« Vedo fontane di sangue,
e dieci milioni di Dune buggy
che scendono dalle montagne.
Bene, ho sentito che Laurel Canyon è piena di famose star
Ma io le odio peggio dei lebbrosi
e le ucciderò nelle loro auto. »
(Revolution Blues – Neil Young)
Berisha scacciò l’ultima immagine, dato che l’aveva evocata lui, razionalmente (be’ non proprio, a dirla tutta), e perciò non era un frutto di magia, e nemmeno una prova delle sue strane facoltà. Era stato un pensiero, comunque, cosciente. “L’entità maligna che da lontano sogghignava” era semplicemente un artificio dettato dal suo cervello o da una parte di esso, la meno affidabile.
Si fermò da Paola, la quale benché stupita accettò di partecipare alla riunione e si incaricò di andare a prendere Vale. Una volta rincasato, Berisha mise a riscaldare uno spezzatino con patate, preparato da sua madre. Tra di loro vigeva un sistema di comunicazioni basato su brevi bigliettini, lasciati sul tavolo della cucina. Lei lavorava come badante presso un’anziana e ricca signora, che abitava in una casa ubicata in un bosco non troppo distante – un tempo era un albergo, rinomatissimo e frequentato da milanesi amanti del sesso a pagamento. Non aveva orari definiti: a volte il suo turno cadeva alla mattina, più spesso al pomeriggio e più spesso ancora alla sera; si alternava con una ragazza romena e una donna ucraina. Suo padre, invece, si trovava a Cantù, in occasione di un torneo di bocce; avrebbe mangiato un panino in loco. Era un operaio sottopagato: recuperava qualche soldo in più sobbarcandosi tutti gli straordinari possibili. In quanto a Berisha, non aveva un impiego fisso, ciò nonostante era forse il più fortunato: lavorava part-time in qualità di aiuto magazziniere presso una ditta di Lurago e saltuariamente dava una mano a un artigiano nel settore del vimine. A causa delle difficoltà di mercato, godeva di una certa flessibilità di orari, ed entrambe le paghe erano decenti. Inoltre, la domenica mattina consegnava i giornali a domicilio. L’anno prima gli era stato offerto un posto di buttafuori in una discoteca di Canzo, un paese appena sopra Erba, sulla strada per Bellagio; Berisha aveva ringraziato, declinando però la proposta perché non trovava solleticante l’idea di cacciare fuori a pedate gli ubriachi. Fatto sta che in Italia il lavoro c’era; quello che mancava ai giovani era la voglia di sgobbare.
Una famiglia unita negli affetti, insomma; non altrettanto si poteva dire riguardo al tempo che trascorrevano assieme. Ma così va la vita. Per contro, non ricordava di avere mai saltato un pasto.
Dopo cena, Berisha si sdraiò sul letto ad ascoltare On The Beach di Neil Young, pensando ai dischi del professor Reed che non avrebbe mai voluto. L’americano era una persona che apprezzava e che ammirava; anche adesso riteneva che non fosse morto per cause naturali. Decise di affrontare l’argomento con Aidan. Non avrebbe augurato la morte a nessuno, probabilmente nemmeno a Charles Manson cui era dedicato il brano di Neil Revolution Blues, ma questo non significava che il mondo fosse giusto: Brendeen Reed non l’aveva meritata, piuttosto i teppisti che lo avevano aggredito… non poteva immaginare che l’Uomo Nero aveva già provveduto in tal senso. Osservando la copertina del CD, che ritraeva l’artista di spalle davanti al mare, fu raggiunto da una considerazione niente affatto nuova: forse “vedeva” Neil Young perché ascoltava la sua musica in continuazione. Ma Travnik allora? E poi, stando sempre alla musica, quante volte aveva macinato The River di Bruce Springsteen?
No. Le ragioni erano altre.
Quando uscì di casa, il sole splendeva ancora nel cielo, ma una lieve brezza mitigava il calore; a est, il tempo sembrava meno bello, le nubi si addensavano come in attesa di scaricare fiumi d’acqua. Mentre si dirigeva verso il bar gli tornarono in mente le parole di Aidan: Non riesce a penetrare nelle tue visioni. Ma chi era Aidan? Un eccentrico, che però la sapeva lunga? Un pazzo squilibrato, provvisto di misteriosi poteri? E si tornava al punto di prima. La sua fisionomia non gli diceva niente… a parte gli occhi, freddi come un blocco di ghiaccio. Lo avrebbe scoperto o, almeno, avrebbe avuto elementi nuovi dopo la riunione. Del resto, si erano conosciuti soltanto quel pomeriggio (e in circostanze del tutto singolari).
Era quasi arrivato quando udì il suono caratteristico di un aereo; gli piaceva e ancor più gli sarebbe piaciuto salirvi sopra, diretto verso isole lontane. Poiché risparmiava ogni singolo euro, prima o poi ci sarebbe riuscito.
