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COMING BACK TO ME »

L’INTERVISTA DI CARIS WOOLER

29 luglio 2012 di Alessandra Bianchi

CARIS Come sempre, sarò molto diretta ed esplicita. Tu hai pubblicato “Lesbo è un’isola del Mar Egeo”, che è un romanzo erotico-psicologico, “Sognate con me”, una raccolta di racconti, “Alex Alliston”, un tomo ponderoso che non saprei bene come definire, e adesso stai scrivendo “Matrioska”, una spy-story. Senza dimenticare la storia di Phil Weir o il fantasy “Mille anni dopo”. Non sei un po’ dispersiva?
AB Dipende dai punti di vista. Senza voler fare indebiti paragoni, ci sono scrittori che in linea di massima seguono un dato filone. Sto pensando a Stephen King, Wilbur Smith, John Grisham, Frederick Forsyth. Altri, invece, preferiscono spaziare. Ken Follett, per limitarmi a un solo esempio. Lui ha scritto libri di spionaggio, vicende ambientate nel Medioevo, e altro ancora. Io, da parte mia, seguo la mia ispirazione.
CARIS Evasiva come sempre. Va beh. Come nasce il personaggio Matrioska?
AB Viene da molto lontano. Da almeno dieci anni – o forse anche di più – avevo in mente un’immagine molto chiara, quella di un russo, del nord della Russia. Un uomo freddo, gelido, spietato. Un agente del KGB. Sapevo che aveva gli occhi grigi, che era alto, che amava il suo dragone. Però non esisteva non dico una storia, ma nemmeno la più pallida idea di qualcosa che potesse assomigliare a una storia. E’ rimasto fermo da qualche parte, in un angolo del mio cervello. E quando ormai ero convinta che non sarebbe mai uscito da lì, ecco! E’ saltato fuori!
CARIS A me ricorda Faber de “La cruna dell’ago”…
AB No. Faber non ucciderebbe mai Monica Squire. Aleksandr, invece, sì. Credo che questo semplice fatto li distingua molto.
CARIS Perché hai fatto morire John Lodge, un protagonista che mi piaceva?
AB Se c’è una pistola, prima o poi deve sparare. E qualcuno deve pur morire. E’ successo anche ad Aglaja. E, in “Alex Alliston”, a Carrick. Fa parte del gioco. Comunque, Lodge e Aglaja non saranno gli unici…
CARIS In “Matrioska”, talvolta, dai la sensazione di parteggiare per l’Unione Sovietica. E’ corretta questa interpretazione?
AB Non esattamente. Cerco di essere obiettiva. Il KGB era sicuramente tremendo, tuttavia la CIA non era un ente di beneficenza. Riguardo alla guerra in Afghanistan hai pienamente ragione: i russi erano intervenuti a seguito della richiesta di un governo legittimo e democratico, che intendeva riformare il Paese, migliorando la situazione economica, le strutture sanitarie e sociali, la condizione della donna; e che combatteva contro dei banditi e dei fanatici, e i risultati della vittoria di questi ultimi li abbiamo sotto gli occhi.
CARIS Per tornare alle somiglianze, Monica mi rammenta Magic Paula.
AB Beh, Magic Paula è un personaggio mio. Mah. Non saprei. Hanno dei tratti in comune, questo non lo nego. Alla fine Paula abbandona l’FBI. Phil Weir la distrugge psicologicamente. Monica non lascerà la CIA, sempre che sopravviva.
CARIS Tornando a Phil Weir, su Splinder era seguito da un numero di lettori quattro volte superiore a quanti, qui su WordPress, leggono “Matrioska”. Ti dispiace?
AB Pazienza. Sono cambiati i tempi; e poi tu ti basi sui commenti, ma io penso che ci sia anche chi legga senza lasciare necessariamente la propria opinione. Lo deduco dal numero degli iscritti. Per carità, magari mi sbaglio.
CARIS Cosa “non” scriveresti mai?
AB Un grande romanzo introspettivo, alla Dostoevskij. Mi manca il talento per poterlo fare. Un libro umoristico, forse. Ma questo non è sicuro. Ecco, di certo non mi cimenterei mai in un legal thriller: non possiedo le conoscenze tecniche indispensabili per tale genere. Un conto è documentarsi e svolgere ricerche su qualcosa che comunque già conosci, almeno in parte; altro, avventurarsi in un territorio assolutamente sconosciuto.
CARIS Hai parlato di talento. Ma tu ne sei provvista?
AB Francamente non lo so. E, in ogni caso, non sta a me dirlo. Di un’unica cosa sono certa: sono più brava di Licia Troisi, però questo vale per quasi tutti gli autori di WordPress 🙂
CARIS Sfuggente! Io credo invece che tu abbia un’opinione, ma che non voglia esprimerla. Falsa modestia, timidezza, o alterigia da un certo punto di vista.
AB Hai detto tutto tu. Io non posso che ripetermi: lo ignoro, e non sta a me dirlo. Punto.
CARIS Che consigli daresti a una persona – poniamo un ragazzo giovane – che desidera cominciare a scrivere?
AB Io?
CARIS Per favore!
AB Bah. Per quello che vale, gli suggerirei di leggere molto. E di scrivere molto. Se possibile, di esprimersi in modo semplice, il che non è facile. Di rileggersi, cercando di capire gli errori, cercando di perfezionare lo stile. Di rinunciare a molti svaghi. E’ come andare in palestra: più ti alleni, più migliori. Alla base c’è sempre e comunque la lettura (e un minimo di predisposizione; non dico talento).
CARIS Spesso hai ripetuto che dopo Shakespeare non è stato inventato più nulla. Ne sei sempre convinta?
AB Certo. Shakespeare è… Shakespeare. Con tutto il rispetto per Stephen King, l’horror lo ha inventato Shakespeare. E poi lui ha esplorato tutti i campi possibili e immaginabili, con risultati sempre straordinari.
CARIS Altri autori che ami?
AB Alcuni sono riportati sul template di questo blog, attraverso le loro opere. Naturalmente, ce ne sono molti altri. Su tutti, Dostoevskij. Era uno scrittore incredibile: scorrevole come pochi, ma capace di esplorare l’animo umano con una profondità stupefacente. Ogni suo libro andrebbe letto almeno due volte. O tre, meglio ancora. Prendiamo “Delitto e Castigo” – che è il più “semplice” di tutti. E’ un giallo, è un thriller, è ricco di suspense. Ma è anche l’analisi grandiosa dei sentimenti di due uomini, il protagonista e  Svidrigajlov, nonché di altre figure minori. Il padre di Sonja! Il suo monologo nell’osteria, all’inizio del romanzo, è semplicemente sensazionale; la più efficace descrizione del cupio dissolvi mai scritta. E la lunga notte di Svidrigajlov, quella che precede il suo suicidio, è di terrificante bellezza. Se ci penso, mi vengono i brividi. Per finire con una nota divertente, in quel romanzo c’è anche il tenente Colombo ante litteram. “I demoni” esplorano il fenomeno del terrorismo, anticipando avvenimenti che si sarebbero verificati cento anni dopo. E anche qui, c’è un protagonista di altissima levatura, Stavrogin. Lui…
CARIS Ehm, fermiamoci qui.
AB Eh eh eh, in effetti, andrei avanti per ore con Dostoevskij. E con tutta la letteratura russa, aggiungerei. E’ la mia preferita.
CARIS E gli italiani che ti piacciono di più?
AB Margaret Mazzantini, Isabella Santacroce, Sandro Veronesi, Martita Fardin, Massimiliano Governi.
CARIS E fra i “classici”?
AB Mmm… il romanzo in Italia è inesistente. Mi riferisco al passato, data la tua domanda. C’è solo Manzoni. Perciò, indicherei dei poeti: lì siamo forti. Foscolo, Leopardi, Carducci, Pascoli. E ovviamente Dante! Poi, Guicciardini.
CARIS “Matrioska” riprenderà…
AB A fine agosto, con un debito riassunto. Ciao e grazie!
E buone vacanze a chi parte! Nel frattempo, io posterò dei racconti.
CARIS Grazie a te.

