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LA VALLE DI PHIL 3 »

IL CREPUSCOLO DELLA LUBJANKA 27

14 aprile 2013 di Alessandra Bianchi

LobanovskyIl viaggio che li riportò a Mosca, già lungo di per sé, fu reso ancora più lungo dalle deviazioni.
Il colonnello Piotr Ivanovic Lebedev conosceva molte strade, poiché in un passato ormai lontano si era recato spesso a Kiev, passando per Kharkiv. All’epoca apparteneva alla seconda direzione centrale e gli era stato affidato il singolare incarico di sorvegliare strettamente un allenatore di calcio, nell’eventualità che questi fosse in contatto con la CIA.
Tutto nasceva dalla richiesta di un computer.
Era un periodo di cupa paranoia e bastava un nonnulla per generare sospetti. Il più delle volte, poi, si trattava di tempo perso. Indagini inutili, soldi sprecati, risorse umane gettate al vento.
L’uomo in questione, raccontò Lebedev, era un perfezionista, per certi versi un fanatico. Egli partiva dal presupposto che era possibile creare una squadra ideale, dove tutti si esprimessero al meglio, dove i ruoli si confondessero, dove le capacità dei singoli, affinate ai massimi livelli, e le loro doti atletiche, condotte a vertici assoluti mediante allenamenti durissimi, formassero un’alchimia magica in grado di rendere quella squadra pressoché imbattibile. Per conseguire tali risultati, proseguì il colonnello forse per tenere svegli gli altri due, Lobanovsky si affidava ai numeri, ai minimi dettagli fisici: forza, resistenza, velocità, in modo da introdurre tipologie di preparazione diversificate, studiate caso per caso.
Per questo gli serviva un computer.
E vinse. Stravinse. La Dinamo Kiev diventò la regina del campionato dell’Unione Sovietica; non solo: si aggiudicò anche la Coppa delle Coppe, nonostante da sempre le competizioni internazionali costituissero un problema per le squadre russe, a causa della lunga sosta invernale che a marzo le vedeva in scarse condizioni di forma. In seguito, Lobanovsky avrebbe vinto anche i campionati mondiali, quando lui era commissario tecnico della nazionale, ma purtroppo i Paesi imperialisti avevano tramato per impedire che ciò accadesse.
Yarbes pensava ad altro: il calcio non lo interessava minimamente. Si augurava che Monica Squire fosse viva.
William Weber, invece, che tifava per il Liverpool, lo ascoltò con attenzione. “E’ vero.”, ammise (ma senza grande entusiasmo). “La Dinamo Kiev era una squadra speciale. Ma come finì con i sospetti?”
“In niente.”, rispose Lebedev. “Come d’altronde era ovvio. Intanto, però, io vidi molte belle partite a spese del KGB. E Lobanovsky ormai è una leggenda, soprattutto in Ucraina”. Guardò fuori del finestrino e concluse: “Mi piace il gioco inglese, a Londra seguo l’Arsenal”.
Alla fine, il sonno ebbe la meglio. Weber accostò il fuoristrada e i tre uomini si concessero alcune ore di riposo.
Quando arrivarono a Yazenevo e Lebedev li condusse nel suo ufficio, passarono davanti alla scrivania di Olga. La donna impallidì. Lebedev la salutò cordialmente – era un maestro della simulazione e della dissimulazione, né poteva essere altrimenti visto l’incarico che ricopriva – e, introdotti gli ospiti, si chiuse la porta alle spalle.
“Mi ha tradito.”, osservò con calma, indicando l’uscio. Prese posto alla scrivania, invitò Yarbes e Weber ad accomodarsi su due poltrone e scosse il capo. “Talvolta mi chiedo se Giuda era davvero un uomo.” Sembrò perdersi nei suoi pensieri, ma ridivenne subito lucido e attento. “Presto riceveremo una visita. Voi state zitti e limitatevi ad annuire, qualsiasi cosa, per assurda che sia, mi sentiate dire.”
Weber lo ascoltò distrattamente. Pensava a Jill. Si domandava chi, nel loro caso, avesse tradito: lei che lo aveva lasciato o lui che non aveva voluto rinunciare al suo lavoro? Jill era venuta meno a un patto, Weber le aveva regalato fredde notti solitarie. Entrambi colpevoli o entrambi innocenti?
Trascorsero due ore, durante le quali Lebedev scrisse a mano, riempiendo numerosi fogli, poi Olga bussò. “Compagno colonnello,”, annunciò, “Il generale Golubev desidera parlarle in privato.”
Lebedev scosse la testa. “No.”, rispose. “Lo riceverò qui.”
La segretaria uscì per riferire. Si udì il suono di una voce alterata, quindi quattro uomini entrarono nell’ufficio. Il primo era il generale Antonin Golubev, capo del Secondo Direttorato Centrale (controspionaggio e sicurezza interna) della seconda direzione centrale del KGB. Con lui c’erano due guardie del corpo e Konstantin Novikov, il responsabile della terza sezione della prima direzione centrale (Regno Unito ed Australia, Nuova Zelanda, Scandinavia), cioè il superiore diretto di Lebedev.
Il generale aveva un atteggiamento gelido, Novikov l’espressione vagamente turbata, le guardie del corpo erano prive di espressione. Parlò per primo Novikov. “Perché sei rientrato senza autorizzazione, Piotr?”
Lebedev, che si era alzato in piedi al loro ingresso, prese dalla scrivania una grossa busta e gliela porse. Si rivolse a Golubev. “Compagno generale, il KGB sta forse indagando su di me, prego?”
Golubev spostò lo sguardo su Weber, che naturalmente conosceva, poi su Yarbes, che invece non aveva mai visto. Dato che ufficialmente era un diplomatico, l’inglese aveva seguito l’esempio di Lebedev, alzandosi a sua volta; l’agente della CIA non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea.
A differenza di Weber, che al massimo rischiava l’espulsione dall’Urss, Yarbes rischiava la vita; comunque l’istinto gli suggeriva di fidarsi del colonnello. C’era senz’altro un motivo se Patrick Keynes si era rivolto proprio a lui.
“Il compagno presidente Vladimir Aleksandrovic Kryuchkov raccomanda la massima cautela.”, proferì Golubev, senza rispondere direttamente alla domanda. “Suppongo per motivi famigliari.”, aggiunse sarcastico. “Tuttavia, credo di doverla invitare a seguirmi. Conferiremo meglio alla Lubjanka.”
“Sarà un piacere.”, disse Lebedev. “Prima, però, vi pregherei di leggere il mio
rapporto.” E puntò un dito sul plico che aveva consegnato a Novikov.

