Al termine di una giornata incredibilmente calda e, come sempre, decisamente avara di soddisfazioni, Romana uscì dal palazzo di uffici – quello dove lavorava lei era al sesto piano – e si diresse verso la stazione.
A quell’ora il treno era affollato di pendolari; riuscì a malapena a trovare un posto e fissò lo sguardo davanti a sé. Le sarebbe piaciuto leggere, ma da tempo aveva rinunciato, a causa del movimento irregolare del treno. Cercò di astrarsi, di divagare con la mente, sebbene fosse difficile: il senso della sua vita la opprimeva ogni giorno di più, simile a un macigno che le pesasse sul cuore. Un fidanzato che l’aveva lasciata per una ragazza stupida, però attraente. La salute cagionevole che la conduceva settimanalmente dal medico (che nel vederla entrare nello studio non si preoccupava più di mascherare la noia) e poi in farmacia; lì almeno poteva scambiare quattro chiacchiere con una vecchia compagna di scuola. La solitudine, dato che frequentava poca gente non esattamente per sua scelta ma per via del fatto che la sua compagnia era considerata dai più deprimente. Aveva scoperto che quando veniva organizzata una cena o una serata in pizzeria la persona incaricata di avvisarla se ne dimenticava con sollievo generale.
Giunta al suo paese, scese e si incamminò diretta a casa. Venne accolta dal gatto, gli versò una ciotola di latte, preparò uno spuntino che mangiò in piedi, poi, ignorando la televisione, prese posto sull’unica poltrona del soggiorno e incominciò a leggere. In quel preciso istante la sua esistenza, così arida e vuota, mutò come d’incanto, trasformandosi in un arcobaleno di sogni, nei quali si immerse, come ogni sera, dimenticando finalmente tutto il resto, relegando in soffitta amarezza e pensieri cupi, mentre si apprestava a viaggiare in luoghi esotici e bellissimi o, in altri casi, ad affrontare avventure mozzafiato al fianco del protagonista del libro.
Era arrivata a metà di un romanzo che giudicava sorprendente e che la avvinceva, simile a una sinfonia celestiale capace di impossessarsi del suo cuore. Di condurla lontano, in un luogo colmo di felicità. Quella sera finì il libro e, quando lo depose sul tavolino e guardò l’orologio, con relativa sorpresa appurò che erano le due di notte.
La sveglia avrebbe suonato alle sei. Quattro ore di sonno. Ma che importava?
Ciò che contava era il sentiero incantato che aveva percorso. Quello che contava erano le emozioni che aveva provato, tanto più forti se paragonate alla realtà che la circondava, soffocandola. Leggere era la sua ragione di vita e, grazie al cielo, là fuori, in biblioteca o nel suo negozio preferito, la attendevano decine, centinaia, migliaia di libri. Spendeva poco per i vestiti, il minimo per il cibo, non aveva altri hobby e poteva destinare gran parte dello stipendio ai fantastici sogni che avrebbero accompagnato le sue serate, una dopo l’altra, mentre il mondo le passava accanto indifferente.
Sapeva di non essere brutta, ma sapeva anche che era trascurata, che non si valorizzava; e sospettava, pur non avendone la certezza, di non possedere quel quid misterioso che si chiama fascino.
Sarebbe rimasta sola. Avrebbe continuato a svolgere un lavoro che detestava (era comunque una fortuna averne uno), a svegliarsi alle sei per andare alla stazione, salire sul treno, recarsi in ufficio, sopportare il pessimo carattere del capo, tornare alla stazione, risalire sul treno, affrontando uno scomodo tragitto, ma poi… finalmente, nella quiete della sua casetta, ricominciare a sognare.
Quando una mattina non si svegliò, nessuno se ne accorse.
Trascorsero tre giorni prima che una vicina chiamasse la polizia.
La trovarono sulla poltrona, ormai rigida.
Fra le mani teneva un libro.
LA LETTRICE DI SOGNI
22 aprile 2016 di Alessandra Bianchi
30 Risposte
E se Romana imparasse ad alzare la testa e a vivere di sè, partendo da ciò che ha? Ancora aspetta gli amici che si scordano di lei? Quelli non sono amici, non lo sono mai stati. Se ne trovi di altri. Idem per il fidanzato.E se Romana prendesse la sua vita di petto, lasciandosi cullare dai sogni solo di striscio e solo quando le farebbe comodo? Se iniziasse ad affrontare la sua solitudine, quella che è “amica” di tutti e ogni tanto la buttasse giù dal balcone? Se si desse qualche mossa per rendere il mondo meno indifferente, intanto a se stessa, creandosi hobby, piaceri, passioni e itinerari capaci di dar bene agli altri?
Non mi piacciono le vite sprecate e nemmeno i talenti sprecati. Se ci sono vie che sono diventate strette o chiuse, se ne cerchino altre più spaziose e luminose.Le bolle dei sogni sono pericolose, possono soffocare nel sonno.
Ti abbraccio, Ale.
Come sempre la tua scrittura è fonte di piacere, pensiero e arricchimento.
Mi perdoni Romana, ma certe cose mi fanno incazzare più di altre.
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@ ILI6 lasciando stare i romanzi e le storie a puntate, per quanto riguarda i post “singoli” uno dei miei temi preferiti è sempre stato quello dei vinti, delle anime perdute, di chi è stato sconfitto dalla vita o addirittura ha cercato la sconfitta. Se poi faccio incazzare… be’ quello è uno dei miei scopi.
Ti abbraccio forte anch’io, cara Marirò, e ti ringrazio!
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sono d’accordissimo. Ciao Marirò.