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Pubblicato su le interviste di Caris Wooler | Contrassegnato da tag le interviste di Caris Wooler | 61 commenti

61 Risposte

  1. su 29 luglio 2012 a 16:09 newwhitebear

    Interessante confessione con qualche anticipazione come la pausa estiva. Bello è lo spaccato delle tue preferenze.
    Un grande abbraccio

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  2. su 29 luglio 2012 a 16:24 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR ti ringrazio molto!
    Un grande abbraccio a te.

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  3. su 29 luglio 2012 a 16:59 Ninni Raimondi

    Beh, mia Signora,
    l’intervista non è male (Lady Caris Wooler, ci mancaste molto).

    In compenso Vi offrimmo questo “link” – http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Licia_Troisi – dove potrete leggere e “aggiornarVi in merito alla Vostra scrittrice preferita.

    Enigma: Riuscirete a trovare le tracce di qualche Vostro conoscente presso quella pagina?

    Ritornando a Voi:
    Avete dato il meglio in questa intervista che spaziava in lungo e in largo nel quadro letterario del romanzo troisian … ehm … Vostro.

    Fummo incantati dalle Vostre delucidazioni, dai Vostri intendimenti di scrivere romanzi di almeno 1000 pagine e soprattutto, dal riassunto in 794 puntate che ci offrirete alla fine di Agosto.
    Grazie mia Signora (leggendo le notizie del “link” fornitovi, la brava Troisi aspira alle 20.000 pagine per schif .. ehm … romanzo.

    Detto ciò espatriammo definitivamente cospargendoci il capo di lacrime.

    Cordialità
    PS: I nostri più sinceri saluti a Lady Wooler.

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  4. su 29 luglio 2012 a 17:01 Ninni Raimondi

    Ehm, mia Signora,
    iol nostro precedente commento (in considerazione del fatto che inserimmo un link) venne messo in “moderazione”.

    Giusto per la cronaca.
    Cordialità

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  5. su 29 luglio 2012 a 17:52 Alessandra Bianchi

    @ NINNI RAIMONDI non da me, mio Signore!
    Ora vado a vedere. (Dove non so).
    Radiosità.

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  6. su 29 luglio 2012 a 18:09 Alessandra Bianchi

    @ NINNI RAIMONDI è stato piuttosto complicato, ma alla fine ci sono riuscita. WordPress a volte mi lascia perplessa. C’è anche il commento di un russo, o almeno credo, che cercherò di ripristinare.
    Bene: Lady Caris Vi ringrazia! Se lei avesse la Vostra intervista, la posterebbe volentieri. Voi conoscete il mio indirizzo di posta.
    Il riassunto… ehm… sì, sarà alquanto lunghetto.
    Il link è fantastico! Ahahah 😛 (Lo scriveste Voi?)
    Nuove radiosità*

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  7. su 29 luglio 2012 a 18:33 Claudia

    Eccomi di ritorno, dopo il cambio pc. 🙂
    Un salutone.

