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LA DEA

19 ottobre 2016 di Alessandra Bianchi

la-deaUn ciuffo ribelle cadeva sulla fronte ampia e ben disegnata. I lineamenti del viso erano fini e regolari, gli occhi verdi. Tom Roberts sarebbe stato sicuramente un bel ragazzo, e in effetti lo era: ma aveva le gambe paralizzate. Sebbene fosse intelligente, sensibile e spiritoso, non era mai stato con una donna. Le giovani di San Diego non lo degnavano di uno sguardo. Tom faceva ricorso all’autoironia: “Non è che io non piaccia”, si diceva, “solo che per loro sono uno straniero. Mi vorrebbero, ma diffidano di me.” Naturalmente si trattava di un artifizio, di un ingannare se stessi, dato che avrebbe tanto voluto avere una compagna, non importa se bionda o bruna, magra o grassa; un corpo caldo che gli trasmettesse amore. Si consolava con la musica, in particolare con i dischi della dea. Di lei aveva tutto: ogni singolo cd, manifesti, poster, oltre a una ragguardevole collezione di riviste con recensioni, interviste, servizi fotografici.
Quella sera Tom era al settimo cielo. Anche se aveva abbandonato il concerto dopo appena dieci canzoni, quello che aveva visto, e sentito, lo aveva entusiasmato oltre ogni misura. La dea era fantastica dal vivo.
Ora aspettava davanti al camerino, che aveva faticosamente raggiunto impietosendo il servizio d’ordine. Man mano che lo show si avviava al termine, la confusione aumentava; presto si trovò circondato da una calca di giovani vocianti, e smaniosi di vederla da vicino. Sarebbe passata di lì, ma Tom incominciava a dubitare di riuscire a chiederle un autografo. Probabilmente non lo avrebbe notato in mezzo a tutta quella gente, e poi sarebbe andata di fretta come tutte le star che si rispettino.
“Serata comunque vincente!”, pensò. “Ho assistito allo spettacolo più bello del mondo.” Sul palco lei emanava energia selvaggia; la voce era splendida, le movenze feline. Un conto era ascoltare un disco, altro vivere intensamente il live-act più emozionante della sua vita. A parte il genere diverso, la preferiva anche ai Metallica, che pure amava molto. Lo spettacolo finì, e alcuni energumeni scortarono la cantante giù dal palco. Distribuendo insulti e spintoni alla marea di fans adoranti, le fecero strada verso il camerino. Tom era in una buona posizione. Non per altro aveva lasciato il concerto in anticipo. Quando la vide passare a qualche metro di distanza, gridò il suo nome. Lei si girò. Incredibilmente, ignorò tutti gli altri. I suoi occhi corsero alla sedia a rotelle. Prima di scomparire nel camerino, mormorò qualcosa a un gigante tatuato. Il tatuato si fece largo per raggiungere Tom. Abbaiando frasi irripetibili agli scalmanati che lo attorniavano, sospinse la sedia di Tom fino alla porta del paradiso. Bussò, quindi lo introdusse in un ambiente vasto e lussuoso. La dea stava bevendo champagne; con un gesto della mano congedò la sua corte. Adesso erano soli.
Tom la guardò estasiato. “Sei la numero uno!”, disse arrossendo. Lei gli rivolse uno strano sguardo. Frugò su un tavolo pieno di giornali, prese una foto e una penna. “Come ti chiami?”
“Tom Roberts.”
Lei scarabocchiò un autografo, tuttavia non gli diede la foto. “Non hai una ragazza?”, gli chiese invece. Tom scosse la testa. “No.” Gli sembrò di scorgere una luce triste in quegli occhi meravigliosi, ma forse era solo una sua idea. Era talmente emozionato che gli tremavano le mani. Lei lo fissò in silenzio per alcuni istanti. “Non sei mai andato a letto con una donna?”
“No.”, rispose Tom, congratulandosi con se stesso per aver evitato un tono di autocommiserazione. Non era semplice, ma in quel momento si sentiva l’uomo più felice dell’universo. La dea era davanti a lui e GLI STAVA PARLANDO. Lei versò dello champagne in un bicchiere; glielo porse. Tom aveva sete. Bevve avidamente. La donna gli tolse il bicchiere dalle mani, si liberò con un calcio delle scarpe e si levò la minigonna. Tom Roberts sgranò gli occhi. Forse c’era un allucinogeno in quello champagne. Senza dire una parola, lei gli sbottonò i pantaloni. Tom si vergognò. Aveva un’erezione immensa. Gli fece scivolare i boxer lungo le gambe, poi si mise a cavalcioni su di lui. Incominciò a muoversi nel modo sinuoso che le apparteneva. Il ragazzo non avrebbe mai dimenticato il viaggio nell’estasi che quella notte lei gli donò.
Tom Roberts non poteva sapere che la dea era stata su una sedia a rotelle fino all’età di quattordici anni.
Nessuno al mondo lo sapeva.

