Per Marirò o qualche altra anima pia: hanno cambiato di nuovo le funzioni e non riesco a trovare il tasto “giustifica” 😦
Vale era tornato a casa se non proprio sconvolto, sul punto di esserlo. Sebbene fosse un ragazzino fantasioso era anche sufficientemente maturo per saper distinguere fra la realtà, quella della vita di tutti i giorni, e i sogni, o gli incubi nella fattispecie. Ciò nonostante l’incubo a occhi aperti che lo aveva investito mentre stava recandosi alla chiesa era, come dire?, molto reale. Per realtà, lui intendeva fatti e situazioni in genere alquanto deprimenti che costituivano la gran parte delle sue giornate: papà e mamma che si insultavano con una perfidia degna di miglior causa, arrivando talvolta addirittura alle mani; la presenza assai sgradita degli occhiali da vista (il secondo paio, a peggiorare le cose, perché il primo era finito sotto le suola degli scarponcini di un bulletto); e le prese in giro alle quali veniva sottoposto. La circostanza che andasse bene a scuola non compensava la scarsa attitudine per gli sport, e l’ora di educazione fisica rappresentava un’occasione per altre, fastidiose, derisioni. In questo quadro uno sprazzo di luce veniva dato dai libri e dall’osservazione delle stelle. Un po’ poco, pensava.
Sogni e incubi, mostri nascosti nell’armadio della camera da letto, l’alone di mistero che sembrava provenire dalla cantina assieme all’odore di muffa, romanzi e film dell’orrore, appartenevano inequivocabilmente alla sfera fantastica, da accogliere con qualche brivido ma anche da collocare in uno spazio consono. L’incontro della sera precedente in apparenza rientrava in questo secondo campo da gioco, tranne che… tranne che si sentiva assolutamente sicuro di aver avvertito una presenza malvagia, una presenza sdoppiata dato che tale presenza, benché si mostrasse come se fosse presente, era contemporaneamente in un altro luogo. Anche di questo era certo. Esisteva pure una domanda, destinata a non ricevere risposte: perché io?
Era rimasto sveglio fino a tardi a indagare per quanto fosse possibile su ciò che era avvenuto (nulla di concreto, però…). La finestra della stanza era chiusa, in paese regnava il silenzio, i genitori, stanchi di battibeccare, dormivano. Nel caldo rifugio della camera, alle tre era scivolato nel sonno. Mentre si assopiva la campana della chiesa aveva battuto le ore con la precisa puntualità di sempre.
Finì il suo rifornimento di libri (un testo di astronomia e due romanzi), salutò la bibliotecaria e uscì dall’edificio, accogliendo con piacere la vista del sole fulgido di giugno e pregustando le lunghe ore di tempo sereno che lo attendevano. Un piacere mitigato dal vivido ricordo che non riusciva a scacciare dalla mente.
Comprò un gelato che mangiò su una panchina. Intanto rifletteva. Avrebbe voluto parlare con qualcuno – genitori e compagni di scuola esclusi. Qualcuno che arrivasse a capirlo, magari non a credergli in toto – forse era pretendere troppo – senza per questo trattarlo da deficiente.
Dopo una breve meditazione, stabilì che il suo uomo era lo straniero.
Berisha.
A Consonno le figure fantastiche scomparvero, come assorbite dal cielo o risucchiate dal terreno. Anche il suono cessò e rimase il silenzio. Un soffio di brezza calò dalle montagne; malgrado l’aria fosse calda, quella brezza era gelida: quando Randall Flagg la percepì fu come se avesse immerso una mano nell’acqua fredda di un torrente e l’altra nella spuma del mare all’ora del mezzogiorno. L’erba si muoveva pigra, ondeggiava; a un tratto parve crescere, mentre la brezza si trasformava in vento. Il sole sembrò oscurarsi, solo per un attimo, però, non di più, poi tornò a splendere, circondato da nubi scure che gli facevano corona senza tuttavia impedirgli di illuminare la tetra desolazione di Consonno. Non era comunque una luce gioiosa. Era una luminosità malata, che mal si accordava con quanto si poteva vedere non troppo lontano da lì, giù al fiume dove alcuni vecchi stavano pescando e i bambini giocavano spruzzandosi e rincorrendosi. Se Flagg avesse alzato lo sguardo – ma non lo fece – avrebbe notato le sinistre striature scure che si disputavano il possesso del cielo. Non aveva mai letto un libro di fiabe in vita sua, perciò non gli sarebbero venute in mente associazioni di idee riguardanti demoni alati che cavalcavano nuvole attraversate da fulmini. Gli piaceva qualche copertina (ne rammentava ancora una di un volumetto che apparteneva a un altro bimbo), oltre non era mai andato. All’epoca aveva interessi assai vaghi. Perlopiù andava a caccia di lucertole ed era bravo con la fionda.
