Patricia Thompson era sconcertata.
Alexandra si era sempre rapportata con lei alla pari; chiaramente, essendo la sua datrice di lavoro, le impartiva degli ordini ma lo faceva con estremo garbo e, se Patricia la pensava diversamente su un dato argomento, Alexandra non si imponeva con la forza: accettava il confronto dialettico e sovente modificava la sua opinione. In pratica, il loro rapporto era molto simile a quello di due colleghe. Inoltre, erano amiche e condividevano i medesimi ideali; Patricia non esitava a confidarsi con White, e ciò valeva anche per la scrittrice. Spesso ridevano insieme, dato che avevano lo stesso senso dell’umorismo. Alexandra era gentile con tutti, ma in maniera particolare con lei, e Patricia era sicura che le volesse bene.
Però, nell’ultimo mese, Alexandra White era cambiata.
Si poneva in maniera arrogante e dispotica, le parlava in tono sprezzante e sembrava che provasse un sottile piacere ad umiliarla. Se prima si dimostrava cordiale ed espansiva, adesso era ostile e altera.
Quel giorno era più antipatica del solito.
Patricia aveva preparato con grande cura una relazione che prendeva in esame i vari scontri avvenuti fra la la fata di “Fairies” e il malvagio Lord Ascher. Sarebbe servita ad Alexandra per il suo nuovo libro: rileggendo quegli appunti, avrebbe evitato di ripetersi.
Alexandra la stracciò davanti ai suoi occhi.
Patricia la guardò allibita.
Trovava che il comportamento di White fosse profondamente ingiusto. Non ragionava in termini di amicizia. Quando cercava di farla ridere con una battuta spiritosa perché la vedeva malinconica non era certo mossa da secondi fini: semplicemente, nutriva dell’affetto per lei e sapendo che, a causa del suo temperamento malinconico, Alexandra a volte appariva depressa, voleva aiutarla.
Ma stracciare quella relazione che le era costata impegno e fatica era un gesto offensivo che esulava dai rapporti personali. Rappresentava un atto di violenza: era come se l’avesse schiaffeggiata e in tutto questo l’amicizia non c’entrava niente; Alexandra aveva irriso il suo lavoro, mancandole di rispetto. Quel rispetto dovuto a una persona che svolge seriamente la propria professione.
La scrittrice ricambiò il suo sguardo. Nei suoi occhi si accese un lampo di sfida. Forse, pensò Patricia, era curiosa di vedere la sua reazione; ma in tal caso si sarebbe trattato di una curiosità veramente meschina.
Fino a quel momento, Patricia aveva sopportato in silenzio sgarberie e scatti d’ira, pensando che Alexandra stesse attraversando un periodo di particolare tensione, forse dovuto allo sforzo di scrivere; ma la sua pazienza aveva un limite.
“Perché lo hai fatto?”, le domandò con calma.
“Come osi interrogarmi?”, replicò stizzita White.
Patricia scosse la testa. “Così non va bene, Alexandra. Non accetto di essere trattata in questo modo.”
La scrittice divenne paonazza. “Ti pago lautamente, Thompson, più di quello che meriti. Di conseguenza, ti tratto come voglio!”
“Molto bene.” Patricia si diresse verso la porta. Posò una mano sulla maniglia, quindi si voltò. “Mi dispiace moltissimo, e so già che ne soffrirò a lungo, però non posso continuare a lavorare per te. Sembra che tu ti diverta a rendermi la vita impossibile. Non sei più la Alexandra che conoscevo. Forse mi sono sbagliata sul tuo conto; comunque sia, mi dimetto.”
Fece per uscire, ma uno strano rumore la fermò.
Si girò di nuovo e vide che Alexandra stava piangendo.
Alexandra White si trovava davanti a un bivio.
Doveva fare una scelta. In un caso o nell’altro, la sua esistenza sarebbe cambiata.
La scelta era fra l’amore per un uomo e quello per la scrittura. Per molti anni scrivere era stata la sua principale ragione di vita; nei suoi libri aveva riversato tutta la passione, l’energia e l’entusiasmo che possedeva. Rinunciare alla fata, a Lord Ascher, al suo mondo immaginario le sarebbe costato moltissimo. D’altro canto, l’idea di perdere Jack la terrorizzava, sebbene avesse capito che non era un uomo buono.
Si scusò con Patricia. Sapeva di averla trattata in modo ingiusto, quasi fosse lei la responsabile del suo dramma privato, ed era pentita. Non riusciva a spiegarsi perché avesse sfogato la sua angoscia su di lei, comportandosi così male; comunque le giurò che da adesso in avanti avrebbe cambiato atteggiamento. Le chiese perdono in maniera tanto drammatica che alla fine Patricia si sentì quasi in colpa: Alexandra era fragile, e il suo compito era quello di proteggerla, anziché lasciarsi prendere dal risentimento.
