La riunione si svolse alle due di notte, all’insaputa di Monica Squire. Vi parteciparono quasi tutti i membri del comitato Rage, convocati a quella ora insolita da Margaret Collins.
L’atmosfera era tetra e solenne.
Collins annunciò che sebbene con grande dispiacere riteneva che fosse giunto il momento di ricorrere all’impeachment. “L’avete ascoltata tutti.”, dichiarò. “Un gran bel discorso, in teoria, ma in realtà un discorso pronunciato da una persona non più in grado di svolgere i propri compiti, una persona evidentemente disturbata. Per carità, c’è da capirla, ma questo non toglie che ormai sia inadatta a ricoprire il ruolo fondamentale che riveste. Un presidente degli Stati Uniti non può andare a inginocchiarsi davanti a un feroce assassino. In quanto alla corazza di cui ha parlato, essa è frutto di fantasia, indipendentemente dal fatto che gli americani abbiano apprezzato tale slancio poetico. Qual è il vostro pensiero, signori?”
Seguì un momento di silenzio.
Milton Brubeck alzò gli occhi al soffitto. “Non saprei.”, disse. “E’ una donna impulsiva, a volte incontrollabile; ma io la stimo. Vediamo i precedenti. Bill Clinton aveva mentito alla nazione, però il Senato lo assolse, in quanto un pompino è un fatto privato. Nixon fece di peggio, ma fortunatamente si dimise. Monica non lo farà. E qui non si tratta di un pompino, bensì di Londra… e di una bomba atomica.”
“Voto contro.”, intervenne Brian Stevens, il direttore della CIA. “Lei dice che andrà da sola. Così non sarà. Siamo ancora capaci di gestire certe operazioni. Prenderemo l’arabo e lo termineremo, seduta stante.”
Margaret bevve un sorso di caffè, quindi sbirciò il numero uno di Langley. Era una creatura di Monica, come lei stessa del resto; ciò nonostante, esistevano dei momenti in cui occorreva dimenticare riconoscenza e affetto, in nome del bene comune. Non si considerava una traditrice, piuttosto una buona amica pronta ad aiutare una persona in difficoltà.
Con un gesto incoraggiò gli altri ad esprimersi.
“Io sono stato bloccato e avrei potuto risolvere la situazione. Ancora oggi potrei farlo, se la signora Squire me lo permettesse.”, sentenziò Jim Patterson della Delta Force. “Voto a favore.”
Il Segretario di Stato assunse un’aria afflitta. “Ne va del prestigio degli Stati Uniti. Inoltre, non abbiamo mai avuto una donna come presidente. Propongo di riflettere e di aggiornarci in seguito.”
“Sarebbe un’idea saggia. Purtroppo ci manca il tempo.”, osservò il capo degli Stati Maggiori congiunti. “Voto a favore.”
Il ministro degli Esteri sporse le labbra. “C’è un’altra questione da non sottovalutare. Il discorso è stato ascoltato anche in Inghilterra e da sempre la Gran Bretagna è la nostra più fedele alleata.”
“Hanno tentato pure in Israele e il Mossad li ha fermati. L’MI5 farà altrettanto.”, ribatté il procuratore generale, scrollando le spalle.
“E’ una possibilità.”, mormorò il Segretario di Stato. In cuor suo, pensava che il Mossad non badava ai diritti civili, al pari della CIA, dei federali e del vecchio KGB, il Regno Unito invece sì, fin troppo. La sua ammirazione andava a quella verde isola. Peraltro i britannici erano più vulnerabili.
Al termine della riunione i voti risultarono in perfetta parità: non aveva prevalso nessuna delle due fazioni.
Emerse una nuova opinione, quella del direttore dell’FBI. “La convocheremo e studieremo un modo migliore per affrontare questa emergenza. Squire dovrà ascoltarci!”
Benché fosse poco convinta, Margaret Collins annuì. “Domani stesso… anzi, oggi stesso, data l’ora.”
La riunione si sciolse.
Rimasta sola, Margaret aprì la porta-finestra che dava sulla veranda. La notte era limpida e tiepida, nel cielo splendevano le stelle. Assaporò l’aria fragrante e, nonostante l’amicizia che la legava a Monica, fu sfiorata da un pensiero che le piacque: presto si sarebbe trasferita dal Number One Observatory Circle alla Casa Bianca.