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Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag storie di vita | 35 commenti

35 Risposte

  1. su 19 ottobre 2016 a 18:43 rodixidor

    Dolce Alessandra. 🙂

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    • su 19 ottobre 2016 a 18:46 Alessandra Bianchi

      @ RODIXIDOR 🙂

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    • su 19 ottobre 2016 a 18:47 Lady Nadia

      Ahahaha… lei ti fa felice!😁😁😁

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      • su 19 ottobre 2016 a 18:48 rodixidor

        Sarò presuntuoso, ma mi piace pensarlo, ha scritto il finale che chiedevo a te …

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      • su 19 ottobre 2016 a 18:49 Lady Nadia

        Hai visto ? Ma io non l’avevo scartato anzi…
        Effettivamente così allieta, io invece volevo dare un “pugno nello stomaco!”
        Ahaha!

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      • su 19 ottobre 2016 a 18:51 rodixidor

        I bei racconti sono come le belle donne, impossibile metterli a confronto ….

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      • su 19 ottobre 2016 a 18:56 Lady Nadia

        Ah ecco. Ma a Ale ( sembrerebbe eh, solo un sentore vago direi…) la competizione piace eccome!😉

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      • su 21 ottobre 2016 a 11:54 rodixidor

        Anche tu non sembri una che si sottrae alle sfide (solo un sentore, ovvio … ;))

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      • su 21 ottobre 2016 a 19:19 Lady Nadia

        Ovvio.

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      • su 21 ottobre 2016 a 19:14 Alessandra Bianchi

        @ RODIXIDOR e come no! La biondina è mooolto competitiva 🙂

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      • su 21 ottobre 2016 a 19:20 Lady Nadia

        Competitiva io? Si ma…
        Se facessimo una corsa io sarei una gazzella e tu Bolt.

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      • su 21 ottobre 2016 a 20:22 Alessandra Bianchi

        @ LADY NADIA ho il vago sentore che sarebbe la gazzella a vincere…

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  2. su 19 ottobre 2016 a 18:46 Lady Nadia

    Beh, hai riscattato un certo finale… che conosco io!!!
    Bel pezzo dal lieto fine.

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    • su 19 ottobre 2016 a 18:48 Alessandra Bianchi

      @ LADY NADIA sicurissima che sia poi un lieto fine?
      Vado a mangiare. Ciao, bellina 🙂

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      • su 19 ottobre 2016 a 18:52 Lady Nadia

        Hai la mazza in fondo al cassetto???
        …ehm… volevo dire…
        Hai un seguito pronto da qualche parte? Lo posti domani?
        Perchè se la domanda riguarda il tuo racconto, la risposta è si.
        Io mi sono fermata all’ultimo punto. Tu dove sei?
        Buon appetito mademoiselle!

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  3. su 19 ottobre 2016 a 18:56 Lady Nadia

    Comunque io l’adoro. Non a caso è la mia maestra!😊😊😊

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    • su 19 ottobre 2016 a 19:55 Alessandra Bianchi

      @ LADY NADIA da sempre ho deciso di non commentare i miei post: ritengo giusto che siano gli amici lettori a interpretarli secondo il proprio giudizio. Detto ciò, sono competitiva a calcetto, molto meno per quanto riguarda la scrittura. Sono la tua maestra? Mah… volendo esagerare (ma di parecchio) se io fossi Totti, tu saresti Higuain (che ha 28 anni e non 30 come molti beceri si ostinano a dire e a scrivere), quindi il futuro e anche il presente appartengono a te.
      Felice serata, bella tusa 🙂
      E grazie!