Tuttavia non era semplice aiutarla.
Secondo Patricia, Jack Sparrows era un essere ignobile, e forse un pazzo. Oltretutto doveva essere un codardo, altrimenti si sarebbe trovato in Francia a combattere. Ma White le confidò fra le lacrime che non poteva vivere senza di lui. Alexandra era una donna estremamente intelligente, pensò Patricia, però era caduta in una trappola fin troppo nota, comune a molte altre donne. Patricia amava un uomo che non la ricambiava, ma, se anche lui l’avesse corrisposta, lei non avrebbe mai accettato di sottoporsi al suo volere. Alexandra, invece, era succube di Jack; in certi frangenti l’intelligenza non serviva a granché. Le sarebbe occorso un po’ di coraggio, ma evidentemente ne era priva. Era sensibile e fantasiosa, ma delicata come un fiore bellissimo che però necessita di infinite cure. Per questo Patricia si sentiva in dovere di intervenire. Se Alexandra fosse stata una ragazzina, l’avrebbe chiusa in camera e sarebbe andata a parlare personalmente con Jack Sparrows. Visto che non era così, doveva convincerla a lasciarlo.
“Sparrows non ti ama.”, le disse in tono pacato. “Se ti amasse, non ti avrebbe chiesto una cosa del genere.” White la fissò, senza ribattere. Rimase a lungo in silenzio, cupa in volto. Probabilmente lo sapeva anche lei, però non voleva ammetterlo. Benché la disapprovasse, Patricia poteva capirla. In genere, nelle questioni sentimentali l’aspetto emotivo finiva quasi sempre per prevalere su quello razionale, e Alexandra non faceva eccezione, nonostante fosse una persona equilibrata e dotata di buon senso. Ripensò a ciò che le aveva raccontato. Mentre parlava, la scrittrice piangeva e non era facile seguirla, dato che spesso si interrompeva o ripeteva cose già dette; il senso delle sue parole, comunque, era chiaro.
Patricia meditò su quella situazione. Jack Sparrows le aveva fatto una richiesta sconcertante: Alexandra doveva smettere di scrivere. In caso contrario, lui l’avrebbe lasciata. Glielo aveva annunciato già la prima sera, ma la scrittice aveva pensato che stesse scherzando. Invece Sparrows non scherzava affatto e la settimana successiva aveva ribadito il concetto. Alexandra lo aveva guardato allibita. Non credeva alle proprie orecchie. Gli aveva domandato il motivo di quella pretesa che lei giudicava assurda, ma Jack si era rifiutato di risponderle. “Devi fidarti di me.”, si era limitato a dire in modo vago. “E’ per il tuo bene.” A nulla era valso insistere. Jack si era chiuso in un silenzio ostinato, aggiungendo soltanto che al momento opportuno glielo avrebbe spiegato. Allora, lei avrebbe compreso.
Alexandra aveva escluso categoricamente di poter rinunciare alla scrittura, e lui le aveva indicato freddamente la porta di casa; a quel punto, la scrittrice era scoppiata in lacrime, implorandolo di ripensarci. Jack si era dimostrato irremovibile. Invano, lei gli aveva detto che era come pretendere che si tagliasse un braccio. Alla fine, disperata, gli aveva chiesto di concederle almeno il tempo di abituarsi all’idea; Jack aveva stabilito il termine di un mese, dopodiché avrebbe troncato definitivamente la relazione.
Alexandra avrebbe dovuto comunicargli la sua decisione entro l’indomani sera.
❤ meravigliosaaaaaa
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@ MAIRITOMBAKO grazie 🙂
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Eccezionale.
Superlativo!
Dalla prima all’ultima parola, punteggiatura compresa.
Buona sera
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@ LORD NINNI dire che sono onorata, è dire poco, Milord!
Vi auguro una serata felice e radiosissima.
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Tornammo a rileggere, con più calma e soprattutto con estremo spirito critico.
Non trovammo sbavature, né circonlocuzioni strane (che è il primo difetto in un racconto, specie se a puntate).
Nulla, neanche un refuso. (Ecco: l’assenza di refusi ci fece, proprio, rabbia, considerata la nostra produzione).
Per cui e per onestà intellettuale ammettemmo la perfezione stilistico/letteraria e linguistica del capitolo.
L’unico neo è … che non lo scrivemmo noi.
Cordialità tiepide e leggermente radiose.
(L’invidia rode!)