A causa della polvere gli bruciavano gli occhi. Pomarev mancò di poco il bersaglio.
Yarbes, che era miracolosamente illeso a parte qualche ferita superficiale, lo raggiunse con un balzo, sferrò un calcio che gli strappò il Saiga-12 dalle mani, raccolse l’arma e lo fissò. Scosse la testa. “Sei la più lurida carogna che io abbia mai conosciuto, e ne ho conosciute tante. Perfino Matrioska era migliore di te: lui uccideva solamente per necessità o a seguito di un preciso comando. Non mi abbasserò al tuo livello. A Mosca mia moglie ti risparmiò la vita, io seguirò il suo esempio. Buona fortuna.”
Lanciò uno sguardo al corpo sfracellato di Volkov e si allontanò verso sud. Lo attendeva un lungo cammino. Avrebbe saputo trovare acqua e cibo durante il tragitto e, ciò che più contava, era armato.
Pomarev grugnì di rabbia e di dolore. Si accasciò, ma un istante dopo sollevò il capo. Forse quello che vedeva era un miraggio, forse no. Strisciò nuovamente, affidandosi alla sola forza di volontà. Pensò di svenire, però riuscì ad agguantare la cassetta del pronto soccorso. Sebbene fosse consapevole che quello che faceva era del tutto inutile, si iniettò due dosi di Ugurol, due fiale da 5 ml, per frenare almeno parzialmente l’emorragia. Prese due lacci emostatici che strinse con forza bloccando la circolazione del sangue. Era un uomo morto, lo sapeva: agiva unicamente in base all’istinto di sopravvivenza, al di là della ragione e di ogni speranza. Un istinto atavico che fin dalla notte dei tempi non aveva mai abbandonato l’uomo.
Senza un aiuto, ho una possibilità su un milione, pensò cupamente.
Chiuse gli occhi, stremato, poi udì un forte soffio e li riaprì.
In teoria, l’essere mostruoso che scorse avrebbe dovuto trovarsi molto più a sud; ma per qualche strano motivo invece era davanti a lui, a pochi metri di distanza. Pomarev lo conosceva per averne letto e per aver visto delle foto, però ne ignorava le abitudini. Era abituato a cacciare orsi, lupi, tigri siberiane, tra nevi e ghiaccio, nell’immensa Siberia; ma nemmeno il più feroce e gigantesco orso gli avrebbe fatto quell’effetto.
Era un’apparizione sinistra e orribile. Un’immagine da incubo.
Il Mamba si sollevò, raggiungendo quasi l’altezza di un essere umano. Di norma si cibava di topi, galline e altri serpenti; e se non lo infastidivi era altamente improbabile che ti assalisse. Uomini e donne non lo interessavano particolarmente, tuttavia “quel” Mamba era irritato e di spirito bellicoso, forse per via del caldo torrido o per una caccia che si era rivelata infruttosa.
Gli occhi glaciali spiccavano sulla testa preistorica, come un presagio di morte. Le scaglie dorsali di un vago colore grigio metallico brillavano al sole. L’interno della bocca era nero come l’inferno. Soffiò ancora. Miloslav Pomarev represse l’ondata di terrore e si appiattì al suolo.
Da quel poco che aveva appreso sapeva che, se pure avesse avuto ancora le gambe intatte, difficilmente sarebbe riuscito a sfuggirgli, poiché era velocissimo. Se si fosse arrampicato su un albero, Il Mamba sarebbe salito più rapidamente di lui, se si fosse tuffato in un ruscello, lo avrebbe ugualmente raggiunto. E lì non c’erano né alberi, né ruscelli; e lui era privo delle gambe.
Rimase immobile, respirando piano, evitando di guardarlo.
In caso di assalto, ma questo non lo sapeva, lo avrebbe morso una, due, dieci volte, provocando una sofferenza indicibile, oltre a nausea, vomito, diarrea, finché, pur rimanendo cosciente, sarebbe sopraggiunta l’immobilità totale, alla quale sarebbe seguita la morte quando il veleno avesse raggiunto il cuore.
Il rettile tornò a sollevarsi e gli occhi impacabili si fissarono sul russo.
