A meno di clamorose sorprese nelle ultime primarie, sarà Hillary Clinton a sfidare Donald Trump alle elezioni presidenziali del prossimo novembre. La Clinton potrà contare sul voto degli ispanici, dei neri, dei repubblicani moderati e di una parte non si sa quanto consistente dei democratici. Trump pescherà un po’ ovunque: repubblicani (non tutti perché il partito lo detesta cordialmente), democratici di destra, e la marea degli insoddisfatti, degli emerginati (bianchi), di coloro i quali sono “contro” il sistema, per ragioni a volte vaghe, in altri casi motivate.
In America non funziona come da noi. I due partiti sono raccoglitori di voti, ma rappresentano una minoranza; la maggioranza non si riconosce in uno schieramento, e di volta in volta si schiera con l’uno o con l’altro, più spesso ancora si limita a ignorare le urne.
Donald Trump a me fa pensare a un Berlusconi più pericoloso. Questo per due motivi. Il primo, che gli Stati Uniti sono la più grande potenza mondiale, mentre l’Italia ha e aveva un peso specifico modesto; la seconda ragione, che Berlusconi era molto più moderato nel linguaggio e meno virulento nel modo di porsi. Per il resto, entrambi hanno reati di vario genere alle spalle, amano le ragazzine, sono egocentrici, megalomani e perseguono (per Silvio sarebbe meglio dire “perseguiva”) il loro personale fine senza curarsi minimamente dei mezzi adottati.
Se dovesse vincere Trump si aprirebbe uno scenario inquietante. A differenza dell’ottimo marito, Hillary non è esattamente una pacifista e lo ha dimostrato in qualità di Segretario di Stato, però garantirebbe continuità e un percorso politico stabile, più o meno valido a seconda delle scelte che man mano prenderebbe.
Trump cavalca l’onda della protesta. Sia pur in modi diversi e con modalità differenti, è un fenomeno che riguarda anche la Francia, l’Austria e l’Italia: il rifiuto della politica, intesa come un male, e quindi da sostituire non si sa bene con cosa. Una forte spruzzata di razzismo e il qualunquismo portato a modello di sviluppo sono gli altri elementi su cui si basa tale “rifiuto della politica”. Spesso essa sarà anche fonte di corruzione e di malaffare, ma rimane un elemento essenziale della nostra civiltà del quale non si può fare a meno. L’alternativa sarebbe un ritorno ai tempi dei barbari.
Gandhi diceva: “In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica.”
Fra le esternazioni di Donald Trump cito:
– Una nazione senza confini non è una nazione. Ci deve essere un muro per segnare il confine meridionale.
– Il global warming è solo una ‘bufala’, punta alle fonti fossili per lo sviluppo dell’industria e dell’economia del Paese. (Tra le promesse fatte vi è quella di smantellare l’EPA – Environmental Protection Agency – l’agenzia governativa ambientale che molto ha fatto in questi anni per la tutela dell’ambiente).
– Va eliminato il diritto di cittadinanza per nascita per collocare gli americani ai posti di comando.
– Il diritto a possedere e portare armi non deve essere scalfito. (Inutile dire che gode dell’appoggio delle lobby delle armi e di moltissimi bianchi del sud).
Parole di un demagogo populista.
Trump ha mosso false accuse a Hillary Clinton, sostenendo che vuole abolire il Secondo Emendamento (che garantisce la facoltà di avere armi), cosa assolutamente non vera: la Clinton chiede solo maggiori restrizioni. Fra l’altro, nelle tenute di mr. Donald, è vietato portare con sé qualsiasi tipo di arma. Nella realtà, sembra che lui non le ami affatto. Ma è a caccia di voti…
Quando Trump annunciò la sua decisione di candidarsi dichiarò di aspirare a essere il più grande presidente mai creato da Dio. (E anche in questo ricorda un po’ Berlusconi, solo che Silvio probabilmente lo avrebbe pensato con sincerità).
Infine, nel suo programma, c’è una presa di posizione durissima contro la Cina, considerata un nemico.
Hillary Clinton è tutto tranne che uno stinco di santo, però garantirebbe quattro o otto anni nel segno della stabilità e di un moderato progresso. Niente di eccezionale, per carità, ma una via senza sorprese.
Con Trump sarebbe un salto nel buio.
Se io fossi americana, voterei non già per Hillary Clinton ma CONTRO Trump.
Il mio pensiero è condiviso dal Washington Post che in un duro editoriale afferma: Trump è un uomo il cui principale talento politico è quello di riflettere i peggiori istinti della società americana.
TRUMP?
23 Maggio 2016 di Alessandra Bianchi
20 Risposte
Difatti con il sistema maggioritario non si vota “per” ma “contro”, ed anche i nostri politici se ne rendono conto usando l’arma del malcontento.