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  8. su 29 luglio 2012 a 18:38 Alessandra Bianchi

    @ CLAUDIA ciao, bella ^^

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  9. su 29 luglio 2012 a 19:44 salvatore rizzi

    Credo che, scrivere, sia un’arte intrinseca al soggetto, maschio o femmina che sia. Solo che deve nascere dentro, dopo vicissitudini, di vita, altrimenti è solo scempio scritturale. Come fanno tanti pseudo-scrittori, anche qui menzionati. Un caro saluto da Salvatore.

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  10. su 29 luglio 2012 a 20:03 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI caro Salvatore, è molto vero quello che dici. Tuttavia esistono due tipi di libri – in verità, sono molti di più: sto cercando di semplificare il mio pensiero – e, nel caso di romanzi che trattino di avventura, spionaggio o cose simili, il “vissuto” è meno importante rispetto a chi nei suoi scritti si occupa dell’anima umana – i “grandi”, cioè.
    Il tuo commento è davvero molto interessante, e spero che altri lettori esprimano il loro parere su tale questione.
    Un carissimo saluto!

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  11. su 30 luglio 2012 a 17:51 brumbru

    Tu forse non puoi dirlo, ma io si. Tu hai un enorme talento. Hai un ventaglio di “espedienti tecnici scrittorici” quasi illimitato. Hai sempre il “polso” della narrazione, riesci a guardarla dall’esterno, con freddezza, e dirigerla sapientemente. Ti mancava un pò di “cuore” (l’eccessivo ordine può dar luogo a quella sensazione di “freddezza”)… di fuoco. Non nello scrivere (si “sente” che ti piace…) ma nell’esporre. Ma sei molto migliorata. Quello che tocchi diventa oro… nel 90% dei casi. E comunque sei MOLTO più brava di tanti che pubblicano correntemente. Questo è certo.

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  12. su 30 luglio 2012 a 19:47 salvatore rizzi

    Il che non vuole dire che tu non sia brava, anzi…l’inverso….ciao…

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  13. su 30 luglio 2012 a 19:55 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU non ho parole… e non lo dico per piaggeria.
    Mi hai commossa.

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  14. su 30 luglio 2012 a 19:57 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI grazie, “vecchio” Sar ^^

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  15. su 30 luglio 2012 a 22:26 fiorinfiorello@lapialla.com

    Brava, adesso non esageriamo,
    Possiamo dire che un po’ te la cavi. Nulla di eccezionale, per carità, ma riesci a farti capire – con difficoltà – ma ci riesci. prendi “Alliston” per esempio: Hai impiegato più di cinquecento pagine (riuscendo a provocare una sorta di suicidi di massa) per dirci che: è nato, ha vissuto ed è morto. Si, capisco che qualcosa bisogna dirla, ma diamine, scrivere un romanzo che parli dell’Editore della Troisi poi no!

    Come questa intervista, per esempio. Si vede lontano un chilometro che ti sei messa d’accordo con l’intervistatrite. Prova ad intervistarla tu, se hai il coraggio!

    Bah.

    Voto: 7 – 1/4

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  16. su 30 luglio 2012 a 22:29 Passavo da qui

    A me, invece, è piaciuta l’intervista e poi mi è piaciuto, anche il romanzo. non mi piace come ti rivolgi alla Signorina

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  17. su 30 luglio 2012 a 22:30 fiorinfiorello@lapialla.com

    Perché, come mi sono rivolto?

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  18. su 30 luglio 2012 a 22:31 Passavo da qui e ci rimango!

    Come un “buzzurro“!
    Dai, chiedi scusa e falla finita.
    (Lo lasci perdere, Signorina, è un troglodita)

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  19. su 30 luglio 2012 a 22:33 bubusettete

    Va bene, va bene, “Scusa”!
    (ma troglodita ci sarà tua sorella).
    Bah!

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  20. su 30 luglio 2012 a 22:35 Passavo da qui, ma adesso vado via

    Bene, tutto a posto, allora.
    (per la cronaca: TUA sorella è una troglodita e smettila di giocare a nascondino, che hai un’età, ormai!

    … e buona notte!

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  21. su 30 luglio 2012 a 22:37 fiorinfiorello@lapialla.com

    Ok, dormi bene
    (riguardo tua sorella, non ho parole …) e poi io gioco quanto mi pare.
    ‘notte.

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  22. su 30 luglio 2012 a 22:40 Ecco che mi fa tornare indietro

    Ok, ma tua sorella ti sta aspettando, come tutte le notti, sotto a quel fanàl, quindi muoviti che non si ferma nessuno.

    Saluto la Padrona di casa

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  23. su 30 luglio 2012 a 22:43 fiorinfiorello@lapialla.com

    Va bene le carico tutt’e due (Ops, c’è anche tua sorella)
    Faccio la riverenza

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  24. su 30 luglio 2012 a 22:45 Ok, è andata!

    Mi raccomando: guida piano!
    Riverenza anch’io.

