Il fatto che in genere le donne non siano trattate troppo bene nei romanzi, questo almeno a mio parere, non credo che dipenda solo dalla misoginia più o meno conscia degli autori maschi; il “gentil sesso” ha saputo fare anche di peggio. Però, tale componente esiste ed è inutile negarlo.
Qui di seguito vi propongo una breve carrellata di figure femminili.
E’ difficile trovare un personaggio più antipatico di Fran, protagonista, anzi eroina a detta dell’autore, del romanzo The Stand (L’Ombra dello Scorpione) di Stephen King. Ride senza motivo, piange senza motivo, sviene senza motivo, e con il procedere della storia diventa supponente, arrogante e possessiva nella accezione meno lusinghiera del termine, riuscendo nella difficile impresa di rendere antipatico anche Stuart Redman quando costui si lega a lei; in precedenza, Stu mi piaceva molto. I personaggi più riusciti del libro sono Nick, il ragazzo sordomuto, e Pattume… guarda caso, maschi. Per contro, King ha saputo dar vita a una protagonista formidabile, Annie Wilkes, in Misery (straordinaria è stata l’interpretazione di Kathy Bates nella trasposizione cinematografica del romanzo, e meritatissimo il premio Oscar). Penso che la grande differenza con la quale Stephen King traccia i due ritratti femminili derivi dalla sua incapacità di capire le donne, e infatti l’infermiera pazza rappresenta un caso atipico, fuori dagli schemi e dalla razionalità.
Un altro esempio di caratterizzazioni diversissime fra loro è fornito da Dostoevskij. La Lisa de I Demoni rappresenta tutto quello che in una donna non mi piace; è meschina e vanitosa, nonché oltremodo superficiale. Viceversa, in Sonja di Delitto e Castigo troviamo una rappresentazione splendida di una prostituta (per necessità) che assurge quasi al ruolo di angelo; notevole pure la figura di Katherina, moglie di Marmeladov, malata e infine destinata alla pazzia. Qui mi sfuggono le spiegazioni. Per inciso, il monologo di Marmeladov, nei primissimi capitoli, raggiunge le vette più elevate della narrativa di tutti i tempi.
A proposito di mogli, la consorte del poliziotto Claude Lebel (Il giorno dello Sciacallo di Frederick Forsyth) è notevole in quanto non appare mai; sappiamo soltanto che alla fine del libro redarguirà il marito, a causa delle sue assenze (dovute all’indagine che ha brillantemente condotto).
Anche J.R.R. Tolkien ci riserva due personaggi di differente levatura: scontata e stereotipata risulta Arwen, la principessa elfica (nel film, Liv Tyler); vera eroina, amareggiata e tuttavia fiera, la fanciulla di Rohan, Eowyn. Quando lessi per la prima volta Il Signore degli Anelli pensai esattamente le stesse cose (a Londra, in un eccesso di ottimismo acquistai l’edizione in inglese, ma con scarso successo, per via della mia mediocre conoscenza della lingua di Shakespeare).
Fabio Genovesi in Chi manda le onde ha creato una figura davvero notevole, quella di Serena, anfibi ai piedi e grande carattere. Un’italiana con i fiocchi (esistono, esistono, credetemi).
Di scarsa rilevanza nell’economia della vicenda, però di forte impatto sul piano narrativo risulta “la Ostrakova” (Tutti gli uomini di Smiley di John Le Carre’).
Zero alla N, il libro di Martita Fardin, ci offre personaggi femminili sempre di spessore: Martina, una specie di dea perversa, Baby Boom, il fascino del nulla, Lady Marija, sul crinale che conduce agli abissi della tossicodipendenza. In quello che scrive Fardin si denota un’ampia capacità di analisi psicologica. Merita sentiti elogi.
Pessimo è il trattamento riservato da Flaubert a Emma Bovary, io non riesco proprio a parteggiare per lei; ambigua con tendenza al negativo appare Inge Lohmark (Lo splendore casuale delle meduse di Judith Schalansky). Sebbene L’Orma del Califfo di Wilbur Smith sia un romanzo abbastanza avvincente, benché non all’altezza della saga dei Courtney, la baronessa Magda Altmann scade nel ridicolo in numerose scene di comicità involontaria. Stendo un velo pietoso sui profili femminili di James Patterson, noto per delegare a giovani scrittori la stesura dei suoi libri. Lui si limita a correggere, della serie: ecco l’imprenditore.
