A causa di quel fottuto bastardo americano, Daigh era ancora irritato; gli aveva spedito un virus, ma ciò non aveva placato la sua collera. Per la prima volta da quando lavorava per lui si rivolse a Ibrahim al-Ja’bari in modo non proprio insolente o aggressivo, però neppure deferente.
“Londra?”, chiese in tono secco.
Il fondamentalista lo fissò per alcuni secondi. Forse riteneva superfluo rispondere a una domanda sciocca. Poi con voce tranquilla disse: “C’è un tempo per ogni cosa. Se la bomba dovesse esplodere prima del mio incontro con la meretrice, cosa succederebbe?”
Sebbene fosse convinto a metà, Daigh annuì. “Lei non si farebbe vedere.”
“E non è questo che voglio. Quello che desidero è umiliarla davanti al mondo… dopo, toccherà a Londra, e più avanti…” Lasciò le parole in sospeso e prese il Corano, accarezzandone il dorso.
Va bene, aspetterò, pensò Daigh, anche se a malincuore. In fondo, mancava poco; era un aspetto più consolante. Gli sfuggiva il motivo per cui aveva dovuto comunicare una data per poi posticiparla, non che fosse importante. Scrollò le spalle. Magari l’arabo voleva tenere sulla corda l’infedele Todorov.
Sia Ibrahim al-Ja’bari, sia il Mago possedevano un quoziente intellettivo molto elevato: entrambi, però, avevano commesso un errore di valutazione. Consideravano gli americani un popolo piuttosto stupido. E’ vero, erano potenti, avevano vinto la guerra fredda, erano riusciti a fare quello che volevano in Afghanistan, laddove invece i russi erano stati costretti a ritirarsi, ma questo dipendeva dalle loro enormi risorse naturali e dai dollari che gli consentivano di produrre ogni genere di strumento tecnologico, e armi di ogni tipo.
L’altro lato della medaglia rivelava la loro vera essenza, quella di una nazione senza Dio, priva di forza morale, schiava dell’avidità e preda di vizi inconfessabili. Era l’impero del male, composto da donne arroganti e lussuriose, uomini incapaci di desiderare qualcosa di diverso dal denaro, bambini petulanti e capricciosi che un giorno, da adulti, sarebbero diventati simili ai padri. E Satana rideva di tutto questo.
Per Daigh la questione esulava dall’aspetto etico. Erano amici degli inglesi, e ciò bastava.
E il suo errore, sottovalutare il rivale di Boston, non avrebbe comunque portato ad alcuna conseguenza. Aveva solamente trovato un ragazzo più in gamba di lui. Quel ragazzo, Stephen Roberts, introverso e apparentemente negato per qualsiasi attività, era atteso da un futuro che sarebbe andato oltre i suoi sogni più sfrenati. Avrebbe varcato una soglia magica e sarebbe diventato un asso della National Security Agency.
Il caso di Ibrahim al-Ja’bari era diverso e decisamente più grave. Non sapeva, né poteva immaginare, preso com’era dalla sua fede mistica, che a Langley, Virginia, un uomo di nome Brian Stevens aveva categoricamente vietato di divulgare la notizia della morte di Todorov e della conseguente distruzione dell’ordigno nucleare. E che Monica Squire ne era stata informata. Ci sarebbe stato un incontro, certo, ma forse non con lei.
Se il fondamentalista avesse avuto una chiara visione dei fatti, ne avrebbe preso atto con rammarico… ma era paziente, guidato da Allah, e poi decapitare il marito della sgualdrina sarebbe stato comunque un segnale forte. In fondo, la guerra era appena incominciata.
Il suo sguardo penetrante era rivolto solo a occidente, e questo fu il suo secondo errore.
Anche Daigh aveva un suo misticismo, sebbene assai diverso dagli insegnamenti – travisati – del Corano. Nasceva da ideali, ideali concreti, non ancorati a falsi precetti religiosi, bensì alla realtà, la vera e triste realtà di un Paese oppresso da troppo tempo, e che aveva visto troppo sangue.
