Ma, per quanto forte fosse il desiderio di parlare, di raccontare, di svelare quello che aveva sognato, una qualche forma di potere sembrò calare dalla collina per impedire che ciò avvenisse. In realtà, essa non gli era affatto sconosciuta. Berisha aveva già sperimentato più volte tale strana magia, buona o cattiva che fosse e questo non riusciva a capirlo, benché fosse orientato a riconoscerle un aspetto malvagio, poiché gli causava un sentimento di gioia che tuttavia presto si trasformava in sofferenza.
Si interruppe, indirizzando uno sguardo incerto al cielo e poi rivolgendo la propria attenzione a Paola e a Brenden, o meglio tentando di farlo, dato che al momento non era in grado di incanalare i suoi pensieri come voleva; essi si presentavano dotati di volontà propria, inizialmente in modo confuso, poi come separandosi, dividendosi in due segmenti: la luce, di qui, e il buio, subito dopo, e sembrava proprio che l’oscurità fosse destinata a vincere.
La luce era l’immagine di un giovane provvisto di un talento sconfinato, eccezionale, fuori del comune. Imbracciava una chitarra in qualche posto degli States e cantava un brano sublime, Tell Me Why, e si chiamava Neil Young, e avrebbe fatto di tutto e di più nella vita come nella musica. Da lui proveniva un senso fortissimo di benessere, e lì intorno c’erano sole, vita, vento e panorami sconfinati che si perdevano all’orizzone nel tripudio del bene; però, in un luogo assai distante da lì, stava per avvenire qualcosa di terribile – ecco il trionfo delle tenebre – e Berisha non voleva essere catapultato in quella zona di infamia, eppure era consapevole che proprio questo sarebbe accaduto.
Travnik. Non erano bosniaci quei giovani, e neppure soldati croati fatti prigionieri: si trattava di volontari che appartenevano a un gruppo di aiuti umanitari, spinti fin lì dalla volontà di aiutare per quanto era possibile e adesso spinti a viva forza nel letame, finché le teste non scomparivano sommerse da quell’orribile sudario. Il capo dei serbi aveva sbiaditi occhi celesti, privi d’espressione; fumava e rideva, portandosi alla bocca la bottiglia di birra. Il sole al tramonto sembrava voler fuggire da quell’atroce scenario di morte.
Travnik… fu come una stilettata di ghiaccio che scacciò la musica di Neil Young, e le sue parole d’amore e il suo canto avverso il razzismo (“Southern man, better keep your head don’t forget, what your good book said Southern change gonna come at last now your crosses, are burning fast, southern man”). 1
Poi, nella stessa maniera in cui era arrivata anche questa seconda visione scomparve, lasciando nuovamente spazio al sogno, dove l’Uomo Nero…
Randall Flagg – oh, sì: adesso si sentiva veramente lui, al cento per cento, al mille per mille – lanciò uno sguardo divertito a Luca Barbenni. “Non so perché ho scelto te, proprio non lo so. A livello di stupidità, stai alla pari con questo idiota.” E indicò Pink, legato come un salame e steso sui binari della ferrovia che mugolava disperato. “Fatto sta che ho deciso che sarai tu a lavorare per me, e a goderne i frutti.” Consultò il vecchio orologio da polso che aveva vinto anni prima a una fiera di paese, assunse un’aria dubbiosa e spostò gli occhi verso la collina, poi guardò più in alto. Il cielo stava lentamente oscurandosi, ma c’era ancora luce. Troppa, pensò. “E’ presto.”, borbottò. “Se il treno arriva ora, il conducente forse riuscirà a frenare in tempo.”
“No! No! Te lo assicuro. Conosco gli orari. E’ l’ultima corsa. Più tardi ce ne sarà un’altra, ma quella fermerà alla stazione.” Barbenni indicò con il pollice la vecchia costruzione posta a circa un chilometro di distanza. “Due corse su questa linea”, spiegò, “e due su quella; solo che questa prosegue, girando attorno alla collina, l’altra si arresta per tornare indietro domattina. Passerà con il buio, ne sono più che sicuro, e nessuno si accorgerà di niente.”
L’Uomo Nero annuì. “Sarà meglio per te.”
