Paola emanava un buon profumo di lavanda, era una ragazza attraente e simpatica; a Berisha non sarebbe affatto dispiaciuto avere una storia con lei, anche impegnativa se del caso. Però, sapeva che era legata (quanto profondamente lo ignorava) con un giovanotto del paese che si chiamava Attilio, e che per gli amici era Attila. Lavorava come commesso in un negozio di ferramenta, era di indole gentile e, a parte questo, a Berisha non interessavano le dispute amorose. Inoltre, non era quello il momento di indulgere a tali pensieri. Forse un legame affettivo sarebbe arrivato più avanti, con un’altra ragazza o con la stessa Paola, qualora si fosse lasciata con Attila (chissà perché quel soprannome, assolutamente non consono?), o forse avrebbe dovuto aspettare ancora qualche anno. Non adesso, comunque: non mentre era turbato da sogni che avrebbe preferito scordare; meglio ancora, non ricevere.
Riemerse dalle sue visioni, Neil Young e l’orrore di Travnik, mentre il sole tramontava, mandando gli ultimi lampi di luce, e un soffio di brezza proveniente dalla collina rafforzava. Il professore e la giovane lo stavano osservando, in attesa di ciò che aveva annunciato.
“Ho fatto un sogno.”, ripeté lui con voce incolore, fissando lo sguardo su un punto lontano, imprecisato. “Ne parlo, perché credo di non essere stato l’unico a… vedere quell’uomo.” Alzò un dito e lo puntò verso Paola. “Vedi”, aggiunse abbassando il tono di voce, “in quel sogno… in quell’incubo c’eri anche tu. Può darsi che sia un fatto irrilevante, dovuto soltanto alla mia fantasia, succede lo so molto bene; ma non lo penso. Quello che penso… be’ è una storia alquanto complicata, per farla breve ritengo che la persona che è entrata nel mio sonno sia una persona vera, reale. Non saprei dire da dove viene. Ciò che so, che penso di sapere è che ora lui sia qui, qui da qualche parte, intento a compiere il male. E per qualche ragione è interessato a noi due. Possiede vasti poteri, poteri oscuri, che sono destinati ad aumentare, ed è malvagio.”
Paola annuì. “Non sbagli, Nazif. O quantomeno se la tua è solamente una fantasia ci riguarda entrambi, dato che, è vero, l’ho sognato anch’io. E gli ho dato un nome: L’Uomo Nero.”
Brenden Reed si alzò per tornare in cucina a fare incetta di birre. “Bene. Lo avete sognato tutti e due. Ho già detto alla nostra amica che, quando morì mia moglie, Gabriella, io lo avevo sognato, prima che accadesse; ho poi aggiunto che quello dei sogni è un territorio sconosciuto, privo di regole certe. A volte si vede qualcosa, come una luce nel buio, in altri casi, si tratta semplicemente di desideri oppure di paure che durante il sonno prendono una veste onirica, niente di concreto, quindi. Tuttavia, voi due avete sognato lo stesso essere, e questo è un fenomeno almeno singolare. Di certo, per me risulta nuovo.”
“Cosa dovremmo fare?”, lo interrogò Paola, lanciandogli un’occhiata ansiosa.
Brenden alzò ambedue le mani. “Non siamo in un campo razionale, giusto? E’ impossibile stabilire un meccanismo di causa e effetto. Se questo misterioso individuo si materializzerà in maniera concreta, potremo saperne di più; se resterà una presenza onirica, forse dovremmo prendere in considerazione l’ipotesi di una suggestione collettiva. Voi siete amici, magari non per la pelle, ma buoni conoscenti sì, e io so che Nazif non si limita a fare strani sogni. Non voglio aggiungere altro, perché non sarebbe corretto: la privacy è sacra! In ogni caso, qualcosa vi unisce. Cosa fare? Vediamo cosa succede questa notte.”
Quella notte Luca Berbenni dormì poco e male. Era sconcertato, e questo era il minimo: avvertiva sulla pelle sudata l’odore della paura, come mai l’aveva provata in vita sua. Paura dei carabinieri: sebbene non ricordasse di aver lasciato impronte digitali sui quattro cadaveri e benché fosse ragionevolmente sicuro di non essere stato visto da nessuno, c’erano pur sempre quattro morti e ciò significava comunque indagini. Un aspetto positivo era dato dal fatto che il maresciallo era vecchio e non particolarmente sveglio; però il vero motivo del viscido terrore che a ondate lo sommergeva era dovuto all’Uomo Nero (così aveva detto di chiamarlo) e alle terribili magie cui aveva assistito. Non gli dispiaceva per nulla che i bastardi avessero ricevuto la giusta punizione, ma temeva per se stesso, anche se era stato rassicurato in proposito. Sarebbe diventato il braccio destro del misterioso giustiziere, per un verso motivo di orgoglio, per un verso differente fonte di dubbi e di forti perplessità. Avrebbe preferito essere lasciato in pace con le sue classifiche, con le appaganti masturbazioni che tanto gli piacevano, e invece sapeva che così non sarebbe stato.
L’Uomo Nero era scomparso, come inghiottito dalle tenebre, ma aveva annunciato che sarebbe tornato: c’era del lavoro da fare, e lo avrebbero fatto entrambi. Di cosa si trattasse non lo sapeva, peraltro immaginava nuovi scenari da incubo, simili alle esecuzioni di Pink e degli altri tre che, tralasciando ogni altra considerazione, gli avevano gelato il sangue.