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Troppo bello leggerti, mi e’ piaciutissimo anche il commento di Mariro’ che condivido, ti abbraccio Alessandra cara, passa un bellissimo lungo weekend, ❤
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@ LAURA grazie, darling 🙂
Il commento di Marirò è indubbiamente bello e sentito. C’è la mia risposta.
Un bacio.
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Baci cara, ❤
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Siamo stati tutti un po’ Romana ma abbiamo reagito di petto 😊😊😊 e ora siamo qui. Gli amici a volte sono una delusione, il lavoro anche. Per questo bisogna vivere almeno per il 50% per se stessi e cercare la felicità, non nei sogni ma nella realtà. A volte la passione lettura è utilizzata in maniera sana, ma come tutti i passatempi individuali non va utilizzata come surrogato agli incontri, alla ricerca delle amicizie ( giuste o sbagliate che possano rivelarsi). Insomma, come ogni cosa ( internet, blog ecc) è l’equilibrio a regolare ogni cosa.
Una storia triste, la tua Romana vive in un mondo di sogni, un po’ come la mia… Ma la tua è andata oltre, si è spinta oltre il confine del sogno. Ed è caduta nell’abisso. Il finale è perfetto “da racconto” ma spero che la lettura non faccia a nessuno tanto male.
Un abbraccio.
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@ LADY NADIA dapprima una precisazione: chi passerà dal tuo blog troverà un racconto e un titolo simili. Questa, comunque, non era una gara (avresti stravinto tu), bensì un piacere fatto a una comune amica, di cui in questa sede taccio il nome.
Ciò detto, il tuo commento è profondo e splendido.
Come ho scritto rispondendo a Marirò, a me piace colpire nello stomaco di chi legge. Quando ci riesco, sono contenta 🙂
Ti lovvo ❤
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avresti vinto tu!😁
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@ LADY NADIA niet!
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mesta la fine di Romana ma l’immaginiamo addormentarsi nell’ultimo sogno
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@ RODIXIDOR sei sempre un poeta!
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Bello! Rispetto al racconto di Lady Nadia, il tuo ha uno sguardo più spietato sulla protagonista, su ciò che le sue immersioni nei libri (mentre le danno qualcosa) le tolgono, e quel “nessuno se ne accorse” è un pugno in faccia… e i pugni in faccia mi piacciono (intendiamoci, solo in un certo senso eh! 🙂 )
Ogni bene
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@ IVANO F benvenuto nel mio blog 🙂
In effetti, amo essere spietata.
Anche a me piacciono i pugni in faccia, metaforici.
Ogni bene a te e grazie!
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Bene bene, la spietatezza è importante!
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@ IVANO F concordo 🙂
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Nuova versione di una lettrice di libri con finale amaro e dolce allo stesso tempo. L’amaro è la solitudine di Romana, della cui assenza non se ne accorge nessuno, nemmeno in ufficio.
Il dolce è che se ne è andato insieme ai suoi sogni, anzi coi suoi sogni.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR come ho già scritto in precedenza, non si è trattata di una gara, ma di un favore nei confronti di una reciproca amica.
Carissimo, mi piace la tua interpreazione di dolce e amaro.
Un grande abbraccio.
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Non l’ho intesa come una gara ma qualcosa inerente al medesimo tema. Forse qualcuno l’ha intesa così. personalmente per me era una nuova versione dedicata a una persona.
Mi da soddisfazione che la mia interpretazione dolce e amaro abbia soddisfatto le tue attese.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR sicuramente sì!
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notte 😀
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Una storia uguale a troppe che si dipanano nella realtà della vita. La solitudine è l’usata compagna di troppe persone in questa nostra società e non tutte riescono a colmarne il sostanziale vuoto, con l’aiuto della fantasia.
Romana c’è riuscita, andandosene libera e piena di quel se, che tutti e tutto sembravano invece sforzarsi di negare.
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@ CAPEHORN una interpretazione positiva che mi piace assai.
Un caro saluto!
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Contento che ti piaccia.
Un abbraccio anche a te.
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Tra i lettori di libri, il mio preferito è don Quicote, perché pur trasponendo la fantasia nella vita, agisce. Il visionario trasforma la realtà e non la subisce. Questo credo sia il modo migliore per leggere, anche quando la lettura è fuga, traccia una via, indica un mutare.
È il lavorio del pensiero, il suo intrecciare vicende proprie e altrui, il riconoscersi e il meravigliarsi che mette assieme desiderio e realtà, in questo sento la funzione terapeutica e vivifica del raccontar leggendo. Quello che faceva Zeno, che apparentemente perdeva e con ironia costruiva il vivere.
Ti ringrazio per avermi fatto riflettere sul mio senso del leggere.
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@ WILLYCO sono io che ringrazio te!
Da sempre provo un grande piacere quando un mio racconto diventa uno spunto per riflettere. E apprezzo molto ciò che hai scritto.
Un sorriso per una felice serata 🙂
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Accidenti, inquitetante 😐 Per chi è “fuori” sembra facile capire che rompere l’isolamento avrebbe aiutato molto una persona così, ma… non è semplice. Quando si entra in un tunnel e restarci anni e anni… arrivare all’uscita non è affatto facile. Per questo non si crede più in sé stessi e, spesso, si diventa pesanti con gli altri: è un circolo vizioso, si diventa pesanti e perciò gli altri si allontanano, e siccome gli altri si allontanano… si diventa ancora più pesanti. Una cosa del genere non si spezza con uno schiocco di dita.
Brava: hai dipinto benissimo il disagio di Romana! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST grazie di cuore, caro lupo 🙂
Queste poi sono anche tematiche tue.
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Tematica narrata in modo semplice quanto esemplare, davvero complimenti carissima. Univers
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@ UNIVERS81 ti ringrazio!
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