Anna Karenina (Tolstoj) non riesce a convincermi; e la moglie di Jack Ryan (Tom Clancy) è semplicemente detestabile… sì, lo so che metto insieme scrittori di narrativa popolare e autori passati alla storia: lo considero divertente, quantomeno per i miei canoni di (dubbio) umorismo. E poi, tutto sommato, sono distinzioni che lasciano il tempo che trovano. Quello che conta è la capacità di arrivare al cuore, e passando alla musica i Jefferson Airplane, i Grateful Dead, i Doors mi emozionano più di Verdi o di Bach. Rimanendo nel contesto musicale, Tony Sanchez ha svolto un lavoro egregio nel delineare i caratteri di Mick Jagger, Keith Richards, Brian Jones e Anita Pallenberg (voilà la femme) nel suo Su e giù con i Rolling Stones, un testo importante perché è tutto fuorché un’agiografia: lui ha vissuto con Keith Richards e riporta anche fatti non precisamente educativi.
I miei sono comunque esempi scelti a caso, e scelti tra ciò che mi piace e quanto invece non mi soddisfa. Rimane, sempre a mio modesto giudizio, un quadro che presenta più ombre che luci. Su questo desidero soffermarmi ancora per un momento.
La figura della donna, idealizzata soprattutto nell’ambito della poesia, di una certa poesia, è stata demonizzata in altri campi, credo a partire dal Concilio di Nicea, voluto da un imperatore romano per ragioni politiche, e in misura molto minore per motivi religiosi. Gesù, come appare dalla lettura dei Vangeli, amava e rispettava le donne. Prima di Lui, e del suo Grande messaggio, le donne erano assai importanti nelle culture chiamate pagane, e rientravano nel concetto di culto, a loro dovuto. Nella società celtica rivestivano ruoli importanti quanto quelli degli uomini.
In seguito, le cose sono cambiate sino agli estremi della santa inquisizione con la vergognosa, aberrante caccia alle streghe (un esempio magistrale a questo riguardo è fornito da Ken Follett nel suo miglior libro, Mondo senza fine). Un’interpretazione sicuramente blasfema ma non priva di suggestioni è da rintracciare nella verginità di Maria. Verginità uguale purezza. Sesso uguale peccato. Materiale per gli analisti.
Vi è poi la visione della brava moglie-madre, quella che pulisce, cucina, accudisce figli e marito, magari lavora pure fuori dalle mura domestiche, senza che questo intralci la gestione della famiglia, contrapposta alla depravazione inaccettabile di lesbiche, attiviste politiche (specie se sono di sinistra); per tacere di donne troppo aperte a esperienze sessuali o di chi per ragioni diverse e personali decide di abortire. Altro nutrito materiale per gli analisti. E’ possibile che in un futuro non molto lontano la frequentazione dei cosiddetti strizzacervelli venga prescritta per legge, e forse non sarebbe un male.
In conclusione, il maschilismo è diffuso, e ciò è indipendente dal contesto sociale e spesso anche culturale (vedi Nietzsche), tuttavia il fenomeno, che ho cercato di circoscrivere all’ambito letterario, ha implicazioni ben più vaste, sulle quali non sarebbe certamente sbagliato riflettere.
Anche al giorno d’oggi.
A PROPOSITO DI TUTTE QUELLE SIGNORE
19 luglio 2017 di Alessandra Bianchi
33 Risposte
Analisi complessa, complimenti per averla affrontata.
La poesia riscatta le donne, vero, basti pensare a Beatrice, a Silvia o a Angelica. Nella letteratura di oggi, tra gli ultimi libri letti con belle protagoniste, penso alla Ferrante, alla Mazzantini, alla Mennulara di Agnello Horbney, e a Mathilde di Roal Dahl e poi….alla fantastica Bridget Jones!!!
🙂
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@ ILI6 questi sono i commenti che mi piacciono! E non per i complimenti per i quali comunque ti ringrazio di cuore.
I tuoi esempi sono perfetti, cara amica.
