Stephen King aveva scritto un nuovo romanzo. La vetrina del grande negozio era interamente occupata da una piramide di libri, tutti recanti lo stesso titolo, “It parte seconda”, un tomo di oltre mille pagine, che stava andando a ruba. La fascetta gialla indicava che questo nuovo best seller aveva già venduto due milioni di copie in America, dove naturalmente stazionava al primo posto in classifica da diverse settimane.
Giancarlo Preziosi entrò nella libreria con l’intento di acquistarlo. Sebbene i suoi ultimi lavori non lo avessero particolarmente entusiasmato, il seguito di “It” prometteva di essere eccezionale, o almeno era quello che egli si augurava. Aveva già fra le mani l’elegante volume, quando per uno strano impulso la sua attenzione fu attratta da un altro libro, che scorse su uno scaffale secondario. Non più di duecento pagine, una copertina quasi anonima, aveva tuttavia un titolo che per qualche ragione lo intrigava. Si mosse in quella direzione, riponendo provvisoriamente l’ultima fatica di King. Prese fra le mani “La figlia del re”. Franco Serantoni, l’autore, era sconosciuto. Sulla quarta di copertina c’era scritto solo che era nato a Roma, insegnava lettere in una scuola media, e che questo romanzo rappresentava il suo esordio. Preziosi sfogliò il libro, poi lesse l’incipit.
Marzia osservava la distesa grigia del mare, cercando di rammentare l’esatto momento in cui il mare aveva perso ogni significato per lei. Non era tanto difficile: era successo quando aveva capito che suo padre non era un re. I sovrani non fanno i pescatori, e le loro barche non affondano travolte dai marosi. I re hanno un destino diverso, e le loro figlie sposano dei principi. Marzia era sola, e non ricordava di aver mai conosciuto un principe.
Giancarlo Preziosi dimenticò il seguito di “It” e andò alla cassa con “La figlia del re.”
Tornato a casa, si immerse nella lettura. Una breve interruzione per bere un caffè fu l’unico momento in cui smise di leggere. Quando chiuse il libro, lo aveva finito. Rimase fermo, immobile, a fissare un punto imprecisato della parete, mentre dentro di lui le emozioni si accavallavano con la stessa forza delle onde descritte da Franco Serantoni. La storia di Marzia si dipanava fra grandi tragedie e piccole speranze, fino all’epilogo che era sconvolgente per potenza descrittiva e capacità di raggiungere il cuore del lettore. Da anni non leggeva un romanzo così bello.
Quella sera, a cena con gli amici, ne parlò in termini entusiastici.
L’indomani Paola andò a comprarlo. E il giorno successivo fu la volta di Marco. Entrambi lo consigliarono ad altre persone, e altre persone lo acquistarono. Molte altre, perché la voce si spargeva e tale era il fervore con cui ne venivano decantate le lodi che risultava difficile resistere alla curiosità. In breve tempo, “La figlia del re” diventò il caso editoriale dell’anno.
Marzia era rannicchiata per terra. Si poneva domande che non avevano una risposta. Perché Dio permetteva il male e, laddove fosse il frutto del libero arbitrio, com’era possibile che un uomo arrivasse a macchiarsi di simili atrocità? “Ma io sono stupida.”, pensò la giovane asciugandosi le lacrime. “E non conosco tutte le risposte. Forse non ne conosco nemmeno una. E anche se la conoscessi, questo non varrebbe a cambiare il mio destino. Né a sottrarmi all’orrore di ciò che sono stata costretta a subire.” Si alzò e uscì di casa. Il tramonto era percorso dal vento di settentrione, faceva freddo, e lei rabbrividì. Ma non a causa della tramontana. Il gelo che investiva il suo cuore veniva da lontano.
Lucia era un’amica di Giancarlo Preziosi. Ordinò il libro su Internet. Come molti altri prima di lei, una volta incominciato a leggere, non riuscì a fermarsi se non all’ultima parola.
Poi lo rilesse con maggiore calma.
Marzia decise di prostituirsi. Non era per avidità di denaro, benché ne fosse totalmente sprovvista, e neppure per una perversione che le apparteneva da sempre ma che solo ora era venuta a galla. Voleva rivivere lo strazio del corpo e dell’anima, come l’assassino che torna sul luogo dove ha commesso il delitto in modo da riprovare le stesse sensazioni.