Pomarev questa volta lo guardò, cercando di imporre la sua volontà. Malgrado stesse comunque per morire, non intendeva arrendersi. La sua mente si affollò di ricordi. L’addestramento Spetsnaz, la capacità di ridurre il battito cardiaco, di ignorare paura e dolore, di assimilare il comportamento di un animale. Purtroppo in Russia non c’erano i Mamba.
Il serpente sibilò di nuovo, portandosi a meno di un metro dall’ex maggiore del Gruppo Alpha. Pomarev avvertiva l’alito pestilenziale di ratti divorati. Il sudore gli ruscellava sulla fronte, la schiena era fradicia; si sentiva debolissimo, e si odiò per questo.
A un tratto il suo intero campo visivo fu occupato dall’orribile testa del rettile. Scorse la cavità nera delle fauci, capì che stava per colpire.
La gola palpitante si aprì completamente, simile a una caverna ricavata nelle profondità degli inferi.
Vattene!, gli ordinò mentalmente Pomarev.
Poi il Mamba scattò.
Molti, moltissimi, avrebbero urlato disperandosi, mentre lo sfintere si rilasciava, oppure simili a uno struzzo si sarebbero chinati chiudendo gli occhi per non assistere alla propria fine.
Miloslav Pomarev, capitano del GRU ed ex maggiore del Gruppo Alpha, osservò la morte in arrivo senza battere ciglio.
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Un capitolo che è pienezza descrittiva e storiografica.
I dialoghi!
Ecco, i dialoghi la fanno da pradrona.
La riunione dei “vertici”, presumibilmente, rispecchia gatti e colloqui che, negli States, avverrebbero sicuramente. Tutto è demandato ai politici e verosimilmente, tutto è perdonato nel caso di gravissime motivazioni.
Tutto, tranna che al Presidente!
Il Presidente, negli States, è l’apoteosi della pulizia e del bene supremo! Il Presidente, al quale si richiamano moltissimi Act è la fonte., sia del Diritto, sia del comportamento fattivo di ogni singolo cittadino. Ecco l’Impeachment!
Motivi ce ne sono.
Eccome.
Come si dice, però: l’interesse fa salvo l’assassino.
Ovvero: la penna di lady Alessandra, la salverà anche stavolta (L’alternativa sarebbe l’uscita dall’evento Rage, con conseguente conclusione del romanzo. Impossibile (secondo le intenzioni della Papessa:9 milioni di capitoli, per trenta milioni di soggetti.
No, no, Monica, per il rotto della cuffia, ce la farà.
Ovviamente, dopo queste nostre considerazioni, la reginetta delle spy story-lady Alessandra- farà morire tra atroci tormenti, il magg. Pomarev (per il quale nutriamo una sconfinata ammirazione).
Peccato; di Pomarev non ne nascono più.
Ma la vis letteraria non può ridursi ad un mero scambio e contraccambio di battute.
Qua si respira ben altro.
Altro chre premio Strega.
Qua siamo di fronte ad una Strega che è un premio.
Siete brava mia signora.
E lo sapete!
Abbiate un ammirato augurio per un sereno e ottimo pomeriggio.
(Lo leggemmo tre volte)
Radiose cordialità
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ah ah ah, bellissimo.
Tornammo trionfalmente al refuso da combattimento.
Gatti, fatti!.
Ecc. ecc.
Ci sentimmo realizzati
Serenitazioni
😉
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Rileggemmo il nostro commento; ma che schifo.
Esiste un limite, anche, al refuso.
La fretta ci frega!
Vabbé
In cerca di un albero che possa reggerci tramite il nodo scorsoio.
Salut.
😦
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Un abbraccio e tanti baci, ❤
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@ MAIRITOMBAKO felice serata, mia amica lontana 🙂
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@ LORD NINNI la strega vi ringrazia dal profondo del cuore. “La reginetta” si commosse. Veramente! I refusi? Ben vengano, Milord, se poi un commento è come il vostro.
Le previsioni? Riguardo a Monica, avete certamente ragione.
In quanto al resto, non mi pronuncio.
Radiosità.
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@ LAURA un abbraccio, bella*
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Un’ottima puntata carica di pathos e dal tono narrativo in un crescendo come la fine di Pomarev
Un caro abbraccio.
O.T. per Caffè Letterario di agosto ci sei? Il 30 o il 9 agosto. Scegli tu.
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@ NEWWHITEBEAR l’impegno è stato massimo. La fine di Pomarev? Forse sì, forse no.
