Nadia Greene percepiva l’ostilità di Alexandra White, anche se non riusciva a spiegarsela. In apparenza, la scrittrice si dimostrava cortese, sebbene fredda; tuttavia dal suo sguardo traspariva come un odio nascosto, specie quando pensava di non essere osservata. Nei suoi occhi c’erano ombre, simili a squali che nuotassero sotto la superficie del mare. Un lampo di luce, accompagnato da una raffica di vento che disperdeva le onde, consentiva di distinguerli per brevi istanti; poi l’acqua tornava a nasconderli.
Alexandra White si rifiutava di collaborare con lei, sostenendo che il suo piano non aveva alcuna possibilità di riuscita. Jack Sparrows era più forte di loro; se pure lo avessero aggredito di sorpresa, egli le avrebbe facilmente sopraffatte. Era meglio continuare la gara.
Alexandra scriveva con furia, quasi con rabbia. Nadia capiva che si sentiva in piena competizione e che non intendeva assolutamente perdere. In un primo momento, le era sembrata smarrita, forse rassegnata; però poi era cambiata. Lavorava dal mattino alla sera con feroce determinazione: scriveva, rileggeva, correggeva, e non le mostrava mai ciò che aveva prodotto. Al contrario, Greene le permetteva di visionare le sue pagine. Immancabilmente, lo sguardo di Alexandra si faceva duro, le labbra si stringevano in una linea sottile, e subito dopo si rimetteva all’opera, stracciando gran parte di quello che aveva scritto durante la giornata e ricominciando da capo.
Alla sera, Sparrows elogiava Nadia, mentre, beffardo, annunciava a White che il suo svantaggio aumentava. La mattina dopo, Alexandra rinnovava i suoi sforzi con una concentrazione quasi spasmodica, Nadia, invece, scriveva con gioia, di getto. Tutto le veniva facile. Non pensava alla sfida, ma solo a proseguire la sua storia nel migliore dei modi. Non pensava nemmeno di vincere (non sarebbe servito comunque a nulla), ma di guadagnare tempo, in attesa che Alexandra si convincesse ad aiutarla. Quando, malgrado tutto il suo impegno, si fosse resa conto di non poter competere con lei, allora forse finalmente avrebbe ceduto.
Risultava chiaro, infatti, che il romanzo di Nadia era il migliore dei due, benché la giovane stentasse ancora a crederlo. Alla fine ne aveva preso atto, senza per questo inorgoglirsi. A differenza di molte, non provava nessun senso di rivalità nei confronti delle altre donne, e ciò valeva anche nel caso di Alexandra. Senza contare che, appunto, quel braccio di ferro era inutile, dato che Sparrows le avrebbe in ogni caso uccise, a meno che non si fossero coalizzate per combatterlo. Inoltre, c’era la possibilità che Carrick le rintracciasse; guadagnare tempo era dunque doppiamente importante.
Nadia non era una ragazza stupida, tutt’altro, e aveva cominciato a capire i sentimenti di White. Era una scrittrice ricca e famosa, abituata a primeggiare.
Per quello non ammetteva la sconfitta.
Un tardo pomeriggio, Alexandra rilesse per l’ennesima volta ciò che aveva scritto nelle ultime ore, quindi la guardò con aria trionfante. Le porse il plico di fogli con una luce di sfida negli occhi. “Vediamo se sai fare meglio.”, disse in un tono mellifluo che a Nadia non piacque affatto.
Greene lesse e giudicò molto buono il suo operato, però con fredda obiettività lo valutò inferiore a quanto lei aveva scritto. Era buona d’animo e avrebbe preferito che Alexandra non esaminasse il suo lavoro, ma la scrittrice pretese di leggere a sua volta i nuovi capitoli dell’altra.
Quando finì, scattò in piedi e iniziò a percorrere la stanza a lunghi passi. Era rossa in viso per la collera e la frustrazione. Probabilmente si sentiva umiliata, pensò Nadia, e provò un moto di sincera pena per lei.
Alexandra era consapevole di comportarsi in modo totalmente estraneo alla sua natura. Non era mai stata né competitiva né invidiosa; si era sempre rapportata con tutti in maniera garbata, ed era di indole sensibile e generosa.
Quella situazione l’aveva cambiata.
Istintivamente Nadia le era simpatica, però ora ravvisava il lei l’Antagonista, con la “a” maiuscola. Che Jack Sparrows facesse quello che voleva: a lei interessava soltanto vincere, dimostrare, soprattutto a se stessa, di essere la migliore.
Ma ciò sembrava impossibile.
Greene scriveva meglio e, per quanto lei si sforzasse di dare il massimo, l’altra restava sempre un gradino sopra. Volendo fare un paragone con il tennis, sport che amava (seguiva regolarmente il torneo di Wimbledon, e non solo per le deliziose fragole che venivano offerte a una ristretta cerchia di privilegiati, fra cui Alexandra stessa), era come se ogni suo colpo fosse ribattuto da un muro. Lei effettuava uno splendido diritto per scoprire incredula che non bastava, perché l’altra rispondeva con un perfetto rovescio indirizzando la pallina dove non sarebbe mai riuscita a raggiungerla. Il caldo soffocante non la aiutava. Nadia si svegliava fresca e arzilla, lei avvolta in un bagno di sudore. Essere costretta ad aspettare fino a sera per potersi lavare rappresentava un vero supplizio. Non le piaceva nemmeno dover dividire il letto: era abituata ad avere i suoi spazi.
