Avere “carta bianca” significa fare ciò che si vuole senza dover interpellare nessuno, a parte le persone con le quali si desidera confrontarsi. Di conseguenza, Martin Yarbes non si prese la briga di informare Brian Stevens circa un viaggio che intraprese quattro giorni più tardi, dopo essere tornato all’ospedale e aver parlato finalmente con Monica, grata per la visita sebbene alquanto distaccata.
L’uomo che adesso sedeva di fronte a lui aveva una lunga storia alle spalle. Date le basi di partenza era stato protagonista di un percorso sorprendente, assolutamente non pronosticabile da chi lo aveva frequentato quando era un giovane teppista dal carattere chiuso, ma capace di grandi slanci come quando aveva aspettato al varco un bullo più grande e grosso di lui, e maggiore d’età, per metterlo al tappeto in modo da vendicare un amico, preso a botte quella mattina stessa. A causa del suo temperamento, dell’aggressività più volte palesata (in apparente contrasto con l’indole fredda) era stato escluso dai Giovani pionieri, l’equivalente sovietico dei Balilla fascisti, della Hitler-Jugend nazista e di altre organizzazioni simili presenti in diversi Stati del mondo. Una pessima partenza, soprattutto considerando la realtà rigida e paranoica dell’Urss di quei tempi, dove si rischiava di finire in Siberia, se non peggio, anche per via di semplici sospetti. Ne accennò molti anni dopo in un’intervista. “Certo.”, disse. “Non ero affatto un pioniere, ero un farabutto.”
Poi il giovane Volodja era cambiato, diventando il primo della classe. In seguito era riuscito a entrare nel KGB – prima direzione centrale – suscitando approvazione dai superiori per l’intelligenza, la determinazione e la volontà. Era ancora chiuso e spesso taciturno, ma questo veniva accettato.
Yarbes lo conosceva dall’estate del 1991. Fra i due c’era empatia, nonostante certi “trucchi” di cui Vladimir Vladimirovic Putin si era avvalso per aiutarlo a metà, salvandogli la vita, però impedendogli di andare in Crimea a parlare con Michail Gorbaciov.
Acqua passata. E ne era passata tanta sotto i ponti.
Lo “zar” stava bevendo acqua minerale, Yarbes sorseggiava una squisita vodka.
Negli ultimi giorni Martin aveva trascorso quasi tutto il tempo a leggere – rapporti dei servizi segreti, giornali, riviste -, ricostruendo la successione degli avvenimenti e pervenendo a una chiara conclusione: soltanto Putin si era mosso bene, a differenza dei francesi e dei suoi connazionali. Tuttavia ciò non era stato sufficiente. Aveva tagliato teste su teste, ma all’idra esse erano ricresciute.
“Cosa ne pensa del vostro nuovo presidente?”, gli domandò Vladimir.
Yarbes assaggiò una tartina al caviale. “Ci siamo parlati una sola volta.”, rispose. “Troppo poco per esprimere un giudizio; la mia sensazione comunque è che sia un politico determinato.”
Putin annuì. “E’ anche intelligente. Credo che Bernard Stowe sia il migliore. I suoi predecessori – Monica a parte – erano degli imbecilli. Margaret Collins appoggiava la Turchia contro di noi! Stowe mi ha garantito che cambierà strada.” In realtà gli americani erano spesso incomprensibili e anticipare le loro mosse aveva costituito l’incubo del KGB e dei servizi segreti che lo avevano sostituito. Già, credere o meno a Stowe?
Putin riportò l’attenzione sul vecchio amico, posto che si potesse definirlo tale. “Ma… lei, mister Yarbes?”
Martin sorrise. “Cosa ci faccio qui? Mi hanno tirato fuori dalla naftalina. Ho un compito da svolgere, e lo porterò a termine. Sono venuto a Mosca per avere alcuni chiarimenti. Poi cercherò l’assassino.”
Tutto era cominciato molti anni prima.
Era cominciato nel segno dell’odio. Era cominciato guardando con disgusto le donne occidentali, prive della benché minima pudicizia. Era cominciato osservando con disprezzo i Paesi che in nome di falsi ideali perseguitavano i fratelli di fede. Era cominciato con la consapevolezza che tali Paesi erano deboli e corrotti. Andavano colpiti, nel modo più feroce possibile, per la gloria di Allah.