Un grande abbraccio.
O.T. il 30, farà meno caldo 🙂
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Grazie per la disponibilità!
L’impegno c’è sempre ma questa volta ti sei superata.
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@ NEWWHITEBEAR grazie mille!
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…passo senza aver letto con attenzione…perchè?
E’ qualche ora che rispolvero il blog qui su wp!
Baci, tanti!
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Bello. Epica la morte di guerriero guerriero.
Ma del posto delle fate ? 🙂
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L’incontro Pomarev-Mamba :eccellente lirica narrativa!
Ci hai regalato un altro grande capitolo:grazie :))
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Due capitoli eccezionali, da togliere il fiato. Ineccepibile il precedente con uina Monica nuda, spogliata di ogni possibile orpello (Neppure il trucco per andare in onda), ma combattiva fino alla fine. Anche quando si mostra ormai arresa alla circostanze. Lui forswe, non l’america e lo spirito che circola nei cuiri e nelle menti.
Questo su cui commento, politicamente corretto e storicamente esatto, quasi fosse un manuale di diritto comune,nel quale si disegnano probabili scenari politici e un’ennesimo ribaltamento della politica mondiale.
Infine Pomarev, indomito sino allo stremo, disposto ad uccidere chi potrebbe anche salvarlo e pronto ad affrontare l’ultimo momento con il feroce coraggio dell’animale che sta combattendo la battaglia finale.
Questo a dimostazione che c’é ampio margine di miglioramento, signora mia.
Una grande estate di grandi letture.
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@ MARI benissimo, MIA guerriera!
Besos ^^
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…e adesso mi sono fermata a leggere. Comodamente seduta sul mio divano bianco, la MIA strega mi affascina…. è insuperabile …
Baci
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@ MARI adoro i divani bianchi, MIA guerriera.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
(Ho già sistemato il link).
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@ RODIXIDOR le fate torneranno mercoledì.
Grazie 🙂
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@ ILI6 ti ringrazio moltissimo, cara Marirò!
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@ CAPEHORN sono più che lusingata, Cape.
Chi ha già conosciuto Pomarev (Il Crepuscolo della Lubjanka) sa di che pasta è fatto.
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E’ cosa saputa e risaputa che gli ufficiali, ex ufficiali, marinai, soldati e veterani che sono o hanno fatto parte dell’Armata Rossa, sono seguiti sempre.
Fino alla loro morte
Un pensiero speciale va a tutto il gruppo Alpha e al suo magg. Miloslav Pomarev, indimenticato e perfetto esecutore, con licenza organizzativa.
Leggo del suo particolare stato di bisogno che, con vivissimo interesse, sto seguendo personalmente.
Piuttosto per una profonda convinzione di rispetto, rifletto su un fatto.
Se il Mamba dovesse avvicinarsi ancora di più, ne sono certo, Pomarev potrebbe addentarlo, uccidendolo.
povera bestia, che fine atroce.
Dasvidaziosità
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@ Vladimir Vladimirovic Putin
Io vi amo, ormai lo sanno tutti, e le mie amiche mi deridono.
Vi sposerei!
Pomarev… vedremo…
Mai dire mai!
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la ringrazio Sig.a Bianchi.
Suo
Vladimir
(Segue messaggio alla Sig.a Merkel)
🙂
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@ VLADIMIR VLADIMIROVIC PUTIN spasibo a lei!
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Angelina, smettila di taglieggiare i miei amici italiani, greci, ecc. ecc., o ti spiezzo in due
Cara Merkel,
tutto quello che sai lo hai imparato da me! Ricordati che ti ho sorretta io quando, da ragazza mica tanto ragazza) era un agente speciale STASI in DDR. Ti occupasti della crisi di Potsdam che ti stava costando la vita e la patria.
Io, il glorioso KGB, il bravo presidente Honecker, ti parammo “di tutto“, permettendoti di sopravvivere e di salvare mezza Germania Democratica.
Anche quando, proprio perché avevo colto l’opportunità della fuga (perché si metteva male) scegliesti la “Federale”, sloggiando a Bonn.
Anche allora, senza i fondi del Partito che ti protesse, ehm, le terga, come credi che ti saresti salvata?
Chi convinse quel grande politico occidentale, Helmut Khol, a fidarsi di te?