Buon pomeriggio 🙂
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Mi piace la tua ricca analisi sulla figura femminile in letteratura ma la tua tesi in definitiva non mi convince. Tu stessa fai degli esempi superbi di figure femminili in Dostoevskij che basterebbero da sole a riscattare tutti i personaggi femminili. Anna Karenina poi è un personaggio così complesso, come tutti i personaggi in Tolstoj, che non può essere definito né negativo né positivo, come Emma in Flaubert, donna fragile e piena di tenerezza. Penso che in generale non si possa negare un maschilismo dominante nella letteratura del passato, ma nei personaggi femminili dei grandi scrittori che tu hai citato questo scompare per lasciar spazio a figure molto reali di donne verosimili. Questo almeno il mio punto di vista.
Buona giornata Biondina 🙂
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@ RODIXIDOR ecco un altro bellissimo contributo 🙂
Che il tuo punto di vista non collimi con il mio va benissimo. Il dibattito, il confronto, anche partendo da posizioni diverse, sono per me veramente importanti. Può anche darsi che in questo post ci sia un pizzico di provocazione, proprio con il fine di stimolare una discussione che spero risulti interessante.
Un sorriso per te!
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Grazie 🙂
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Bello il.tuo.post e la.carrellata di analisi che hai fatto… non facile da affrontare!
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@ ALESSIALIA grazie mille! E benvenuta nel mio blog 🙂
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non parlo delle eroine che hai citato, a parte Arwen e Eowyn, il resto sono perfette sconosciute. I libri non li ho letti. Mi fiondo sul finale.Se le eroine letterarie sono trattate male sia dai maschi che dalle femmine un motivo di fondo c’è. E’ solo il maschilismo imperante che come palla al piede ci portiamo a presso oppure nemmeno le donne ci credono in un personaggio femminile al positivo? Il mio dubbio è che anche le scrittrici vedono in chiaro o scuro il personaggio femminile, perché non ci sono esempi visivi che possono ispirare nella scrittura.
Scrivi “E’ possibile che in un futuro non molto lontano la frequentazione dei cosiddetti strizzacervelli venga prescritta per legge, e forse non sarebbe un male.” Forse dovrebbe per legge proibire questi soggetti, che proprio non capiscono nulla della psicologia della gente.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR be’, però almeno “Delitto e Castigo” devi leggerlo!
Sono decisamente rintronata: non ho capito la parte finale del tuo commento.
Un grande abbraccio.
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Delitto e castigo? Giammai 😀
Non sei rintronata. Ho ripreso una tua frase che ho modificato col mio pensiero. Gli strizzacervelli sono dei palloni gonfiati che non capiscono nulla.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR quindi sei in linea con il pensiero di Ivano. E’ bello vedere opinioni diverse fra loro: è una cosa che arricchisce.
Delitto e Castigo!!!! 🙂 😛 😀
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Beh, visto che ami mescolare il sacro col profano, ti propongo la Porzia del Mercante di Venezia e la Beatrice di Molto Rumore per Nulla (la memorabile interpretazione di Emma Thompson non toglie al fatto che anche il personaggio originale avesse quella straordinaria personalità), la Pisana di Memorie di un Italiano (altro che la Lucia dei Promessi Sposi, quella è una donna a tutto tondo) e poi passerei alla Hermione di Harry Potter (che non è perfetta, e la cui simpatia cresce con il tempo, come nealla realtà), e non ultima la Umbridge della stessa saga, una delle figure più odiose, e al tempo stesso credibili, della storia della letteratura: falsa, leziosa, perfida, un’altra magistrale interpretazione di Emma Thompson che a mio parere avrebbe meritato un Oscar (non l’avevo neanche riconosciuta, per inciso, se non avessi in seguito letto il cast non avrei mai immaginato che fosse lei…). Certo, questa non è una figura positiva, ma è un personaggio che a me è rimasto estremamente impresso 😀
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@ INTEMPESTIVOVIANDANTE eccellenti proposte, le tue! (Avremmo potuto scrivere questo post insieme, mi piace molto come ti esprimi).
Ti ringrazio per l’attenzione, per il bel contributo e ti auguro una giornata fantastica 🙂
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Un post insieme? Beh, se non questo, possiamo sempre pensarci per un altro, perché no,
Grazie, e fantastica giornata anche a te 😀
Alexandra
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@ INTEMPESTIVOVIANDANTE e poi… Alexandra e Alessandra 🙂
Io ci sto.