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  25. su 30 luglio 2012 a 22:52 Licia Troisi

    Scusate, mi fischiavano le orecchie: Qualcuno mi ha chiamata?
    Ma tu guarda, c’è un’intervista. La leggerò dopo, non mi va di tradurre tutto dall’italiano in Enteriano.

    Mi dai il n. di telefono di Caris Whirpool? Piacerebbe che intervistasse anche me! (ma come mi fischiano le orecchie, questa sera … )

    Mi firmo: +

    (Ah, tsé, la croce stavolta è venuta proprio bene!)

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  26. su 31 luglio 2012 a 15:48 ombreflessuose

    Bella, piacevole e notevole.
    Grazie, Alessandra, sei molto talentuosa
    Bacione
    Mistral

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  27. su 31 luglio 2012 a 17:04 Cosimo Piovasco di Rondò

    Peccato! Siamo finiti su piattaforme diverse (io sono su Blogspot, ma raggiungibile anche da qui).
    Non dimentico che sei stata tra le mie primissime conoscenze di Splinder, più di cinque anni fa…
    Un abbraccio, tuo
    Cosimo

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  28. su 31 luglio 2012 a 18:25 Alessandra Bianchi

    @ FIORINFIORELLO sorelle a parte, Caris ama intervistare e non essere intervistata. Il tuo giudizio è più che legittimo, tranne per il fatto che Sir Alexander Alliston non avrebbe MAI pubblicato un libro di Licia Troisi.

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  29. su 31 luglio 2012 a 18:28 Alessandra Bianchi

    @ PASSAVO DA QUI lei è un gentleman! 🙂

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  30. su 31 luglio 2012 a 18:30 Alessandra Bianchi

    @ LICIA TROISI temo di doverle dire che Caris Wooler non la intervisterà mai…

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  31. su 31 luglio 2012 a 18:32 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE grazie, e un abbraccio, Mistral*

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  32. su 31 luglio 2012 a 18:34 Alessandra Bianchi

    @ COSIMO eccome se mi ricordo di te! Ti ho sempre apprezzato moltissimo. Purtroppo ho dei problemi con quella piattaforma, ma se riesco verrò a trovarti.
    Un bacione!

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  33. su 31 luglio 2012 a 19:23 salvatore rizzi

    Ciao, un abbraccio virtuale…

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  34. su 31 luglio 2012 a 19:56 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI ciao!!!!

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  35. su 31 luglio 2012 a 21:11 kris

    Chiedo scusa per l’ignoranza, ma chi è Magic Paula?

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  36. su 31 luglio 2012 a 22:26 uriel_e=mc2

    Fine Agosto? Noooooo!

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  37. su 1 agosto 2012 a 00:27 Alessandra Bianchi

    @ KRIS è un’agente dell’ FBI, chiamata “Magic” per il suo intuito. Appare in “Un sogno americano”, una storia che postai su Splinder. Fra l’altro, dato che a te che piacciono gli scontri fisici, credo che avresti apprezzato la lotta fra Liz e Patsy, con soffocamento di quest’ultima… però salvata da Phil Weir (il protagonista principale).

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  38. su 1 agosto 2012 a 00:30 Alessandra Bianchi

    @ URIEL spero di farmi perdonare con dei buoni capitoli 🙂

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  39. su 1 agosto 2012 a 09:18 Cle Reveries

    Ciao, (farò di tutto per seguirti superando qualche difficoltà.)

    Interessante questo post, anche se accanto alle tue risposte abbastanza sincere ed espresse nel tuo stile impeccabile, ho percepito una certa arroganza in chi fa le domande che non mi sono piaciute molto. Anche se ostenta una obiettività è evidente che non è molto ben celata.
    E poi, mi è piaciuta la tua risposta riguardo ai commenti, infatti, oltre alla qualità dei commenti e dei commentatori, che ha senz’altro la sua importanza, è il numero delle visualizzazioni complessivo che dà il polso della situazione.
    Ho scoperto do poco che molti blogger preferiscono non farsi commentare.
    L’aspetto più importante è la motivazione del lettore. Si scrive perchè ci sono emozioni da comunicare, e si legge perchè si sente il bisogno di confrontarsi e confrontare anche le proprie emozioni.
    Il veicolo è il plot, se la narrazione è ben strutturata come conoscenza, lessico, sintassi, stile etc, raggiunge il suo scopo.
    QUESTO NEI TUOI LAVORI SI VERIFICA SEMPRE E IN MODO OTTIMO!!!

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  40. su 1 agosto 2012 a 13:10 RosaOscura

    Cara Alessandra,

    io ho sempre ammirato molto sia il tuo lavoro che quello della bravissima giornalista CARIS WOOLER!!!

    P.S: Se mai un giorno diventerò qualcuno (pura utopia!) mi piacerebbe tanto essere intevistata da una professionista come lei…
    La classe è classe!

    Attendo allora di leggeri i tuoi racconti “estivi”!

    Con amicizia e stima.

    Giò

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  41. su 1 agosto 2012 a 18:40 ventidiprimavera

    Bella intervita!
    E Tu cara hai un grande talento!
    Ora non mi resta che aspettare la fine della pausa estiva.

    Un gros bisou et surtout bonnes vacances
    Michelle

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  42. su 1 agosto 2012 a 18:52 salvatore rizzi

    Servo tuo, lo sapevi che ciao significa ciò?

