Jack Sparrows strappò il pugnale dalle mani di Nadia. Si voltò verso Alexandra, la fissò per un attimo, quindi la schiaffeggiò con violenza. La scrittrice finì a terra con un labbro sanguinante. Greene cominciò a urlare, ricoprendolo di insulti. Sparrows la immobilizzò e le legò anche i polsi. Brandì il pugnale e in quel momento sentì che qualcuno stava bussando alla porta. Chi poteva essere? Era tardi e stava diluviando. Non aspettava visite, poiché nessuno sapeva che abitava lì; per un istante pensò che la polizia lo avesse rintracciato, ma subito escluse l’idea. Probabilmente qualcuno si era perso a causa della tormenta e ora cercava un riparo. Decise di ignorarlo, ma i colpi alla porta si ripeterono, sempre più insistenti.
Valutò la situazione. Nadia era impotente, ma Alexandra avrebbe potuto liberarla. La prese per i capelli e la spinse sul letto. La scrittrice reagì con sorprendente violenza. Sebbene fosse esile e apparentemente debole di costituzione, rivelò una forza insospettata. Lo colpì con decisione alla bocca dello stomaco, lasciandolo per un attimo senza fiato. Poi gli si scagliò contro, artigliandogli il viso. Mirava agli occhi. Sparrows indietreggiò, cercando di fermarla: ma Alexandra era scatenata. Riversava su di lui tutta la rabbia, l’angoscia e la pena accumulate in quei giorni d’inferno; sfogava la collera che provava per se stessa. Con le unghie scavò un solco nella faccia dell’uomo. Sferrò un calcio indirizzato ai testicoli, che Sparrows riuscì a evitare per un soffio. Indietreggiò ancora, sconcertato dalla ferocia della donna.
Ma il divario di forze era comunque eccessivo.
La centrò su uno zigomo con un potente destro. White scivolò al suolo; lui la prese fra le braccia, ansimando per lo sforzo, e la stese sul letto vicino a Nadia. La legò mani e piedi, adoperando la corda rimasta. Si tolse le calze, le appallottolò e le ficcò in bocca alle due donne. Controllò di non aver trascurato alcun particolare, annuì e con un fazzoletto si asciugò il viso, segnato dai graffi di Alexandra.
I colpi alla porta si susseguivano, monotoni. Sparrows uscì dalla stanza e nascondendo il pugnale dietro alla schiena scese le scale. Accese la luce dell’ingresso e aprì la porta. Vide un uomo dall’aspetto singolare. Gli occhi erano di un celeste sbiadito, freddi e privi di espressione. Il volto contratto in una specie di sogghigno. Tuttavia non c’era nulla di ridicolo in lui. Emanava un’aura minacciosa, che Sparrows colse immediatamente.
I due si guardarono in silenzio. Poi Jack scorse una donna a qualche passo di distanza. Era alta, indossava un mantello e un cappuccio le copriva i capelli. Il chiarore prodotto da un lampo gli permise di identificarla. Soffocò un’imprecazione: era Patricia Thompson.
Come aveva fatto a trovarlo? E chi era lo sconosciuto che la accompagnava?
Poi ricordò. Si chiamava Carrick.
Jack Sparrows era malato.
Non essendosi mai recato da un medico, non lo sapeva.
Anche se lo avesse saputo, comunque, non avrebbe potuto farci niente, dato che il suo era un male incurabile. I sintomi erano sempre gli stessi: brevi momenti di stordimento, in cui credeva di vedere cose che in realtà non esistevano, seguiti da forti emicranie. Quando si trovava in quella condizione vaneggiava, creandosi mondi propri, che generalmente nascevano da “The Black Land”, il suo grande romanzo.
Negli ultimi tempi, la frequenza di quegli attacchi era aumentata, di pari passo con l’estensione della malattia. Non ricorreva a medicinali, visto che era all’oscuro del suo stato; d’altro canto, gli unici farmaci che avrebbero potuto giovargli si sarebbero limitati ad alleviare il mal di testa, senza peraltro produrre altri effetti.
Alla notte spesso era assalito da incubi terrificanti, provocati dal male che gli stava divorando la mente. In uno di quei sogni, mentre ansimava nel letto, sudato e sconvolto, aveva avuto una visione terribile. Si trovava in una grande piazza. Era pieno giorno e il sole risplendeva accecante. Una moltitudine di persone lo circondava; persone anonime, prive di un volto, da cui però trapelavano un senso di malvagità, un sentimento di odio, un desiderio di vendetta, tutti rivolti alla sua persona. Nel sogno, Jack era ammanettato. Avevano acceso un fuoco, e una donna di incredibile avvenenza, una sacerdotessa alta e bionda, vestita di bianco, stringeva tra le mani il suo romanzo.
La donna si accostò al fuoco. Osservò per alcuni istanti la legna che ardeva, quindi con un gesto solenne levò in alto il libro per poi scagliarlo nel rogo.
Jack si era svegliato urlando.
Ora riconobbe in Patricia la sacerdotessa di quel sogno.
L’avrebbe uccisa.
Finali aperti: odiati da alcuni, amati da altri.
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@ RODIXIDOR certo, dipende dai gusti. Poi ci sono anche i finali amari, alla John Grisham.
Buona domenica!
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Il tuo finale me gusta 🙂
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@ RODIXIDOR ne sono felice, però la storia non è finita…
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Meglio … 🙂
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Che Sparrows fosse malato era chiaro ma non in questo senso. Molto bella la descrizione della collutazione e te lo dissi un’altra volta. Rendi proprio l’idea del movimento.