Ciò nonostante, continuava a scrivere con tenacia e quel pomeriggio aveva dato vita a un capitolo mirabile; era certa di aver superato Greene. Ma quando aveva letto il suo brano le erano cascate le braccia. Tornando al paragone con il tennis, Nadia aveva innalzato l’intensità del suo gioco a livelli insostenibili.
Al suo posto, un’altra si sarebbe arresa. E per un momento Alexandra pensò effettivamente di dichiararsi vinta; era esausta fisicamente e spossata psicologicamente, mangiava poco ed era dimagrita, si sentiva priva di energie. Ma fu solo un breve attimo di sconforto che passò subito. Si ripromise di riprendere la battaglia l’indomani. Esisteva un altro aspetto da considerare: inizialmente aveva detestato quella storia, che considerava volgare e non consona al suo stile, ma adesso per qualche strana ragione le piaceva.
Si disse che dalla sua aveva più esperienza e una preparazione indubbiamente superiore. Nadia non aveva mai pubblicato un libro, non conosceva le insidie nascoste che accompagnano il lavoro di uno scrittore di professione, e neppure le ansie che si celano nelle zone più oscure dell’animo, ogni volta che ci si trova ad affrontare la famigerata pagina bianca, la quale attende di essere riempita, ma che nel contempo può inibire l’immaginazione, a causa dei misteriosi meccanismi che regolano l’attività umana.
Presto o tardi Nadia si sarebbe bloccata o forse avrebbe peccato di ingenuità. Non si poteva giudicare un romanzo prima che fosse finito. Era una strada lunga da percorrere; Alexandra lo aveva fatto infinite volte con successo. Ma Nadia avrebbe potuto smarrirsi durante quel lungo tragitto. O forse un giorno la pagina sarebbe rimasta desolatamente bianca.
In tal caso, lei avrebbe vinto.
nuovo capitolo, gara vecchia che è tutta in salita per Alexandra. Analisi acute degli stati d’animo contrapposti tra le due gareggianti. Hai colto bene il senso di frustrazione di Alexandra, la gioia leggera di Nadia.
Alla prossima puntata
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR grazie, caro amico!
Ho cercato di mettermi nei panni di entrambe.
Un grande abbraccio.
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e ci sei ben riuscita. La tua esperienza di scrittrice ha fatto il resto.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR 🙂
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😀
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Beh, io credo che Alexandra soffra di una sindrome da prestazione, nulla più. E credo che Nadia, con la sua tranquillità ne potrebbe combinare una delle sue, un errore, grave, forse dovuto alla troppa sicurezza o chissà…all’impulsività.
Ma leggo anche tra le righe che le due donne, tanto si compensano quanto, per spuntarla da Sparrows, dovrebbero allearsi e…IN FRETTA. Sento il suo respiro fuori dalla porta. Bisogna agire, subito!
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@ LADY NADIA hai ragione, tesora: bisogna agire, perché Sparrows è mooolto pericoloso.
La tua analisi è perfetta.
Ti lovvo ❤
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wow sei unica …ogni capitolo che posti ‘e una esperienza nuova ,un episodio da leggere senza fiato
un bacio
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@ MAIRITOMBAKO grazie, mia amica lontana 🙂
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Questo pessimo Sparrow ha la grande qualita di far emergere la verità e il meglio dalle persone, un grande talent scout.
Complimenti e con impazienza pazuente attendo il seguito 🙂
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@ WILLYCO arguta osservazione!
Ringrazio di cuore per i complimenti 🙂
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bello.
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@ LADY NADIA che bello: sei tornata a leggere 🙂 🙂 🙂 🙂
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si!😊
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@ LADY NADIA ❤
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Bravissima, eccomi, finito di leggere, ieri mi sono addormentata ma adesso sono qua da te, bacini cara, buona giornata per domani, ❤
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@ LAURA e buona serata a te, darling 🙂
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❤
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Fantastica contrapposizione di caratteri e reazioni dei personaggi in questa puntata, peraltro lineare con gli avvenimenti. Aspetto con ansia il seguito. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 sono onorata, caro!
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Sai cosa mi piace anche di questa storia? Leggere di due donne che gareggiano in scrittura, che poi è cultura, e non su ciò che l’immaginario collettivo di solito ci suggerisce: minigonne, amorucci, stupidate.
Due donne che si sfidano a colpi di frasi e in questo capitolo c’è anche la sensazione che le due si siano scordate di quel pazzo che le minaccia e che, misero, necessita della loro bravura per farsi notare.
Sì, una trama, un sottofondo che decisamente mi piace :sopra le righe! E magnificamente scritto (da una donna).
Buona serata, Alessandra 🙂
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@ ILI6 penso che tu abbia focalizzato un elemento importante: due donne che si sfidano non già, appunto, a causa di questioni amorose o di minigonne, bensì a colpi di scrittura. Concordo anche sul fatto che, almeno per il momento, le loro motivazioni esulino dalle farneticazioni di Sparrows.
Un abbraccio, Marirò, e un grande grazie 🙂
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E’ la sfida di chi fa una cosa con passione e chi la fa per dovere o disperazione. Non è difficile immaginare chi vince di solito in tali condizioni.
Ma Alexandra ha ragione: essere scrittori comporta anche e soprattutto metodo e costanza. Quindi la partita non è ancora persa…
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST verissimo. La partita è assai complessa; in ogni caso io confiderei in Carrick 🙂
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