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CARRICK E LO STRANO CASO DI JACK SPARROWS 11 »

LETTERA DI UN PADRE

11 aprile 2016 di Alessandra Bianchi

Cara Federica
Mentre mi accingo a scriverti questa lettera fisso per un momento lo sguardo sulla foto della mia amatissima Giulia e le rivolgo un sorriso al pensiero di quando voi due – moglie e figlia: vi chiamavo i miei fiori, ricordi? – vi coalizzavate per prendermi in giro a causa del mio nome. Nome di cui, invece, io vado fiero, perché fu babbo a sceglierlo in onore di quello che lui considerava il più grande giocatore del mondo. Con gli occhi che gli brillavano mi raccontava che Valentino era in grado di salvare un gol sulla linea della porta per poi giocare la palla a centrocampo e infine pronto a segnare la rete della vittoria. Ma non è di calcio, né del mitico Torino, che voglio parlarti.
Se quanto scriverò ti dovesse offendere o irritare accetta le mie scuse, te ne prego. E’ vero: a settantadue anni potrò sembrarti un vecchio impiccione, però non mi permetterei mai di intromettermi nella tua vita, di sentenziare sul modo con cui gestisci la tua bella famiglia, insomma di ficcare il naso in questioni che non mi appartengono.
E allora “perché”?, ti domanderai.
Già, perché?
Forse la ragione sta nel fatto che, giunti a una certa età, ci si guarda spesso indietro, in un certo qual modo si rivive il passato, visto che di futuro non ne avanza molto.
Da bambino ero molto legato a mia madre, tra di noi c’era un rapporto speciale, unico, e, sebbene provassi un profondo affetto per babbo, era lei che amavo. Preferivo trascorrere le ore con lei, anziché giocare a pallone o agli indiani con i miei amichetti. Sicuro, qualche volta prendevo parte a battaglie (io sceglievo sempre il campo dei confederati, e non ne rammento il motivo: è possibile che dipendesse dalle divise), in altre occasioni partecipavo a guardie e ladri, però erano momenti rari. La felicità era tornare da scuola ed essere accolto da un abbraccio, la felicità era parlare con lei, ascoltarla, guardarla, aspettare un suo bacio.
Poi… mamma incominciò a staccarsi da me. Me ne resi conto a poco a poco, non ne compresi il motivo e, inizialmente, soffrii molto. Lei insisteva affinché passassi il mio tempo con gli altri ragazzi, mi spingeva a praticare uno sport – non importa quale -, voleva che andassi a correre sul prato vicino a casa nostra e che facessi lunghe gite in bicicletta. Verso i quattordici-quindici anni mi disse che era ora che mi trovassi una morosetta. Io continuavo a non capire. Non mi amava più? Al contrario, cara Chicca: se non avesse agito in quel modo, sarei cresciuto con il complesso di Edipo stampato sulla fronte, e impresso nel cuore. Ciò avrebbe potuto rovinare la mia vita. Non ti ho mai parlato di questo, mi confidai soltanto con Giulia, che riposi in pace, dilettissima mia compagna.
E adesso – lo so – penserai davvero che sono un vecchio impiccione; sei troppo intelligente per non cogliere il senso delle mie parole.
Ma qui io mi fermo, non vado oltre e non affronterò mai più un simile argomento.
Il ragazzo è in gamba, sono io che non valgo granché come nonno, e nemmeno come padre: ciò è dovuto al mio carattere, vi amo molto entrambi, ma mi risulta difficile esternare le mie emozioni, i miei sentimenti. L’ultima volta che siamo usciti insieme l’ho portato a Olmeda, nel bosco. Prima di inoltrarci nel folto, siamo entrati nella graziosa chiesetta situata sul lato sinistro dello sterrato che conduce alla sbarra: tale sbarra nelle ottimistiche intenzioni di chi l’ha messa dovrebbe precludere il passaggio agli estranei; in realtà, basta girarci intorno. Davanti all’altare gli ho lanciato un’occhiata, notando un’indifferenza impassibile, da cui non trapelavano né noia, né devozione. Buon segno!
Poi abbiamo camminato lungo il sentiero che, serpeggiando, conduce a nord. I boschi in autunno sono splendidi, e quello di Olmeda, non fa eccezione. L’incredibile suggestione dei colori dalle calde tonalità, la natura che si appresta a ricevere il lungo abbraccio dell’inverno, i tappeti di foglie brunite che ricoprono il terreno, gli alberi, gli uccellini e gli scoiattoli, appartengono alla bellezza del mondo nello stesso modo del mare o dei limpidi ruscelli di montagna.
Ci siamo parlati. Forse più io di lui.
Però il ragazzo ascoltava attentamente.
Appresi con soddisfazione che non passava troppo tempo con quei gingilli imperanti che, secondo me, hanno il potere di trasformare una persona in un perfetto idiota, indifferente a quanto di bello vi è sulla Terra.
Ma, come dicevo, fui soprattutto io a parlare. “Vedi”, gli dissi,”avrai tutto il tempo per decidere se credere in Dio o meno: quella sarà una scelta solamente tua, e nessuno potrà importela. Non si accettano suggerimenti.” Ridacchiai. “Ciò in cui devi credere è in te stesso, e nella bellezza che ti circonda. I monti dalle cime innevate, i fiori che sbocciano a primavera, le delicate farfalle, il profumo delle foreste, uno specchio d’acqua illuminato dal sole, un nido – da non prendere a sassate! – la nebbia che circonda la casa infondendo un senso di pace interiore, il camino scoppiettante d’inverno, le mattine colme di nuove aspettative. E devi credere negli amici.”
“Ho già un’amica.”, fu la risposta. “La mamma.”
Annuii e lo condussi al bar Gran Varietà, poco distante, dove mangiammo due enormi gelati.
E’ stata quella risposta a spingermi a scrivere questa lettera.
Stracciala, se vuoi.
Sappi solo che queste righe sono dovute all’amore che provo per il mio nipotino. Ma, forse, sono soltanto un vecchio scemo.
Con affetto!
Tuo padre.

