Decidiamo di ritrovarci l’indomani allo stesso posto e alla stessa ora.
E’ stata una giornata di sole, molto più calda del consueto; e io ho trascorso gran parte del tempo a scrutare il cielo azzurro e a riflettere.
A furia di pensare, ponderare, sollevare dubbi per poi cancellarli, a un tratto sono stato colto da una nuova intuizione, alquanto diversa dalla precedente. Ma non posso di dire di esserne sicuro: cos’è un’intuizione, alla fine? Su quali basi si regge? La matematica, la fisica, si basano su intuizioni? No. Sì.
Paola appare decisamente diversa dai nostri precedenti incontri. Più serena, rilassata. Indossa jeans molto stretti, scarpe da ginnastica, una maglia che le allarga le spalle; sembra un’altra donna.
Mi chiamo Paola e tu come ti chiami? Se hai trovato questo diario vuol dire che come me anche tu ami i boschi.
E in quel diario c’era una cartolina. Una pura dimenticanza… o qualcosa di profondamente diverso. Prendo la mia birra e per un istante colgo nei suoi occhi un lampo di malizia. Solo un istante, solamente un attimo, però appare…
“Accetto il tuo aiuto!” Mi sorprende senza troppi giri di parole.
Incredulo la osservo sorseggiare la sua birra mentre appoggia le sue belle labbra ancora indecise sull’orlo del bicchiere e socchiude un po’ gli occhi. Oggi mi appare davvero diversa. La vedo forte quella strana luce provenire da lei ed espandersi fino a coinvolgermi in un quasi abbraccio, e in me si consolida l’ipotesi che Paola, per quanto mi riguarda, può davvero essere una creatura magica. Un diario ritrovato nella corteccia di un albero nel bosco, il mio morboso interesse verso questa vicenda proprio ora che l’apatia aveva fortemente intaccato ogni mia giornata privandola di qualsiasi speranza, di entusiasmo e di voglia di fare. Questa forse non si può chiamare magia?
E se invece mi fossi solo fatto suggestionare da ciò che ho letto, desiderando qualche stimolo, qualcosa di nuovo che potesse ridare del dinamismo alla mia vita; se soltanto fosse stato questo il risultato?
Per qualsiasi sconosciuta causa mi sento trascinato a mulinello verso abissi sconosciuti, ma anche assolutamente desideroso di scoprirne ogni minimo dettaglio, ogni particolare nascosto, a me golosamente offerto.
Lei aspetta, è tesa. Ci tiene molto, ha bisogno di me. Il suo piede batte veloce e senza tregua sotto il tavolo, facendo vibrare tutto ciò che vi è appoggiato.
Mi sento improvvisamente spinto dalla gratificazione e rispondo: “Dimmi tutto, cosa posso fare per te?” Anche se mi rendo conto di avere le mani sudate e la fronte umida. Forse sono eccitato all’idea di poter essere parte integrante di questa assurda storia e di poter in qualche modo aiutare la donna di fronte a me a risolvere un grosso problema. Per la prima volta, e non mi capitava da svariati anni, mi sento finalmente utile.
Lei pare sollevata ma solo per poco, subito ripone lo sguardo nel suo bicchiere, noto che ha le mani tremanti. Mentre con l’altra mano si carezza la nuca e i capelli castani, la sua voce roca prosegue ipnotica: “Ti devo confidare che… mio marito…” e ora cerca con lo sguardo il mio appoggio. Io invece, dal canto mio, sono già più che certo che non la pianterò mai in asso. Le devo molto, si è fidata di me. Infatti dopo aver letto nei miei occhi pieno interesse prosegue: “Tra noi non va molto bene… E’ pericoloso. Credimi! Ho paura di lui, tanta paura! Negli ultimi anni, senza un motivo, è diventato sempre più violento. E mia madre, non la soffriva proprio. Non si sopportavano e dopo tutto quello che ha fatto, ed è stata davvero pessima in ogni cosa e verso di me, la odiava con tutto se stesso. Non che avesse torto nel considerarla una buona a nulla ma ha esagerato.”
Paola si guarda attorno, appoggiando sul tavolo il bicchiere, quasi a voler misurare la distanza che ci separa dagli altri tavoli e dalle altre persone e poi, bisbigliando appena, sporgendosi in avanti verso di me aggiunge: “L’ha uccisa! E’ brutto da dire ma io, inizialmente, mi ero sentita sollevata. Ma non è facile convivere con un tale segreto, con questo rimorso e per quanto io odiassi quella donna… non avrei mai commesso un gesto così efferato. In verità ci avevo pensato anch’io, più volte. Ma se non avesse agito lui, beh, io non l’avrei fatto veramente. Mai. Comunque, il problema è anche un altro: in quest’ultimo periodo mio marito è eccessivamente nervoso e si mostra assai insofferente anche con me, temo molto per la mia vita, ho visto di cosa è capace e ti assicuro che non riesco più a vivere tranquilla, ho l’ansia e sto male. Sto male!”