Prese un treno e arrivò a Roma. La città le incuteva un senso di sgomento, tanto era grande: lei aveva vissuto sempre in riva al mare, nel piccolo villaggio di pescatori dove era nato suo padre, e prima ancora suo nonno.
Lucia decise di andare a cercare Franco Serantoni.
Voleva conoscere l’uomo che era riuscito a dar vita alla sua angoscia, alle emozioni più intime e nascoste che da tempo albergavano nel suo animo. Era come se quel romanzo parlasse di lei, sebbene fosse romana e non siciliana, e non fosse figlia di un pescatore. Tuttavia aveva conosciuto lo stesso orrore di cui era stata vittima Marzia, e soprattutto aveva fatto la stessa scelta, una scelta oscura e indecifrabile che per lunghi anni l’aveva vista vivere nel degrado, nella negazione della sua dignità di donna. Anche nel suo caso, il colpevole non era mai stato preso, quasi le sue azioni fossero protette dalla notte. Com’era possibile che Serantoni avesse scritto una storia così simile alla sua? Da dove traeva l’infallibile intuito psicologico che gli aveva permesso di decifrare i segreti del suo cuore per trasferirli sulla carta?
Non fu semplice rintracciarlo. La casa editrice si rifiutava di metterla in contatto con lui, il suo nome non compariva sull’elenco telefonico; ma alla fine fu colta da un’illuminazione. Si recò al provveditorato, e riuscì a scoprire in quale scuola insegnava.
Lo attese all’uscita, con il cuore che batteva forte. Sulla copertina del libro non c’era la sua foto, ma avrebbe chiesto ai ragazzi e loro glielo avrebbero indicato. All’una in punto le lezioni di quel giorno finirono, e una fiumana di giovani, insegnanti e genitori, occupò il piazzale antistante la J.F. Kennedy.
Fu una ragazza a mostrarglielo. Stava scendendo dagli scalini con un’espressione assorta. Lucia gli si fece incontro. Non vedeva l’ora di conoscerlo, di parlargli, di esternargli l’immensa ammirazione che provava per lui. Per il suo vasto talento e per la sua grande anima.
Quando Marzia tornò al mare, il mare la aspettava. Il circolo della vita sarebbe ripreso, esattamente dal punto in cui, anni prima, la malvagità di un uomo lo aveva brutalmente interrotto. Perché la vita alla fine trionfa sempre, nel bene come nel male. E il mare è sempre pronto ad accogliere il dolore dei disperati, se non per lenirlo, almeno per condurlo lontano. Fra le sue onde.
Lucia si fermò a metà della lunga scalinata.
Franco Serantoni la raggiunse. Non diede segno di riconoscerla.
Sgomenta, la giovane donna lo guardò allontanarsi.
Era l’uomo di quella notte.
Vi ricordo il mio nuovo libro, “Alex Alliston“.
Potete acquistarlo su IBS con il venti per cento di sconto.
Non so se l’incontro col proprio stupratore possa lenire il dolore del ricordo. Direi di no.
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@ BRUMBRU anch’io direi di no, caro Brum.
Ma hai cambiato password?
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ciao ale, passo di qui per un saluto…sono ancora debole ma presto recupererò tutti i tuoi post che mi sono persa in queste ultime due settimane! a presto cara 🙂
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@ ADELAIDE un grande abbraccio, cara!
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Cara, brava ,coinvolgente e affascinante scrittrice, mi fai sognare
tra le pagine dei tuoi racconti. Originalità e competenza mi danno piacere
nel leggerti
Grazie, lo dico davvero
Abbracci
Mistral
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E’ uno di quelli che mi prendono, sullo scrivere, ed anche nel rimestio filmico…ed oltre. Sempre brava e coinvolgente. Ciao….da Sar.
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@ OMBREFLESSUOSE mi rendi davvero felice, cara! Questo non è un momento particolarmente bello della mia vita, e io nella scrittura cerco quello che mi manca. E’ l’unica soddisfazione che attualmente ho.
