Miloslav Pomarev avrebbe ucciso lo starets con grande piacere.
Lo fermarono una serie di considerazioni, la più importante delle quali era legata a quello che sarebbe successo entro pochi giorni. Una consistente parte della popolazione russa amava Gorbaciov, e una parte altrettanto numerosa era attratta dal misticismo e dai dogmi della Chiesa ortodossa, di cui lo starets rappresentava un’icona. Non sarebbe stato saggio fomentare gli animi di quella vasta plebe proprio alla vigilia del cambiamento. Se fossero insorti disordini, Kryuchkov si sarebbe infuriato.
Si voltò per condurre le due donne alla Lubjanka e impallidì per la collera.
Nadiya e Monica Squire si erano volatilizzate.
Pomarev fulminò con lo sguardo il suo sottoposto. Era furibondo, ma riuscì a rimanere freddo e a reagire con lucidità. Inseguirle non sarebbe servito a niente. Potevano essere andate ovunque. Per un momento, pensò di utilizzare tutte le potenti risorse del Gruppo Alpha. Poi decise che non era necessario. Mentre lo starets Zosima improvvisava una breve predica, tornò alla Lubjanka, salì in macchina e si recò a Yazenevo, dove aveva buone conoscenze.
Consegnò i suoi documenti e attese con pazienza. Fu questione di pochi minuti.
Quando ebbe fra le mani il dossier che riguardava il tenente Nadiya Nicolajevna Drosdova, lo studiò a lungo, imprimendosi ogni particolare nella memoria. Andare a casa sua sarebbe stato inutile: Nadiya era una traditrice, ma non una sciocca. Però, esistevano altri due luoghi dove avrebbe potuto trovarla. Nel KGB i fascicoli relativi agli agenti – e agli uomini politici, e agli oppositori – erano molto esaustivi. Contenevano una quantità di informazioni, che avrebbero fatto la gioia di CIA e FBI. Venivano riportati, fra l’altro, stato di servizio, missioni portate a termine con successo, eventuali note di biasimo, profilo psicologico, studi fatti, password del computer con annesse tutte le e-mail inviate e ricevute nonché i siti più esplorati, altezza, peso, numero di scarpe, sport praticati.
Il quadro che emergeva era ampiamente positivo. Pomarev apprese che il tenente Drosdova aveva un elevato quoziente intellettivo, che era una comunista convinta e che le sue superbe condizioni fisiche ricordavano quelle di un’atleta olimpionica. Eccelleva soprattutto nello judo e nella scherma. Il dossier accennava al fatto che Nadiya amava infliggere dolore. Per la prima direzione centrale era un fattore irrilevante. Altri particolari riguardavano abitudini, letture, vizi, liquori preferiti, svaghi prediletti, frequentazioni.
Pomarev si soffermò su quest’ultima voce.
C’erano due nomi, entrambi con relativo indirizzo. Erano segnalati come “probabili amanti”.
Un uomo e una donna. Quindi, era bisessuale, e questo spiegava molte cose. In cuor suo, biasimò gli estensori del rapporto per non aver inserito tale perversione dove andava messa: nei vizi. Era tipico dei compagni della prima direzione centrale del KGB. Operando prevalentemente all’estero, erano stati contaminati dal decadentismo borghese.
Quale dei due?, si domandò Pomarev.
A rigore di logica, la donna andava esclusa. La presenza di Squire avrebbe potuto provocare tensione e scatenare scenate di gelosia.
Il maggiore del Gruppo Alpha restituì il voluminoso fascicolo.
Il suo istinto gli suggeriva di ignorare la logica.
E fu quello che fece.
Si mosse la sera successiva: prima aveva dovuto sbrigare una mole di lavoro immensa.
Altri ne sarebbero venuti fuori a pezzi. Non lui.
Il signor William Weber, di antiche origini tedesche ma cittadino britannico fino alla punta dei capelli, ricevette la strana telefonata proveniente da Londra, mentre si apprestava a uscire dall’ambasciata inglese per andare a cena.
Weber ascoltò attentamente, corrugò la fronte ed emise un lungo sospiro. Poi si chiese se la sua linea era veramente protetta e chiuse la comunicazione, promettendo che avrebbe fatto quanto era in suo potere, il che non era molto, pensò.