Io rimango di stucco, col mio bicchiere a mezz’aria, con la sensazione di dover rispondere ma senza sapere proprio cosa dire. Non immaginavo nemmeno lontanamente un intrigo del genere.
Per fortuna riprende lei la parola:” Mia madre mi odiava, beveva, era un’alcolizzata. Mi picchiava, mi trattava male, era assente e soprattutto, sin da piccola, ha trascurato la mia malattia: l’artrite reumatoide. Ed ora mi ritrovo qui, con un sacco di dolori, con le ossa di cristallo e non si torna più indietro, si può solo peggiorare. Non ci sono cure, solo palliativi. E inoltre mi ha reso sterile. Sterile capisci? Questa malattia a causa delle medicine che devo assumere mi ha impedito di avere una vita felice, di avere figli, una normale famiglia.”
Noto delusione e i suoi occhi si fanno lucidi. Anche i miei, forse.
Certo, i suoi guai sono più grandi di quello che pensavo, mi sento catapultato in un film giallo, ma non ci sto bene sulla scena. Sono impacciato, inesperto, impaurito. Cerco di nasconderlo come meglio posso.
Mi morsico le labbra, ne stacco qualche pezzetto di pelle secca e, senza farmi notare la ingoio con l’amaro di queste rivelazioni.
“Allora mi aiuterai o ti tiri indietro?” Mi domanda sgranando gli occhi e inclinando la testa.
E io non so né come né perché mi ritrovo a rispondere un “Si!” Solo un po’ strozzato col meglio della voce che riesco a trovare. Nemmeno io ho famiglia, non ho nulla da perdere e sono ormai succube di lei.
Mi stupisco delle mie parole:”Dovremo parlare, tanto e poi studiare un piano per riuscire ad allontanare da te tuo marito. Un piano intelligente. Vorrei pensarci qualche giorno. Ci ritroveremo presto e cercheremo una soluzione, agiremo con calma, con furbizia a meno che i fatti si rendano rischiosi. In quel caso mi chiamerai subito e ti porterò al sicuro. Ma niente passi falsi, ok?”
Paola accenna un sorriso nervoso, termina la sua birra, si alza e mi stringe la mano, e, sempre a bassa voce, conclude:” Ti ringrazio tanto, di cuore. Non so cosa avrei potuto fare senza di te. Ora vado prima che rientri mio marito. La prossima volta ci incontreremo più a lungo, in un altro posto più sicuro. Ti chiamo. Grazie. Grazie infinite!”
Esce dal bar, voltandosi almeno un paio di volte ad osservarmi. Dalle vetrate la vedo sfilare titubante sul marciapiede finché, confondendosi con i passanti, diventa una qualunque che, se non fosse stato per quel diario, non avrei mai conosciuto.
Ordino un’altra birra nel tentativo di riordinare le mie idee ma la testa mi frulla di varie emozioni, nemmeno tutte positive, e sono lento di riflessi, perciò mi abbandono senza cognizione di tempo al non pensare; a volte, ne sono convinto, questo stato genera le idee migliori. Mi auguro che questo mi possa accadere oggi.
La voce narrante è presa al laccio da Paola. Sarà tutto vero quello che ha rivelato.
Il clima si tinge di giallo e la tensione cresce.
Aspetto la prossima puntata.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR non posso fare anticipazioni, ma un sospetto c’è.
Grazie e un grande abbraccio.
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allora aspettiamo
Un caro abbraccio
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Ma cara Ale…Il ragazzotto qui…come si chiama? Ah…si, l’orsacchiotto bianco…direi che è sveglio eh. Non gliela diamo certo a bere!😊😊😊 Birra caro Newwhite? Ciaoooo e grazie! Dai che si scherza…però ci prendi sempre eh!
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siete un libro stampato 😀
Grazie per la birra. Ci voleva proprio.
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Una storia sempre più interessante e voi due sempre più brave.
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@ LUCIA ti ringrazio. Direi che Nadia è sempre più brava.
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Birra? Io rossa. Sono stufa delle bionde!
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LUCIA ti ringrazio. Direi che Alessandra è sempre più brava.
