marzo 2017 a 22:23 Alessandra Bianchi

      @ LAURA grazie a te, stella!

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      • su 19 marzo 2017 a 22:24 Laura

        ❤

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  3. su 20 marzo 2017 a 10:06 rodixidor

    Ritorno all’inferno, ed in scala mobile. Non mancano mai le sorprese nel leggerti. 🙂

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    • su 20 marzo 2017 a 19:38 Alessandra Bianchi

      @ RODIXIDOR forse non è corretto da parte mia, ma leggendo il tuo commento ho sghignazzato 🙂
      Scherzi a parte, grazie!

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      • su 20 marzo 2017 a 19:43 rodixidor

        Sono andato a rileggermi per paura di uno strafalcione grammaticale che potesse aver causato le tue risa. Fiuuu … non c’è, allora bene il tuo riso 🙂

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    • su 20 marzo 2017 a 19:47 Alessandra Bianchi

      @ RODIXIDOR era per via della “scala mobile” 😀

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  4. su 21 marzo 2017 a 09:40 annamaria49

    Straordinario, un combattimento coinvolgente ed emozionante. C’è tutta l’atmosfera e la fantasia, per i passaggi descrittivi perfetti, pare realtà. Complimenti!
    Un caro saluto
    Annamaria

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    • su 21 marzo 2017 a 18:55 Alessandra Bianchi

      @ ANNAMARIA49 sono lusingata, cara Isabel!
      Un forte abbraccio.

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  5. su 21 marzo 2017 a 15:02 univers81

    Puntata che strabilia e concilia con l’amore per un certo genere di letteratura. Da proseguire. Un saluto. Univers

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    • su 21 marzo 2017 a 18:57 Alessandra Bianchi

      @ UNIVERS81 proseguirò perché ci tengo.
      Un saluto a te, amico, e grazie.

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  6. su 23 marzo 2017 a 19:47 Lady Nadia

    Dicevo… da un’altra parte… (noto che il mio commento sbagliato lo hai cancellato😊) che il tuo personaggio, qui acquista una forza incredibile che riscatta la foto. Ah ah ah. Inoltre il pezzo è indubbiamente avvincente, bello action come avrei voluto… sei la migliore!🌹

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    • su 24 marzo 2017 a 02:53 Alessandra Bianchi

      @ LADY NADIA no, stella: non l’ho cancellato e ti ho risposto.
      Grazie ancora, carissima 🙂

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  7. su 23 marzo 2017 a 23:49 ili6

    Terrificante e affascinante al contempo. Atmosfere e situazioni che tu riesci a creare benissimo. Complimenti!

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    • su 24 marzo 2017 a 02:54 Alessandra Bianchi

      @ ILI6 il tuo giudizio mi fa davvero piacere!
      Ti ringrazio, darling.

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  8. su 25 marzo 2017 a 00:05 wolfghost

    Se Randall è un amico dei lupi, allora è anche amico mio! 😀 Bellissima sfida, mi ha tenuto realmente con il fiato sospeso fino all’ultima riga! 😉
    http://www.wolfghost.com

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    • su 26 marzo 2017 a 08:16 Alessandra Bianchi

      @ WOLFGHOST sì, è amico dei lupi 🙂
      Grazie mille, lupissimo.

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

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