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Molto bello il tuo post, complimenti, baci cara, buonanotte, ❤
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@ LAURA thank you, darling!
Bacissimi 🙂
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:* ❤
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Diffido degli analisti e dell’analisi, secondo me sono davvero utili solo a pochissime persone, a tutti gli altri possono anzi far danni con questa ricerca di ipotetiche motivazioni nascoste che esistono solo nella testa di chi le cerca… Forse il ruolo dell’inconscio è sopravvalutato. Comunque parlo da ignorante, s’intende. (Ah, si capiva? Eheheh)
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@ IVANO F no, no, non si capiva per niente 😀
Ogni opinione è più che lecita, salvo mettere in discussione il valore di Totti, e la tua è assolutamente rispettabile.
Ogni bene.
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Non sarò certo io a discutere il valore di Totti 🙂
Ogni bene a te 😉
Ciao ciao
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@ IVANO very well 🙂
Buona giornata!
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Complimenti, hai fatto un’analisi delle diverse figure femminili davero profonda e sorprendente! 🙂
Bé, i libri tendono necessariamente a “caratterizzare”, non credo succeda solo con le figure femminili, anche se forse con loro avviene più spesso. Alla fine noi diamo spesso più attenzione ai personaggi che alle persone, ci hai fatto caso? 🙂 Questo perché in un libro ci immergiamo, mentre alle persone, dico quelle abituali che incontriamo spesso, siamo “assefuatti”, non le guardiamo davvero, se lo facessimo, se le guardassimo, troveremmo una uguale “caratterizzazione” psicologica: siamo tutti “strani” a modo nostro, siamo “piccoli universi”. E poi mi ricordo della risposta che dava Poe quando gli chiedevano perché nei suoi racconti c’era quasi sempre una donna che moriva (spesso piuttosto atrocemente 😀 ): gli uomini sono colpiti da due cose, le donne e la morte. Quindi, se unisci le due cose, hai effetto doppio 🙂 Ovviamente le parole erano diverse, ma il senso era questo. Ecco, tu dici che c’è un forte maschilismo nelle figure femminili della nostra cultura letteraria, e in effetti non vedo perché non dovrebbe essere così visto che la nostra cultura è stata maschilista per secoli, oserei dire per millenni salvo modeste eccezioni.
Mi parrebbe strano non ce ne fosse riflesso nei romanzi 🙂
http://www.wolfghost.com
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“assuefatti”! Vabbé! 😀
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@ WOLFGHOST la tua formidabile analisi è ineccepibile!
Mi hai fornito anche nuovi importanti spunti di riflessione.
Ti ringrazio, lupo 🙂
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Se è così, ne sono contento! Anche se certamente non hai bisogno di me per trovare spunti di riflessione 😉
Domani vengo a leggere i tuoi ultimi due post, ora è tardi e leggerei di fretta… cosa che i tuoi scritti non meritano mai 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST lupissimo, c’è sempre da imparare!
Allora ti aspetto 🙂
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In linea di massima sono d’accordo, è una buona riflessione e a sua volta induce ulteriori riflessioni. Solo un appunto: Fran in “The stand” sarebbe da biasimare solo perchè ha dovuto imbattersi e per lunghe pagine ‘gestire’ una figura scomoda e oscura come Harold.
Un saluto.
Univers
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@ UNIVERS81 ecco un avvocato per Fran 😀
Be’, non posso darti torto: Harold era terribile 😦
Per il resto, grazie e un saluto a te.
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Non sono d’accordo in tutto tutto, non nelle critiche a tutti quei nomi… ne scarterei qualcuno, ma… è vero ciò che dici, in gran parte, anche se questo tipo di letteratura è largamente apprezzato e qui c’è davvero da pensare. Tu, nei tuoi scritti, riscatti sempre la figura femminile, i cattivi sono spesso uomini. Sei l’antitesi insomma! W LE DONNE!😊
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@ LADY NADIA essere d’accordo anche solo a metà è già un buon segno 🙂
Lots of love e W LE DONNE ❤
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🌺🌻🌼😊😊😊
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@ LADY NADIA 🙂 🙂 🙂
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