Mentre usciva dalla casa editrice di Alex Alliston, dopo aver portato a termine con successo il suo incarico, Carrick stava pensando compiaciuto che in tutta Londra non c’era una sola persona più intelligente di lui.
Se quando era giovane fosse entrato nella polizia, con ogni probabilità sarebbe diventato ministro degli Interni; se avesse intrapreso la carriera diplomatica, come minimo sarebbe assurto al rango di lord. Sapeva capire gli esseri umani meglio di chiunque altro, e ciò gli permetteva di inviduare i loro punti deboli in modo da poterli colpire dove erano più vulnerabili; era tenace e caparbio; e non aveva vincoli al di fuori della legge morale, che per la verità spesso modificava a seconda delle sue esigenze. Tuttavia non rimpiangeva nulla di tutto ciò: era estremamente soddisfatto di se stesso e di quello che aveva realizzato nella sua vita.
Si sentiva solo un po’ stanco, e contava le ore che lo separavano dalla Costa Azzurra. Non sopportava più il clima dell’Inghilterra; gli mancava il mare azzurro della Francia.
“Signor Carrick?”
L’investigatore si fermò. Davanti a lui c’era una bella ragazza, alta e prosperosa. Non l’aveva mai vista prima di quel pomeriggio e le lanciò un’occhiata perplessa.
“Mi perdoni.”, disse lei. “Mi chiamo Patricia Thompson. La mia amica Nadia Greene, che lavora qui, mi ha detto che siete il migliore investigatore di Londra.”
Carrick annuì, benevolo. “E voi cosa volete da Carrick?”
“Alexandra White, la famosa scrittrice, è scomparsa!”
“Sono cose che succedono.”, disse Carrick. “E molto più spesso di quanto voi crediate.” Si avviò, senza aggiungere altro.
Patricia lo rincorse. “Un momento solo, vi prego!”
L’investigatore continuò a camminare, ignorandola.
“Io sono sicura che è stata rapita e so anche da chi.”
Carrick si voltò per fronteggiarla. “Benissimo.”, replicò. “Rivolgetevi a Scotland Yard: sono pagati per questo. Talvolta si dimostrano un po’ limitati, ma nel complesso sanno fare il loro lavoro, specie se il caso è semplice, come affermate voi.”
“Non così semplice.”, ribatté Patricia. “Vi chiedo soltanto dieci minuti, il tempo di bere un tè; così potrò raccontarvi tutta la storia. Sono disposta a pagare qualsiasi cifra per il vostro aiuto. Per favore!”
L’investigatore le rivolse uno sguardo da cui trapelava chiaramente il suo fastidio. “Ascoltate Carrick.”, disse. “Questa signora o signorina White avrà trovato un uomo capace di infiammarle i sensi; è possibile che la sodomizzi brutalmente e che ella non aspettasse altro dalla vita. Forse si dedicano a passatempi ancora più turpi: bevono, si drogano, organizzano orge. Chiaramente sarebbe disdicevole se la cosa diventasse di pubblico dominio, perciò la scrittrice ha deciso di far perdere le sue tracce: magari è andata in America oppure si nasconde in qualche buio anfatto. Comunque sia, Carrick non ha un solo minuto di tempo da dedicare a voi e all’invereconda faccenda. Vi auguro una buona giornata.”
Chinò la testa e si allontanò.
Patricia lo osservò andar via, piena di risentimento. Nadia Greene l’aveva messa in guardia: le aveva spiegato che era un individuo alquanto strano, che parlava di sé in terza persona e che non aveva un buon carattere. Però, non aveva immaginato che fosse così maleducato.
Per un momento pensò di lasciar perdere, ma era troppo adirata.
Lo inseguì di nuovo.
Quando Alexandra riprese i sensi, era distesa su un letto, legata mani e piedi.
Si trovava in un ambiente buio, e non riusciva a vedere niente, però non era certo questo che le faceva paura. Evidentemente, Jack Sparrows l’aveva assalita alle spalle. Ma perché? Le facevano male i polsi e le caviglie, dato che i nodi erano molto stretti; e le doleva la testa, forse a causa di un pugno. Cosa si prefiggeva Sparrows? Le tornarono alla mente le sue vaghe, ma minacciose, parole riferite agli scrittori che si cimentavano nel genere fantastico; possibile che si riferissero a un’eliminazione fisica? Le sembrava inverosimile, tuttavia a quel punto era difficile stabilire cosa passava per il cervello di quell’uomo. Forse avrebbe dovuto recarsi da lui accompagnata da Patricia, e in effetti la giovane si era offerta di andare con lei; però Alexandra non avrebbe mai immaginato che Sparrows l’avrebbe tramortita e sequestrata. Era un’ipotesi irreale.
