Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac.
Con un gesto lento e drammatico Jack Sparrows depose i due manoscritti sulla scrivania di Alexandra. “Bene.”, disse. “La gara è finita.”
Era una serata calda e particolarmente afosa; da lontano giungeva il rumore dei primi tuoni: si preannunciava un temporale. Un lampo balenò nel cielo, a oriente.
Le due donne sedevano immobili, lo sguardo fisso su Jack, e il cuore in tumulto. Era difficile prevedere cosa sarebbe accaduto adesso. Sparrows avrebbe premiato la vincitrice e punito la vinta oppure le avrebbe eliminate entrambe? E in tal caso, come? Alexandra sapeva di aver perso, ma più che paura provava rabbia. Rabbia nei confronti di se stessa, e odio rivolto a quella biondina apparentemente insignificante che era riuscita a umiliarla. Lei, una scrittrice famosa, sconfitta da un’impiegata! Ma la colpa era sua. Aveva smarrito il talento e ancora non si capacitava di come potesse essere successo.
Guardò Nadia. Sembrava tranquilla, almeno esteriormente. Era la vincitrice, comunque non poteva certo ignorare che ciò non le garantiva automaticamente la salvezza. Lo aveva ripetuto più volte lei stessa. A un tratto, White si sentì apatica e distante, quasi quella situazione non la riguardasse. Era come se assistesse a una scena che non la vedeva coinvolta; era un’altra Alexandra che stava fissando con acredine Nadia. La vera Alexandra si trovava nella propria abitazione, intenta a realizzare un nuovo capolavoro: lì c’era soltanto una sbiadita controfigura.
Jack Sparrows ricominciò a parlare, richiamando subito l’attenzione delle due rivali. “Ho letto con estremo interesse i vostri romanzi.”, dichiarò scandendo lentamente le parole. Le strascicava in modo indolente, rivelando con questo la sua probabile appartenenza alla nobiltà. Alexandra si disse che forse era un barone o magari un conte, benché, dati i suoi comportamenti, ciò potesse apparire inverosimile.
Nadia lo osservava con un’espressione indecifrabile. Niente sorrisetti di trionfo, nessuna luce arrogante nello sguardo. A sua volta, era in collera con White. Se solo la scrittrice le avesse dato ascolto! Ma erano ancora in tempo, pensò. Avrebbero potuto avventarsi su Sparrows e sopraffarlo. Lui, però, cingeva fra le mani un pugnale; inoltre, Alexandra sembrava troppo debole per affrontare una lotta dura e violenta. Tornò a dedicare la sua attenzione a Jack, che nel frattempo stava analizzando i loro testi. “Nadia scrive meglio.”, affermò. “Il lavoro di Alexandra è piatto, in molti punti incolore. Inizialmente mi era parso molto buono, ma mi sbagliavo. Nadia ha un’immaginazione potente, i suoi dialoghi sono costruiti con maggiore abilità, le descrizioni della natura risultano più suggestive.”
Era il verdetto che Alexandra si attendeva, perciò non rimase sorpresa. Aveva combattuto, dando fondo a tutte le sue risorse, però non era stato sufficiente. Sebbene lo avesse previsto, il peso della sconfitta la avvolse come un indumento intriso di veleno. Si sentiva soffocare.
Jack Sparrows si interruppe per qualche attimo. Scrutò i visi di entrambe con maligna soddisfazione. Lui era il giudice supremo. Le due donne, invece, appartenevano a quella ignobile cerchia che stoltamente perseguiva il bene. Erano le principali responsabili della mancata pubblicazione di “The Black Land”. Ma, alla fine, sarebbe stato lui a prevalere, perché era il più bravo di tutti, il miglior scrittore d’Inghilterra, l’uomo che avrebbe cambiato per sempre tutte le regole. Accarezzò distrattamente la pagina che recava il titolo del libro di Nadia. Poi, all’improvviso, scaraventò il manoscritto per terra.
“Nadia Greene”, sentenziò con voce solenne, “il tuo romanzo sarebbe stato davvero splendido, tuttavia…” Dopo una pausa, studiata ad arte, proseguì: “Tuttavia il finale è pessimo. Banale. Scontato e del tutto prevedibile.”
Malgrado non credesse in quella competizione, Nadia impallidì.