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Eccezionale articolo giornalistico che condivido! Sei una sorpresa continua!
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Trump non mi è mai stato decisamente simpatico come il nostro nano. hanno molte qualità – si possono definire così tutti i vizi che hanno? – in comune, che hai elencato puntualmente. Senza dubbio questa tornata di elezioni ha mostrato il peggio dell’America. Aspiranti presidenti veramente di basso livello. Un po’ come ai tempi di Bush Junior o di Reagan. Guarda caso entrambi della destra repubblicana.
La Clinton sarebbe il male minore ma sconta una personalità insignificante, a cui fa ombra quella del marito.
Tutti temono un salto nel buio con effetti non preventivabili.
Speriamo che la ragione prevalga, turandosi il naso. Più o meno quello che spesso ci auguriamo anche in casa nostra.
Un caro abbraccio
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Condivido in pieno, bravissima, bacioni cara, ❤
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Mah, difficile da commentare.
Anzi no, il commento l’ho scritto, soltanto che lo tengo qua, sottochiave per non fare la parte dell’attaccabrighe; un vezzo che non mi si addice e che ultimamente mi si vorrebbe attaccare addosso.
Ovviamente non concordo in nulla di quanto ho letto più su …
Buonanotte
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Diciamo che le nostre opinioni divergono.
Proprio proprio
Radioserie varie
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Fra l’altro, allo stato attuale, crediamo che il grosso problema di Hillary sia e possa essere, non come governera, praticamente su un progetto politico inesistente, ma se governerà.
Sembra non avere storia.
Il Washington Post l’altro ieri (e poi lo conferma oggi, addirittura) dà il Tycoon al 45/% rispetto alla lady Hillarina al 43%.
Il D.P. ha la necessità di risalire nei sondaggi. L’abbronzato ha fatto tanti di quei danni che l’elettorato americano (che è infido) se lo ricorda, eccome.
Dalla parte si Donald c’è il fatto che la vuole smettere di fare il “gendarme mondiale”. Anzi, ha imbastito in politica estera ( che poi è quello che interessa a noi occidentali) tutta la sua campagna elettorale. O almeno buona parte.
La chiusura, poi, della Kill Bill, tristissima usanza tutta presidenzial americana, fin dai tempi di kennedy, di uno Stato-Nazione che si è posto a favore delle integrazioni (discorso di Obamino settebellezze del 6 e 12 c.m.), contro gli interventi diretti, militarmente parlando e contro i muri anti migranti.
Mah.
Le integrazioni e i muri, contro i quali si è lanciato l’abbronzato e Hillary, detto e sostenuta da una nazione che mantiene il muro al Messico, è tutta da ridere.
Il non interventismo e il pacifismo di comodo da parte di “chi” ha lanciato due atomiche su civili inermi, usato il napalm al calor bianco in Vietnam (c’era di mezzo quel pacifista di Kennedy e peccato che quel guerrafondaio di Nixon sia riuscito a fermarli in tempo. Sai che genocidio?), armi al sapore di nervini “tattici” (controllati entro un km, probabilmente utulizzate in Afghanistan dove, personalmente ho assistito alla desertificazione di due villaggi – ampiamente documentata – nel 2007, e varie, non mi fanno accettare alcuna lezione né dai Democratici, né dai Repubblicani.
Fra i due, almeno, posso accettare un pelino sui repubblicani: non si lanciano in filippiche buoniste e inconsistenti ma che, alla lunga, diventano un malessere per la fascia più povera che diventa sempre più povera e per gli alleati (che è quello che c’intererssa di più) che ce li dobbiamo sorbire in casa, all’insegna del pacifismo per noi e dell’ingerenza per loro.
Almeno (e questo sembra trasparire fin dall’inizio) hanno in programma cinque punti. Pochi, ma certi.
Tre riguardano la politica interna (due su quella nazionale e una sociale) e due su quella estera: Basta guerre all’estero e basta costosissime basi offensive sparse in tutta l’Europa/Asia mediorientale. Un netto smarcamento a favore del mercato interno.
Sembra, poi, che il Tycoon voglia togliere qualsiasi embargo alla Russia di Putin, che ammira (Avrebbe detto che Putin è stato un moderato nella politica interna alla Federazione Russa e che comunque è un grande politico).
In ultima analisi credo che il popolo americanogli affiderà un bel po’ di consensi perché … non ha inciuciato con nessuno sui finanziamenti e varie. Si sta imponendo di tasca sua. Punto.
Gli scandaletti su Trump?
Beh, era da dire che non saltassero fuori.
Li avevano preconizzati un bel po’ di persone, me compreso, se il Donald (Gran maestro del riporto pilifero) fosse stato in dirittura d’arrivo.
Visto che prolissità?
Mi hai provocato?
Beh e adesso mi sopporti.