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  4. su 19 ottobre 2016 a 19:25 Franz

    Del divino amore in miracoloso amplesso di vita esploso. Solo tu potevi dare un finale sensuale ad un miracolo …bravissima Ale.

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    • su 19 ottobre 2016 a 19:57 Alessandra Bianchi

      @ FRANZ ti ringrazio moltissimo, mio poeta preferito!
      E ti auguro ore liete 🙂

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      • su 20 ottobre 2016 a 00:14 Franz

        magari con una delle protagoniste sorprendenti dei tuoi racconti! 😀

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      • su 20 ottobre 2016 a 20:21 Alessandra Bianchi

        @ FRANZ idea intrigante 🙂

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  5. su 19 ottobre 2016 a 19:56 ivano f

    Tutto bene, anzi benissimo… fino al finale che, purtroppo, mi è sembrato un deragliamento: mi sembra… “troppo”, non riesco a crederci. (Naturalmente capisco che tu abbia voluto richiamare -offrire un’alternativa a- un certo altro finale…)
    Ogni bene

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    • su 19 ottobre 2016 a 20:01 Alessandra Bianchi

      @ IVANO F niet! Nessuna alternativa dato che (ma lo dico solo a te in virtù della tua simpatia) per la sottoscritta questo non è un finale lieto. Mi piacerebbe spiegarne i motivi, però contravverrei a una mia precisa regola.
      Ogni bene.

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      • su 19 ottobre 2016 a 20:17 ivano f

        Posso fare delle ipotesi (non risponderai nel merito, tranquilla che non mi offendo 🙂 ho capito che vuoi lasciare libera l’interpretazione):
        -Quello che Tom cercava era qualcosa di più rispetto al puro sesso (anche se lo ha apprezzato…)
        -La dea ha agito così per pietà… (e magari Tom ripensandoci sentirà un retrogusto di umiliazione) forse addirittura per pietà verso sé stessa, come una specie di masturbazione…
        Anche se queste ipotesi fossero vere rimango perplesso dal finale. Ho i miei limiti, che ci vuoi fare? 🙂

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      • su 19 ottobre 2016 a 20:36 Alessandra Bianchi

        @ IVANO F ci mancherebbe altro! Tu sei fortissimo.

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      • su 19 ottobre 2016 a 23:22 ivano f

        Adesso però non esagerare 😛

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  6. su 19 ottobre 2016 a 20:28 newwhitebear

    evviva la Dea. Ottimo ritmo narrativo. Pareva di essere con Tom.
    Un caro abbraccio

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    • su 19 ottobre 2016 a 20:39 Alessandra Bianchi

      @ NEWWHITEBEAR sono lusingata. E anche di più!
      Un grande abbraccio.

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      • su 19 ottobre 2016 a 20:40 newwhitebear

        meritati i complimenti

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  7. su 23 ottobre 2016 a 20:49 ili6

    Bel ritmo narrativo, nulla è lasciato al caso.
    Prima del finale direi dell’inizio e dell’emarginazione a cui sono soggetti i disabili, anche quando sono amabili, intelligenti e garbati. Il gesto della diva non è che mi sia piaciuto tanto, nonostante la chiusa del post che tenta di addolcire il tutto.Troppa irruenza. Il sesso può essere anche un dono, ma resta triste se non c’è calore.

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    • su 23 ottobre 2016 a 21:22 Alessandra Bianchi

      @ ILI6 dieci e lode, cara Marirò 🙂

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  8. su 25 ottobre 2016 a 18:00 univers81

    Racconto ben scritto, ci vedo in sottofondo una umanità sconfinata… un saluto, alla prossima. Univers

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    • su 25 ottobre 2016 a 18:41 Alessandra Bianchi

      @ UNIVERS81 un abbraccio!

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  9. su 25 ottobre 2016 a 23:51 wolfghost

    ahah una bellissima sorpresa! 😀
    Tra l’altro sto giusto rivendendo “La teoria del tutto” e… bé, Hawking ha fatto tre figli 😉
    http://www.wolfghost.com

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    • su 26 ottobre 2016 a 18:31 Alessandra Bianchi

      @ WOLFGHOST bella questa, lupo 🙂

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
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