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  43. su 1 agosto 2012 a 19:11 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES spero fortemente che le difficoltà di cui parli non siano dovute a motivi di salute!
    Grazie di cuore per le tue parole, e non fare caso a Caris: ella ama ostentare una durezza che in realtà non le appartiene.

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  44. su 1 agosto 2012 a 19:14 Alessandra Bianchi

    @ ROSAOSCURA quando, e non se, sarai famosa, Caris si farà in quattro per intervistarti.
    Ti ringrazio, amica mia.

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  45. su 1 agosto 2012 a 19:16 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA le mie vacanze saranno molto brevi. Nel frattempo, posterò dei racconti e poi il riassunto di “Matrioska”.
    Bisous, chèrie*

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  46. su 1 agosto 2012 a 19:28 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI sì, caro Sar.
    Ciao.

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  47. su 1 agosto 2012 a 22:22 kris

    Beh ma però…e sottolineo ma però…non si fa così. Adesso mi hai messo una curiosità mica da ridere. Sì gli scontri fisici tra donnelle mi piacciono, ma solo come li descrivi tu, con le implicazioni psicologiche, il confronto, lo scontro anche mentale… E io dove vado a tirarlo fuori adesso sto sogno americano? M’hai fregato…

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  48. su 1 agosto 2012 a 22:26 Alessandra Bianchi

    @ KRIS no, cara. Se il “Conservatore” mi farà avere tale capitolo, lo posterò. Per te.

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  49. su 2 agosto 2012 a 09:09 wolfghost

    Hai scritto cose molto interessanti 🙂 A proposito del presunto maggior successo di Phil Weir ai tempi di Splinder… be’, erano davvero tempi diversi con condizioni al contorno diverse. E sono d’accordo: molti scrivevano senza nemmeno leggere veramente, il numero di commenti lascia il tempo che trova. Secondo me qua su WordPress stai avendo un grande e meritatissimo successo, e… tocca ferro, sono certo che questo successo e’ destinato a crescere 😉

    http://www.wolfghost.com

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  50. su 2 agosto 2012 a 13:19 kris

    Grazie! Grazie anche solo per il pensiero. Molto apprezzato.

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  51. su 2 agosto 2012 a 17:22 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST caro lupo, forse anche qui qualcuno non legge: ma sono davvero pochissime persone, e molti invece leggono senza commentare. Io sono contenta.
    E ti ringrazio moltissimo 🙂

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  52. su 2 agosto 2012 a 17:28 Alessandra Bianchi

    @ KRIS cara amica, se troverò ciò che cerco, magari lo posterò qui. Per il momento ho recuperato tutta la seconda parte. E, comunque, non è detto che in futuro io riproponga tutta la storia di Phil Weir, “La valle di Phil” e “Un sogno americano”, con un solo titolo, dato che appartengono alla medesima vicenda.

    Phil Weir scrutava le montagne illuminate dal sole.
    Indossava un paio di jeans scoloriti ed era a torso nudo. Gli anni trascorsi nella Green Valley avevano scolpito il suo fisico: il ventre era perfettamente piatto e i pettorali spiccavano massicci e definiti. I bicipiti erano grossi come quelli di un culturista. Un tempo era stato un brooker di successo. Dotato di straordinario fascino, aveva sempre saputo stregare le donne. Poi si era stancato di quella vita, delle vuote ambizioni borghesi, dei sotterfugi e degli imbrogli, della vanità e dell’ipocrisia. Si era trasferito in una valle isolata per realizzare il sogno di un’esistenza libera, a contatto con la natura, basata sull’amore e sulla mancanza di gelosia. Con lui c’erano due donne. Le aveva amate entrambe con la stessa intensità. Liz era attraente, forte e atletica. Aveva uno spirito libero come il suo; si era adattata a lavorare nei campi, e lo aveva fatto con il sorriso sulle labbra, senza il minimo rimpianto per le comodità del cosiddetto mondo civile. Nella Green Valley non avevano luce, né acqua calda.
    Weir corrugò la fronte. Era stato costretto a ucciderla per salvare la vita a Patsy. Elizabeth era improvvisamente impazzita e, accecata dalla gelosia, aveva cercato di strangolare quella che sarebbe dovuta essere sua sorella. Si era schierata dalla parte di Sugar, un fuorilegge che si era insediato nella valle come un padrone. Phil gli aveva sparato. In precedenza, aveva eliminato il suo complice che lo aveva portato nella foresta per ucciderlo. Phil non aveva rimorsi, ma Liz gli mancava. Era un’amante straordinaria, e ancora adesso rimpiangeva il suo corpo superbo. Ma era stato costretto a scegliere e, dopo una lotta interiore, aveva deciso di salvare Patsy.
    La guardò. Patsy Legrange era la figlia di un ricco industriale di Boston, che si era trasferito a Los Angeles. All’inizio, si era spesso mostrata capricciosa e viziata; probabilmente combattuta fra il desiderio di libertà e il ricordo della vita agiata. Esile e minuta, non era fatta per il lavoro nei campi; e la sua scarsa resistenza fisica aveva causato più di un litigio con Liz, che disapprovava l’indulgenza di Phil. Ma ora Patsy era cambiata. Quel giorno si era messa degli shorts: le gambe abbronzate erano toniche e forti, le braccia erano diventate muscolose, e negli occhi c’era una luce nuova, una maturità che prima non le apparteneva. Nella furibonda lotta con Liz aveva rischiato la vita, e questo l’aveva cambiata profondamente. Forse il cambiamento era già in atto, provocato dall’arrivo dei banditi, perché era stata lei ad assalire Elizabeth, dimostrando un coraggio inaspettato.
    Patsy Legrange sentì lo sguardo di Phil su di sé e gli sorrise. Lo amava come non aveva mai amato nessuno. Phil era un uomo strano: sapeva essere dolce e comprensivo, tuttavia nascondeva un fondo di durezza e di crudeltà che a volte le faceva paura. Non era in grado di ricostruire la dinamica esatta di ciò che era successo quella mattina, perché mentre Weir uccideva prima Sugar e poi Elizabeth, lei si trovava a terra, immobilizzata da Liz; però, si era chiesta per quale ragione avesse ammazzato anche la donna. Patsy aveva odiato Elizabeth, ma non al punto di desiderare la sua morte. Sebbene Liz fosse una ragazza aitante, Phil era molto più forte di lei: avrebbe potuto metterla fuori combattimento e poi cacciarla dalla valle. Invece, l’aveva uccisa a sangue freddo, e questo fatto la sgomentava. Ciononostante non lo avrebbe mai lasciato…

