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COME RANDALL FLAGG 15

10 giugno 2017 di Alessandra Bianchi

Paola trovava sgradevole la presenza di un mentecatto al funerale del professor Brenden Reed. Luca Barbenni era un noto masturbatore (molte ragazze lo sapevano, sebbene facessero finta di nulla) e, a voler essere generosi, possedeva il quoziente intellettivo di un’anguria. Era un pensiero negativo, del quale quasi si vergognava, ma valido lo stesso. Dopo la funzione in chiesa, in pochi avevano raggiunto il camposanto (perlopiù gente che chiacchierava dei fatti propri), quindi perché Barbenni si trovava lì? Distolse l’attenzione da Luca per soffermarsi su quanto era accaduto. Si augurava che il professore fosse spirato serenamente. Accanto a lui erano stati rinvenuti un pacchetto tutto sgualcito di Camel e una lattina di birra; non c’era traccia di un testamento, almeno in casa, però Reed aveva riempito la pagina di un taccuino con una serie di piccoli “lasciti”, probabilmente a suo uso e consumo, per non scordarsene o magari per passare il tempo. I libri erano per Paola. I dischi, “The Dark Side Of The Moon”, vari album dei Jefferson Airplane e dei Grateful Dead, oltre al catalogo pressoché completo di Bob Dylan, a Berisha. Un processore dual six core con 32 giga di RAM, sistema operativo Red Hat Enterprise Linux 6 – alla faccia dei gioielli! – a Vale. Comunque, a parte l’abitazione, Brendeen non sembrava molto ricco. Viveva della pensione e di qualche risparmio. Forse, rifletté la ragazza, aveva parenti in America. Berisha le si avvicinò, cupo in volto. “Il dottore sbaglia!”, dichiarò. Paola gli rivolse uno sguardo interrogativo. “Non è morto per cause naturali. Lui stava bene di salute.” Questo poteva essere vero, considerò lei, però non rappresentava un dato di fatto, una prova medica. A quanti era successo di lasciare questo mondo in (apparenti) buone condizioni di salute? Ciò era valso anche per Brendeen Reed. Berisha parve leggerle nella mente. “Vedrai che lo scopriremo.”, disse. Poi si allontanò.

Non molto distante da loro, Luca Barbenni soppesava la preda. Non soffiava un alito di vento, il caldo era soffocante, e l’ultima doccia che aveva fatto risaliva a tre o quattro giorni prima: non emanava esattamente il profumo di un fiore. Gli era indifferente. Benché nutrisse un sacro terrore per Flagg, si fidava ciecamente di lui. Paola sarebbe stata sua! Avrebbe potuto dimenticare le fantasiose classifiche e immergersi nella realtà. L’Uomo Nero manteneva le promesse. L’uomo chiuso nella bara ne era una prova. Provava avversione per Stradilasi, ma era solo un fattore trascurabile; adesso girava con una bella moto, accuratamente nascosta in un cascinale quando non la usava, che gli consentiva di andare e tornare da Consonno: un regalo di Flagg. Una nuova vita lo aspettava. A causa dei misteriosi piani di Randall, si sarebbe aperta come una finestra; da tale finestra, avrebbe assistito a scenari per altri inimmaginabili, e naturalmente sarebbe diventato parte attiva. Era tutto già scritto, a chiare lettere. Il capitolo che lo riguardava si sarebbe intitolato “Paola”. Fantastico!

E’ stato ucciso, rimuginava tetro Berisha, lasciando il camposanto. Ignoro come, però io lo so chi è stato. La ragione potrebbe essere questa o quella. Forse, ipotizzò, aveva a che vedere con certe ordinazioni via internet, o forse era stato individuato come il principale antagonista. Data l’età e la cultura, ciò era possibile. Ma la cosa non sarebbe finita così. Ora, a chi sarebbe toccato? A Paola? Oppure a lui stesso? Se non lo avessero fermato, il mostro avrebbe proseguito; d’altro canto, la domanda che si poneva sembrava senza una risposta possibile: come fermarlo? Esisteva un modo? Doveva esserci! Si incamminò in direzione sud, verso Arosio, incurante dell’afa, procedendo parallelo alle rotaie del treno. Muoversi gli giovava, era meglio che macerarsi inutilmente. Mentre procedeva, provava a liberare il cervello da ogni pensiero superfluo, separando il grano dal loglio. Nitido, affiorò un ricordo: il professore lo aveva invitato a creare un collegamento fra le immagini di Neil Young e gli incubi che turbavano i loro sogni. O qualcosa di simile. Facile a dirsi. Eppure, da qualche parte, celata in un buio anfratto, una soluzione attendeva soltanto di essere portata alla luce. Posto che esistesse veramente… Indugiò davanti al carretto abusivo che vendeva gelati, ogni giorno in un posto diverso per non attirare indebite attenzioni, e acquistò un cono al limone e alla vaniglia. Non notò la vecchia megera, seduta su una panchina; la laida donna lo fissò senza interesse: aveva già compiuto il suo dovere. Berisha attraversò la strada. Uno strano impulso lo indusse a guardare a est, dove, oltre le montagne, era ubicato il paese fantasma chiamato Consonno.

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Pubblicato su Come Randall Flagg | Contrassegnato da tag L'Uomo Nero | 28 commenti

28 Risposte

  1. su 10 giugno 2017 a 18:19 newwhitebear

    ecco il primo morto. Ma quando toccherà agli altri come andrà a finire? Intrigante lo scenario.
    Un caro abbraccio

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    • su 10 giugno 2017 a 18:33 Alessandra Bianchi

      @ NEWWHITEBEAR gli altri? E’ presto per dirlo…
      Lieta di intrigare!
      Un grande abbraccio.