Cercò di ragionare con lucidità.
Ma non era semplice.
I suoi occhi cominciarono ad abituarsi all’oscurità: il buio non era completo. Da una porta filtrava una flebile luce, che man mano le permise di farsi un’idea della stanza in cui si trovava. Di fronte al letto c’era una finestra con le persiane chiuse; sulla destra, un ampio divano; al centro, un tavolo con due sedie. Alle pareti erano appesi alcuni quadri. La porta era sul lato sinistro della camera. Ma c’erano degli angoli oscuri, che restavano nascosti. Si chiese da quanto tempo si trovasse lì.
Se fosse stata un personaggio dei suoi libri, avrebbe saputo come cavarsela; ma la vita reale era diversa, e non esistevano poteri magici cui fare ricorso. Per associazione di idee, ricordò una fattucchiera dalla quale era stata qualche anno prima, più che altro per compiacere un’amica, visto che non credeva a quel genere di cose. Ad ogni modo, la donna le aveva predetto che sarebbe morta a letto: benché scettica, Alexandra aveva interpretato quella previsione nel senso che sarebbe morta di vecchiaia. Ma adesso un brivido gelato le attraversò la schiena, simile a una folata di tramontana.
L’importante era non perdere la calma, pensò. Ansia e nervosismo non servivano a nulla; quando avesse affrontato Jack Sparrows, doveva mostrarsi forte e risoluta. Gli avrebbe fatto capire l’assurdità del suo comportamento; se Sparrows possedeva ancora un barlume di intelletto, lei sarebbe riuscita a convincerlo. Ma quanto avrebbe dovuto aspettare?
Quasi sicuramente, molto.
Era un gioco psicologico, rifletté: più lunga era l’attesa, più debole sarebbe diventata lei.
Calcolò che fosse notte. Jack si sarebbe presentato l’indomani.
Bene, si disse. Si sarebbe fatta trovare pronta.
Le ore scorrevano lente.
Alexandra non riusciva ad addormentarsi, per via dei nodi troppo stretti; tutto sommato, però, era un bene: in questo modo Sparrows non avrebbe potuto coglierla di sorpresa. Non che facesse differenza: era immobilizzata e impotente, e non sarebbe riuscita comunque a difendersi. D’altro canto, non avrebbe cercato in ogni caso uno scontro fisico, che inevitabilmente l’avrebbe vista soccombere. Era sul piano della dialettica che intendeva sfidarlo.
Si era fatta un’idea approssimativa, ma secondo lei piuttosto calzante, dei motivi che lo avevano indotto prima a ricattarla e in seguito ad aggredirla. Il discorso sul bene e sul male, sulle fate che non dovevano trionfare e sui malvagi che invece erano destinati a vincere, era solo fumo negli occhi: dietro a quei vaneggiamenti, si celava una profonda insicurezza. Il libro di Jack era stato rifiutato da tutti, e il suo orgoglio ne era uscito ferito; nello stesso tempo, però, lui aveva compreso di non essere un vero scrittore. Da ciò nascevano frustrazione e desiderio di rivalsa.
Se Alexandra lo avesse convinto del contrario, sostenendo cioè che il suo era un ottimo libro e che grazie a lei sarebbe stato pubblicato, forse l’avrebbe liberata. Non era un piano geniale, ma altro non era riuscita a escogitare.
Tuttavia doveva stare molto attenta. Sparrows era un pazzo, ma non uno stupido. Se avesse capito che lei lo stava ingannando, avrebbe potuto reagire con violenza.
Alexandra doveva urinare.
Si sforzò di resistere, stringendo i denti, ma dopo un po’ l’impulso divenne irrefrenabile. Pensò di gridare per richiamare l’attenzione di Sparrows, posto che fosse in casa, ma preferiva evitarlo. Non voleva umiliarsi davanti a lui.
Si liberò nelle mutande, provando un moto di disgusto.
Era esausta e finalmente si assopì. Cadde in un sonno confuso, popolato da strani sogni. In uno di essi, Jack faceva l’amore con Patricia. Alexandra fu colta dalla gelosia: avrebbe voluto balzargli addosso e cavargli gli occhi con le unghie. Ma a questa prima reazione ne subentrò una seconda, comprese che la sua amica era in grave pericolo. Fece per avvertirla, ma dalla sua bocca non usciva alcun suono. Era l’equivalente di un incubo che in passato spesso l’aveva perseguitata: un uomo la inseguiva e lei tentava invano di scappare, ma aveva i piedi incollati al suolo.