A un tratto, senza il benché minimo preavviso, gli sembrò di udire una voce cristallina che proveniva da lontano. Muireann che cantava Zombie a squarciagola, le guance arrossate per l’emozione, gli occhi blu indaco scintillanti di collera e di amore e i capelli color dell’autunno mossi dal vento.
La rabbia si impossessò nuovamente di lui, e quella rabbia soffocò anche la smisurata considerazione che aveva di se stesso.
Voleva soltanto… vendetta.
Al mattino, Bertu Mura, dopo aver preparato un’abbondante colazione, che gli americani consumarono con piacere, li aiutò a caricare l’attrezzatura su un furgone preso a noleggio, sotto falso nome.
Era soddisfatto. Aveva aiutato un amico, al quale doveva la vita, e non ci aveva rimesso un euro. In parte, perché il “materiale” gli era stato fornito a prezzo di favore, e in parte perché aveva fatto incetta di dollari barando allegramente a poker.
Sapeva benissimo che Yarbes lo aveva capito; ma era un modo più elegante per rifarsi delle spese, no?
Si salutarono con nuovi abbracci e Martin indicò a Wilkins il percorso da compiere.
Gli altri tre ricontrollarono scrupolosamente le armi.
Se Ibrahim al-Ja’bari avesse guardato anche a oriente, scordando per un momento il suo odio ossessivo rivolto agli Stati Uniti, forse avrebbe preso in considerazione un fatto che ormai apparteneva alla storia: Israele non dimenticava mai.
Mentre Mura si accomiatava dai suoi ospiti, un uomo scese dall’aereo, sbrigò le formalità senza problemi, noleggiò un’automobile e guidò con calma, stando attento a non superare i limiti di velocità. Si chiamava David Chazan, era nipote di un nazista ma lavorava per il Mossad. Per ovvie ragioni non aveva un pistola con sé; d’altra parte era abituato a uccidere a mani nude e non aveva mai fallito. La carnagione chiara, ereditata dagli avi tedeschi, avrebbe tratto in inganno chiunque. Gli occhi evocavano lo stesso calore del ghiaccio.
Non gli importava molto di Sarah Gabai, poiché non possedeva il dono dell’empatia, ma era abituato a eseguire gli ordini. E Aaron Ben-David era stato molto preciso.
Monica Squire si trovava di fronte a un bivio. Aveva trascorso gran parte della sua vita ad affrontare dilemmi. Una vita che le sembrava una giostra: oggi in alto, domani in basso. Dapprima grande speranza della CIA, in seguito accusata di viltà, derisa e villipesa. Poi… aveva ucciso Matrioska ed era tornata in auge. A Mosca, ai tempi del fallito golpe, aveva dovuto decidere se ammazzare Miloslav Pomarev oppure risparmiarlo; non si era trattato di una scelta facile, e solamente lei sapeva quanto le era costato non premere un’ultima volta il grilletto. Ma sarebbe stato un assassinio a sangue freddo, ciò che Yarbes invece non avrebbe esitato a fare.
Direttrice della Central Intelligente Agency… presidente degli Stati Uniti… colpita al cuore dalla morte di John. E adesso? La bomba non sarebbe esplosa, rendendo vane le minacce dell’arabo. Cosa doveva fare? Tornare a Washington per affrontare la sua ex amica, Margaret Collins, divenuta una serpe in seno?
Forse. Ma più avanti.
Nessuno era mai riuscito a toglierle dalla mente il sospetto che fosse una vigliacca. D’accordo, era successo una volta sola, però era successo. E aveva proclamato in tv che avrebbe affrontato il malefico essere che aveva ordito la più orribile delle trame. Prendere un aereo e fare ritorno alla Casa Bianca sarebbe stato facile. Troppo facile. Il nemico da combattere era qui. Se avesse rinunciato alla lotta, sarebbe stato come ammettere che sì, in fondo, era una pavida.