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@ LADY NADIA 🙂 🙂 🙂 🙂
Io preferisco le black! Guinness.
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No. Sono amare.
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@ LADY NADIA io le adoro 🙂
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E io no. Lady Alessandra. Hanno quella schiumetta quasi grigia….
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Ohi Ale! Il nostro protagonista è un po’ confuso. Si è invaghito. E questo è un guaio. Tu sai cosa combinerà?😊😊😊😊
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LADY NADIA be’ stupido non credo che sia, però innamorato sì.
Per ora non ne ho la minima idea. E tu?
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Bah. Penso che possa andare più o meno così:
beve tante birre e attraversando la strada viene investito da un’auto.
E chi guidava l’auto?
Il marito di Paola.
Si chiama black humor, quasi come la tua Guinness.
Ciaoooo😊😊😊😊😊😊😊😊
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@ LADY NADIA ahahahah 🙂 🙂 🙂 🙂
Sei forteeeeee!
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Dimenticavo. Non bevo mai Guinnes perchè segna i baffetti.😊😊😊😊
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@ LADY NADIA ma io e te non li abbiamo 🙂 🙂 🙂 🙂
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@ LADY NADIA ne sto appunto bevendo una ^^
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Noooooooooooooooooooo baffuta
🍺cin.
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@ LADY NADIA io no! Tu non so 😀
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@ LADY NADIA beviamone tre!
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No. Casomai per caso mi trovassi in quel di Cannes e dovessi mai attraversare la strada…
Una sola ma assaporandola lentamente ascoltando i Metallica.
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@ LADY NADIA ti aspetto!
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@ NEWWHITEBEAR e una quarta con l’amico 🙂
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E poi? Chi ne vuole un’altra? 😊😊😊😊
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@ LADY NADIA se si fa alla romana…
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pensavo offrissi tu, baffuta e col braccino corto!😊
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@ LADY NADIA piallata, ma non baffuta!
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Si ma…come la mettiamo col braccino corto? Quello è la costante….
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@ LADY NADIA e se offrisse Lord Ninni?
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Opl°, arrivano e prime ammissioni, Santa Pially
🙂
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Ahaha gira rigira…. la sbologni sempre!
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@ LADY NADIA confido nella insuperabile generosità del Milord.
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Ci potrebbe stare.
Dunque vediamo:
per noi e voi, mia signora (se la reggete) una pinta di Guinness da tank medio, terza mescita e schiuma minima! Convenimmo nella scelta felicissima: la Guinness non è più, semplicemente, una bevanda prodotta dal malto fermentato e tostato, bensì unaa birra ottima e profiumata al burro).
Ne assaggiammo la fragranza, qualche volta, direttamente alla Guinness a Dubliino, dove eravamo per altri motivi che quelli da diporto.
un profumo che si riversa anche nei piatti e portate che, la generosa terra d’Irlanda ci offrì.
Come sottacere davanti al Beef Guinness dove il pregiatissimo gusto, dell’oscuro nettare, si sposa con il prosciutto, cotto dal calore delle patate lessate e bolenti, intinte in una sfrigolante Guinness?
Patti d’eccezione che, immersi nei profumi di sterminati altopiani e montagne verdissime, offrono la più delicata cornice che l’Isola di Smeraldo possa offrire.
Per lady Nadia suggeriremmo: una pinta di Birra Kilkenny, la rossa d’Irlanda.
Gradazione 7° circa dal sapore pulito e torbato con un sottofondo di miele.
Oppure una bionda Beamish, sempre irlandese e stotout, gioia e palato dei veri amanti della birra che possa essere mensionata di tale nome.
Ovviamente, considerato il carattere del convivio, tra beveraggi e … affini si dovrebbe poter servirsi presso il Pub più antico d’Irlanda. il famosissimo Smithwicks di Kilkenny. Si mangia ottimamente e si bevono Guinness, Smithwicks (rossa) e Beamish (bionda) che da sole giustificano l’esistenza di Dio.
Abbiate le nostre migliori cordiaità alcoliche
Krenneg mcAff
Bardo e maestro di spada
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Eccoci, dunque, al capitolo n.8 del “Diario”, atteso da un be po’.
Ne leggemmo le righe e le parole. Gli assunti e i dialoghi.
Smettemmo, comunque, a porci il dilemma del “chi ha scritto cosa”, ci avrebbe distolto dalla lettura.
Vene avanti, nella sua propria evoluzione, il fatto che Paola sia addentro alla storia come co-protagonista, ma sia anche non serena.
Incentrati gli avvenimenti, notammo che la stessa pola si districa con l’inquietudine del fauno.