Il locale era pressoché deserto, fatta eccezione per una coppia. Berisha arricciò il naso, vedendo i due perduti nella contemplazione dei rispettivi smartphone. A che valeva uscire insieme se non avevano niente da dirsi? Aidan era già lì, e un momento dopo fecero la loro comparsa Paola, in jeans attillati e maglietta rosa shocking, e Vale, che portava gli immancabili occhiali e aveva l’aria di chi, invitato a un party esclusivo, si chiede perché diavolo hanno pensato a lui. Rapide presentazioni e Aidan incominciò a parlare con il suo perfetto accento italiano. Troppo perfetto per essere vero, considerò Berisha.
Mentre concludeva un breve preambolo, nel bar entrò Luca Barbenni. Indossava dei pantaloni tutti sdruciti e, nostante fosse piena estate, una felpa con la scritta Fate un’offerta, Dio vi guarda! Paola non nascose il fastidio. Era un individuo che non finiva di piacerle e già le aveva dato fastidio trovarlo al funerale. D’altro canto, si rendeva conto che era libero di frequentare i locali che preferiva. Barbenni prese posto a un tavolino d’angolo e le indirizzò uno sguardo che lei giudicò libidinoso. Con sommo disgusto fece l’equazione mentale: sguardo da porco uguale masturbazione serale; il disgusto si sarebbe accresciuto qualora fosse stata al corrente delle particolari classifiche che lui stilava. Il fatto di essere quasi sempre ai primi posti non avrebbe cambiato di una virgola la sua repulsione.
Una cameriera assai meno graziosa della ragazza di turno al pomeriggio venne a prendere le ordinazioni. Aidan attese che portasse i gelati, quindi riprese a parlare: finora per Berisha nulla di nuovo sotto il sole. Paola ascoltava attentamente e Vale non si perdeva una sola parola.
“L’uomo Nero esiste.”, ribadì attaccando il gelato. “Eccome! Non è il frutto di incubi provocati da alcolici ingurgitati in dosi eccessive e non è neppure dovuto all’uso di droghe, posto che non vi dedichiate agli acid tests, tipo San Francisco o Londra negli anni della psichedelia. E sicuramente non nasce da idee suggestive ma strampalate, a meno che non pensiate tutti allo stesso modo, un’ipotesi inverosimile.”
Il riferimento alla California colpì Berisha. Evocava i Grateful Dead, e per assonanza la dipartita del professor Brendeen Reed… poi un ricordo curioso balenò nella sua mente: da qualche parte aveva letto che Neil Young era giunto dal Canada guidando un carro funebre, un mezzo di trasporto indubbiamente singolare.
“Perché noi?”, chiese Paola. Il gelato alla fragola era veramente buono, lo sconosciuto forestiero (in fondo, la sua conoscenza si riduceva a un nome) era un uomo attraente, seppure inquietante; al momento, però, era soprattutto spaventata.
“Questo lo ignoro.”, disse Aidan. “Quello che invece so con assoluta certezza è che, se siete finiti nel suo mirino, costituite dei precisi obiettivi.”
“Il professor Reed è stato ucciso.”, interloquì Berisha.
“E’ possibile.”, ammise Aidan. “Ma non è detto che lui voglia necessariamente la vostra morte. Esistono diversi metodi per infliggere dolore e sofferenza. Chi corre il maggior rischio sei tu.”, aggiunse, rivolto a Berisha. “Perché le tue “visioni” sono impenetrabili, cosa che l’Uomo Nero non sopporta.”
All’improvviso, si girò per guardare Luca Barbenni. “Lui è un suo servo.”, commentò in tono ora sommesso. “E gli è stato ordinato di fare qualcosa di molto sgradevole. Forse sei tu, Paola, l’oggetto di queste pessime intenzioni.”
Vale non aveva paura. Era in preda a una sorta di fascinazione. D’accordo, non si trattava di un fumetto dell’orrore o di uno di quei libri che divorava di nascosto, quando non si dedicava a letture più impegnate; era pura e semplice realtà, e lui ne era coinvolto, esattamente come gli altri; questo non gli impediva di sentirsi eccitato.
“Lei conosce l’Uomo Nero!”, sbottò d’un tratto Berisha. “Di persona.” Non era più una domanda, come nel pomeriggio, bensì un affermazione. Vale, Paola e Berisha aspettarono in religioso silenzio il responso dell’oracolo.
Aidan parve assentarsi. L’espressione del suo volto denotava che era immerso in profondi, inaccessibili pensieri; o forse erano ricordi, pensò Paola.
La cameriera si aggirava per il bar con aria annoiata.
Passarono due o tre minuti.
Poi Aidan rispose.