Questo non poteva accettarlo.
Una bella puntata senza grandi azioni ma con molte spiegazioni della storia passatya, di quelle presente e chiari indizi per quella futura.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR grazie mille, mio caro amico.
Un grande abbraccio.
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Ibrahim al-Ja’bari
Quello che colpisce, nell’immediato, è la snellezza. Quella snellezza che solo i grandi scrittori conoscono. Quella snellezza che ti permette di leggerem dall’inizio alla fine, tutto quanto.
Divorando avidamente le parole, fino in fondo.
Ecco, milady, siete riuscita-ancora una volta- nell’incanto.
Una parte che parla.
Ci parla.
Il passaggio dell’arabo che riflette, considera e offre il suo punto di vista.
Il sostare, sottolineandolo, il carattere (dal punto di vista di …) di al-Ja’bari con riflessioni, situazioni e caratteristiche, rende questo capitolo assolutamente tondo e privo di imperfezioni.
Una scenografia importante; una rappresentazione grafica sostenuta dove, le parti, si muovono al ritmo della parola.
Bello davvero (e superfluamente, non ne avevamo alcun dubbio).
Magistrale, poi, l’ingresso del Joker’s question of history: David Chazan.
Una caratteristica affascinante è il mimetismo letterario che insinuaste, a questo punto della storia.
Infatti, la precisa connotazione nei Servizi israeliani, porta a dei avi tedeschi e delle caratteristiche decisamente diverse dai canoni stretti, standard, dei figli di Davide.
Anzi, negli anni, tale caratteristica ha rappresentato oro fino proprio per l’Istituto Tafkidim Meyuchadim. (Il passato ci ha riservato precedenti illustrissimi).
Siamo ad una svolta forse?
Siamo, crucialmente, alle soglie di una nuova Ḥarb Tishrīn, che sta esplodendo tra capo e collo nello scacchiere euro/mediorientale?
I cardini delle porte dell’inferno sono stati, convenientemente, oleati. Ed ecco la chiave che le aprirà, quelle porte.
Splendida, poi, l’analisi transazionale sul popolo Mirikano.
Sarebbe superfluo non complimentarci con tale scrittura. Se ne vede così poca in giro.
Abbiate le nostre cordialità, milady
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PS: Sottolineando che ci sarebbe tanto e molto tanto da aggiungere, ci riservammo il ritorno in altro momento.
Un gran bel capitolo.
(Pietà per gli orrori della scrittura)
Rhad Hyosij Tah
😉
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Baci cara, grazie per la bella lettura, ti abbraccio e buona domenica, ❤
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serena domenica
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Torna Monica, spero solo non sia chiamata al sacrificio estremo, cosa che lei affronterebbe senza battere ciglio, e tornerà anche Yarbes. In questo capitolo dai chiarezza ulteriore di ideali, che non so quanto siano pieni di valori,e di ottuse convinzioni che spiegano atteggiamenti e azioni anche inaccettabili. Ma questa è la storia (hai sentito alla tv delle cinque bimbe kamikaze costrette a saltare in aria? Povere bimbe! Se questi sono valori….E non c’è religione che tenga! siamo alla follia!!! )
sorry, mi sono dilungata…buon pomeriggio domenicale, ciao 🙂
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@ LORD NINNI sono incantata dal vostro intervento, Milord!
Non merito tanto.
Comunque, mi avete regalato una grande gioia 🙂
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@ LORD NINNI ne sarei molto felice!
Radiosità 🙂
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@ LAURA un bacione a te, mia bella amica * _________ *
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@ MAIRITOMBAKO volentieri, cara 🙂
Buona serata.
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@ ILI6 siamo alla follia, è vero! Mi sembra che solo Putin abbia capito cosa fare. Ti ringrazio di cuore, Marirò, e ti abbraccio.