Un’ora più tardi, salì su un fuoristrada perfettamente attrezzato e lasciò l’imponente edificio che sorge sul lungofiume Sofiskaja. Come sempre, una Chaika lo seguì. Weber guidò con calma attraverso le strade pressoché deserte di Mosca, ma a un tratto frenò così bruscamente che la Chaika per un pelo non lo tamponò.
Weber scese dal fuoristrada e si avvicinò alla macchina. I due occupanti fingevano di non guardarlo, ciò nonostante non poterono ignorare la sua testa che si affacciò all’interno della vettura attraverso il finestrino dell’uomo che stava al volante. A causa dell’afa, naturalmente il vetro era abbassato.
Weber sapeva chi erano loro, e loro sapevano chi era Weber. Nei sei anni della sua permanenza nella capitale sovietica, lo avevano pedinato innumerevoli volte, e in qualche occasione si erano anche parlati, sebbene in teoria questo fosse proibito.
“Si dà il caso che io sia atteso da una donna fantastica.”, disse Weber esprimendosi in un russo impeccabile.” Notò che erano interessati e proseguì: “Lunghi capelli biondi, occhi blu come il mare, un viso d’angelo e il temperamento di una divoratrice di uomini. Tornate all’ambasciata, per cortesia.” Allungò una mano e lasciò cadere in grembo all’agente della seconda direzione centrale una busta rigonfia. Non conteneva valuta russa.
Seguì un momento di incertezza, poi l’uomo controllò il contenuto della busta. Con una luce avida nello sguardo, che Weber non poté vedere per via dell’oscurità ormai incombente, rifilò una gomitata al compare. Un attimo dopo, la Chaika fece manovra e tornò da dove era venuta.
William Weber, ufficialmente addetto culturale ma in realtà agente del MI6, chiamato in modo più corretto anche SIS (Secret Intelligence Service, il servizio segreto del Regno Unito destinato alle operazioni all’estero), risalì sul potente fuoristrada e si diresse verso Kharkiv. Era un viaggio che avrebbe evitato volentieri. Disponendo della copertura diplomatica, non correva alcun rischio, però, se lo avessero fermato, avrebbe dovuto spiegare il motivo che lo aveva allontanato da Mosca. Dato che non esistevano scuse plausibili, lo avrebbero scortato fino alla Lubjanka, dove gli avrebbero rivolto domande sgradevoli. Se le risposte fossero piaciute, sarebbe rimasto ancora in Unione Sovietica; in caso contrario, lo avrebbero rispedito in patria. E a Vauxhall Cross non lo avrebbero certo applaudito.
D’altro canto, se era vero ciò che per sommi capi gli era stato comunicato, si trattava di una questione estremamente seria.
Il Segretario di Stato americano, James Baker, aveva conferito personalmente con John Major, il quale si era messo subito in contatto con “C”, al secolo Sir Colin McColl (da sempre, i direttori del SIS sono chiamati con quella lettera dell’alfabeto, anche se Ian Fleming nei romanzi di James Bond l’aveva mutata in “M”. Entrambe le sigle derivano da Sir George Mansfield Smith-Cumming, il primo leggendario direttore che si firmava sempre con tale semplice consonante). Major aveva preso il posto della lady di ferro – soprannome coniato in Urss – e manteneva gli stessi ottimi rapporti con l’alleato d’oltre oceano.
Baker era stato informato dal capo della CIA, il quale a sua volta aveva appreso la notizia da Patrick Keynes, il responsabile del settore sovietico, che era stato contattato da una fonte sconosciuta a Weber. Considerato che il suo compito era principalmente quello di tenere gli occhi aperti per poi informare tempestivamente i vertici del MI6, Weber si sarebbe aspettato di essere redarguito; invece nulla di tutto questo era avvenuto: benché l’intelligence degli Stati Uniti, per una volta, si fosse dimostrata più abile del SIS, a William era stato chiesto solo di recarsi in Ucraina, dove un agente della CIA e un colonnello del KGB erano stati assaliti da alcuni delinquenti che si erano presi il loro fuoristrada
Dopodiché avrebbe dovuto portarli in Crimea.