E infine apparve.
All’inizio sembrò una creatura incorporea, una specie di fantasma o qualcosa di simile. Lentamente assunse una forma, non del tutto definita; si distinguevano gli occhi, gialli e glaciali, lunghi capelli bianchi che scendevano fino a spalle inesistenti. Il volto era grigio, avvizzito, percorso da un’infinita ragnatela di rughe, il mento aguzzo, le labbra tese in un ghigno malefico, non si scorgevano orecchie e il naso poteva ricordare l’opera di uno scultore ubriaco, poiché era una protuberanza priva di qualsiasi proporzione. Spiccavano le narici, grandi, che annusavano in continuazione, quasi fossero lo strumento di cui l’essere si avvaleva per vedere. L’Uomo Nero lo fissò in silenzio: anche le spalle cominciavano a comporsi e così il resto del corpo, che era avviluppato in un ampio mantello nero.
Ora solamente pochi passi li separavano. Il demone di Consonno alzò un braccio. A quel comando, tutto intorno a loro ricomparvero le figure di prima, decine. Si avvicinarono a Flagg, avevano artigli al posto delle mani, e denti acuminati, e sui visi sorrisi crudeli.
L’Uomo Nero non si mosse. Si limitò a fissare le apparizioni: fu questione di un momento, il battito d’ali di un uccello, e l’incantesimo si dissolse, come spazzato via da una bufera. Le creature si dileguarono, tornando negli abissi dai quali erano state chiamate. Benché fossero soltanto un frutto di suggestione, avrebbero condotto alla pazzia uomini anche molto coraggiosi, cosa che in passato era effettivamente successa. Ma Flagg era troppo forte per loro.
L’essere comprese che era immune da incantesimi.
Quantomeno da quegli incantesimi.
Sapeva altresì che quell’Antagonista era in grado di entrare nei sogni della gente per terrorizzarla o per blandirla, che poteva spaventare a morte un bimbetto occhialuto pur non essendo presente fisicamente, che disponeva di vasti poteri… non pari ai suoi, però, questo no, assolutamente.
Si scagliò contro di lui, utilizzando la tremenda forza diabolica che gli aveva permesso di conquistare Consonno, e prima di esso altri paesi, centri abitati belli e brutti, alcuni orribili, sebbene tutti rispondessero a un’esigenza, sempre la stessa. La sua lunga esistenza era fatta di cicli, immutabili cicli: la conquista di un luogo, poi un sonno che lo portava all’oblio fino a un ennesimo risveglio, una nuova crescita, un unico desiderio, quello di abbeverarsi di sangue e dell’altrui paura. E conosceva tutti i modi possibili per suscitare sgomento e disperazione, spesso avvalendosi solo in minima parte delle sue oscure facoltà.
Ma adesso estrasse dal Potere che gli apparteneva un’inaudita capacità di distruzione.
Randall Flagg vide una ruota di fuoco che occupava tutto il suo campo visivo; le fiamme balenarono simili a serpenti, il cielo si oscurò completamente. Dalle dita dell’essere scaturirono dei raggi di velenosa luce verde che si scaraventarono sull’Uomo Nero per annientarlo.
Ciò che poi accadde…
“Giustifica” dove nell’editor di WP? Oppure in word?
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@ NEWWHITEBEAR su WP.
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non mi ero accorto che era sparito dall’editor normale.
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è nascosto il tasto giustifica. Va attivato con le funzionalità avanzate dell’edito avanzato – ci sono tre puntini uno sopra l’altro. sulla destra.
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@ NEWWHITEBEAR io non li vedo i puntini…
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devi andare sull’editor avanzato. Io ci arrivo cliccando, quando aggiungi nuovo articolo ‘C’è ora un modo più semplice per creare su WordPress.com! Passa a un’esperienza di pubblicazione migliorata.’. Credo che si possa attivare standard dalle impostazioni.
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adesso il commento.
è iniziata la sfida tra Randall Flag e il mostro di Consonno. La battaglia ha inizio.
Aspettiamo il seguito con trepidazione.
Un grande abbraccio
O.T. c’è un piccolo refuso ‘così il resto delcorpo, che’ Niente di che. Solo la mancanza si spazio tra del e corpo
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@ NEWWHITEBEAR spero che la trepidazione sia alla fine soddisfatta.