A bordo di una motocicletta, il capitano Nikolaij Kuznetsov seguì le istruzioni di Pomarev, percorrendo e ripercorrendo il tragitto che presumibilmente Squire doveva aver compiuto. “Era debilitata, stanca, reduce da un trattamento non proprio piacevole. Non può essere andata lontano.”, gli aveva spiegato il maggiore del Gruppo Alpha.
Kuznetsov aveva annuito e ora studiava la strada in cerca di indizi. Non prove materiali, ovviamente, ma qualche particolare che richiamasse la sua attenzione, un luogo, una casa, un bosco. Sviluppò varie congetture e al quarto passaggio decise di incominciare con un vecchio casolare abbandonato. Agli occhi dell’americana poteva costituire un rifugio ideale. Lo esplorò da cima a fondo, ma era vuoto. Risalì sulla motocicletta e due minuti più tardi osservò il bosco, che in quel punto costeggiava la strada. Ritenne che una persona frastornata e confusa, sfuggita per miracolo (e per l’opera di un traditore) alla tortura e alla morte, avrebbe potuto cercare un rifugio all’ombra delle piante. Scese di nuovo dalla moto e si avviò a piedi. Il bosco costeggiava la strada soltanto per un centinaio di metri, ma si estendeva in profondità.
Kuznetsov imboccò un sentiero tortuoso che si inoltrava nel fitto, in direzione sud.
Fra le possibilità che passò in rassegna, non era da escludere che l’avrebbe trovata morta ai margini del sentiero oppure in stato comatoso sotto a qualche albero. In tal caso, pensò, Pomarev avrebbe accolto la notizia con soddisfazione. Camminava piano, guardandosi costantemente attorno. Man mano che procedeva il terreno, che d’inverno sarebbe stato sommerso dalla neve, al punto da fermare i carri armati tedeschi nel terribile dicembre del 1941, diventava più soffice e in alcuni tratti era quasi melmoso, per via dell’umidità. Poi distinse nitidamente le impronte. Appartenevano a una donna, era fuori di dubbio. Guardò meglio e vide che erano le impronte di due donne.
Qualcuna l’aveva aiutata.
Pìù per abitudine che altro, Kuznetsov controllò la sua pistola. Conteneva sei proiettili, sparava a cinquanta metri di distanza ed era del tutto silenziosa, sebbene non disponesse di un silenziatore. Inoltre, non produceva alcun tipo di vampa. La rimise nella fondina e seguì le tracce.
Fu semplice, anche perché la casa distava meno di un chilometro.
Stava a una dacia come una vecchia megera sta a una splendida ragazza, considerò fra sé Kuznetsov, scrutando quella costruzione dimessa. Bussò, ma nessuno venne ad aprire. Con un calcio spalancò la porta ed entrò. L’ambiente era modesto, però pulito. Due locali in tutto, che richiesero una brevissima ispezione. Kuznetsov non notò niente di rilevante, un segno, un dettaglio che rivelasse la  presenza di Squire.
Uscì e perlustrò i paraggi. Non c’erano altre abitazioni.
Tornò sui suoi passi e si dispose all’attesa.
La sua pazienza fu premiata. Era il tardo pomeriggio e il cielo era ancora luminoso, quando una giovane rincasò, inconsapevole della presenza dell’uomo che, anni prima, aveva prelevato suo padre – come in un gioco del destino.
Mancavano poche ore al colpo di Stato.