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Questa è stratosferica
Sembrerebbe, da voci ancora non confermate che gli inglesi tentino, in tutti i modi, di eccellere nella Cretinisia più acuta.
Come se il mondo si fosse dimenticato il loro copyright sui campi di concentramento, oppure le risibili iniziative in campo internazionale, adesso stanno, tentando almeno, di superare se stessi.
Leggete qua:
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/gb-ok-ad-attacco-contro-jet-russi_2137942-201502a.shtml
Proprio vero: la madre degli sciocchi …
Adesso, se mai ce ne fosse stato bisogno, sappiamo a causa di chi potrebbe esplodere la III Guerra mondiale (Ovviamente non volendo considerare la Mirika).
Vabbé, come si dice, finché c’é vita …
Banzai
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@ LORD NINNI ho letto e non ho parole…
Verissimo è un fatto: i campi di concentramento non furono un’idea nazista, bensì un’iniziativa inglese, contro i boeri.
La Mirika? Per fortuna, tra un anno cambierà presidente 🙂
Banzai ^^
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Ancora un anno, già.
L’abbronzato, con il Nobel Prize, è fetente proprio.
Tutto arrabbiato che sta perdendo milioni di dollari, a centinaia, per colpa del primo Vladimir Vladimirovic che passava da là.
Non ci voleva proprio.
-Spendere soldi per spiare la Deutschland e fregarli con una Volkswagen.
-Spendere soldi per aprire canali con Erdogan, e quel mattacchione di Recep Tayyip (Soltanto per i nomi dovrebbe essere arrestato) la fa, continuamente, fuori dal vasino.
-Spendere soldi per ideare, fondare, armare e rendere operativa Al Nusrah e Boko Aram e il Vladimir di giornata li sta castigando.
-Spendere un fiume di denaro per sanzionare la Russia (su affari strettamente e rigorosamente personali) e tutto il mondo conosciuto e sconosciuto si lamenta delle prefate sanzioni.
-Spendere soldi in sistemi di ascolto e spionaggio avanzato e poi arriva il primo Assange e Snowden che passavano di là a fargli perdere pure la faccia.
Ma insomma, gli USA (e getta) non sono il Bancomat del pianeta.
Né il servizio di Gendarmeria internazionale.
Né il paese che deve pensare a tutto, armi, munizionamento e sommosse popolari comprese.
Né la fucina che sforna, continuamente, terroristi affiché, arrivando il 7° Cavaleggeri assurgano a difensori del mondo, allungndo le mani dappertutto.
No.
Basta, poveri Mirikani.
Lasciamoli in pace.
Ecco: lasciamoli proprio. Non disturbiamoli più. Che se ne stiano la, che noi staremo di quà.
E staremo tutti benone.
Visto mai che, finalmente, riusciamo ad alzare un po’ il livello televisivo senza quegli osceni format e episodi di storielle di 5° qualità?
Mah, poveretti, ultimamente gli fischiano e orecchie.
PS: il 4 Febbraio, Festa nazionale dei Confederate States of America, ci sarà a Richmond, la Capitale, in Mondovisione il processo all’abbronzato.
Ultimi biglietti in vendita.
Prenotiamo? Porterete qualche amica? Temiamo che chiuda il botteghino, sono in tanti coloro che vogliono partecipare.
Buona giornata e DEO VINDICE
🙂
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Monica è a un bivio e dovrà decidere alla svelta, di azioni all’ultimo sangue ne già compiute e ora deve anche vendicare la morte del figlio oltre che difendersi da chi trama alle sue spalle.
Gran bel capitolo, come sempre, carissima.
un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 Monica si trova davanti a un grosso bivio, hai ragione cara Isabel.
Grazie! E un forte abbraccio a te.
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Ma sì che sei brava, ha ragione Lord Ninni. Vai avanti così che mi piace sempre di più. E questo Chazan poi uscito dal cilindro? Interessante …
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Ho dato un’occhiata alle statistiche del mio blog.