Alexandra provò un tuffo al cuore, ma si impose di mantenere la calma. Jack era partito elogiando l’operato di Greene. Perché ora criticava il suo finale? Era veramente deludente o Sparrows si divertiva a giocare crudelmente con loro? Preferì aspettare che finisse di parlare, prima di sentirsi vincitrice.
“Alexandra White, al contrario,”, continuò Jack Sparrows, “ha scritto una fine eccezionale, che riscatta ampiamente la prima parte del libro. Pertanto…” Guardò Nadia, poi Alexandra, poi di nuovo Nadia. “E’ lei la vincitrice.”
Alexandra sollevò di scatto la testa, assaporando quel verdetto inaspettato. Alla fine, si disse, l’esperienza accumulata in tanti anni di lavoro, aveva prevalso. Provò un moto di trionfo. A questo punto non le interessava quanto sarebbe accaduto: l’unica cosa che contava era che aveva vinto.
Cominciò a piovere e il rombo del tuono si fece più vicino. Sparrows pronunciò la sentenza con aria compiaciuta. “La conseguenza diretta è che White si è guadagnata il diritto di continuare a scrivere, sempre che abbandoni definitivamente la sua vecchia visione sdolcinata, dove immancabilmente trionfavano le fate e perdevano le streghe; e a patto che prosegua sulla nuova strada da me tracciata. Ma non ho dubbi in proposito.”
Si rivolse a Nadia. “Greene è condannata a cessare la sua attività. Questo sarà un fatto positivo per la letteratura e una giusta punizione per una sostenitrice di valori ormai obsoleti. La sentenza sarà eseguita seduta stante.” Scattò con la rapidità di un serpente. Afferrò Nadia, le torse un braccio dietro alla schiena e la sospinse verso il letto. La giovane tentò inutilmente di opporsi: Sparrows era molto più forte di lei. La costrinse a stendersi e le legò le caviglie.
Quindi, la indicò a Alexandra. “Il tuo compito ora è semplice, White.”
Alexandra lo guardò, incerta. Cosa aveva in mente quell’uomo. Un altro tuono risuonò vicinissimo, dal cielo si riversò una pioggia torrenziale che il vento scagliava contro le finestre. I lampi si susseguivano, come a voler sottolineare quella scena tragica.
“Adesso le taglierai le mani.”, disse Sparrows con voce incolore.
“Io?” Alexandra era sbigottita.
“Tu. Tu che in questo modo ti trasformerai nella strega della tua storia.”
Le porse il pugnale dalla parte dell’impugnatura.
“Guardala. Guardala bene! Lei è la fata. Fa’ ciò che è giusto. Compi il tuo dovere!”
Alexandra prese l’arma con la mano che le tremava.
“Per l’amor di Dio, colpiscilo!”, gridò Nadia.
Sparrows rise. “No.”, disse, scuotendo la testa. “Sei un’illusa. Non lo farà. L’ultimo capitolo del suo libro dimostra in maniera inequivocabile che White ha fatto la sua scelta. Ha rinnegato un passato esecrabile e ha abbracciato i miei valori.” In realtà, c’era dell’altro: studiandole, da tempo aveva capito che non si sarebbero mai coalizzate per affrontarlo, soprattutto a causa di Alexandra che non vedeva in Greene una potenziale amica, bensì una temibile avversaria. L’orgoglio le impediva di ragionare con lucidità.
“Alexandra!”, urlò ancora Nadia.
La scrittrice volse lo sguardo su di lei. Era la sua Antagonista, ma l’aveva annientata. Ora giaceva impotente sul letto, come una vittima sacrificale. Aveva gli occhi colmi di terrore; poteva sentire l’odore acre della sua paura. Si avvicinò al giaciglio, camminando come una sonnambula; trasalì per un nuovo tuono, quindi si chinò e sembrò cercare il punto esatto dove far calare l’arma.
“Alexandra, sei impazzita?!”, strillò Nadia.