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Pubblicato su il crepuscolo della Lubjanka | Contrassegnato da tag spionaggio | 46 commenti

46 Risposte

  1. su 14 aprile 2013 a 06:59 salvatore rizzi

    Interessante disamina dello sport in russia ex URSS, al punto da mettere in evidenze gli impegni e le scelte. Solo che io non ne sono mai stato attratto, dallo sport, ricordo il portiere Yascin, non sò è scritto bene. Tutto il tuo dire, entro i meandri degli accadimenti passati. Saluti da Salvatore.

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  2. su 14 aprile 2013 a 09:11 Cle Reveries

    Tra l’attenta analisi dei personaggi e sei fatti la storia continua ad essere sempre più avvincente 🙂
    Ammiro sempre la tua genialita e la tua bravura!
    ^-^ :-*

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  3. su 14 aprile 2013 a 13:27 Mari

    Magdalina…..non farmela soffrire eh? Ecco, ora mi viene l’ansia….
    Bravissima! Baci e splendida domenica….

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  4. su 14 aprile 2013 a 14:29 raggioluminoso

    Ah ecco!!! Ero sicura di non sbagliarmi in riferimento alle tua dettagliata documentazione, perchè nel tuo modo di raccontare (che non è fine a se stesso), si evince una conoscenza che va davvero al di là della semplice descrizione. Per scrivere come fai tu, c’è molta più conoscenza di quanto appare dalla lettura. Sei bravissima e complimenti.
    (Ho sorriso leggendo della tua schedatura 🙂 )
    Che la settimana ti sia splendida!

