La notte passò lenta.
Le stelle scintillavano nel cielo terso, illuminando la collina di una luce che sembrava magica; data l’ora tarda, tutto intorno, il paese riposava tranquillo. Dall’alto calava un soffio di vento profumato e tiepido, molto in lontananza, verso nord, si alzava qualche spirale di nebbia, al di sopra di uno specchio d’acqua che riluceva ai raggi della luna. Prima di prender sonno, il che avvenne quando ormai un nuova data aveva preso possesso del calendario, Paola si chiese oziosamente se stava andando incontro al solstizio d’estate. Conservava ricordi vaghi al proposito, che risalivano ai tempi della scuola; forse quell’anno, si disse, era stato anticipato di un giorno, o forse no. Comunque fosse, era un interrogativo ininfluente, paragonato ai discorsi del professor Brendeen Reed e di Berisha. Su questa considerazione si addormentò.
Sorse un sole radioso e la ragazza saltò giù dal letto. Andò in bagno a lavarsi, indossò un paio di jeans, scarpe da ginnastica e una felpa, poi raggiunse la madre in cucina. Erano già pronti latte, caffé, burro e marmellata, oltre a un grande bicchiere pieno di spremuta d’arancia. Paola cominciò a mangiare, mentre la mamma trafficava ai fornelli preparando una torta. La cucina dava su un piccolo giardino; sulla destra c’era l’orto e a sinistra un cancello immetteva su un sentiero che, dopo aver girato varie volte su se stesso, si congiungeva alla strada. Le stanze da letto erano disposte al primo piano, soggiorno, sala da pranzo (che non veniva usata praticamente mai) e cucina occupavano il piano terra. Ovunque c’erano ampie finestre, e al momento erano tutte aperte. Non era una casa di ricchi, però era sicuramente un’abitazione dignitosa, avuta in eredità dai nonni, e in seguito ristrutturata.
Paola pensava a Attilio, che gli amici scioccamente chiamavano Attila, nonostante il buon carattere e i modi gentili o magari proprio a causa di essi. Non sapeva se lo amava, gli voleva bene e desiderava fare sesso con lui, cosa che rimandava di continuo sfogando le sue pulsioni da sola, anche fin troppo spesso. Era il retaggio dell’educazione cattolica, dei principi rigidi trasmessi in lei da sua madre, una donna buona e cordiale, ma intransigente in materia. Mandò giù una fetta di pane imburrata, bevve un sorso di caffè e trasferì l’attenzione su quanto si erano detti la sera prima dall’americano.
Lei e Nazif erano tormentati dagli stessi sogni, in quanto a Brendeen non si era ancora fatto un’opinione precisa sullo strano fenomeno, posto che fosse semplice inquadrarlo come se si trattasse di una formula matematica o di un problema di geometria. Scosse involontariamente la testa. Non era per niente facile! Era piuttosto un fatto oscuro e sinistro. Esattamente come l’essere che prendeva vita in quegli incubi. Se non fosse stato per quelle “visite notturne” (e per il desiderio continuamente tarpato di sesso), si sarebbe definita una ragazza serena, quasi felice, benché intuisse che la felicità vera sarebbe arrivata più avanti quando l’amore con la “A” maiuscola l’avrebbe raggiunta con la delicata forza dello scirocco che accarezza un fiore. E, dentro di sé, sentiva che tale sortilegio non sarebbe stato dovuto al caro Attilio. Qualcun altro sarebbe arrivato… o era già arrivato? Formulò mentalmente il nome di Berisha, poi scacciò il pensiero. Per adesso andava bene così.
Finì la colazione, scambiò un bacio con la mamma e uscì per recarsi al lavoro.