Alexandra era confusa. Tutta l’angoscia patita da quando era stata imprigionata in quella casa, tutta l’ansia provata durante il confronto con Nadia, l’attesa del verdetto di Sparrows, la certezza della sconfitta e la sorpresa per la vittoria, le lunghe ore trascorse a scrivere, madida di sudore, anelando il contatto dell’acqua fredda sulla pelle, la carenza di cibo e il senso di claustrofobia causato dalla convivenza forzata con un’altra donna da cui dipendeva il suo destino: questa somma di fattori l’aveva condotta sull’orlo della follia. Era in uno stato di smarrimento, priva di volontà propria, come i personaggi dei suoi libri quando cadevano vittime di un incantesimo. Inoltre, le gocce che le aveva somministrato Jack stavano facendo effetto.
“Compi il tuo dovere!”, la sollecitò Sparrows.
Alexandra osservò affascinata la lama del pugnale.
Lo portò all’altezza della spalla.
Con la mano libera bloccò il polso di Nadia, che invano cercava di graffiarla.
La fissò per un breve istante.
E infine l’arma parve muoversi da sola, come se godesse di vita propria.
Un oggetto magico, scaturito dalle pagine di un libro.
Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac.
CARRICK E LO STRANO CASO DI JACK SPARROWS 16
6 Maggio 2016 di Alessandra Bianchi
31 Risposte
Ma nooooooo Allora l’ha uccisa?
Mmmm forse ci sarà un’altra puntata. Dimmi di si!😂
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@ LADY NADIA più di una puntata, carissima amica!
La storia non può finire così.
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Come sarebbe: “più di una puntata?“.
Ecco, ha ricominciato con 18.935.322,128 puntate.
😦
Bah!
😦
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Una puntata davvero notevole, dal ritmo incalzante e che si legge trattenendo il respiro, in attesa del “verdetto” di Sparrow prima, e nel sapere cosa farà lady Alexandra, poi.
Sembra plagiata la lady, ma risulta impossibile credere che davvero possa compiere un gesto così atroce!
Arriverà Carrick, oppure la Lady ritroverà un po’ di padronanza di se stessa?
Qualunque possa essere lo svolgimento, certo che la suspense è servita!
Sparrows è un folle, vittima del suo delirio e la scrittrice vincente ha temuto, soltanto, per la sua arte che deve prevalere a tutti i costi.
Gli sviluppi non tarderanno, al ritmo cadenzato …
Comunicazione di servizio per lady Nadia:
Considerati gli ultimi sviluppi, suggeriremmo di non voltare mai le spalle a lady Alessandra.
Di condurre una esistenza irreprensibile; di non competere con la summenzionata lady e soprattutto, di non contraddirla.
Trattasi di suggerimento bonario, che considerati gli sviluppi letterari del momento, risulta estremamente propedeutico ai fini di una buona prosecuzione vitale!
______________________
Abbiate, lady Alessandra, le nostre ticchettanti cordialità.
The milorder
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@ LORD NINNI ed eccomi di ritorno dopo una cena a base di ostriche. In realtà, maggio – e i mesi successivi – non è un periodo adatto per le ostriche, ma siamo ancora molto vicini ad aprile, che ha la “r”, perciò, secondo me, è tutto ok.
Vi ringrazio per il bellissimo commento e per l’attenzione. Sparrows, sì, è un pazzo, sociopatico, vittima di un vero e proprio delirio di onnipotenza.
Riguardo alla Comunicazione di servizio, sorrido, pensando a ciò che ella scrive – vedi “Caos”. Se pensi certe cose…
Radiosità.
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Ottime le ostriche.
Con noci di burro e champagne, oppure nature?
Flambé oppure in ouverture?
Infatti, siete certa di averle trovate fresche? Non è il mese.
Considerazione spontanea e non tendenziosa:
Dunque, dopo averci fatto lo sgarbo sulle ostriche, siete certa di averle digerite? Alle volte la digestione potrebbe risentirne tramite violenti mal di pancia.
Invidiose cordialitazioni
😦
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@ LORD NINNI so bene che ci vuole la “r”, comunque sto benissimo, mal di schiena a parte. Poi mangiai pesce freschissimo 🙂
Radiose radiosità.
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Ma neanche un singulto? Un blocco pilorico? Un rigurgito gastrico/fageo?
manco un mal di testa? Niente?
😦
Cordiali invidiosità ostricali.
😦
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Mi devo preoccupare???😣
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@ LADY NADIA direi che è una bella lotta 🙂
E chi ha letto “Caos” (splendido) probabilmente penserà che sono io a dovermi preoccupare 😀
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Preoccupare? Dovete avere sacrosanto terrore!