Bacioni, Mistral ^^
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L’ho capito subito che Lucia si sarebbe trovata di fronte al suo carnefice oltreché all’autore che l’ha innamorata, Franco Serantoni. 😉 Kerouac si rifiutò di conoscere Henry Miller perché temeva che l’immagine che lui si era fatto dello scrittore non corrispondesse alla reattà. Non voleva dunque andare incontro a una possibile delusione. Rimase con la sua personale immagine di Miller e non lo incontrò mai, perché così volle lui. Non posso biasimarlo: ho incontrato tanti scrittori in carne e ossa, e nessuno o quasi corrisponde a quella limpidezza morale che c’è nei “loro libri!!!”. Boriosi, arroganti, strafottenti, permalosi, maleducati, ignoranti (ma tanto tanto ignoranti – si capisce perché abbiano un maledetto bisogno d’una coorte di editor che gli mettano a posto i loro appunti), radical chic, bugiardi, infigardi, spocchiosi… Fortuna che non sono facile a innamorarmi di uno scrittore. Pochissimi davvero hanno in sé le qualità morali dei libri che scrivono e che hanno scritto veramente loro e non gli editor.
Ottimo spunto di riflessione questo tuo racconto, cara Annamaria.
Un bacione
beppe
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@ SALVATORE RIZZI grazie infinite, caro Sar!
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@ IANNOZZI GIUSEPPE non dubito minimamente delle tue parole, caro Beppe. Io non conosco molti scrittori – avrei voluto conoscere Dostoevskij e probabilmente mi sarei innamorata di lui; però sarebbe stato oltremodo pericoloso.
Gli editor, già…
Ma mi domando e dico: come è possibile che la Mondadori pubblichi una capra come Licia Troisi?
Nemmeno l’editing riesce a salvarla.
Va beh, questa è l’Italia, purtroppo.
Un caro abbraccio!
(Ehm… Alessandra).
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Ottimo questo racconto intrecciato su un libro scritto dall’uomo della notte della protagonista.
Un abbraccio
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Toglie il fiato da tanto è coinvolgente
Bravissima
Ciao, Patrizia
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Un racconto da apprezzare oer i chiaroscuri e le note nascoste, dietro un arpeggio, che guida all’Ouverture, ma che diventa un Crescendo Rossiniano (Questa è musicalità della parola), Lady Luisa.
Da dire che, ultimamente, la Vostra scrittura si è affinata per intelligenza e struttura (non che non fosse così, ma siete maturata parecchio. Sapete, con gli anni … ).
Vi suggerimmo, Lady Francesca, di considerare – seriamente – l’opportunità di intraprendere la scrittura, quale Vostro primo interesse.
Avete molto da dare.
Chiudemmo questo umile intervento, mia Signora, con le migliori congratulazioni per quanto offrite (qualche minuto di relax pieno e pulito, la domenica e un po’ di companatico durante i giorni feriali).
Diventaste un abbonamento, Lady Teresa.
Se doveste, mai, incontrarle porgete i nostri saluti a lady Alessandra e lady Caris Wooler (mancano!).
Cordialità a Voi, Lady Veronica.
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Molto emozionante questo racconto! Mi piace molto come scrivi, ti leggo sempre volentieri!
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Di tutti i tuoi racconti che ho letto, o meglio gustato, questo mi è sembrato il più convolgente. Hai dato alla tua narrazione una componente magica, non il solito scontato fatalismo che dilaga in giro, ma una vera alchimia.
C’è anche un’ottima struttura nel testo che hai reso essenziale ma efficace nelle descrizioni espresse con un lessico molto puntuale, molto incisivo ed accessibile a tutti. *_*
Sai, mi è proprio piaciuto, grazie!
Un bacio
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@ NEWWHITEBEAR destini che si incrociano…
Grazie e un caro abbraccio!
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@ PATRIZIA M. ti ringrazio di cuore.
Un sorriso per una serena serata 🙂
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@ NINNI RAIMONDI se potessimo disporre di una somma mensile anche piccola ma sufficiente per vivere, scriveremmo quattro ore al giorno, tutti i giorni. E, modestia a parte, faremmo meglio di Licia Troisi!
Vi ringraziammo, Milord, augurandovi radiosità e soddisfazioni!
Lady Silvia 😛
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@ FAUSTA68 grazie, cara*
Mi rendi contenta ^^
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@ CLE REVERIES un bacio a te!
Io cerco sempre di scrivere in modo semplice e scorrevole, e quando non ci riesco non è per cattiva volontà. Mi piace molto questa frase: “ogni scritto deve poter essere letto e capito da chiunque, anche da un lattaio dell’Ohio”
Lots of love * ________________ *
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Ciao…Alessandra….dal vecchio Salvatore.