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  5. su 14 aprile 2013 a 15:45 newwhitebear

    Tra divagazioni calcistiche (compliomenti per la competenza dimostrata) e colpi di scena annunciati oppure no si sviluppano due piacevoli episodi che stimolano il lettore. Lebedev sta giocando col fuoco oppure è un fine calcolo che andrà a buon fine?
    Monica ha raggiunto Mosca oppure no? La russa cosa sarà in grado di fare contro Kusnetov?
    Bello e intrigante questo romanzo.
    Alla prossima
    Un caro abbraccio

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  6. su 14 aprile 2013 a 16:00 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI sì, le notizie relative a Lobanovsky sono reali: egli era avanti a tutti di almeno dieci anni.
    Grazie e buon pomeriggio!

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  7. su 14 aprile 2013 a 16:03 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES ti ringrazio infinitamente.
    Mi sa che la storia si sta allungando ed è ben lungi dalla conclusione.
    Kiss * ___________ *

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  8. su 14 aprile 2013 a 16:05 Alessandra Bianchi

    @ MARI so di essere spesso crudele, ma al momento non potrei risponderti, nemmeno se volessi: ho due idee opposte nella mente.
    Grazie e un abbraccione ^^

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    • su 14 aprile 2013 a 21:43 Mari

      Un bacione alla MIA strega….

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      • su 15 aprile 2013 a 16:10 Alessandra Bianchi

        @ MARI due a te dalla TUA strega**

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  9. su 14 aprile 2013 a 16:10 Alessandra Bianchi

    @ RAGGIOLUMINOSO sono lusingata!
    In ogni caso, ho effettuato ed effettuo ricerche su tutto quello che riguarda l’aspetto “reale” di questa vicenda. Non si può scrivere di spionaggio inventando cose improbabili. Almeno, questo è il mio pensiero.
    Eh eh eh, sì, sì, sono schedata 😛
    Una felice settimana a te, cara.

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  10. su 14 aprile 2013 a 16:14 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR Lebedev gioca col fuoco, però ha delle possibilità. Vedremo.
    Gli altri interrogativi riceveranno presto una risposta.
    Grazie per i complimenti e un caro abbraccio.

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  11. su 14 aprile 2013 a 16:39 capehorn

    Sembra la tortura cinese della goccia d’acqua. noi siam quì, che fremiamo in attesa del finale tra botti e spari e fuochi d’artificio e veniamo intrattenuti, con cognizione di causa, intorno al calcio sovietico degli anni ’80.
    Non si fa, ecco. Proprio no. 😀
    Comunque se Lebedev gioca a qual modo, deve avere o una mano imbattibile, oppure ha un bluff epico, da lasciare attoniti.
    Per Monica invece … i guai non finiscono mai e se ne presentano subito di terribili, anche se … ancora una volta la solidarietà femminile giocherà a suo vantaggio.
    Mancheranno poche ore al golpe, ma sono ore interminabili.

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  12. su 14 aprile 2013 a 18:30 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN già, non si fa così. Lo so, sono imperdonabile.
    Lebedev potrebbe essere un grande giocatore di scacchi o magari, meglio ancora, di poker: e lì, o “vedi” o “passi”.
    Aspettiamo dunque la prossima mossa, che adesso spetta agli inquisitori.
    Monica? Stando ai tempi del racconto, dovrebbe essere già a Mosca.
    Grazie!

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  13. su 14 aprile 2013 a 18:58 salvatore rizzi

    Scandagli sempre ed ovunque. Saluti da Sar.

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  14. su 14 aprile 2013 a 20:10 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI faccio quello che posso, caro Sar.
    Ciao!

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  15. su 15 aprile 2013 a 09:39 wolfghost

    Oh, quel “Mancavano poche ore al colpo di stato” è uno dei tuoi usuali colpi di genio per lasciare il capitolo appena scritto con il desiderio di leggere quanto prima il prossimo nel lettore! 😉
    Devo dire che questo Kuznetsov è davvero degno di Pomarev! 😀 Mi spiace per la ragazza che ha aiutato Monica… ma la vedo piuttosto male 😦

    http://www.wolfghost.com

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  16. su 15 aprile 2013 a 13:06 kris

    Eccomi qua anch’io già in ansia per Magdalina. Sei diabolica, guarda che ti strizzo il naso eh!!!