La tendina della finestra di una sfumatura scura di verde era chiusa solo per metà e dal letto Berbenni poteva guardare la collina, illuminata dalla luna e dalle stelle. Chi diavolo era quell’essere? E quando lo avrebbe rivisto? Si augurò che si scordasse di lui e che non tornasse (impossibile!), poi ricordò la promessa e al panico subentrò l’eccitazione. La promessa parlava di Serena, di Simona-lunghe-trecce, di Paola, ed evocava scenari da sogno: non più “cinque contro uno” ma scopate vere!
Quanto bastava per rendere la sua esistenza dieci volte più appagante.
E con questo pensiero finalmente prese sonno.
L’intreccio si fa più intricato e la narrazione più intrigante.
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@ RODIXIDOR mi auguro che la storia prosegua bene, nel solco da te gentilmente indicato.
Con il prossimo capitolo, credo che sopraggiungerà un ampliamento dei temi.
Buona serata, amico mio!
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Sarà sicuramente una storia avvincente, come tu ne sai scrivere, nuvola bionda 🙂
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@ RODIXIDOR un abbraccio da “nuvola bionda” 🙂
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un intreccio intrigante su più paini che fatalmente troveranno un punti di contatto. personaggi che sognano, persone reale che eseguono. Si un intreccio veramente bello.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR un intreccio che si farà anche più complesso. Ti ringrazio per il “veramente bello”!
Un caro abbraccio a te.
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sottotraccia è veramente complesso
Un abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR lo penso anch’io, meriti o demeriti a parte.
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Paola è un nome che hai già usato in un altro racconto, era un’agente dell’FBI mi pare… giusto? 🙂 Non credo sia un caso, probabilmente ti rammenta qualcuna che davvero si chiamava Paola 🙂
I sogni in comune tra più persone, soprattutto con presenze così, sono davvero inquietanti. Mi ricordano un po’ il… buon vecchio Freddy! 😀
Forza Berisha! Mi sa che saremo tutti con te! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST giustissimo! Una vera memoria da lupo 🙂
Ed è valida anche la tua interpretazione di questo fatto.
Berisha? Anche io sono con lui, fortemente dalla sua parte… però, mi conosci 😀
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😮 fa’ una brutta fine allora… 😦
🙂
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@ WOLFGHOST be’ questo non è detto: come sempre nemmeno io so come finirà la vicenda. Certo è che sarà dura per tutti.
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Eccoti cara, grazie della lettura, ti abbraccio forte, ❤
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@ LAURA grazie a te, darling ❤
Baci.
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Bacioni cara, ❤
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@ LAURA 🙂 🙂 🙂
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Qui siamo davanti a un bel thriller con tutti gli ingredienti necessari a renderlo davvero appetibile. Hai suscitato tutto il mio interesse. Ora già vorrei il seguito!
Notti da incubo, cadaveri e uomo nero. Mmmm …
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@ LADY NADIA tesoro, il tuo commento è per me sincera fonte di gioia. Il seguito dovrebbe tardare meno rispetto ai precedenti capitoli; anzi, se starò bene, arriverà in tempi, non dico brevissimi, ma sicuramente celeri.
Lo scenario, con il prossimo episodio, si allargherà, e ciò succederà anche in seguito, dato che credo proprio che questa sarà una storia molto lunga. Posterò anche qualche racconto, ma senza trascurare il presente romanzo.
Augurandomi di riscuotere ancora la tua graditissima approvazione, ti abbraccio forte!
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Ne sono già certa. Buona notte!
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@ LADY NADIA thank you, baby!
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Puntata avvincente e anche da brivido. L’uomo nero, che strano essere, un’entità satanica, uno psicopatico, quello che intuisco è che ci saranno altre morti e la storia s’infittisce e tiene col fiato sospeso, attendo il seguito.
Complimenti!
Ti lascio un abbraccio e ti auguro una buona serata.
annamaria
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@ ANNAMARIA49 buona serata a te, cara!
Intuisci bene riguardo ad avvenimenti oscuri che ci aspettano, e mi auguro anche sul “fiato sospeso”. L’Uomo Nero adesso è atteso da una prova importante, e per una puntata lasceremo da parte Paola, Berisha e il professore americano.
A presto, amica mia.
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La trama si definisce e si arricchisce di scenari futuri. L’idea della suggestione collettiva potrebbe reggere, ma so già che non sarà così. E poi c’è Luca Berbenni a ricordarci che ha avuto il contatto con l’uomo nero. Brrr…
Ma come fai a sviluppare intrecci e trame tanto lunghi e articolati?
Scusa, sei una Scrittrice (e non una bloggerina che conosco bene e che ogni tanto scrive storielline con due personaggi al massimo).
Buon fine settimana, un abbraccio 🙂
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@ ILI6 già, non è una suggestione collettiva, purtroppo.
Come faccio? Non lo so, carissima, io ci provo…
Ti ringrazio davvero di cuore per le tue parole!
A presto con un bel bacione.
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Un misto avvincente tra vicende reali dei personaggi e frammenti di sogni. Continua così. Univers
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@ UNIVERS81 cercherò di farlo, caro.
Grazie!
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