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Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag storie di vita | 30 commenti

30 Risposte

  1. su 11 aprile 2016 a 20:38 mairitombako

    ciao cara, tutto bene?

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    • su 12 aprile 2016 a 19:26 Alessandra Bianchi

      @ MAIRITOMBAKO ieri sera, proprio no; questa sera sto meglio.
      Grazie!

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      • su 12 aprile 2016 a 20:03 mairitombako

        spero che sia meglio ogni giorno e notte cara alessandra

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    • su 12 aprile 2016 a 20:15 Alessandra Bianchi

      @ MAIRITOMBAKO sei un tesoro!

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  2. su 11 aprile 2016 a 21:10 newwhitebear

    Una lettera piena d’affetto e di ricordi. Chissà come l’ha presa la figlia.
    Un caro abbraccio

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    • su 12 aprile 2016 a 19:27 Alessandra Bianchi

      @ NEWWHITEBEAR dipende dalla sua capacità di analisi.
      Un grande abbraccio.

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      • su 12 aprile 2016 a 21:22 newwhitebear

        se la genitrice sei tu… la capacità c’è!
        Un grande abbraccio

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  3. su 11 aprile 2016 a 22:00 Lady Nadia

    Bello il messaggio che l’uomo vuole lasciare al nipote ed a sua figlia.
    Sai, a 10 anni, è giunto il momento di rendere indipendenti i nostri figli in tante cose, ma a volte, da mamma, ti dico che non è facile lasciarli andare. Noi li vediamo ancora piccoli…
    Ma un bel messaggio da cogliere dalla saggezza di questo nonno. Ciao.

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    • su 12 aprile 2016 a 19:29 Alessandra Bianchi

      @ LADY NADIA lo immagino, chérie!
      Un forte abbraccio e… grazie 🙂

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  4. su 12 aprile 2016 a 00:01 Laura

    E’ un nonno dolce e molto saggio, lui ha sofferto per il distacco dalla madre, pensava che non l’amasse piu’ invece e’ una cosa naturale, e’ bellissima questa lettera, un abbraccio cara, buonanotte e buon martedi’, ❤

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    • su 12 aprile 2016 a 19:31 Alessandra Bianchi

      @ LAURA sì: è proprio come dici tu.
      Sono lusingata! Baci ^^

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      • su 12 aprile 2016 a 22:59 Laura

        Baci tesoro, notte bellissima, ❤

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  5. su 12 aprile 2016 a 19:49 Lord Ninni

    Sempre detto: siete una gran bella persona che, offrendo pulizia e luce, fa respirare chiarezza e gioia di scrivere per confrontarsi.

    Molto obbligato mia signora.
    Grazie per essere quello che siete
    Radiosità

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    • su 12 aprile 2016 a 19:52 Alessandra Bianchi

      @ LORD NINNI 🙂 🙂 🙂 🙂

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  6. su 12 aprile 2016 a 19:53 ili6

    Post molto piaciuto, per ciò che insegna e per il linguaggio bello che tu hai saputo usare.
    Ho immaginato un nonno saggio, ma timido,riservato, rispettoso del modo di fare della figlia, ma anche consapevole di qualche suo errore e, non sapendo come dirglielo, ha usato la corrispondenza e per farle capire come agire col figlioletto ha utilizzato il flashback.
    Splendidi i passaggi descrittivi.
    Un caro abbraccio,
    Marirò

    p.s.
    scusami, c’è stata un po’ di maretta nel mio ultimo post e hai sicuramente notato che sono stata costretta ad usare il cancellino. A volte è necessario.