Un caro abbraccio.
O.T. ok. Grazie.
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Certamente che la soddisferai!
Un caro abbraccio
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Non saprei aiutarti tesoro, spero che riesci a risolvere questo problema, intanto ti abbraccio e ti ringrazio dell’ottima lettura, bacioni, buona domenica sera e buona settimana, ❤
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@ LAURA anch’io ti abbraccio, stellina! Felice serata 🙂
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:******
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Entra in “modifica” del post, nell’editor sulla barra delle funzioni c’è un tasto con delle righe allineate, quando ci passi col mouse evidenzia “giustifica”. Devi prima selezionare l’intero testo e poi clicchi sul tasto di Giustifica.e les jeux sont faits (come dicono sulla costa azzurra). Ora non mi disturbate che leggo 🙂
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@ RODIXIDOR è scomparso quel tasto.
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controlla di stare in modalità “visuale” e non “html”.
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eccomi. Hai risolto? pare di no. Vai su modifica post, questo post, quello che tra un attimo leggerò. ti si apre la pagina modifica articolo con la barra di scrittura, pigia sull’ultimo segno, i tre puntini in verticale e si aggiunge la seconda barra di scrittura e lì trovi il segno giustifica.
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@ ILI6 i tre puntini in verticale non ci sono 😦
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è l’ultimo tasto della barra
opzioni avanzate
clicca e ti appare la seconda striscia
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@ ILI6 non c’è manco quello.
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sei sulla pagina modifica testo? Dimmi quali tasti ci sono nella barra, ti seguo dalla mia…
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i tre puntini sono in orizzontale, scusa
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sono sotto la scritta HTML. diventeranno verticali dopo aver pigiato.
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@ ILI6 da ds scorciatoie di tastiera, ripeti, aumenta rientro, caratteri speciali, cancella formattazione, incolla, colore, linea, barrato; in alto, testo, rimuovi link, allinea, citazione, elenco numerato, corsivo, grassetto, paragrafo.
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@ ILI6 ❤
Però sono finita in una pagina in inglese. Vedremo…
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ahahaha, le combini, le perdi e le trovi tutte tu! 🙂
intanto hai giustificato.
ti consiglio di non smanettare coi tasti se non sei sicura e di non salvare modifiche se non ti è tutto chiaro.
Ciao!
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mizzica! ma quanta fantasia ci vuole per creare quei mostri e tutto il panorama che li accompagna??? Complimentissimi! E ora chi piglia sonno…
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@ ILI6 grazie mille!
E sogni d’oro ^^
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Un gran pezzo, si fanno corpo poteri demoniaci e ci trasportano al confine tra la realtà e l’immaginazione turbata di un ragazzo.
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@ RODIXIDOR sono felice che questo capitolo ti sia piaciuto!
A te l’augurio di una settimana serena.
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Spero tu ti sia rimessa completamente 🙂
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@ RODIXIDOR forse non del tutto, ma un po’ sì.
Grazie!
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Ecco, un pezzo di prosa. Bello, hai stuzzicato la fantasia… come solo tu sai fare…
La mia adorata scrittrice…❤
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@ LADY NADIA sono lusingata – e di più – darling.
Baci * _______________ *
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Oh signor, che pathos! Una narrazione sempre più incalzante che coinvolge e procura emozioni. Una storia decisamente intrigante dal sapore fantasy. Hai il dono della scrittura, carissima amica.
Deduco che tu ti sia ripresa bene, sono contenta, buon proseguimento di giornata.
un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 come sempre, sei buonissima con me!
Oggi sto decisamente meglio 🙂
Un super bacione, Isabel.
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E che la battaglia abbia inizio, allora. In trepida attesa di continuare la lettura… un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 e inizierà…
Un salutone, mio caro amico e grazie.
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Riletto con altro spirito. Mi ha un po’ inquietato il primo pezzo. Un brano psicologico e riflessivo costruito attorno al protagonista e ben riuscito. Aspetto il seguito.
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@ LADY NADIA questo mi fa molto piacere perché almeno nelle mie intenzioni più che gli “effetti speciali” ricerco un’atmosfera, e per crearla come si deve ritengo che siano necessari brani riflessivi e, se possibile, evocativi.
Besos.
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Un fantasy davvero notevole! Non sfigurerebbe affatto con autori del genere anche molto prestigiosi! Ma… adesso vedremo il seguito 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sono lusingata assai, lupissimo 🙂
Il seguito… eh, sì, se non ci saranno impedimenti vedrà la luce domenica.
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