Occhio, amica mia che dopo la Grecia, altro non ti sarà concesso.
Fai la brava, o mi innervosisco sul serio!
La ringrazio, sig.a Bianchi, per avermi ospitato.
Se può, mi saluti cordialmente, quel fascistone insurrezionalista, cubano/comunista, americano/sud-secessionista del Milord.
Dasvidaneità
🙂
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@ VLADIMIR VLADIMIROVIC PUTIN è tutto vero ciò che scrivete!
Non mancherò di porgere i saluti.
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Dai dai, Vladimiruccio del mio kuore. Tu sai ke io ho, anke, un debole per te. Non arrabbiarti più di tanto, ke io faccio la dura con i debolen, ma kon te, mi sciolghen kome ein zukkerinen!
Vedo ke sei arrabbiaten. E hai pure ragionen. Kon la pace ke hai assikuraten in Europa, in kuesti anni, tutti fannen i bellimbusten ma si dimentikano ke tu hai, da sempren, tolte le kastagnen dal fuoko.
Hai ragione di kuello ke mi hai detto.
Sai, alloren eranen tempi molto brutten.
Il blokko occidentale che, un giorno si e l’altro pure, minacciava sanzionen, famen und koleren a noi ke eravamen nel blokko orientalen.
Nessuno ha mai kapito kuello ke abbiamo passato e l’orgoglio di “fare da noi” mit sobrietà, und koraggien. Avevamo il bastevolen e la forza di guardaren all’avveniren.
Non eranen rosen und fioren, kuesto è vero, ma assikuravamo ein futuren per tutten, mit dignità und onestà.
Il popolen era al primen posten. Sempren! Dappertutten!
Invece kuesti europeien, appena hanno avuten a ke faren kon più di duecenten milionen di individuen, guarda kome sono ridotten!
😦
Noi gestivamen seicenten milionen di proletarien, ke lavoraven per la krescita komunen.
Ma i kapitalisten invidiosen hanno infettaten tutto!
Kosa avrei dovuto faren?
Dimmi…
Kosa?
Ho preferiten krearen (kon il tuo aiuten, kuesto è vero), ein nuova grande nazionen, improntata su rigoren e legge. Kuello ke, kua, non hanno mai avuten.
Ekko kome mi ripaganen.
Vadimiruccen mien del mio kuoren, kredimi, sono onesten. Senza pensarti, un’oretten, non viven.
(Sto pensanden kome ammorbidiren le sanzionen ke ti hanno imposten i mirikanen)
.
Per la signorinen Aleksandra Bianken
Senti, pikkola smorfiosetten, smettila di cirkuirmi Vladimiruccio mien del mio kuoren.
Non mi skassaren le ballottolen e lasciaci in pacen!
Non mi kostringere a spakkarti il tuo bel ( oddio: bellen … 😦 ) faccinen!
Tanto, tu neanke sei una femminuccen … pikkola skifezzen.
Oggi, però, mi sento buoninen.
Fai la bravinen e … skrivi puren della Grande Germania (detta, anke, quarten Reich) invece di stare a skriveren, sempren, dei mirikanen e delle mirikaninen.
Tsé
Angela (per gli amici Angelinen)
🙂
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@ ANGELA MERKEL certo, tu lavoravi per lui: come spia e delatrice.
E adesso, dopo aver perso due guerre mondiali, la Germania pretende di dominare l’Europa.
Io non ho mai amato Berlusconi, né gli ho mai creduto, però ho apprezzato due sue battute – le uniche, credo. Una su di te, cekista, e una sulla Bindi. Se non le conosci, consulta internet.
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Bei tempi!
Spia e delatrice?
Non essere brutalen!
Ke vuol dir “Spia”?
Delatrice?
Osservavo e segnalavo.
Stavo, komodissimamente, alle spalle (mentre Vladimiruccio, kuando era qua, li squadrava in faccia).
E allora?
Mah!
(Se soltanto potessi avere mano libera, come allora, con te … ti garantisco ke kiakkiereresti un po’ meno…)
😦
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Era questa la Gloriosa!
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Anni 1981, a Berlino Est.
Che bei tempi
Nome in codice “IM ERIKA” (consulta internet).
E che fisico!
(Roba che te lo sogni la notte e ti agiti con le convulsioni!)