Era l’ultimo giorno in cui la biblioteca restava aperta. A partire dall’indomani sarebbe rimasta chiusa fino a metà settembre, e di ciò Geltrude, l’anziana bibliotecaria, un po’ si rammaricava: avrebbe trascorso due settimane a Rimini, e questo le piaceva perché avrebbe rivisto le vecchie amiche con le quali condivideva le vacanze ormai da anni; l’altro lato della medaglia le suggeriva però che, tornata dal mare, avrebbe finito per annoiarsi. Amava il suo lavoro e amava i bambini, sebbene a volte la facessero disperare.
Salutò con un sorriso il nuovo venuto, uno degli utenti più affezionati, forse anche troppo a suo giudizio (sarebbe stato preferibile che dedicasse maggior tempo alle partitelle di calcio, alle gite su per la collina e a qualche scampagnata in bicicletta, cose che faceva, benché di rado). D’altro canto, Valentino, Vale per gli amici, era un ragazzino strano. Geltrude rimise gli occhiali e tornò alle sue incombenze.
Dopo aver restituito compitamente il saluto, Vale si diresse verso la sala interna, quella riservata a bambini e ragazzi, che per lui rappresentava il luogo dei sogni. Adorava leggere, anche se poteva succedere che per questa passione talvolta venisse preso in giro. Il fatto che portasse già gli occhiali era un ulteriore motivo di sbeffeggiamento. Senza contare che detestava il banale soprannome che gli avevano dato. Tifava per Márquez e non per quel vecchio dinosauro permaloso di Rossi!
Quel mattino si sentiva inquieto. Una bella scorpacciata di libri lo avrebbe rimesso in sesto, ne era assolutamente convinto; questo non toglieva che fosse ancora sconcertato (e spaventato) dall’esperienza vissuta la sera prima.
Era uscito un attimo in giardino lasciando a metà la cena, più per sottrarsi alla deprimente scena dei suoi genitori che litigavano, sbraitando insulti e cattiverie, che per un reale desiderio di fare due passi. Era uscito dal giardino, imboccando la strada che portava alla chiesa, sita su un dosso dal quale si godeva un buon panorama. Aveva incrociato Michele e Danilo, un saluto e via, e si era fermato a osservare la valle che presto sarebbe stata illuminata da una quantità di stelle. Conosceva bene l’astronomia e capitava che di notte si affacciasse alla finestra della camera da letto per scrutare a lungo il firmamento. Era ancora presto; il sole stava tramontando in un trionfo di colori. Vale fece spaziare lo sguardo e a un tratto fu colto da un brivido. Non comprendendone la ragione, si guardò bene attorno: non vide nulla. Nulla di insolito, di strano, di minaccioso. Poi ecco nuovamente il brivido, simile alla carezza gelata di un fantasma. E come un sibilo. E il sentore di qualcosa di orribile che si avvicinava. Solo che non gli sembrava una presenza “reale”. Gli pareva piuttosto l’immagine riflessa di qualcuno che non si trovava esattamente lì, ma che comunque riusciva a mostrarsi, a farsi sentire, in due luoghi diversi. Vale aveva corrugato la fronte, cercando di vincere il tremito. Era una sensazione angosciante, mai sperimentata in precedenza.
L’essere misterioso si fece più vicino.
Vale trasse un profondo respirò e fuggì via.
Spero ce la faccia. Corri, corri. Che bella puntata! Ma scusami… com’è sto “vento di Scirocco?” Come ti è venuta questa?
I miei complimenti Lady Alessandra! Ci lasci sempre col fiato corto e con mille questioni in sospeso, mannaggia! Ma qui non ci si annoia mai. Non ho potuto fare a meno di notare quache strano commento poco carino girovagando nel tuo blog ma… confesso… quella signora (anche se OVVIAMENTE non ci ha preso proprio per niente) mi ha strappato un sorriso. Sicuramente scherzava. E ci voleva. No?😂
Ciao. Appendi quella tastiera vecchia spugna ma… scrivi sdraiata, coi piedi, e il risultato sarà sempre OTTIMO. Ciao.
( Come i ragni. Hai presente?) Mi pare che li adori, NO?😊😊😊
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ LADY NADIA perché amo lo scirocco… (e non i ragni!)