Randall Flagg scrutava il cielo che andava rapidamente oscurandosi. Quando si voltò, il suo viso esprimeva una gioia selvaggia. Stradilasi rabbrividì. Un primo lampo apparve, presagio della tempesta ormai imminente. Flagg puntò un dito in direzione dell’ex maestro di scuola. Ciò che lo precipitò nel terrore. Vi era una tale soddisfatta malvagità in quegli occhi terribili da sgomentare.
“Questa sera, questa notte, lo stupido Luca Barbenni svolgerà il compito che gli ho affidato. In seguito, toccherà a te, sempre che tu non abbia bisogno di una bambinaia. Siete due idioti, e il mio è un complimento; però la fortuna vi ha baciato, visto che ho scelto proprio voi.”
Si girò nuovamente, tornando alla finestra. Assaporava il Potere. Continuava a crescere; niente gli era precluso, nessuno al mondo avrebbe potuto fermarlo. “Abbiamo un nuovo amico.”, mormorò a voce talmente bassa che Stradilasi fu costretto a tendere le orecchie. “Un altro sciocco che gira in moto e non riesce a camminare senza bastone. Un folle illuso.” Seguì un lungo silenzio, che alla fine fu rotto dal suono della pioggia.
“Adesso vattene!”
Sebbene non potesse vederlo, dato che gli dava le spalle (ma ci avrebbe giurato?), Stradilasi si inchinò.
“Ai tuoi ordini, mio Signore!”
Il rombo di un tuono accompagnò il tramonto del sole.
Grazie cara dell’ottima lettura, ti abbaccio, buona serata e buona settimana, ❤
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@ LAURA un grande bacione, stella, e grazie a te 🙂
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❤
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@ LAURA * ______________ *
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sempre più inquietante e misterioso il racconto. ASpetto curioso la prossima domenica.
Un caro abbraccio
O.T. Luca Consonni? Non è Luca Barbenni? Non ricordo questo nome.
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@ NEWWHITEBEAR quella sarà una puntata importante (e credo raccapricciante).
O.T. Era il primo cognome che gli avevo dato: ho corretto.
O.T. mio: Mi togli una curiosità? So che leggi le risposte. Sono finita per caso su una pagina che riportava gli ultimi post di WP. Bene: ho trovato solo post tuoi, di Briciolanellatte e di Giuseppe Iannozzi, almeno dieci a testa, degli altri nessuna traccia 😀
Mi chiedo il perché.
Un caro abbraccio.
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allora aspetterò con ansia domenica.
Non ho capito bene a quale pagina di WP ti riferisci. Mi sembra strano il numero mio e quello di briciola. Briciola scrive un post alla settimana. Io ultimamente due . Non saprei cosa dire.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR misteri di WP 😀
Riguardo a domenica, spero di non deluderti.
Buona serata!
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Scorre molto bene verso l’imminente scontro… che sono curioso di leggere!
Ogni bene!
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@ IVANO F ehm… lo scontro non è così imminente, però ci saranno altre cose.
Ti ringrazio, amico.
Ogni bene a te!
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Ok, conduci tu le danze 🙂 E il fatto che gli scontri sembrino avvicinarsi e poi invece sono sempre un po’ più in là… beh, ci sta. Ci sta eccome 😉
Ciao ciao 🙂
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@ IVANO F mi auguro che ci stia bene 😀
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Questo personaggio è davvero perfido e cattivo. Poveri, mi sa che qualcosa di brutto accadrà eccome. Triplo mistero e tripla suspance in questa puntatona che mi ha regalato una bella letfira. Ciao Ale!
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@ LADY NADIA perfidissimo e cattivissimo, amica mia! E qualcosa accadrà di sicuro. Ti ringrazio e ti auguro buona montagna e buon lago 🙂
Ciao.
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Ops, lettura. Non so cosa sia la “letfira”😁
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@ LADY NADIA oh, sì, io la conosco. Ne ho una bella sul comodino 😛
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Puntata scorrevole, con molta fantasia. Ottima cosa.
Un saluto, Univers.
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@ UNIVERS81 mi fai davvero contenta!
Grazie.
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Ecco… questo è il genere di capitolo che io non avrei mai saputo scrivere! 😀 Interessante al punto di mantenere l’attenzione del lettore elevata per tutto lo scritto; coerente, molto fantasioso ma “legato” senza errori di trama (difficilissimo per un romanzo dalla trama non banale).
Ancora non ho inquadrato Aidan… all’inizio pensavo fosse uno poco affidabile, dalla parte del male, ma ora propendo di più per… il versante buono 🙂
… esattamente come Carrick! 😀
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST i tuoi elogi mi fanno veramente piacere. Voglio ancora tranquillizzarti riguardo a Aidan: lui è tra i buoni 🙂
Felice giornata.
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Lettura scorrevolissima e carica di aspettative. Corro oltre…
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@ ILI6 buona corsa 🙂
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