Auf Wiedersehen
🙂
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http://www.theintelligence.de/index.php/politik/kommentare/5193-angela-merkel-ein-stasi-spitzel.html
Clicca qua su!
Impara e rosika, pikkola skiavetten!
Angelina
🙂
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Non sbagli mai un colpo…
Leggerti è sempre un grande piacere
Brava, baci da Mistral
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E vabbé, il “povero” Pomarev ci ha provato, più di così… 😐
Interessante la riunione sul destino di Monica, abbiamo avuto modo di vedere in un colpo solo tutte le “facce” della leadership americana. Tutte… tranne quella più importante, naturalmente 😉
In effetti la scelta è molto difficile… so che può sembrare una non-scelta, ma credo che in fondo abbiano preso la decisione più saggia.
http://www.wolfghost.com
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@ OMBREFLESSUOSE troppo buona, amica Mistral!
Baci e bacini ^^
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@ WOLFGHOST devo dire che per quanto riguarda la riunione mi ispirasti tu con un commento precedente.
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Davvero??? 😮
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@ WOLFGHOST certo che sì! 🙂
Dicevi che non glielo avrebbero permesso… e infatti.
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Capitolo completo di ogni tua dote letteraria di cui disponi… il trapasso di Pomarev è puro lirismo, complimenti. Alla prossima, un caro saluto. Univers
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@ UNIVERS81 grazie infinite, caro.
Trapasso? Forse è presto per dirlo, non si sa mai.
Un caro saluto a te.
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@ ANGELA MERKEL non eri male quando lavoravi per Putin, per Markus Wolf, per Karla. Adesso sei grassa come un maiale. Mi piacerebbe spaccarti la faccia. E, se ti incontrassi, lo farei senza indugio.
Oh, sì.
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Ma che carina.
Stai attenta, molto attenta. Non vorrei che ti rompa un femore per sbadataggine.
E quello fa male.
Prima o poi vedrai, piccola schiavetta capitalista…
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Giusto per puntualizzare, piccoletta.
1) Karla è un’invenzione e non mi freghi.
Sei bugiarda e falsa come quelli della tua risma.
Sono nata prima di te e puoi starne certa che sono, perfettamente, in grado di sfilarti le scarpe mentre cammini, piccoletta.
2) Herr Wolf era un mito. Veramente bravo. Peccato che entrò in rotta di collisione con il Presidente. E io ero, invece, dalla parte del Presidente. Mi dispiacque tanto, ma proprio tanto quando morì alla vigilia della caduta del Muro. Ci teneva tanto e così non vide. Poveretto, ma che dispiacere …
Mentre l’amato Presidente, sia il Dk Honecker, sia il dk Krenz, videro tutto.
🙂
Putin aveva il suo bel da fare in Patria, invece. E sistemò tutto quanto.
Quindi…
Togliti tutti gli indugi e spaccami la faccia così vedrai, anzi sentirai come riduco la tua che,per assonanza, te la trasformo come un maiale … dopo il macello, però.
Ti auguro un estremo sonno.
Buonanotte
🙂
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@ ANGELA MERKEL e comunque Wolf era un genio, al pari di Putin.
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Se fossi nei panni del Mamba mi guarderei alle spalle oppure non mi fiderei troppo di Pomarev … o meglio non mi fiderei troppo di Alessandra Bianchi che una ne scrive e cento ne pensa.
Allora non siamo ancora ala fine? Non importa, ho scorte di cibo e frutta e birra Corona in abbondanza.
Superfluo che aggiunga che è un piacere leggerti.
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Certo che ti offro la birra, quanta ne vuoi …
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@ SUZIEQ11 🙂
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@ SUZIEQ11 sei molto intelligente e lo hai dimostrato anche questa volta (non per le lodi).
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Una puntata da brivido che mi ha tenuto incollata fino alla fine. La votazione sarà a favore di Monica? E Pomarev sta per morire?
Complimenti per la scrittura particolareggiata e avvincente.
Un abbraccio
Annamaria
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@ ANNAMARIA49 adoro chi commenta ciò che sta seguendo e non l’ultimo post.
Grazie e baci ^^
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..
E riprendo a leggere…
con l’attenzioni che meriti, coinvolgendomi sempre…
Un abbraccio cara e buon proseguo di domenica.
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA ben tornata, chérie!
Un bacio grande, Michelle.
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