Più “ricercati” 🙂
racconti eccitanti con nonna vedova in vacanza, anne heche violentata, danzerò per te, frasi cattiveria femminile. Sob!
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… racconti eccitanti con nonna vedova in vacanza? …
… anne heche violentata? …
… frasi cattiveria femminile? …
Ma chi frequentate ultimamente?
😐
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@ LORD NINNI non saprei… ma escludo categoricamente che siano gli amici e le amiche che hanno la bontà di commentarmi.
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Ad essere onesti, adesso che mi ci fate pensare (giusto la vostra risposta), mi venne in mente un episodio simile che vi occorse su Splinder. Ricordate? E ricordate la protagonista di tali gentilezze?
http://digilander.libero.it/Gretablu/icone/animali/scarafaggio.gif Proprio proprio non ve ne ricordate?
Stesso modus operandi e stesso sistema.
Cos’é: Il ritorno della Grande Black?
Salutaziosità
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@ LORD NINNI letto e straquotato!
Radiosa serata.
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@ SUZIEQ11 a proposito di Lord Ninni, ti lasciai un messaggio nel suo penultimo post.
Non è uscito dal cilindro: comparve quando il suo capo telefonò a Brian Stevens, compresa una breve storia della sua famiglia.
Grazie, Ciop!
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Chiedo scusa ma l’Alzheimer galoppante ognitanto si fa sentire.
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@ SUZIEQ11 oh, non ti preoccupare! Da me si fa sentire spesso 😀
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Consolati, per arrivare a me cliccano per la stragrande maggioranza sui post “e adesso parliamo di culi” o altrimenti su “miss lato B”, “dramma della gelosia ovvero “le specialità bolognesi” e uno nel quale spiegavo cosa intendiamo veramente per “gnocca” noi bolognesi. Come se non avessi scritto altro. Non rinnego certo quegli articoli ma ho scritto anche altro.
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Credo che questa numero 61 sia interlocutoria ma assolutamente necessaria per sbrogliare i prossimi imminenti sviluppi delle vicende. Un caro saluto, alla prossima. Univers
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@ SUZIEQ11 lo so che hai scritto anche altro! E aggiungo: di valore, Ciop ^^
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@ UNIVERS81 queste erano in effetti le mie intenzioni, caro amico.
Abbraccio.
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Isomma … Tutti seduti in riva al fiume aspettando che passi il cadavere del loro peggior nemico, in braccio alla corrente.
E’ giusto … La calma prima della tempesta e che sento crescerà come una melodia … pesarese !!
Un Verdicchio per ingannare l’attesa? 🙂
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Bé, il buon (si fa’ per dire) Ibrahim se n’è fatto di nemici, un po’ ovunque. E credo che sia inevitabile per un personaggio così. Prima o poi qualcuno che trova la breccia giusta c’è sempre… soprattutto se iniziano ad essere in tanti a cercarla 😉
Sono d’accordo con altri commenti che ho letto: ottima puntata, e non si vede l’ora che arrivi… il nodo al pettine!! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ CAPEHORN e tempesta sarà! O, almeno, lo spero.
Il tuo invito è assai gradito 🙂
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@ WOLFGHOST attenzione a non sottovalutare troppo il “buon” Ibrahim 🙂
Grazie, carissimo lupo.
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ahah no no, non lo sottovaluto!! 😉
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@ WOLFGHOST bene 🙂
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…
Eccomi a leggere un’altra bellissima puntata
spiegata generosamente con la Tua solita bravura
ed ecco ora, Monica ad un bivio e con i suoi dilemi…
Ci si chiede, quale sarà la prossima mossa?
Carissima ti auguro una serena domenica, un abbraccio
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA di Monica sapremo presto.
Amica Michelle, ti ringrazio e ricambio l’augurio e l’abbraccio.
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