La svegliò la luce del sole.
La finestra era spalancata; a giudicare dall’inclinazione dei raggi, dovevano essere circa le otto del mattino. La scrittrice avvertì l’odore del bacon fritto e, malgrado fosse ansiosa e spaventata, si accorse di avere fame; ma non era il momento di pensarci. Sparrows era in piedi, in mezzo alla stanza. Alexandra lo guardò, cercando di non lasciar trapelare l’odio che provava per lui. Gli rivolse un sorriso, con la speranza che risultasse convincente. “Devo parlarti.”, disse.
“Ti ascolto.”, rispose lui.
Alexandra si espresse in tono suadente, ripetendo il discorso che si era preparata.
Jack la ascoltò sino alla fine, quindi rise. “Non disturbarti a raccontarmi bugie.”, ribatté. “Sarei davvero ingenuo, se ti credessi. E comunque è inutile mentire, perché ho deciso di lasciarti andare.”
White lo fissò incredula.
“Questa notte ho riflettuto a lungo.”, continuò lui. “E’ stato un errore imprigionarti a quel letto; sei una donna delicata e ti ho fatto soffrire inutilmente.”
Alexandra trasse un sospiro di sollievo: grazie al cielo, Jack era rinsavito. Poteva succedere, pensò. Talvolta ci si lasciava prendere dall’ira e si commettevano atti irresponsabili, di cui poi ci si sarebbe pentiti. Per fortuna, Sparrows si era fermato in tempo.
Ma Jack non aveva ancora finito. “C’è un modo molto più efficace per impedirti di scrivere.”, proseguì. “Tagliarti le mani. Così saremo soddisfatti entrambi: tu sarai libera di tornare a casa e io avrò la certezza che non scriverai mai più una sola riga in vita tua.”
“Stai scherzando?” Era impossibile che parlasse sul serio. Cionondimeno, la scrittrice si sentì assalire dall’angoscia.
“Ti sembro uno che ha voglia di scherzare?”
Alexandra fu invasa dal panico. La paura le provocò un senso di nausea quasi insostenibile; represse a fatica un conato di vomito.
Sparrows uscì dalla camera. Un attimo dopo, rientrò.
La scrittrice vide che aveva con sé un’accetta.
Lo guardò disperata.
Jack si avvicinò al letto.
“Ti supplico: non farlo!”, gridò la scrittrice.
“Avresti dovuto pensarci prima. Adesso è troppo tardi per i rimpianti.”
Jack brandì l’accetta.
Alexandra incominciò a urlare.
Ecco svelata la mente di Jack. Devo dire che non mi aspettavo tanto rancore… ed è arrivato Carrick, lo facevo più impulsivo tra me e me.
Bello! Aspetto già il resto. Riuscirà a salvarsi le manine? Io spero di si.
BRAVISSIMA.
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@ LADY NADIA no, Carrick è tutto tranne che impulsivo. E la mente di Jack è contaminata da odio e rancore. Le manine? Si vedrà 😀
Grazie, mia carissima amica!
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Ma anche tu cominci a farmi un po’ paura…….😨😨😨😨
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@ LADY NADIA altrimenti che amiche e sisters de plume saremmo? 🙂 🙂 🙂 🙂
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ma chère, absolutemente!😊😊
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@ LADY NADIA bisous, madame ^^
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La storia entra nel vivo. Carrick lo conosciamo bene e farà la sua parte. Sparrow minaccia o esegue?
Vedremo prossimamente.
Sempre bravissima nello scrivere e nelle analisi dei pensieri dei tuoi personaggi.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR naturalmente devo stare zitta.
Grazie e un grande abbraccio.
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Certo. Aspetto il proseguimento
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Oddio che terribile momento sta passando la povera Alex
Quello, Sparrow, è un pazzo criminale
Staremo a vedere..,Forse solo Carrick riuscirà ad eliminarlo, per sempre
Piaciuta molto , aspetto il seguito
Buon mattino e baci
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE sono felicissima per il tuo giudizio!
Buona serata e bacioni.
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Brrr,,,,
Carrick dovrà far presto e Patricia troverà il modo di convincerlo. Ma una telefonata alla polizia, intanto che l’ispettore si decida??? Le mani di quella poveretta, anche se per scrivere potrebbero non servire, sono preziose!