Weber era abituato a obbedire agli ordini e a svolgere il proprio dovere, in qualsiasi circostanza e a dispetto di ogni pericolo. Non aveva frequentato scuole esclusive ed era venuto dalla gavetta, cioé dall’esercito. Era entrato a far parte del SIS nove anni prima, dopo aver partecipato alla guerra delle Falkland, guadagnandosi una medaglia. Sua moglie, Jill, aveva manifestato il proprio disappunto chiedendo il divorzio. Era una donna di natura malinconica, non sopportava le lunghe assenze del marito e non capiva perché non si fosse scelto un impiego più normale. Weber era andato avanti per la sua strada, anche se sognava Jill una notte su due.
Affrontò il lungo tragitto con scarso entusiasmo, ma determinato ad accompagnare la singolare coppia fino alla dacia di Foros.
Quando Sasha lo aveva chiamato, Vadimir Putin si era trovato di fronte a un dilemma. Sasha gli aveva riferito che nei pressi di Kharkiv erano incappati in un gruppo di banditi armati di AK-47. Non volevano denaro e non si erano dimostrati violenti; il loro unico interesse era costituito dalla UAZ 469b. Rimasti senza mezzo di trasporto, era seguito un diverbio. L’Amerikanskiy voleva proseguire. Sasha no. Era tornato a Mosca, sfruttando le sue conoscenze locali. Prima che se ne andasse, Yarbes gli aveva dato un numero di telefono, una parola d’ordine e un nome, raccomandandosi che usasse una linea sicura. Adesso Sasha non sapeva cosa fare.
“Niente.”, disse Putin, prendendo mentalmente nota delle tre informazioni. Poi riagganciò. Rifletté a lungo. Il suo piano era riuscito perfettamente, tuttavia non aveva previsto che Yarbes fosse così ostinato nel voler raggiungere la Crimea a ogni costo. Secondo i suoi calcoli, sarebbe dovuto tornare a Mosca con Sasha.
L’intransigenza dell’agente della CIA creava un problema, che poi era sempre lo stesso. Putin vedeva di buon occhio la caduta di Gorbaciov, ma un giorno, che si augurava non dovesse essere troppo lontano, avrebbe avuto un disperato bisogno dell’America. Quando finalmente fosse diventato il nuovo zar, avrebbe rilanciato l’economia, modernizzato il Paese, eliminata ogni forma di opposizione. Per conseguire tali risultati gli sarebbero occorsi saldi appoggi. E chi meglio degli Stati Uniti?
Gli americani erano strani, ma generosi. Prima distruggevano una nazione, radendone al suolo le città – Giappone, Germania, Italia -, poi sganciavano miliardi di dollari per favorire la ricostruzione… e per esportare sigarette, Coca-Cola, hamburger e tutto quello che la loro ricca industria produceva. Putin desiderava la loro amicizia. E soprattutto i loro soldi. Per questo, si ripeté, era importante che Yarbes facesse il suo nome nel rapporto che avrebbe presentato alle massime autorità di Langley. E per questo era necessario che tornasse in patria sano e salvo.
Di lì a breve, ci furono due telefonate.
La prima in Virginia. La seconda in Crimea.
Mancavano quattro giorni al golpe.
Strepitoso.
Io non ricordo come ho fatto a scoprirti. Ma benedetto quel giorno.
Talento e applicazione. Applicazione e talento. Ogni riga trasuda questo.
Grazie!!!
Stavolta un bacio solo non basta. Mi sa che mi lascio andare…
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Oltre che la menzione storica, vedo la contestualizzazione col presente, vedi gli ALFA! Un saluto vero, Sar…
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@ KRIS ricordo che arrivasti ai tempi di Matrioska, di più non so.
Applicazione: la massima!
Talento: questo non sta a me dirlo.
(Ma a quanto pare, gli editori preferiscono Licia Troisi :-D)
Grazie a te, veramente di cuore, e – se vuoi – lasciati pure andare 😛
Un grande abbraccio*
Non puoi immaginare quanta forza mi abbia dato il tuo commento!