    Lebedev, altro gran bel tipo. Grande mano o bluff, si vedrà. O meglio, vedremo se vedranno o se butteranno via le loro carte i rivali. Mi piace. Il poker. E Lebedev.

    Sole finalmente, fatte mosse impreviste ma coraggiose che un po’ spiazzano ma dovevo farle, lo dovevo a me, poi messaggi piacevoli (ho detto messaggi, sic, non massaggi…) che arrivano. Insomma Ale: si vive. Non è poco, adesso la vedo così. Tra mezzora chissà…

    Kiss kiss bang bang!!!

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  17. su 15 aprile 2013 a 14:01 salvatore rizzi

    Un saluto primaverile da un ariete! Sar.

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  18. su 15 aprile 2013 a 16:14 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST caro lupo, non a caso Pomarev ha chiesto proprio di lui 😀
    Magdalina… come ho già scritto in una precedente risposta, ho due idee che mi frullano per la testa, esattamente opposte…
    “Usuali colpi di genio?”
    Grazie 🙂

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    • su 18 aprile 2013 a 15:22 wolfghost

      Se non hai ancora deciso… spingo per l’idea più benevola! 😛

      http://www.wolfghost.com

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      • su 18 aprile 2013 a 17:10 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST in genere sono perfida, ma in questo caso forse… però non prometto nulla! 😀

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  19. su 15 aprile 2013 a 16:17 brumbru

    Capitolo molto bello. Bello l’inciso sul calcio… belli i particolari.
    Aspettiamo gli sviluppi dell’incontro casuale…

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  20. su 15 aprile 2013 a 16:18 Alessandra Bianchi

    @ KRIS ecco: questa è una tortura che non ho mai sperimentato 😛
    Lebedev piace anche a me. Scopriremo probabilmente già domenica se il suo è un bluff o se ha fra le mani una scala reale.
    Sole e mosse coraggiose! Sono certa che andrà tutto bene, amica mia.
    Un bacino… sul nasino…

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  21. su 15 aprile 2013 a 16:20 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI viva la primavera! E la Vergine ricambia.

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  22. su 15 aprile 2013 a 16:23 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU per me i particolari sono sempre molto importanti.
    Aspettiamo… e mi auguro che l’attesa non porti a una delusione. (Incrocio le dita).

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  23. su 15 aprile 2013 a 16:42 infranotturna

    Realtà e fantasia intrecciate con tale maestria da non riuscire quasi a comprendere quali siano i limiti di ognuna. Bravissima!
    Baci

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  24. su 15 aprile 2013 a 19:01 annamaria49

    Quanti accadimenti nell’attesa del colpo di stato. Una narrazione sempre più stimolante e ricca di intrecci, Monica sa come farla franca. Una storia che riguarda la Russia di trent’anni fa, una storia romanzata che prende spunto dalla realtà di quell’epoca. Sempre bravissima!
    Un abbraccio e buona serata.
    annamaria

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  25. su 15 aprile 2013 a 19:08 Alessandra Bianchi

    @ INFRANOTTURNA questo è veramente un grandissimo complimento! Grazie.
    Kiss.

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  26. su 15 aprile 2013 a 19:11 Alessandra Bianchi

    @ ANNAMARIA49 di Monica presto avremo notizie. E non ho certamente dimenticato il giornalista inglese. Alla fine, tutti i nodi verranno al pettine.
    Ti ringrazio e ti abbraccio.

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  27. su 15 aprile 2013 a 22:36 Mari

    спокойной ночи ……fai sogni belli….

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  28. su 16 aprile 2013 a 06:13 Alessandra Bianchi

    @ MARI Добрый день, уважаемые!