Come diceva il buon Totò, Pricipe della risata:
“Chellallà, tomo tomo, chiatta chiatta,…“: vi sta preparando la sorpresina.
Alexandra taglia le mano a Nadia Greene.
Cos’é, ci volete pensare ancora?
Niente spalle girate alla soggetta.
Tic tac, tic tac, tic tac, … tuc.
Salutations
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Infatti, la storia non puo’ finire cosi’, io aspetto, 🙂 grazie, tanti baci cara, buona serata e buon weekend, ❤
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@ LAURA grazie a te, tesora!
Stai preparando una nuova, succulenta, ricetta?
Certo: la storia non finisce qui.
Bacissimi ❤
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Poi leggerai il nuovo post sul dolce, appena riesco, domani se fa bello vado in giro in moto, sono contenta che la storia non finisce, ti abbraccio cara, ❤
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@ LAURA un giro in moto con il sole: che bello, mia bellissima amica!
E poi… da te apprenderò nuovi segreti 🙂
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E’ un vero piacere averti come amica, sei meravigliosa, in tutto, baci, ❤
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ci avviamo drammaticamente verso la fine. Lo farà o non lo farà?
Alla prossima puntata. Il clima diventa rovente.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR lo scopriremo presto.
Mi auguro che il clima diventi roventissimo 🙂
Un grande abbraccio.
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se lo dici tu, lo sarà di certo 😀
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@ NEWWHITEBEAR lo spero…
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Non hai mai deluso
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Io trovo che sia molto bello quando in un blog ci si scambiano battute scherzose, è un clima dolce, rilassante. Così era su Splinder. In quanto all’amico newwhitebear, dico solo: grazie e incrocio le dita 🙂
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Beh, le cose belle non si dimenticano e un sano, anzi, sanissimo tradizionalismo conservatore, ogni tanto, non fa male.
Basta ri-crearne le basi, la forma, la consistenza e una volta approntato tutto, si riparte con più gioia e più lena.
Domandina semplice semplice:
Chi può, meglio di noi, rivendicare una storia così gloriosa nella produzione di refusi e refuselli che si perdono nella notte dei tempi, fin dagli albori di Splinder the Splendor?
Tsé
Splinderiosità
🙂
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@ LORD NINNI una volta, Barbara (Splinder) scrisse, riferita a me: “questa è la risposta più off-topic di tutti i tempi.”
Bene, mi voglio superare! La Turchia da SEMPRE è nemica dell’Europa. Fu fermata da Vlad (Dracula?) e poi alle porte di Vienna. Viva Putin!
Per quanto riguarda le puntate, esse saranno 10.000 🙂
Lady Nadia? E’ una donna molto bella e dotata, ma assai pericolosa.
I refusi? Evviva!
Radiositosky.
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Letto in un fiat! Un capitolo che è un crescendo di tensione per una situazione che ha dell’assurdo. Ma con gli psicopatici nulla è assurdo.
Colpisce anche il disorientamento di Alexandra che si può comprendere solo se drogata. Comunque no, non taglierà nessuna mano, piuttosto si autoferirà e magari la vista del sangue la farà rinsavire.
Si attende proseguo (con ansia).
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Non sapevo che le ostriche (che non amo mangiare) fossero come la ricotta!
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@ ILI6 cara Lady Marirò, le ostriche vanno mangiate nei mesi in cui c’è la “r”. In francese, ciò vale anche per gennaio. Altrimenti, può essere pericoloso.
Detto questo, come non ringraziarti per l’attenzione e l’apprezzamento?
Il proseguo arriverà… tic-tac, tic-tac, tic-tac.
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Ottimo capitolo, carico di tensione… speriamo che duri (cit.). Alla prossima. Univers
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@ UNIVERS81 grazie, amico!
Lo spero anch’io 🙂
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Hai interrotto proprio al momento giusto, che suspance! 😉
Spero che arrivino “i nostri”… giusto in tempo!
Brava, davvero un bel capitolo 🙂
Comunque vedo Alexandra parecchio stanca… forse ha giusto bisogno di… una mano! Anzi, due! eheheh
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST lietissima per la suspance 🙂
“I nostri”? E’ l’augurio di entrambi, caro lupo.
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