Ti ringrazio moltissimo, sister Lady. Essendo questa una storia assai lunga, credo che inevitabilmente in alcuni capitoli vengano a mancare colpi di scena, cerco di sopperire in altro modo; ma mi fa davvero un grande piacere che tu abbia apprezzato il presente episodio.
La signora scherzava? Può darsi, sempre che poi sia davvero una signora e non forse un uomo.
Scriverò sdraiata, ok 🙂
Ciao!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mmmmmm… mumble mumble…
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ LADY NADIA eheheh 😀
"Mi piace""Mi piace"
gli sta bene a Vale avere paura dell’uomo nero. Così impara a tifare Marquez! Squalificati in due 😀
Da gran maestra del brivido prepari il colpo di scena. Ci sarà o ci terrai sulle spine?
Un caro abbarccio
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ NEWWHITEBEAR e allora sono squalificata anch’io 😀
Colpi di scena? Presto o tardi arriveranno.
Un grande abbraccio.
"Mi piace"Piace a 1 persona
lo immaginato che non sei tra le fans di Vale. Male, male…
Un grande abbraccio
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ NEWWHITEBEAR conosci Max? 😀
"Mi piace""Mi piace"
Grazie della lettura tesoro, aspetto cosa succedera’, 🙂 tanti baci e buona serata, ❤
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ LAURA grazie a te, stella 🙂
Bacissimi.
"Mi piace""Mi piace"
❤ buona domenica cara ❤
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ LAURA un sorriso per te!
"Mi piace""Mi piace"
Le trame si infittiscono, i personaggi prendono maggiore consistenza, le vicende ci appassionano. Il racconto procede come una locomotiva 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ RODIXIDOR e io sono lusingatissima per le tue belle parole!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sono entrata lenta in questa storia, ma ora ci sono in pieno e attendo gli eventi.
Merito di chi scrive!
Un caro saluto, buona noute!
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ ILI6 e merito della tua pazienza.
Un caro saluto a te 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Buona settimana Alesandra ! 🙂
Con simpatia,
Aliosa 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ ALIOSA che bella musica! Grazie 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Puntata costruttiva, ai fini del climax che vuoi rendere… aspettiamo con ansia certi eventi. Un saluto. Univers
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ UNIVERS81 quello era proprio il mio scopo.
Ti ringrazio, mio “vecchio” amico.
"Mi piace""Mi piace"
La presenza sinistra è nuovamente avvertita, una nube incombe sui due giovani, temo che le loro vite stiano per essere sconvolte.
Bellissima narrazione intrecciata da metafore esaustive e raffinate.
Ti auguro una buona serata, cara amica, e ti lascio un abbraccio.
Annamaria
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ ANNAMARIA49 ti sono davvero grata per i tuoi elogi!
E’ come dici tu: vite sconvolte… e grandi pericoli che si addensano, simili a nubi scure.
Un forte abbraccio a te, mia impagabile amica.
"Mi piace""Mi piace"
Eh, Vale ha ragione 🙂 Spesso ci corrono lungo la schiena brividi che non sembrano correlati a nulla e che prontamente scacciamo per suggestione, e la suggestione sicuramente può fare questo effetto. Ma… se non fosse sempre così? 😉
Auguro a Paola di coronare il suo sogno a riguardo del principe azzurro, anche se forse non dovrebbe dare troppo retta a sua madre! 😀
P.S.: saluti da Stoccolma dove sono per lavoro (d’inverno mai ci andrei per diletto 😀 ). Tra poco cena “fantozziana” con i colleghi scandinavi… ma il tempo di leggere il tuo blog l’ho trovato finalmente! 😉
http://www.wolfghost.com
"Mi piace"Piace a 1 persona
@ WOLFGHOST molto profonda la tua riflessione.
Stoccolma? Freddo a parte, ti invidio 🙂
Buona cena “fantozziana” (dai, non sarà così) e grazie per l’attenzione, carissimo!
"Mi piace""Mi piace"