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    • su 16 aprile 2013 a 13:04 Anonimo

      Спасибо! Это вкус лета там согреет ваше сердце …. поцелуи

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      • su 16 aprile 2013 a 18:25 Mari

        Mi accorgo ora! l’anonimo sono io!!!!!
        Ri-baci

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      • su 16 aprile 2013 a 18:26 Alessandra Bianchi

        @ ANONIMO звезда ^^

        "Mi piace""Mi piace"


      • su 16 aprile 2013 a 18:32 Alessandra Bianchi

        @ MARI lo sapevo 😛

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  29. su 16 aprile 2013 a 11:33 TADS

    ormai non so più che termini usare per esprimere il mio apprezzamento alla tua scrittura, anche se ribadisco ciò che ti ho detto tempo fa, spingiti un pochino più verso la narrativa e riduci l’area “sceneggiatura”. E’ perfezionismo maniacale, niente di più.

    Il faccione in foto per essere una installazione neo-realista, giusta copertina.

    TADS

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  30. su 16 aprile 2013 a 12:54 Univers

    Ho apprezzato la parentesi calcistica che ha donato sincuramente una verve in più alla puntata, sebbene il calcio russo ha vissuto poca continuità per rilanciarsi a livello europeo adeguatamente. Narrativa sempre puntuale e stimolante, i personaggi che continuo a preferire non mi deludono (William Weber su tutti). Un saluto, a presto.

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  31. su 16 aprile 2013 a 18:29 Alessandra Bianchi

    @ TADS a differenza di altri, non ho mai cancellato, né mai cancellerò un commento negativo.
    Non condivido la critica – altri, secondo me, sono i miei difetti – ma ne prendo comunque atto.
    Felice serata.

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  32. su 16 aprile 2013 a 18:29 riccardo

    Non so come sia arrivato sul tuo blog, ma sono contento della “cosa.”
    Non ho ancora letto le precedenti “puntate” (lo farò presto) ma trovo molto originale l’idea di intrecciare, se ho capito bene, la fine dell’Urss con la storia del suo calcio.
    La Dinamo Kiev era grande e confermo: Lobanowski era grande, il pressing ed il gioco di prima della sua squadra, infernale.
    Ricordo che l’Urss allenata dal grande Luba (costruita al 90% almeno sulla Dinamo) sconfisse in una partita degli europei l’Olanda di Gullit, Van Basten, Rijkaard ecc…. che poi la battè in finale.
    Salutone ed a presto!

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  33. su 16 aprile 2013 a 18:32 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS concordo con te sul calcio russo – “quella” Dinamo Kiev a parte.
    Grazie e un caro saluto.

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  34. su 16 aprile 2013 a 18:38 Alessandra Bianchi

    @ RICCARDO benvenuto nel mio blog!
    Ci fu poi – o prima? – una partita, ai Mondiali, in cui l’Urss fu clamorosamente derubata (contro il Belgio).
    Luba era un grande, sì.
    Un salutone a te ^^

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  35. su 17 aprile 2013 a 09:10 riccardo

    Grazie per il benvenuto!
    Sì, mondiale del Messico del 1986: Urss-Belgio 3-4… una partita in cui il Belgio fu “aiutato” in modo vergognoso: rigori regalati a loro e negati all’Urss, gol in fuorigioco… di tutto!
    Uno scandalo, a dir poco.
    Non ho parlato del livello letterario (comunque buono) delle tue creazioni; magari un’altra volta, ok?
    Salutone!

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  36. su 17 aprile 2013 a 09:14 ventidiprimavera

    Un proseguo sempre più interessante in un insieme
    che s’intreccia e con quella capacità e una maestria
    innata che ti si riconosce ogni volta, nel tenerci sulla corda…
    A dir il vero temo un pò per la sorte di Magdalina….

    Rieccomi anche oggi un pò in ritardo sulla mia tabella di marcia
    ma ci sono sempre…
    Un abbraccio Alessadra e dolce giorno!
    Michelle

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  37. su 17 aprile 2013 a 17:09 Alessandra Bianchi

    @ RICCARDO è bello “parlare” con te!
    Allora, a presto e un caro saluto.

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  38. su 17 aprile 2013 a 17:12 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA in effetti, per Magdalina la situazione non sembra buona…
    Però, mai dire mai.
    Un abbraccio, Michelle, e grazie ^^

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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