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  53. su 2 agosto 2012 a 21:05 kris

    Una sola parola: superbo! Anzi due: grazie.

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  54. su 2 agosto 2012 a 21:18 Alessandra Bianchi

    @ KRIS grazie a te, carissima amica!

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  55. su 3 agosto 2012 a 18:48 Alessandra Bianchi

    @ KRIS Il mattino arrivò fin troppo presto.
    Jack Straw non aveva dormito. Gli era sembrato di sentire degli strani rumori, ma forse erano un frutto della sua immaginazione. In ogni caso, sapeva che il suo nemico era lì fuori.
    Aspettare non aveva senso. Svegliò le ragazze e le sospinse fuori dal capanno. I primi raggi del sole lo ferirono agli occhi. Usando Patsy come scudo, si diresse verso il pick-up. Si sentiva ottimista: si era trovato in guai ben peggiori ed era sempre riuscito a cavarsela. Era l’uomo più dannatamente in gamba della California e aveva dalla sua la fortuna. Era nato fortunato.
    “Buongiorno!”
    Si girò di scatto. Phil Weir era a pochi metri di distanza. Gli stava puntando addosso la pistola. Jack tirò fuori il coltello e afferrò Patsy per un braccio.
    Poi tutto si svolse rapidamente.
    Liz si avventò contro Phil. Lo colse di sorpresa e gli strappò la pistola dalle mani.
    Stupida! Perché non me lo avevi detto?
    Jack Straw si liberò di Patsy e scattò per recuperare l’arma.
    Patsy fu più veloce.
    Con un balzo si portò alle spalle di Elizabeth e la prese per i capelli.
    Liz lasciò cadere la pistola per terra. Riuscì a girarsi e colpì la bionda con un violento manrovescio. Patsy finì a gambe all’aria, e Liz le fu sopra.
    Weir anticipò di una frazione di secondo Jack Straw. Impugnò la pistola e gli fece cenno di arretrare. Jack obbedì.
    Conosceva troppo bene gli uomini per non sapere che l’hippy lo avrebbe ucciso senza pietà. Ciononostante, fece un tentativo. “Ok, amico.”, disse alzando le braccia in segno di resa. “Hai vinto. Io cercavo soltanto un rifugio sicuro. Non volevo che tu morissi: è stata un’iniziativa di Tom. Ora me ne andrò, e vi lascerò in pace. Pagherò qualcuno, giù al paese, perché vi riporti il pick-up.”
    Phil scosse la testa.
    “A ogni azione corrisponde una reazione. E il tuo karma è negativo.”
    Jack Straw fece per replicare, ma Weir non gliene diede il tempo.
    Sparò a bruciapelo.

    Le due donne stavano lottando selvaggiamente, ma Elizabeth era molto più forte. Immobilizzò Patsy spalle a terra e le strinse la gola con le mani. Vide il panico nei suoi occhi, e provò una vampata di eccitazione. Era la resa dei conti finale: mentre la strangolava, incominciò a venire. Aveva sognato quel momento, e infine si avverava.
    Weir distolse lo sguardo da Jack per osservarle. Era indeciso. Avrebbe dovuto intervenire o sarebbe stato meglio lasciare che se la sbrigassero da sole? Liz stava vincendo: forse questo significava che il suo percorso sarebbe continuato con lei. Se Patsy era più debole, voleva dire che aveva un karma negativo.
    Tuttavia, non era convinto.
    Liberò lo spirito dal corpo.
    Aum

    Con uno sforzo disperato Patsy riuscì a spingere via Liz. Cercò di allontanarsi a quattro zampe, ma Elizabeth le fu subito sopra. Questa volta la prese da dietro, cingendole la gola con un braccio. Patsy strabuzzò gli occhi. Capì che stava per morire e provò un terrore indicibile. Il suo ultimo pensiero cosciente fu rivolto a Phil: perché non la salvava?
    Aum
    Weir sentiva l’energia del cosmo fluire in lui, simile a un grande mare fatto di luce. Assaporò una straordinaria sensazione di benessere. Era sospeso in un mondo di purezza, distante da ogni meschinità, dall’invidia, dai sentimenti volgari che appartenevano alla maggioranza degli uomini. Poteva osservarsi dal di fuori. E leggere i propri pensieri con estrema chiarezza. Tutto era perfetto. Aveva salvato la valle; il suo cammino verso l’illuminazione sarebbe proseguito.
    Guardò le donne. La lotta era finita. Probabilmente, Patsy era già morta. Poi vide che graffiava disperatamente il braccio di Liz. Non si era ancora arresa, ma non avrebbe mai potuto liberarsi.
    Cosa devo fare?
    Finalmente ebbe la visione che cercava.
    Si voltò e si incamminò in direzione del capanno.

