Da oggi voglio introdurre una modifica nella programmazione del blog. In realtà, torno ai tempi di Splinder. Nei limiti del possibile, alla domenica posterò i nuovi capitoli di “Come Randall Flagg”, mentre durante la settimana pubblicherò racconti “singoli”. Ciò per permettere ad eventuali nuovi amici di leggere qualcosa che non sia legato a una lunga storia (dubito fortemente che una persona anche dotata della massima buona volontà possa o desideri leggere venti o trenta capitoli arretrati di una storia di cui non sa nulla).
Per cominciare, però, ripropongo un brano già rieditato circa un anno fa: questo perché me lo ha chiesto un’amica che poi vorrebbe discutere l’argomento con il moroso.
Vorrei dire una cosa. Potete abbassare quelle luci, per favore? Da ragazzino andai a fare un corso di vela, credo che avevo quattordici anni, mi divertivo molto, mi ero anche preso una cotta per una ragazza. Come si chiamava? Daniela? Simona? Non mi ricordo, ma comunque mica è importante. Dunque, io in barca andavo bene, mi piaceva, ho sempre amato il mare, il vento, le onde, insomma tutte quelle cose lì, anche se poi non sono più andato al mare. Vita di merda, senza soldi, ho potuto permettermi solo vacanze sul lago, in campeggio, e la notte c’erano certi spifferi gelati che ti entravano nelle ossa e così poi mi veniva anche il mal di schiena.
Posso avere una sigaretta? Grazie. Ecco, io non sapevo fare i nodi. I nodi da marinaio sono maledetti, la gassa o cosa diavolo; non era colpa mia, proprio non ero capace, non mi entravano in testa, anche se ci provavo, eccome se ci provavo. Beh non sempre, a volte preferivo guardare le gambe nude di Cristiana. O Daniela? Sì sì credo proprio che si chiamava Daniela, occhi neri, capelli neri, un corpo bellissimo anche se aveva solo due anni più di me. Arrivo al sodo. Un giorno l’istruttore mi dice: vieni nel mio bungalow che ti insegno a fare i nodi. Va bene, rispondo io, così è la volta buona che finalmente imparo, non puoi andare in barca se non sai fare i nodi. Il bungalow, sapete quelle costruzioni in legno… ma certo che lo sapete, è un mio difetto, mi capita di pensare che la gente non sa quello che so io, quando invece è l’incontrario, perché io non so quasi niente, e quel poco che so lo so anche male. Insomma il bungalow era buio, no, non troppo buio, diciamo che era avvolto nella penombra, questa è una frase che ho letto su un libro, bella vero? Ho letto tre libri in vita mia, ma dieci volte l’uno e adesso li conosco a memoria, potrei recitarli come il prete recita la Bibbia o il Vangelo, come quando parla durante la Messa. Ci sediamo sul lettino, io e l’istruttore, era un uomo non molto giovane, molto abbronzato ma è ovvio perché stava tutto il giorno fuori, in barca, al sole. Incomincio a fare i nodi, e naturalmente sbaglio. Mica sbagliavo apposta, non ero capace, non mi entrava proprio nella zucca, anche se poi invece con il timone ero bravo. Ricordo che avevo dei calzoncini corti e una maglietta gialla, i pantaloncini corti invece non mi ricordo di che colore erano. A un tratto lui mi infila una mano dentro, dentro ai calzoncini, e poi dentro alle mutande e si mette a toccarmi il pisello. Ansimava, questo me lo ricordo bene, come se fosse oggi, ansimava e con l’altra mano mi stringeva i capezzoli. Fai i nodi, su fai i nodi. E intanto tocca, tocca. Mica ero eccitato io, mi faceva schifo, ma avevo paura, sapete come quando si hanno le gambe molli molli, come di gelatina, e il cuore batte così forte che hai paura che da un momento all’altro scoppi? Ecco, io ero proprio così e lui insisteva, non smetteva, ma il pisello non diventava duro, era floscio, come faceva a diventare duro se provavo schifo?
Posso avere un’altra sigaretta, per favore? Grazie. Poi, ho preso tutto il mio coraggio e sono scappato. Ho corso, corso come un pazzo, e mi sono fermato davanti al mare. Pensavo di uccidermi, e forse era meglio se lo facevo, ma poi invece ho cambiato idea. Lui non mi ha più molestato, ma la cosa brutta, quella veramente brutta, deve ancora arrivare. Quando sono tornato a casa, ho raccontato tutto al papà e alla mamma, con calma, senza esagerare i toni. O si dice: enfatizzare i toni? Ho letto anche questo su un libro, però non mi ricordo quale dei tre era. Va beh, ho raccontato ogni maledetta cosa. E loro?
Loro non mi hanno creduto. Non mi hanno mai creduto, e questo è stato il dolore più grande della mia vita; non è mai passato, ce l’ho ancora oggi. E’ qui, dentro di me che mi strazia. Mio padre pensava che io fossi un frocio, un pervertito e che calunniassi una persona innocente. Che poi cosa c’entrano queste due cose? Potevo essere un frocio, e non lo ero, ma perché avrei dovuto inventarmi quella palla assurda? Oppure potevo inventarmi la palla, ma non essere frocio.