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@ SALVATORE RIZZI dato che si svolge nel 1991, in fondo la vicenda non è molto lontana nel tempo.
Un sorriso per una serata serena ^^
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Ti leggo on the road….al rientro ripasso….baci tanti
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Certo, però, oggi, il tempo corre….spesso in negativo! Saluti veri….Sar.
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@ MARI buon viaggio, chèrie!
Bacissimi.
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Ancora un’ottima puntata con due episodi importanti: Pomarev e Yarbes.
Nel primo la lucidità del russo è micidiale. Ma riuscirà nel suo intento? In senso lato assomiglia a Matrioska sia pure con le dovute cautele.
Nel secondo è la trama di un intrigo tra i vari servizi segreti con Yarbes ostinato a raggiungere Gorbaciov. La new entry Weber si muove con calma senza mai perdere di vista l’obiettivo. Riuscirà a raggiungere l’agente?
Mancano quattro giorni ma saranno, secondo me, esplosivi.
Complimenti pewr come ti stai destreggiando creando pathos e aspettative.
Un grande abbraccio
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@ SALVATORE RIZZI quello che scrivi è profondamente vero.
Un caro saluto a te.
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@ NEWWHITEBEAR “In senso lato assomiglia a Matrioska sia pure con le dovute cautele.”
Concordo. Esistono molte differenze fra i due, ma certamente li acccomunano freddezza, lucidità e assoluta mancanza di scrupoli. Sulle differenze non mi soffermo, perché il discorso sarebbe troppo lungo.
Mi auguro che i quattro giorni risultino davvero esplosivi! Come ben sai, devo ancora scrivere gli episodi relativi a essi. Posso solo garantire che il mio impegno sarà massimo.
Grazie mille per i complimenti e un caro abbraccio ^^
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Matrioska tutta la vita. Pomarev è una sorta di degenerazione di Matrioska. Come posso dire: si assomigliano nella spietatezza ma non hanno lo stesso codice. In Matrioska c’è comunque una sorta di “leggerezza” di disincanto che Pomarev non avrà mai.
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@ KRIS mia cara Cristiana, Cristina… sì: Matrioska tutta la vita! Ho scritto molto, moltissimo, ma non ho mai amato un personaggio come amai lui.
A ruota seguono Carrick, Alex Alliston, Phil Weir, Monica Squire, Helen, Dieter Haller, Joan, lo stesso Pomarev, però Matrioska – per me – è insuperabile.
Lots of love.
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Ignorare la logica spesso porta sulla buona strada….
Eccomi di ritorno…. leggo e rileggo e mi dico, e ti dico, che l’ arte dello scrivere ce l’hai nel sangue, hai una capacità straordinaria che arricchisci con studio e ricerca che ti fanno ancor più onore…..
Super! Baci e bacioni
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@ MARI ti ringrazio infinitamente, cara Marina!
Baci, bacioni e abbracci * ____________ *
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Con questo capitolo sei stata bravissima, ci hai calato nella realtà politica con tanta leggerezza. Hai spiegato le vicende e gli intrighi, attraverso i personaggi chiave. Abbiamo avuto la netta percezione della lucida perfida intelligenza di Pumarev e della sua grandezza nel formulare e valutare le strategie da adottare per mantenere i suoi propositi e la sua lucida fermezza nel decidere.
Nella seconda parte abbiamo saputo degli intrighi e degli affanni di Yarbes and company, ma non ci dici che fine hanno fatto le due donne. 😉
Buona notte e buon inizio di settimana 😀
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Alessandra sei eccezionale! Ti sei immersa talmente nella scrittura che hai tralasciato la tua vita privata . Cerca di recuperare i tuoi contatti. IDA
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@ IDA chèrie, è un discorso complicato… forse sarebbe meglio se ne parlassimo a voce.
Grazie per “l’eccezionale” ^^
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La tua dovizia di particolari e di conoscenza profonda di ciò di cui scrivi è portentosa. Me ne meraviglio sempre.
Gli americani strani? Furbi, direi. Le ricostruzioni (fatte da ditte americane) incentivano l’economia dell’America stessa. Alla fine…tutto sommato è un buon business.
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@ CLE REVERIES sono lusingata, cara!