Tirò fuori dalla tasca del giubbotto cartina e tabacco, confezionò una sigaretta, l’accese e aspirò con piacere la prima boccata di fumo.
Poi si predispose all’attesa.
“Il mio viaggio comincia ora.”, pensò soddisfatto.
1 “Southern Man” dall’album “After the Gold Rush” (Reprise Records)
Sublime. Mi sono sempre piaciute le tue descrizioni dei personaggi, brevi, coincise e incisive. Fumava e… beveva birra. Allora non c’è proprio nulla per cui stare tranquilli. Brrrr. Benone! Meno male che è arrivata questa puntata che si è fatta desiderare di brutto. Ciao amica!😊😊😊
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@ LADY NADIA sublime? Ma grazie, cara! Forse mi ha fatto bene la febbre 🙂 In compenso adesso sono io che bevo birra, bella fresca 🙂
Spero di tornare a un ritmo più solerte di scrittura. Se così sarà, appuntamento a lunedì 13 febbraio.
Buona serata!
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Meno male… volevi fare la primadonna…
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@ LADY NADIA ?
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Tra volute di fumo e birra si disegnano oscuri meandri dell’anima…on the road…bentornata alla scrittura, Alessandra.
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@ FRANZ ti ringrazio, caro poeta!
Adesso sono qui e mi auguro di non scomparire di nuovo.
Oscuri meandri dell’anima… proprio così!
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e io continuerò a leggerti attento…ne vale la pena. 🙂
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@ FRANZ ancora grazie 🙂
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tra deliri e ricordi la storia prende corpo. Ma era solo un sogno oppure una triste realtà?
Aspettando il seguito, un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR sogni che nascono da tristi realtà.
Un grande abbraccio.
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Ben ritrovata! Nonostante l’oscurità insita nel personaggio, trovo che il suo sia un viaggio affascinante. Sarà grave? 🙂
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@ JULIAN VLAD grazie per la bella accoglienza!
Nelle mie speranze, il viaggio deve contenere alcuni elementi di fascino. E in generale, poi, tutta la storia. Speriamo 🙂
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Mai stato molto luminoso …
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@ RODIXIDOR caro amico, all’inizio, secondo me sì; poi fu sfiorato dalle ali della morte e per un lungo periodo divenne cupo e anche lugubre (“Tonight’s the night” e altro ancora).
Felice serata!
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Bionda presenza, constato che sei bene informata anche su musica e musicisti che erano in auge quando ancora non eri nata. Non finirai mai di sorprendermi 🙂
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@ RODIXIDOR la musica degli anni Sessanta e Settanta è una delle mie grandi passioni. E ho avuto un buon Maestro 🙂
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Puntata oscura e non solo per il personaggio di cui narri… un saluto, a presto. Univers
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@ UNIVERS81 credo che a conti fatti questa sia (o si accinga a diventare) la storia più oscura fra le molte che ho scritto.
Besos ^^
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Percepire il male e non poter fare nulla per prevenirlo deve essere cosa terribile.
bentornata nel blog, cara. Sempre bello leggerti.
Marirò
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@ ILI6 come sempre, centri immancabilmente un punto chiave!
Ti ringrazio, cara, e ti mando un grande bacione.
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Buon fine settimana Alessandra ! 🙂
Aliosa 🙂
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@ ALIOSA a te con simpatia 🙂
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Una puntata da brivido! Narrazione intensa: sai come creare l’atmosfera e i personaggi sono così ben descritti che pare di vederli. Bentornata alla scrittura!
un caro abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 sono felice di essere tornata, cara Isabel, e felicissima di quanto mi scrivi!
Un caro abbraccio a te, amica mia.
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Una bella ripresa, aspettare è stato un bene 😉 Soprattutto spero significhi che ormai ti sei ripresa anche te! 🙂
Bene, è tipico che queste… entità si scelgano aiuti… come dire? Un po’ sciocchi. Forse perché sono più facili da manipolare, chissà…
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sì, per fortuna la salute va meglio ora, lupissimo 🙂
Direi che hai proprio ragione: per qualche motivo, tali entità non disdegnano manovalanza ottusa.
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