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    • su 12 aprile 2016 a 20:06 Alessandra Bianchi

      @ ILI6 parto dal p.s.: ho notato, perché sono venuta a curiosare 🙂 Spero che non sia colpa mia, visto che sono stata citata.
      E adesso veniamo al tuo commento, cara Marirò: una sola parola, grazieee!

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      • su 12 aprile 2016 a 20:17 ili6

        ma assolutamente no, carissima. Non so perchè si sia agganciato a te, ma mica è facile comprendere certi personaggi che si qualificano da soli.
        Lasciamoli perdere e godiamo del bello che i sani contatti qui sanno donarci.

        Ancora complimenti per questa lettera. Baci, ciao 🙂

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    • su 12 aprile 2016 a 20:21 Alessandra Bianchi

      @ ILI6 come non darti ragione? ❤
      Bacissimi!

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  7. su 12 aprile 2016 a 23:59 wolfghost

    Certamente non è facile immaginare cosa pensa e dice un uomo di 70 e più anni 🙂 Tutti pensiamo che – arrivandoci – saremo più saggi e capaci di consigliare i giovani, ma… non è scontato eh! Sapessi quante persone conosco che invece si sono inacidite! 😐 Ma questo non è uno di quelli, per fortuna dei… pargoli 😉 E francamente concordo con quanto suggerisce, di fatto anche gli animali allontano i loro cuccioli, allorché cuccioli non sono più. E’ giusto così.
    http://www.wolfghost.com

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    • su 13 aprile 2016 a 19:54 Alessandra Bianchi

      @ WOLFGHOST ho cercato di mettermi in quei panni, e se ci sono riuscita ne sono contenta.
      Giustissimo il tuo riferimento agli animali e ai loro cuccioli 🙂

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  8. su 13 aprile 2016 a 11:57 univers81

    Credo che sia una lettera verosimile che un padre potrebbe scrivere, un padre che ha sbagliato ma che in fondo è una persona speciale. Brava. Univers.

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    • su 13 aprile 2016 a 19:56 Alessandra Bianchi

      @ UNIVERS81 thank you!

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  9. su 13 aprile 2016 a 22:04 Mari

    Brava mia cara strega! Hai indossato molto bene questi panni, come un super modella!
    Una lettera vera…
    Baci

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    • su 13 aprile 2016 a 22:15 Alessandra Bianchi

      @ MARI la strega (panettiera) fa ciò che può…
      Baci tantissimi, mia Guerriera, e grazie!

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  10. su 14 aprile 2016 a 08:42 annamaria49

    Un saggio nonno che ha ancora nel cuore sua madre, una mamma che seppe al momento giusto inserirlo nel mondo. Sai mi ricorda un po’ mio figlio maggiore, all’età di diciotto anni amava restare a casa anche al sabato sera, ero preoccupata e allora chiamai il suo migliore amico e gli dissi di portarlo con sé durante le uscite, fu un successo. Un genitore deve cogliere i momenti giusti e nonostante l’affetto intervenire nel modo appropriato.
    Bella lettera scritta in punta di penna, buona giornata cara Alessandra.
    con affetto
    annamaria

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    • su 14 aprile 2016 a 14:06 Alessandra Bianchi

      @ ANNAMARIA49 ti sei dimostrata un’ottima madre, cara amica!
      Un sorriso per una giornata serena… e grazie.

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  11. su 24 aprile 2016 a 14:44 capehorn

    E’ quel tipo di lettera che uno si augura di scrivere, un giorno o l’altro. Un sasso lanciato nel futuro. In un tempo e per un tempo che per ovvi motivi non potrà appartenere troppo a chi scrive.
    Si è vincolati a ciò che si è stati, a ciò che si è e ciò che si sarebbe voluto essere.
    Giusto per indicare una possibile strada da percorrere, sbagli da non commettere, nella ricerca di una felicità a misura di ciascuno.

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    • su 24 aprile 2016 a 20:08 Alessandra Bianchi

      @ CAPEHORN come sempre, lei si dimostra Maestro.

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      • su 25 aprile 2016 a 10:45 capehorn

        Troppo buona. Si vede che l’età spinge ad una diversa attenzione alle cose che ci circondano. Si inizia a pensare a cose che fino ad ora erano completamente sconosciute o quasi.

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  12. su 25 aprile 2016 a 19:55 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN succede anche a me, ormai prossima ai quaranta.

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
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