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@ SALVATORE RIZZI sei proprio un caro amico ^^
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Un racconto davvero bellissimo per la sua intensità interiore. Sei veramente bravissima e non lo dico per farti un mero complimento. Spero che i tuoi scritti arrivino al massimo riconoscimento.
Con sincera ammirazione ti mando un caro saluto
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..riesci sempre a incatenare noi alle tue parole, l’immagine oltre l’immagine e il suo sentire..
Grande Ale..
bacio.
m.
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Molto bella questa storia, cara Ale, bella perché è il tuo modo di scrivere a renderla tale. A te non serve l’editor, mi riferisco a ciò che ha scritto Beppe, però è anche vero che molti scrittori noti si servono di un “bel repulisti”.
Buona giornata, carissima, un affettuoso abbraccio.
annamaria
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Insomma, il dottor Jekill e mister Hyde non tramontano mai! (o hai visto mai che fosse un’altra faccia del Lcf di una settimana fa?
Certo è inquietante questo mostro che si nutre delle emozioni delle vittime. MI ricorda un personaggio della letteratura fantascientifica ma non mi sovviene chi .
E’ sempre un piacere leggerti 🙂
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Asciutto ed incisivo,costruito con la giusta proporzione di sentimento e sorpresa. Sei disposto ad amare l’autore per la forza espressiva, la finezza psicologica. Sei disposto ad amare i lettori, per il loro quasi fanciullesco trasporto verso l’atmosfera creata. Sei disposto ad amare la vera protagonista, con il suo fardello di dolore e ricordi. Giunto alla fine ti rendi conto che l’autore é un essere abbietto, contro cui vorresti scagliarti, oltre al male fatto, di questo male ne trae doppiamente profitto. Il gusto perverso dell’atto consumato e una manciata di denaro per avere raccontato, pur dilatandolo, il fatto stesso. Giusta afframzione quella dell’omicida che ritorna sul luogo del delitto.
Raramente mi é capitato di leggere e mi sto accorgendo ce tra tanti modi di scrivere, questo lo riconosceei immediatamente.
Ha la sua cifra e facendo il paragone tra vecchi e nuovi post, balza evidente la maturazione, l’affinamento non tanto della parola (Lemmi chiari, sintassi eccellente) quanto piuttosto della costruzione tutta.
Alcuni scrivono in maniera decente, altri che abbandoni dopo la dedica, altri creano e mantengono un fascino cui non puoi sottrarti.
ps: L’Ufficio Refusi, aperto per l’occasione, pur coperto di polvere, fa notare che nel penultimo perdiodo in corsivo al posto di “denato”, starebbe meglio e avrebbe più significato “denaro”.
L’Ufficio Facce, sempre aperto obietta: Il riportare paro paro un testo già scritto, senza modificarne assolutamente nessun aspetto denota un’onestà intellettuale non da tutti. La mozione dell’Ufficio Refusi é da rigettare compoletamente.
La parola ai giurati.
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@ OROFIORENTINO commenti come il tuo mi ripagano dallo sforzo e dall’impegno con cui mi dedico alla scrittura.
Grazie e un forte abbraccio!
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@ BIONDOGRANO ti ringrazio, amica mia ^^
Un bacione*
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@ ANNAMARIA benché sostanzialmente io sia soddisfatta (molto soddisfatta, e mi scuso per l’immodestia) di “Alex Alliston”, in un paio di occasioni – rileggendolo – ho cominciato a scagliare oggetti per la stanza. Un editor competente mi avrebbe sicuramente aiutata a migliorare il libro.
Ciò detto, ti ringrazio molto e ti abbraccio.
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@ URIEL a me potrebbe venire in mente qualcosa di Stephen King, però in maniera assai vaga.
Grazie, amico mio!
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@ CAPEHORN L’Ufficio Refusi, però, ha ragione. E ora modificherò.
Nel frattempo, sono stata costretta a bocciare un testo assolutamente delirante che i “Ragazzi dell’Officina” avevano partorito dopo aver ingerito una smodata quantità di birre.
Li attendo domani, e spero che si ripresentino sobri.