😀
Ciao Milady, stammi bene e non strafogarti di Hillar: in ogni caso non ne vale la pena: è brutta, abuffina, cicciona e spietata.
Salùt e good day
The best in the world:
The milorder!
(Oui, c’est moi… )
😀
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Sottochiave?☺☺☺☺☺
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Oh Milord, avete scritto delle verità.
Sul serio.
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Essì lady Nadia.
Perché quello che c’é quassù è la versione ridotta..
😀
Cordiality alla padrona di casa.
🙂
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Evabbé, per qualche refuso adesso.
Non stiamo a sottilizzare …
😀
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Ma cara Alessandra, mi succede una cosa strana.
Questa mattina sono all’Università “La Sapienza” a Roma (ma chi me l’ha fatto fare, da Firenze? Boh?!) e sto facendo una fila interminabile per avere due dispensine da studiare. Robetta dico.
Beh, avevo accanto un Primo Segretario dell’Amasciata americana che ha cercato di attaccar bottone (carino e gentile devo dire).
Quando mi ha vista che ti stavo leggendo con il tablet (uso il wifi dell’University) ha visto che leggevo di Trump.
Beh, mi devi credere, lui parlava mentre stavo leggendo, anche, il commento del milord (che forte) e stava dicndo le stesse cose: che Obama e Hillary stanno consegnando il popolo americano al partito Repubblicano.
Certo Trump ha “qualche” difetto (oddio, si facesse un parrucchino perché quel “riporto” – o come dice il milord quel Gran Maestro del riposrto pilifero – non si può vedere) ce l’ha, ma sempre meno di quell’altra.
Mi diceva che Trump è simpatico proprio perché NON parla in politichese, non è politicamente corretto, non gliene frega un bel niente della “poltrona” ed è pratico. E lo dimostra con gli oltre 50.000 dipendenti che fanno il tifo per lui e non per timora, ma perché sono soddisfatti.
Mi diceva, anche, che gli americanoi sono stanchi di guerre, basi militari e di complotti e che non ne possono più.
Poi, se Trump è il tipo che vive e lascia vivere basta che non gli rompano le scatole è un fatto tutto americano.
L’importante, per noi, è che la smettano di mettersi gli stivali e venire a fare i Cowboy in casa nostra. E questo trump non lo vuole assoutamente perché i soldi spesi per tutte ste cose li vuole tenere in casa a pensare al suo popolo.
Credo che sarà un trionfo.
vabbé, ti ho riportato la prima mano di questo signore americano che, certo, non è un “trumpoiano”, ma un Obamiano.
Ciaoooo
(Sob, ho il numero 21 e siamo al numero 3 e sono in fila dalle nove)
😦
Ciao
Eleonora
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Ah, dimenticavo, mi ha anche detto che si augurano che vinca Trump perché lui che è del Maryland ha visto che la riforma della sanità voluta da Obama ha distrutto tutto il sistema previdenziale americano. Trump glielo vuole affossare di nuovo.
Ciao, mi rimetto in fola.
😦
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Ah ah ah ah ah
Il Milord è contagioso: Refuso: No fola, ma fila.
Eh eh eh mi sono beccata la milordite..
ahahahahahah
Eleonora
(in fila march!)
😦
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I difetti di un governante inadeguato li paga il paese e nel caso degli Stati Uniti, il mondo. Il problema è che il presidente degli S.U. lo eleggono gli americani. È già accaduto in passato di essere vicini a svolte radicali verso destra e senza ricordare la dottrina di Monroe, si può riandare al fortunatamente mancato ad confronto Roosevelt Lindberg, se ci fosse stato e se avesse vinto il secondo la guerra al nazismo non ci sarebbe stata probabilmente. La campagna elettorale sarà lunga, i cinesi posseggono una fetta importante del debito americano e sono un mercato di sbocco incredibile per l’industria. Trump non è pericoloso in sé ma per l’insensatezza poco controllabile che rappresenta e questo è il pericolo per il mondo. Non che i Reagan e i Bush non abbiano fatto danni ma lo staff è il partito li controllavano. Almeno un poco. Oramai ha inaugurato una politica di riduzione dei conflitti, anche se Hillary non ha lo stesso carattere sarebbe costretta a tenerne conto è ancor più a tener conto di Sanders e questo da subito. Spero vinca e non perché mi sia simpatica o meno ma perché il mondo con lei rischia meno. Per il resto condivido le tue considerazioni. Brava.
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oramai è Obama 🙂 il correttore è repubblicano 🙂
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[…] via TRUMP? — Lady Alessandra […]
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si, vorrei Trump perdesse
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Francamente non posso pensare che Trump possa vincere. Voglio credere che gli americani non siano così folli: i moderati, per una volta, andranno al voto, e Trump perderà.
http://www.wolfghost.com
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Grazie a chi è intervenuto 🙂
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