    Quando fu vicino al cadavere di Jack Straw, Phil si chinò e raccolse la pistola che aveva lasciato cadere dopo aver ucciso il bandito.
    Con calma tornò sui suoi passi. Vide che Patsy aveva rinunciato a lottare. Fu colto dal panico: era troppo tardi. Poi notò che muoveva debolmente le gambe. Era ancora viva, sebbene fosse questione di poco. Per l’ultima volta si chiese se era giusto intervenire. Forse Patsy era destinata a soccombere. La natura ha leggi proprie; quando una leonessa sbrana una gazzella segue quelle leggi, e nessuno la giudicherebbe colpevole per aver assecondato il suo istinto. Avrebbe potuto separarle, certo; ma ormai erano divise dall’odio: una delle due se ne sarebbe andata, lasciandolo. E in ogni caso non era questa la visione che aveva avuto.
    Esitò, ma fu solo un attimo.
    Appoggiò la canna sulla nuca di Elizabeth.
    Premette il grilletto.
    Non riuscì a trattenere le lacrime. L’aveva amata profondamente. Gli sfuggivano le ragioni del suo comportamento: lo aveva tradito, schierandosi con Sugar; era stata sul punto di togliere la vita a Patsy, dimenticandosi di tutte le promesse che si erano scambiati, rinnegando i loro ideali, desiderando il male di una persona che sarebbe dovuta essere sua sorella. Si passò una mano fra i capelli, cercando invano una spiegazione plausibile. Alla fine concluse che Liz aveva perso il lume della ragione.
    Per rasserenare l’animo, si arrotolò uno spinello.
    Patsy si rialzò a fatica.
    Phil le cinse la vita con un braccio e le passò la canna.
    Patsy aspirò avidamente.

    L’uomo sceso dall’elicottero portava guai.
    Phil uscì dalla baracca, seguito da Patsy.
    Avevano fatto l’amore. Per Weir era sempre bello; ma Patsy aveva raggiunto l’orgasmo più devastante della sua vita. Dal giorno in cui aveva rischiato di morire, il suo amore per Phil era aumentato. Ricordava ancora il terrore, la paura folle, che, simile a un fumo nero, la soffocava. Poteva risentire il respiro eccitato di Liz, e avvertire di nuovo la sua presa micidiale. Una notte si era svegliata urlando, ma Phil l’aveva abbracciata, sussurrandole parole dolci. Poi l’aveva posseduta, e lei aveva dimenticato l’incubo, anche se sapeva che sarebbe tornato. Non avrebbe mai scordato quei terribili momenti. Da allora faceva l’amore quasi con disperazione, come se fosse l’ultima volta.
    Phil l’aveva rassicurata: era solo questione di tempo, presto avrebbe dimenticato.
    L’uomo indossava una divisa dell’esercito. Aveva un’espressione arrogante. “Questa valle appartiene al governo degli Stati Uniti. Voi siete qui abusivamente. Avete tre giorni per andarvene.”
    “Che fastidio vi diamo?” Phil era sconvolto.
    “Siete dei dannati hippy, vero?” Il militare sorrise in modo sprezzante. “Comunque fino a oggi non ci avete dato alcun fastidio, però adesso la valle ci serve. Vedete di sgombrare in fretta!”
    Tornò all’elicottero, senza salutare, lasciandoli costernati.
    La mia valle.
    La mia valle è sacra.
    Phil provò il desiderio di uccidere quell’uomo, tuttavia si rese conto che sarebbe stato inutile. Ne sarebbero venuti altri. Molti altri. Osservò l’elicottero librarsi in volo, mentre una profonda tristezza si impadroniva di lui. Come avrebbe potuto continuare a vivere lontano da lì? Da più di due anni, ogni mattina si era svegliato presto, era uscito all’aria aperta e aveva camminato fino al ruscello per lavarsi. Poi aveva acceso il fuoco per preparare il caffè. Mentre aspettava che la bevanda fosse pronta, aveva guardato il profilo delle montagne, respirando a pieni polmoni l’aria pura e incontaminata della Green Valley. D’inverno aveva assaporato un profondo senso di pace e, quando la neve li aveva isolati, non si era sentito un prigioniero, bensì il più libero fra gli uomini. Con l’arrivo della primavera aveva goduto del risveglio della natura, e aveva vissuto con gioia le lunghe serate trascorse sulla veranda. Aveva accolto l’estate come se fosse una preziosa amica, sudando al sole mentre lavorava la terra o costruiva la staccionata di legno. L’autunno aveva portato con sé nuove meraviglie: la foresta si era rivestita di colori di sorprendente bellezza; all’imbrunire, si levava la nebbia, colmandolo di suggestioni che non avrebbe mai trovato in nessun altro luogo.
    Alla notte aveva fatto l’amore con le sue donne: la focosa Elizabeth, la delicata Patsy. Adesso sarebbe stato costretto ad andarsene, ma piuttosto che tornare in una città sudicia e affollata, si sarebbe ucciso. Prima il tradimento di Liz, ora la prospettiva di abbandonare la valle: una parte di lui sarebbe morta per sempre.
    Patsy lo prese per mano. “Il nostro sogno non finisce qui.”, disse dolcemente, quasi gli avesse letto nel pensiero.
    Phil la fissò senza capire.
    La donna arrossì. “Ti devo confessare una cosa: Liz aveva ragione. Io parlai con Sugar, ma lo feci perché avevo paura. Non gli raccontai dell’arco, e neppure di te; gli suggerii soltanto di stare attento a Elizabeth. Dissi che aveva una natura violenta e che, per il bene di tutti, avrebbe dovuto controllarla. Ammetto anche che ero gelosa di lei, ma, a differenza sua, non le avrei mai fatto del male. Credo di aver pagato il mio debito, quando ho visto la morte in faccia. Ma questo, ormai, appartiene al passato. Noi dobbiamo pensare al futuro. Il sogno continuerà. Gli Stati Uniti sono grandi: troveremo un’altra valle, e se non ci riusciremo, andremo in Canada. Io e te. Insieme. Per sempre.”
    Tacque e lo guardò negli occhi. I suoi erano sereni; riflettevano una nuova forza, una determinazione consapevole che non le era mai appertenuta.
    Phil Weir la abbracciò. “Ti amo, Patsy!”
    La baciò sulla bocca; un bacio tenero. “Ora tocca a me spiegare.”, disse vagamente impacciato. “Ti sarai chiesta perché ho tardato ad aiutarti. Non è un argomento semplice…”
    Patsy gli posò un dito sulle labbra. “Non importa. Non mi interessa saperlo. So solo che mi hai salvato la vita. Il resto non conta.”
    “Ma io devo dirtelo! In un primo momento ho pensato che non era giusto interferire, però poi mi sono reso conto che non si trattava di un incontro sportivo, che vinca il migliore e sciocchezze del genere. Una di voi due sarebbe morta, e io non sapevo chi scegliere. Era una decisione importante: dovevo capire chi amavo di più. Alla fine l’ho capito.”
    Patsy gli rivolse un sorriso radioso. “Ti amo, Phil!”
    Rimasero abbracciati a lungo, mentre il sole illuminava la Green Valley, e il mondo continuava a girare come sempre.