A parte questo, ti ringrazio infinitamente per il tuo commento, bello, analitico e molto buono nei confronti della sottoscritta.
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Piacerebbe molto leggere dei deliri dei “Ragazzi”.
Giusto per valutarne l’effettivo … delirio.
😀
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@ CAPEHORN forse un giorno li posterò. Sai che risate 😛
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Confesso che ne sentiamo il bisogno:
L’Ufficio Facce, La Compagnia della Buona Morte, Le Allegre Comari … io.
😛
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Vedrò di accontentarvi ^^
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Non c’é fretta. Sapremo stupirci ancora una volta.
🙂
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@ CAPEHORN più che altro, vanno troppo sul truculento e talvolta su aspetti porno…
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Un piccolo passaggio per lasciarti la buona sera
Baci
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE baci a te, cara Mistral*
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Buon fine settimana….ciao…
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@ SALVATORE RIZZI ricambio con grande simpatia 🙂
Domani comunque scriverò il nuovo episodio di “Matrioska”.
Incrocio le dita…
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dal pc provvisorio.
ripass ocon calma a leggerti.
nel frattempo, un favore: se ti va, mi faresti presto un re-blog?
a dopo!
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Insisti è il tuo fare….ciaoo…Sar….
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@ LILLOPERCASO ciao!
Un re-blog?
Ehm 😛
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@ SALVATORE RIZZI grazie per la stima e l’incoraggiamento!
Buona giornata ^^
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Che bastardo!! E se rendesse pubblica la storia (denunciarlo no, dopo tutto ‘sto tempo, niente prove), sai che pubblicità gli farebbe? Io sarei per la vendetta, tremenda vendetta.
Brava Alessandra!
E all’Ufficio Refusi, come giurato, dico: piena libertà d’intervento per l’autore.
Reblog: va’ sul mio, se sei d’accordo, gira il link di E. 🙂
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@ LILLOPERCASO già, nessuna prova e tanta pubblicità gratuita!
Vendetta… sì: andrebbe affidato a un certo Matrioska 😛
Grazie!
Ora vado ^^
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Ciao Alessandra, come stai?
Anche se nella vita i passaggi a vuoto ci fanno spesso male, non bisogna
mai arrendersi…
L’ attesa ti ricompenserà
Un bacione
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE ti ringrazio per l’augurio, cara Mistral.
Quando ero su Splinder scrissi un post – non ricordo più il titolo – che parlava di lucine accese (quelle che su Splinder identificavano gli amici on-line) e del conforto arrecato da una presenza amica, virtuale ma anche reale.
Due bacioni**
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Ciao Alessandra sempre belle le tue storie!!! Ti auguro un bel Fine Settimana 🙂
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A domani….ciao…
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@ SIMONA grazie, Simo ^^
Buona domenica 🙂
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@ SALVATORE RIZZI ciao!
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Temo che sarei ripetitiva, perciò salto a piè pari gli apprezzamenti che puoi benissimo immaginare da te e che gli altri ti hanno già fatto, non. aggiungerei nulla di nuovo. Una cosa però te la devo dire: non è la preima volta che, leggendo un racconto o un libro, mi capita di intuirne il finale. A questo punto interrompo la lettura perchè ho perso ogni interesse. Questa volta ho continuato la lettura ed ho fatto bene, ne valeva la pena.
Ciao con bacio allegato.
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@ SUZIEQ11 quindi avevi capito…
Non è un dramma per me, comunque, dato che in questo racconto non era la suspance che cercavo. In caso contrario, avrei pianto 😛
Grazie, carissima, con due baci allegati ^^
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Un altra storia con un finale al quanto innaspettato..
E Tu cara Alessandra riesci sempre a sorprendermi..
Bravissima!
Je te souhaite ma chère amie un très douce nuit!
Michelle
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Grazie Ale, è andata bene.
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@ VENTIDIPRIMAVERA grazie, chèrie!
Bisous*
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@ LILLOPERCASO molto bene 🙂
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E’ intenso, a tratti doloroso… e non fatica a coinvolgere senza passaggi a vuoto. Baci.
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@ UNIVERS il dolore è una delle mie fonti di ispirazione.
Grazie e baci a te!
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Sarebbe un onore, vedere il proprio libro preferito a uno del Re… 🙂
un salutone
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@ CLAUDIA lui non lo meritava, però.
Un abbraccio!
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