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@ LORD NINNI sono ammutolita! E so molto bene che quando leggete, “leggete”.
Dunque, la soddisfazione è doppia.
Ringraziamenti radiosi!
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La storia si sta delineando con chiarezza. I personaggi sono pennellati, cesellati con cura.
Aspettando gli eventi e Carrick, un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR sono lieta del tuo riscontro.
Carrick arriverà… un grande abbraccio da me e perché no dall’investigatore.
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Aspetto anch’io. Due amiche molto diverse tra loro, un uomo egoista…cosa succederà? Complimenti, bello e scritto benissimo.
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@ LADY NADIA credo che la situazione si complicherà ancora di più.
Inoltre, prima o poi, arriverà una new-entry importante, senza contare Carrick.
Grazieeeee!
Un sorriso per una notte dolcissima 🙂
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Allora curiosa curiosa curiosa! 😊 😊😊
Stai tornando in splendida forma, ne sono lieta!
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@ LADY NADIA 🙂 🙂 🙂 🙂
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Sì, un capitolo molto interessante perché mette bene in mostra la sudditanza psicologica della donna in quella che decisamente appare come una dipendenza affettiva. Molto intelligente Patricia a capire che Alexandra non è al momento in grado di seguire la logica… occorre altro.
P.S.: inutile dire che sembri conoscere bene queste tematiche. In molti ci siamo passati, ma non in tanti si sono fermati decisi a rifletterci e capire. Immagino che tu abbia dato una mano a più di un’amica in difficoltà 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST mmm… hai indovinato, caro lupo 🙂
Esattamente come tu aiutasti me in più di un’occasione con i tuoi post.
Alexandra dovrebbe capire, peraltro so bene che non è facile.
Baci lupeschi 🙂
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No, non è facile, e l’hai spiegato molto bene all’interno della storia: “In genere, nelle questioni sentimentali l’aspetto emotivo finiva quasi sempre per prevalere su quello razionale”. Quanti di noi sanno di star sbagliando… eppure scelgono di continuare a farlo? E’ successo anche a me 🙂 In particolare una volta nella quale sapevo benissimo, ancora prima di cominciare, che sarebbe finita male 🙂 Mi fermai un attimo a riflettere e… mi dissi qualcosa di simile a “Ma si! Chissenefrega! Vuol dire che dopo gestirò la sofferenza che ne verrà!” 😀 In effetti avevo già una certa esperienza e sicuramente riuscì a gestirla molto meglio che in passato, forse proprio perché sapevo che sarebbe andata così. Forse perché sapevo bene che era meglio così. Ma comunque non fu una passeggiata. Non lo è mai. Tuttavia è da tanto tempo che non rimpiango e non ho rimorsi per nulla che ha fatto parte del mio passato e soprattutto delle mie scelte, anche quelle più scellerate: è tutta vita, ed è meglio vivere che non farlo 🙂 Almeno si ha qualcosa da ricordare, no? 😉
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@ WOLFGHOST quanta profondità di pensiero in ciò che hai scritto!
Mi piace molto quando qualche mia parola induce a riflettere anche su se stessi 🙂
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Bellissima, complimenti, ti abbraccio tesoro, ❤
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@ LAURA e io abbraccio te, bellissima ❤
Grazie!
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❤
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Nuovo capitolo interessante, nuove “scene” che restano chiaramente impresse. Penso che Sparrow sia uno di quei catalizzatori di eventi… vedremo. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 su Sparrows ha pienamente ragione.
Un salutone a te, mio “vecchio” amico.
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Sono i guai che succedono quando si incontra un dominatore che pian piano vuole annullarti. La sete di affetto e la fragilità del dominato fanno il resto.
Piangere serve a poco. Avere accanto un’amica fidata e dotata di giudizio potrebbe aiutare un attimino, ma più di ogni cosa penso aiuti la verità, quella che nasce dal comprendere l’essere ignobile che si ha davanti e la non paura della solitudine.
Un capitolo con tante efficaci pennellate introspettive, scritto in modo straordinario. Complimentissimi!
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@ ILI6 la tua analisi è perfetta. Nel presente caso c’è il fondato rischio che la violenza soffochi la verità.
Ti ringrazio davvero di cuore, cara Marirò.
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Hai ragione, cara Alessandra: l’ intelligenza non serve a nulla quando viene cancellata dall’ intrusione di un amore, malvagio e a senso unico
Patricia, fino ad ora,si sta dimostrando amica vera; speriamo che non si faccia anche lei influenzare dal fascino subdolo di Sparrow.
Brava, veramente, di cuore
Buon domenica
Abbraccio
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE e io di cuore ti ringrazio, chérie Mistral.
Bacissimi.
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