No, non mi hanno mai creduto, e io sono cresciuto sapendolo, giorno dopo giorno. E’ brutto, che i tuoi genitori non ti credono? E’ come se ti dicessero che fai schifo, che sei una merda, e poi tu ti convinci di essere una merda per davvero, e vedi una ragazzina, non una bambina, cazzo!, una ragazzina con già le tette e tutto il resto. E ti piace, e te la sogni la notte, e te la porti su quel maledetto prato, e te la scopi. Ma poi, quando scopri che a lei piace, che invece di ribellarsi geme e gode e si dimena e chiede ancora!, quando vedi che ci sta, che è sporca esattamente come te, né più né meno, allora le metti le mani intorno al collo, e poi stringi, stringi. Per cancellare il peccato, per lavare per sempre l’anima. Non so se sono stato chiaro, ma adesso è come se sto meglio. Adesso, se fossero ancora vivi, papà e mamma potrebbero finalmente dire che sono una merda.
Potete abbassare quelle luci, per favore?
Potresti raccogliere i capitoli in e-book.
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@ VITTORIO TATTI l’idea è buona: ci penserò.
Grazie!
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l’idea della confessione-flusso di coscienza mi piace molto. mi piace meno invece l’approccio surreale alla psiche del protagonista e il modo a mio avviso troppo svelto, semplicistico di liquidare il trauma. anche se chiaramente parliamo di un adulto che è rimasto bambino…
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@ DOMENICO ALIPERTO a me piace molto ricevere una critica costruttiva e non soltanto elogi: questo aiuta a crescere e, sebbene io scriva da più di dieci anni (prima su Splinder e poi qui) devo ancora mangiare molto fieno.
Benvenuti nel mio spazio!
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Dio mio…dentro i processi di risarcimento dell’anima di un serial killer…è un piccolo nero senza veli (in alcuni passaggi mi ha ricordato “Il muro” di Sartre…un cazzottone etico per chi legge…
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@ FRANZ amico poeta, è vero: ho tolto veli e qualche congiuntivo. Il mio intento è stato quello di “riprodurre” il modo di parlare e, al di là del presente racconto, molti di noi non ne sono capaci (sarebbe sufficiente registrarsi per rendersene conto).
Ti ringrazio molto.
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funziona… il genere lo chiede…funziona davvero…
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@ FRANZ 🙂 🙂 🙂
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Un pezzo FORTE. Forte proprio, che mi scuote l’anima. L’ho visto. L’ho visto quel ragazzo, lo sai?
…
Superlativo. Ciao. Grazie.
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@ LADY NADIA lo hai visto? Wow! Questo per me è davvero fantastico.
Ti ringrazio di cuore, darling ❤
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Visto, visto e stra-visto.😊😊😊
Magnifico pezzo!
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prendo atto della nuova programmazione.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR e io prendo atto della tua presa d’atto. E con piacere.
Un grande abbraccio.
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Hai cominciato bene la settimana
Un grande abbraccio
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Me lo ricordo! “Terribile”! Va dritto allo stomaco.
Come sai, apprezzo questi intermezzi, esattamente per il motivo che adduci te stessa: a volte mi capita di ritrovarmi su un blog con un unico, interminabile, romanzo. E che fai quando ci capiti, diciamo, al quindicesimo capitolo e certamente non hai il tempo di leggerteli tutti? Qualcuno, sinceramente, l’ho lasciato perdere per questo. Non si fa, lo so, ma che faccio? Fingo di aver capito tramite la lettura di quell’unico capitolo? 😐
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST devi credermi: quando ho preso questa decisione ho proprio pensato a te. Ricordavo, infatti, il tuo punto di vista che condivido.
In quanto al post di oggi, volevo “andare dritto allo stomaco” (come con “Aqualung” e qualche altro racconto).
Quindi, missione compiuta?
Grazie, carissimo lupo!
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Complimenti Ale, grazie della lettura, mi piace, bacionissimi, ❤
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@ LAURA grazie, chérie. Ti abbraccio.
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❤
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Bellissimo pezzo. L’ho letto tutto d’un fiato. 😊
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@ SEPHIROTH è per me un vero piacere!
Un sorriso per una bella giornata 🙂
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Anche a te Ale!! Buona giornata!! 😃
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Che personaggio potente e strepitoso ha saputo creare la tua penna in questa puntata peraltro avvincente. Uno spezzone di un film, questo ho visto.
Brava, molto brava. Hai reso giustizia alla foto! E a tutto il racconto! E ora andiamo… per orizzonti sconosciuti tra i lupi. Auuuuuuuuuuu!😊 Wow!
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@ LADY NADIA credo che il tuo commento fosse destinato al nuovo capitolo di “Come Randall Flagg”. Almeno questo è ciò che desumo da quanto leggo. Sono felicissima per il tuo apprezzamento, lady!
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p.s. Scusa i ritardi degli ultimi periodi.
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@ LADY NADIA figurati, baby 🙂
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Un flusso di pensieri impeccabile nella struttura. Un caro saluto. Univers
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@ UNIVERS81 non era un pezzo semplice, ma ci ho provato comunque.
Ti ringrazio.
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Urca! O_O
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@ JULIAN VLAD il tuo “Urca!” mi piace assai 🙂
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😀
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