Le calze sporche in bocca…😂😂😂
Beh se non aveva altro sottomano…
E ancora aspetto. Come andrà???
Ciao! Sempre eccezionale.
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@ LADY NADIA grazie di cuore, amica mia ❤
Aspettare a volte è bello, non trovi?
Le calze… un'ulteriore umiliazione?
Ciaooo 🙂
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@ MAIRITOMBAKO un bacione.
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Questa Alexandra è cambiata non poco in corso d’opera. Il romanzo le ha fatto bene. Un po’ repentina la rivelazione della malattia di Sparrow. Attendo con impazienza il seguito 🙂
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@ WILLYCO il seguito non tarderà, amico.
Le esperienze negative possono cambiare profondamente una persona.
Grazie!
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Un capitolo parecchio dinamico. La mente malata ha trovato una nuova vittima da sacrificare alla sua follia. Riuscirà? No, spero di no.
Ciao, sempre brava. 🙂
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@ ILI6 anche io spero di no, ma non si può predire il futuro…
Ciao, Marirò 🙂 Ti ringrazio molto.
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Si va verso un finale diverso da quello immaginato finora. La tensione narrativa è altissima e il lettore divora le parole.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR mi fa molto piacere quello che scrivi!
Un grande abbraccio.
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sei sempre sorprendente.
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Bravissima Alessandra, grazie della lettura anche per stasera, sei fantastica, bacioni cara, buon inizio settimana, ❤
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@ LAURA buon inizio settimana a te, bellissima amica, e grazie 🙂
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Baci cara, ❤
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Immaginazione, spessore, scrittura e bravura sono sempre con te
Grazie mille, Alessandra
Baci
mistral
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@ OMBREFLESSUOSE ben tornata, chèrie Mistral.
Sono lusingata dalle tue parole!
Baci e bacini*
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ciao ale
mi piace ila tua scrittura..
ti auguro un buon lunedi
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@ INFUSO DI RISO è bello vederti qui 🙂
Ti ringrazio molto e ti auguro una felice settimana.
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grazie ale
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Non ho avuto modo di seguirlo e poi è un genere letterario che non seguo. troppi morti, troppi pazzi da legare.
Ma, come in vari anni, ti leggo.
A jack gli diamo due ceffoni, a Alexandra le ricordo che un’amica èp amica per sempre e che non scherzasse troppo e a Nadia, un’altro schiaffone dai.
Tu il motivo non lo sai, ma loro si.
ahahahahahahahah
Ciao
🙂
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@ MANUELA ROVATI sullo schiaffone a Nadia sono d’accordo 🙂
Be’ il pazzo da legare è uno solo, Jack Sparrows, comunque ti capisco.
Ciaooo.
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Ahahaha adoro gli schiaffi!😊 Mi fanno sentire viva!
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@ LADY NADIA sono qui… basta dirmelo 😀
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arrivooooo
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@ LADY NADIA e se ti faccio male? 😦
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Poi ti pesto io!😊😊😊
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@ LADY NADIA ahahah 🙂 🙂 🙂 🙂
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Dai, non stiamo dando il buon esempio… anch’io non mi azzuffo dalla terza media! Potrebbe essere l’occasione per rispolverare le mie tecniche di Kune-do!
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Ku non ne do.
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@ LADY NADIA be’ io praticavo judo: sarebbe una bella sfida 🙂
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Urka.
Scommettitori, il banco è aperto!
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@ LADY NADIA e vinco io…
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Competitiva? Mi nasce un flebile sospetto…
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@ LADY NADIA un pochino…
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Me l’ha detto al telefono la vecchia qui sù che stava rompendo l’anima anche a te.
Lasciala perdere, a parte che per capire, anche, un aforisma ti ci devi mettere a spiegarglielo senza speranza e non lo capisce lo stesso.
Oggi sono in viaggio e adesso mi riposo.
E’ strano ma un qualcosa di simile come racconto io l’ho già letto, ma non mi ricordo dove.
Credo anni fa e credo proprio su Splinder.
Sì, ma allora, di là dico, la “Maga Fatata” e scrivevo dal Milord (non riesco a tenere un blog neanche a pagarlo).
Carrick è una vecchia conoscenza e qua me lo fai impazzire con un pazzo?
Scrivi bene e su questo non ci piove.
Ciao
Lilly
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@ LILLY SIMONCELLI credi giusto! Anche se qui è stato molto modificato.
Già, Carrick aveva una grande parte in “Alex Alliston”.
Tranqui… lui non impazzisce.
Grazie e un sorriso per te.
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Questione di logica, non si può fare nulla. Lasciatevelo dire da me che ho lo stesso problema con i proverbi!
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Hai la capacità di descrivere i particolari passo dopo passo, fai vivere al lettore la tensione dei momenti scabrosi. La sacerdotessa compirà la vendetta?
Un capitolo coinvolgente e ben narrato.
Buona giornata
Un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 come sempre, sei carinissima!
Un bacione, Isabel ^^
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Bellissima la scena dell’incontro tra Sparrows e Carrick, da altissima tensione 😉
Non mi ricordavo la malattia di Jack… in un certo senso gli da un senso di umanità spiegando la sua follia…
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sono onorata, lupo!
E condivido il tuo pensiero riguardo a Jack.
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L’ho quasi mangiata e non semplicemente letta questa breve puntata. Brava. Univers
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@ UNIVERS81 sono felicissima 🙂
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