Fin da subito aveva preso le distanze da Ibrahim al-Ja’bari e da Osama bin Laden, che pure stimava. Avevano compiuto imprese notevoli – la perfetta programmazione ed esecuzione del raid dell’undici settembre era stata un capolavoro – però non avevano compreso una cosa importante: la guerra andava combattuta su un fronte più vasto, e per ottenere questo risultato occorreva radunare e forgiare un grande esercito. Non soltanto nei territori amici, ma anche nel cuore dell’Occidente, plasmando giovani al momento irresoluti che cercavano una Causa per esprimere in maniera fattiva quello che era solamente un vago sentimento di ribellione. Laddove gli insegnamenti morali non si dimostravano sufficienti, era più che plausibile ricorrere all’hashish, come era già accaduto in secoli ormai lontani. Infine, c’era il premio: la benedizione di Allah il Misericordioso.
E ora stava vincendo.
Aveva attaccato a Parigi, a Madrid, a Roma, a Washington – sempre con successo, dato che le perdite erano inevitabili e quindi secondo il suo metro di giudizio non dolorose, non tali da offuscare il significato delle vittorie. Aveva messo gli uni contro gli altri. I russi avevano bombardato, eccome! Però il risultato non era stato quello voluto, perché ogni vittima aveva trovato un sostituto, e la marea non finiva di crescere.
Quando passava in rassegna la “libera” stampa dei miscredenti, veniva colto da una profonda soddisfazione. Ogni opinione era diversa, la stessa valutazione dei fatti era soggetta a interpretazioni che divergevano, le critiche ai loro pessimi governi aumentavano di pari passo con le affermazioni del movimento da lui diretto.
Non “creato”, poiché era arrivato dopo. Era arrivato nel tempo stabilito da Allah.
Ed era stato per il Suo volere che chi lo aveva preceduto al comando aveva raggiunto il paradiso, a causa di una delle tante bombe.
Avrebbero pagato a caro prezzo per quegli ordigni che nella maggior parte dei casi non sapevano discernere l’obiettivo voluto! Avrebbero pagato. Oh, sì!
La partita era appena cominciata. Sarebbe proseguita con la morte di bambini, donne e uomini. Nessuna pietà. Non la meritavano.
Questa “puntata” sta spiegando il contesto.
Mi e’ piaciuta l’espressione ” mi hanno tirato fuori dalla naftalina” mi ha fatto sorridere.
Bene. Curiosa della prossima. Come al solito scorrevolissima cara Ale! Bravissima.
(Sto leggendo un’ azione spionaggio? Incredibile per me! Ma tu scrivi cosi’ bene… )
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@ LADY NADIA sono felicissima del fatto che tu stia leggendo una storia di spionaggio! Grazie, cara Nadia 🙂
Ti auguro una notte di splendidi sogni.
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Dopo le prime due puntate di assaggio, qui si entra nel vivo della storia. Da una parte Yarbes, dall’alltra il misterioso uomo che tesse la trama del terrore.
Un nuovo scontro dal il Satana americano e il califfo, unto dal signore.
Aspettiamo la prossima.
Un caro abbraccio
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Grazie cara, bellissimo, alla prossima, un abbraccio e buonanotte, ❤
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La cura, attenta, del particolare e la tensione che si legge fin dalle prime battute, ha caratterizzato quest’importante capitolo.
Come vostro uso e costume avete inserito, milady, un personaggio politico vivente e leggendo e cogliendo le battute, che ha un evidente peso nella storia.
mancava un atto, un approccio con Yarbes.
Eccocelo servito … in salsa nero thriller/spy.
Interessante che porta, pure, alla lettura del suo prosieguo.
L’impegno di stile si legge e come sempre, siete riuscita ad incollarci al monitor in questo, fortunato, incontro, domenicale.
Già, come da anni ormai, la domenica è diventata la compulsiva lettura presso lo spazio web di Lady Alessandra.
Quello che ci colpì, dunque, è la freschezza che sapete riversare in un qualsiasi racconto.
Ogni storia, ogni romanzo è come se fosse il vostro primo lavoro.
Entusiasmo per il racconto e genialità delle trame, sono la vostra caratteristica.
Una fucina proprio.
Vi garantimmo, mia signora, che fummo svezzati a tutto.