Letto d’un fiato, ne ammiro sempre chiarezza, scorrevolezza e suspanse.
Attendo il resto 🙂
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@ ILI6 sono più che lusingata, cara Marirò.
Chi ha letto “Alex Alliston” conosce bene Carrick…
Non preoccuparti, il resto arriverà 🙂
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Mi e’ piaciuta tantissimo, grazie cara, ti abbraccio tanto, ❤
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@ LAURA un bacione, mia bellissima amica!
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❤
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La drammaticità
Tutto questo passaggio ne è infarcito, pieno e traboccante. Una drammaticità palpabile e forte.
Il sipario si apre per offrire una svolta a tutto il racconto. Arriva Carrick e arriva la bilancia che tutto livella. Il carattere, grande tema per il famoso investigatore, entra con forza giusto per trarci in inganno. Prevedemmo però l’exploit.
Alexandra, Alessandra, ma dove vi siete cacciata?
Jack Sparrow, con il carattere e i risvolti connessi, sembra uscito pari pari dalla penna della scrittrice Alessandra Bianchi e … ops, ma siete voi!
Ecco, ci sembrava interessante come pezzo.
Molto ben curato, come sempre e come sempre scorrevolissimo.
Quello che ci colpì è la brutalità del carattere di Sparrow e l’arrendevolezza della White.
Certo una donna tradita nei suoi affetti e così mortificata, diventa pericolosissima.
Per Jack Sparrow se mai non dovesse essere egregia la sua ascia, saremo lieti di fornirgli la nostra (affilatissima).
Che dire?
Attendiamo, con grandissimo interesse, il prosieguo. Carrick, all’opera, sarà un vero spettacolo.
Ssst, silenzio, lo spettacolo sta a cominciare.
Una pinta di Guinness nella mano sinistra e un kg di patatine fritte, la fanno da cornice.
Sipario
Abbiate, mia signora, le nostre cordialità più vive e radiosamente interessanti
The milorder
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@ LORD NINNI mi sembra di ricordare che anni fa chiesi agli amici lettori di indicarmi il loro personaggio preferito, e se non vado errata erano Monica Squire, Carrick e Matrioska.
Si, Milord, sono io 🙂
Birra e patatine anche per me?
Grazie e radiosità.
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Martedì, 8 marzo 2016
Si avvicina
Non certo per il giorno internazionale della donna (noi, le graziose esponenti femminili, le festeggiamo per tutto l’anno e non soltanto per un giorno). Ci riferimmo al Decennale.
Come le ali, decantate nell’Alcyone dal sommo Vate, ripensammo a ciò che è passato e tentammo di scrutare nel futuro.
Un futuro interrogativo.
Il Vostro decennale, oltre che trovarvi più anziana, vetusta, nonché ulteriormente piallata, sarà testimone di una vostra eclatante defezione, oppure, vi troverà festeggiante e festeggiata con botti, mortaretti, tric trac, ricchi premi e cotillons?
Nulla sfugge milady.
Proprio nulla.
Cordialitazioni
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@ LORD NINNI sebbene con un po’ di fatica, andrò avanti, caro milord.
Radiosity.
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Bé, mi ricordavo che fosse un gran bel romanzo, anche se non ne rammentavo i particolari (alcuni davvero basilari, come la presenza di Carrick), quindi non sono sorpreso, solo… contento di poterlo rileggere 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST mi rendi proprio contenta, lupissimo 🙂
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Che ritmo incalzante, bravissima! Oddio spero non lo faccia, ossia che Jack non amputi le mani, che orrore!
Un abbraccio e buona giornata
annamaria
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@ ANNAMARIA49 speranza che condivido, cara Isabel.
Grazie mille e un bacione!
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Altra ennesima puntata superbamente narrata, pronta a far scoppiare gli eventi. .. un caro saluto, alla prossima. Univers
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@ UNIVERS81 sono onorata, mio “vecchio” amico.
Un caro saluto a te.
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Ma … il 7?😊
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@ LADY NADIA prima o poi arriverà 🙂
Magari, dopo l’ultima puntata di “Caro Diario”.
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Letti tutti gli episodi golosamente, riassaporando tutto … virgole comprese.
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@ CAPEHORN che piacere rivederla, Maestro!
Dato che non sono iscritta a nessun blog, vado di qui o di là a seconda dell’ispirazione, ma temevo che lei fosse scomparso.
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@ Ab = Assolutamente. Ho poco tempo e una pigrizia tardo invernale o pre primaverile. Non so… Devo decidere, ma non oggi … Troppo pigro 🙂
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