    La valle è circondata da imponenti montagne. Un ruscello attraversa i campi che si stendono a perdita d’occhio fino al limitare di una foresta di pini. Sull’altro lato, quello a meridione, una strada sterrata scende da una gola, serpeggiando per poi arrestarsi all’improvviso davanti a una grande cancellata di legno. L’aveva costruita Phil.

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  56. su 4 agosto 2012 a 15:55 Cosimo Piovasco di Rondò

    Strano che tu abbia problemi con Blogspot, dove si può commentare addirittura da anonimi (è uno tra i principali motivi per cui ho scelta quella piattaforma), mentre invece per poter commentare qui mi è toccato creare un account WordPress.
    Bacioni, tuo
    Cosimo

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  57. su 4 agosto 2012 a 17:31 Alessandra Bianchi

    @ COSIMO il mio è un problema tecnico, probabilmente dovuto al pc.
    Per venire lì devo passare da Safari. E poi non sempre è semplice trovare il blog che si sta cercando.
    Bacioni, caro!

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  58. su 4 agosto 2012 a 22:54 kris

    Bello. Dunque Patsy sa di essere la più debole, eppure non esita a buttarsi. Lo fa perché è coraggiosa, incosciente o cosa? Oppure è convinta che Lui quando la vedrà soccombere la salverà? Certo un bell’azzardo! Sto str… c’ha pensato un bel po’… Ma non conosco l’intera storia dunque non posso capire i meccanismi mentali.
    Vedi, trovo eccitanti queste lotte. Non tanto la lotta in sé. Non mi interesserebbe uno scontro fra due vigorose amazzoni. Mi intriga di più la disparità di forze. E mi piace come la descrivi tu.
    Adesso mi ritorna in mente Monica. Rispetto ad Aglaja era un po’ come Patsy con Liz. Fisicamente intendo dire. Lei esile l’altra robusta. Non c’era partita e lo sapeva, fin dal primo istante quando ha squadrato la rivale. Se si fosse buttata, Lui l’avrebbe salvata? Mah, francamente penso abbia fatto bene a non togliersi il dubbio e a procurarsi un’arma…

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  59. su 5 agosto 2012 a 17:34 Alessandra Bianchi

    @ KRIS carissima amica, in precedenza Patsy le aveva già prese da Liz, quindi non poteva nutrire eccessive speranze. Incoscienza, certo, e l’azzardato convincimento che Phil l’avrebbe salvata. Come poi in effetti accadde, ma per un pelo. Giustamente bisognerebbe conoscere tutta la storia per capire perché indugiò così a lungo. Un giorno la riproporrò. O almeno credo. Capisco benissimo il tuo interesse, che è prevalentemente psicologico, e condivido la tua opinione riguardo alla scelta di Monica. A mani nude, Aglaja l’avrebbe distrutta.

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  60. su 7 agosto 2012 a 16:12 Univers

    Ero sicuro di aver commentato questa intervista… baci.

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  61. su 7 agosto 2012 a 17:46 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS su Splinder, probabilmente, caro amico.
    Baci!

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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