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      • su 10 giugno 2017 a 20:28 newwhitebear

        siamo alle battute iniziali.
        un caro abbraccio

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      • su 11 giugno 2017 a 13:16 Alessandra Bianchi

        @ NEWWHITEBEAR spero che vada avanti in modo decente.

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  2. su 10 giugno 2017 a 18:23 Franz

    continua la tua fantasmagoria di un quotidiano ai bordi del fantastico…bello nell’oscillazione molto ben equilibrata tra i generi…

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  3. su 10 giugno 2017 a 18:36 Alessandra Bianchi

    @ FRANZ quella che hai sottolineato è proprio la parte più difficile, e di ciò ti ringrazio molto.
    Buona serata, poeta.

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  4. su 10 giugno 2017 a 23:20 Laura

    Bravissima cara, che bello, ti abbraccio tanto, buona domenica, ❤

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    • su 11 giugno 2017 a 13:17 Alessandra Bianchi

      @ LAURA thank you, darling!
      Lots of love.

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      • su 11 giugno 2017 a 21:14 Laura

        Grazie cara, tanto amore a te, ❤

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  5. su 10 giugno 2017 a 23:38 ivano f

    Uh, via sùbito il professore, la guida – non me l’aspettavo.
    Scrivi capitoli decisamente troppo corti, finiscono troppo in fretta cavolo
    (nota di servizio, cancellala pure: il grano credo sia meglio separarlo dal loglio… )
    Ogni bene!

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    • su 11 giugno 2017 a 13:20 Alessandra Bianchi

      @ IVANO F grazie per la nota di servizio.
      Capitoli brevi perché il mio pc (o WordPress?) mi crea un sacco di difficoltà tecniche. Un esempio fra mille: se metto il corsivo a una parola, tutto diventa corsivo 😛
      Ogni bene a te!

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      • su 11 giugno 2017 a 17:28 ivano f

        Maledette difficoltà tecniche, fanno passare la voglia – ancora un po’ e prenderò a martellate il mio pc, per dire 🙂

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      • su 11 giugno 2017 a 19:24 Alessandra Bianchi

        @ IVANO F siamo in due!

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  6. su 11 giugno 2017 a 13:18 rodixidor

    Manca un po’ di azione. Mi dispiace dirlo perché l’azione è sempre stato uno dei tuoi punti di forza.
    Con affetto 🙂

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  7. su 11 giugno 2017 a 13:27 Alessandra Bianchi

    @ RODIXIDOR anche se ciò in parte è voluto, prendo debito atto di quanto scrivi (sperando che il prossimo post presenti un minor numero di difficoltà tecniche; ieri stavo per chiudere il blog).
    Con pari affetto!

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  8. su 11 giugno 2017 a 20:14 Lady Nadia

    Uh, si direbbe che tu possa intenderti di informatica! Di gelati al limone lo so… non nutro dubbi. Beh, a chi tocca? Lo sapremo. Vicino vicino ad Arosio c’è un’ ottima gelateria. Magari potrei incontrarci qualcuno… e allora non riuscirei a stare zitta. Ciaooooo ! Ben fatto!😉

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    • su 11 giugno 2017 a 20:20 Alessandra Bianchi

      @ LADY NADIA a presto, dunque, con un buon gelato al limone? A parte Inverigo, Arosio, etc., conosco due ottimi posti: a Olmeda e a Cesana Brianza (posto che esista ancora).
      L’informatica? Come no 😛
      Io sono una hacker, ah ah ah 😀
      Baci.

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      • su 11 giugno 2017 a 20:22 Lady Nadia

        Mmmm … allora devo stare attenta e rivedere i miei sospetti infondati?

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      • su 11 giugno 2017 a 20:24 Alessandra Bianchi

        @ LADY NADIA tu cosa dici, stellina?

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  9. su 11 giugno 2017 a 20:30 Lady Nadia

    Parlo solo da dietro un gelato.

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    • su 11 giugno 2017 a 21:05 Alessandra Bianchi

      @ LADY NADIA ok, baby! Allora due ottimi gelati per noi 🙂

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      • su 11 giugno 2017 a 21:07 Lady Nadia

        Yessssss

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  10. su 11 giugno 2017 a 23:18 ili6

    Povero professore! Quella laida vecchiaccia è molto pericolosa! Temo anche per Paola ma ho fiducia in Berisha.
    E’ stato un piacere riprendere la lettura di questo strano, misterioso e avvincente racconto. Attendo il resto.
    Buona notte 🙂

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    • su 12 giugno 2017 a 19:53 Alessandra Bianchi

      @ ILI6 strano e misterioso: me gusta!
      Sì, è giusto credere in Berisha.
      Un sorriso per una bella serata ^^

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  11. su 13 giugno 2017 a 23:24 univers81

    Intrighi e ottime fedeli descrizioni. Gli accenni ai tuoi dischi musicali preferiti sono la ciliegina di questa puntata. Un saluto. Univers

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    • su 21 giugno 2017 a 21:45 Alessandra Bianchi

      @ UNIVERS81 bello l’accenno alla ciliegina!
      Ciao!

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  12. su 14 giugno 2017 a 23:13 wolfghost

    Accidenti, è morto davvero! 😮 Berisha ha intuito, ma è chiaro che adesso sono in pericolo anche lui e Paola…
    Molto coinvolgente! Bravissima come sempre 😉
    http://www.wolfghost.com

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  13. su 21 giugno 2017 a 21:47 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST in pericolo, sì, più che mai!
    Grazie 🙂

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
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    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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