L’abbandono della circospezione e dunque l’acquisto della fiducia caratterizzo questo passaggio.
Ma, in fin dei conti, cosa ne sappiamo noi della fiducia? E dell’amicizia? E di quanto una parola o frase possa essere importante in un dialogo dove si chiede aiuto?
Abbiamo, anche, la solitudine delle parole che svolgendo il oro significato, si impongono all’attenzione di chi legge.
Un tempo, molto lontano in verità, davanti a simili dilemmi, chi ne fosse stato predisposto, affrontava il proprio viaggio a Santiago di Compostela a piedi, non per Fede vera o presunta, ma per vivere intimamente la propria convinzione, la propria paura i propri sentimenti contrastanti e contrastati. Conoscemmo persone, che consideriamo amiche, che fecero il “viaggio” in bicicletta, pedalando lungo la Via Francigena e tornarono migliori.
Non ci risulta o possano esser state credenti nel senso stretto de termine, ma l’essere consapevoli della caducità della morte (sentimento che appartiene ai disperati, diseredati dalla vita come poteva essere nel caso di Paola) li porta a superare la “caducità” delle loro paure e tristezze.
Il “Diario”, in effetti, cosa fu se non un grido di paura’ una richiesta d’aiuto, neppure malcelata?
Svolse dunque la sua funzione, racchiusa nell’espressione che dà speranza nell’assunto del nostro eroe.
Il problema, nel caso specifico, rappresenta il marito e la sua soluzione.
Una soluzione articolata che Paola manifesta affidandosi, pienamente e completamente.
Paola!
Ecco Paola, per noi, rappresentò un enigma in piena regola.
Dalla tristezza disperata, si affaccia alle rassicurazioni, tutto sommato, non sicura. Osservando la vicenda, sotto ‘occhio di un “terzo” estraneo, Paola si affida completamente fra le braccia di uno sconosciuto che, birra alla mano, potrebbe prometterle, dietro le proprie parole, il mondo peggiore.
Perché scrivemmo tutto ciò?
Perché, davanti a tali argomentazioni, per verificarne la bontà, tornammo indietro e ci rileggemmo le sette puntate precedenti.
Paola è temeraria, fi dall’inizio.
Manifestò una paranoia ossessivo/compulsiva con propensione schizoide (si rilegga l’approccio iniziale).
Il diario stesso, nelle mani di Stephen King, allo stato attuale, potrebbe diventare un’arma tremenda.
Paola, dopo tutto questo, ha adescato?
Sta adescando?
È una donna normale, oppure ha carpito la fiducia per soddisfare i suoi più biechi e bassi istinti?
Se è così, pregiatissime ladies, simo di fronte ad un caso letterario dove, lo diciamo onestamente, avete gabbato il nostro cinismo e rigore affabulatorio, portandoci fuori strada! E non è da tutti.
Se così non fosse, beh, tutti gli eventuali ulteriori guai se li è comprati.
Tutti quanti e in balia del “chiunque”.
Vi seguimmo, entrambe, con interesse.
La distinzione fra le due scrittrici, in questo passaggio, è realmente minima.
Abbiate le nostre migliori cordialità
The milord
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Rileggemmo, adesso, il nostro miserrimo intervento, peraltro gonfio-atrocemente- di refusi tale da essere totalmente privo di intelleggibilità.
Colpa nostra e della nostra fretta nello scrivere e nel non correggere (o meglio quando ci ricordiamo di correggere).
Fummo mortificati e profondamente umiliati.
Grazie per l’attenzione e la pazienza. (Comprenderemmo, perfettamente, se voleste cancellare tutto. Autorizzammo, esortandovi in tal senso,)
😦
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@ LORD NINNI ma il vostro è un commento stupendo!
I refusi? Non contano, ciò che conta è la sostanza.
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L’interesse che trasmettete è magnifico e, sebbene non adori il genere giallo, proseguirà sicuramente il mio apprezzamento. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 grazie da me e da Nadia!
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Mette davvero pena questa, Paola
Ma . la vita ci insegna che non sempre ciò che appare è vero
Il seguito ci svelerà le nostre impressioni ( anche Gian Paolo/Newwhitebear, non è convinto di Paola)
Brave, dvvero e complimenti
Baci da Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE ci può stare, chérie, ci può stare…
Baci da Nadia e dalla sottoscritta.
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Uhm… sembra una storia lineare, “difficile” ma chiara. Eppure… c’è qualcosa in questa donna che non mi convince… Sarà sincera? 😐
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST dubbi che nutro anch’io…
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