Domenica prossima sapremo delle due donne… forse 😛
Ti auguro una settimana fantastica, all’insegna della gioia e del buon umore ^^
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@ BRUMBRU quello che scrivi mi fa molto piacere!
Riguardo agli americani, sottoscrivo quanto affermi.
(Ma per Putin erano strani…)
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Non certo per simpatia. Si vede che lo consideravano meno pericoloso…
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@ BRUMBRU è molto probabile.
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Non sai quanto mi piace, quando unisci alla storia
intrighi e rilievi politici, sei magistrale…
Puntata che lascia aperta ancora molte azioni e un nuovo
personaggio… nel frattempo mi chiedo dove saranno
Monica e Nadiya..
Un grande abbraccio Alessandra e buon inizio di settimana!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA e tu sei molto buona con me, cara Michelle!
Un nuovo personaggio, sì: secondo me, mancava un agente segreto inglese. Di Monica e Nadiya presto avremo notizie.
Un grande abbraccio a te*
Bisous, chou.
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Una puntata entusiasmante per descrizione, coinvolgimento e avvenimenti spionistici tanto ben narrati. Hai qualcosa di speciale quando scrivi: ti cali nella storia ed è come se la stessi vivendo e doni la stessa sensazione a chi ti legge. C’è un nuovo personaggio, la vicenda si fa più intricata e mancano quattro giorni al golpe.
Ciao bravissima, ti lascio un affettuoso saluto carico di ammirazione.
annamaria
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Questa puntata scoppiettante nutre delle grosse aspettative per l’immediato proseguimento… Pomarev è Pomarev, implacabile nel suo ‘limbo’ sui generis, ma il nuovo personaggio di Weber già mi piace. A presto.
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@ ANNAMARIA49 sapendo che non ti piace il genere, il tuo complimento vale doppio!
Ciao, carissima Isabel, e grazie mille ^^
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@ UNIVERS Pomarev è… Pomarev, ormai sappiamo come è fatto.
Sono lieta che ti piaccia Weber. E’ un personaggio diverso da Yarbes, e credo che avrà il suo spazio.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
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Puntatona! Che lo dico a fare, é di una tale una evidenza .
Questa volta si parla di uomini, che seguono i loro disegni secondo il proprio temperamento. La “Iena” così utile al racconto e all’Apparato, così spietato e attivo, capisce subito o quasi quale che sia la mossa successiva e pare trarre piacere, ora, della sua futura furia crudele. Senza per qusto provare benché minimo rimorso, dato che ciò che farà lo farà per il bene dello Stato.
Dall’altra parte si muovono anche i sudditi di sua Graziosa Maestà Britannica.A chiudere i naturale triangolo dell’intrigo internazionale. CIA, KGB,SIS ai vertici e dentro tutto quel che può succedere. Questa volta non é il 7° Cavalleria, piuttosto i Royal Dragon, che accorrono in soccorso.Vedremo se avverrà come a Waterloo con Uxbridge, comunque già dall’inizio il nostro uomo del lungo fiume Sofiskaja, sa come muoversi.
Leggere nella mente di Putin, credo che sia uno degli esercizi più continui di tutti i Servizi del Mondo.Ha già chiaro quale sarà il suo futuro e si sta impegnando già da ora a raggiungerlo, ma come un consumato politico sa come e quali alleanze coltivare.
Una fine dell’inverno sfolgorante a compensare il gelo e la neve dei giorni passati.
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@ CAPEHORN leggendo il tuo commento, sono arrossita.
Nulla da aggiungere se non un sentitissimo grazie!
Beh, ragazzi, questo signore sta parlando della “mia” storia 🙂
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Accidenti… io per scrivere un post simile ci metterei un anno… e con risultati decisamente inferiori! 😀
Non posso credere che Pomarev ci abbia azzeccato di nuovo, ma temo non ricopra quella posizione per caso… 😉
Ed ecco il nuovo entrato con una nuova spiegazione su un servizio segreto, il SIS stavolta 🙂 Sei una fonte inesauribile! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST tu scrivi dei post decisamente più importanti dei miei!
Su Pomarev concordo in pieno, caro lupo 😛
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