Voi, e di questo ne siamo convinti partecipi, riuscite a stupirci.
Avete scritto tanto in passato.
Voi, milady, sapete esattamente canalizzare il diacronico contraltare del tempo, indirizzandolo verso un unico sentiero: la scrittura.
E ciò, da parte vostra, è molto bello.
Abbiate una serena domenica.
Cordialità
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veramente bellissimo cara amica .. brava
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@ NEWWHITEBEAR è proprio come dici tu e mi auguro che il seguito piaccia.
Un caro abbraccio a te.
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@ LAURA baci, stellina, e grazie!
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@ LORD NINNI vi ringrazio infinitamente.
Già, inserire personaggi reali. Credo che diano più sostanza alla storia. In passato, ne inserii di peggiori, poiché considero Putin un grande.
La mia freschezza? Sono onorata, Milord. Cerco sempre di dare il massimo… poi capitano baguette non troppo ben cotte.
Buona serata dalla panettiera.
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@ MAIRITOMBAKO grazie, mia cara amica lontana 🙂
Un sorriso per te*
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Assolutamente attuale e per questo ancora più coinvolgente, casomai ci fosse bisogno 😉
Gli americani sono imprevedibili, è vero. Il problema è che non è tanto per capacità di mascherare, cosa in cui comunque sono bravi, quanto per le continue “lotte” interne che fanno cambiar loro direzione con facilità 😉
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@ WOLFGHOST sono felice del tuo giudizio, lupissimo 🙂
Gli americani sono imprevedibili a prescindere, sia per le ragioni da te addotte, sia per moltissimi altri motivi.
Un abbraccio lupesco ^^
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Ci sarebbe veramente tanto da poter scrivere su questo pregiatissimo capitolo.
Ci avete abituati male, mia signora.
Il profumo del pane la sua fragranza e soprattutto la sua forma, sono ineguagliati.
Una cosa balzò ai nostri occhi: scritto bene, anzi benissimo.
Abbiate le nostre cordialità
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@ NINNI RAIMONDI un profondo grazie!
Le vostre parole emozionano e vanno dritte al cuore.
Radiosissime cordialità.
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Carissima, finalmente riesco a leggere questo pregevole capitolo, ricco di cronaca e attualità e nel contempo con tutti i criteri delle spy story sapientemente usati.
Non mi soffermo sugli americani o su Putin, già hanno scritto i tuoi illustri lettori. Mi soffermo, invece sulla seconda inquietante parte e ritengo sia doveroso far sapere la fine che hanno fatto due ragazzine di circa 15 anni, Samra e Sabina, scappate dall’Austria per la Siria e reclutate dallo stato islamico, bellissime ragazze divenute poster dell’isis: una è morta sotto i bombardamenti di Raqqa, l’altra uccisa a martellate dall’uomo che è stata costretta a sposare al suo arrivo.I disgustosi siamo noi?
http://www.corriere.it/esteri/15_dicembre_07/morire-l-isis-16-anni-samra-sabina-partite-vienna-la-siria-77edfb9e-9cb8-11e5-9189-eea9343a1b14.shtml
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@ ILI6 carissima, nel link da te indicato, fra le altre cose, ho trovato questo:
Il direttore della «Bhak Wien 10», Peter Slanar, ricorda di avere avuto un colloquio con Samra e sua madre, poco tempo prima che partisse. Si era scritta sulla mano la solita «Amo Al Qaeda» e attorno cuoricini, come fanno le ragazzine di tutto il mondo tra delicatezza e romanticismo. Colloquio inutile. Era come se fosse stata sottoposta a un lavaggio del cervello, una volta uscita da una moschea – racconta. «Questi giovani che da Vienna o da Parigi partono per la Siria, in fondo non sono del tutto diversi dai giovani terroristi tedeschi e italiani degli anni Settanta – dice Heinz Gärtner, direttore accademico dell’Österreichisches Institut für Internationale Politik di Vienna -. Partono da una ribellione di fondo: allora trovavano risposta nell’ideologia marxista, oggi in certe forme di Islam. Le differenze sono che allora almeno c’era un dibattito, oggi no; e che adesso c’è dietro uno Stato, o uno pseudo-Stato. Credo che il fenomeno si potrà trattare allo stesso modo».
Tutto ciò è terribile e orribile.
Io scrivo… ma la realtà è ancora peggiore.
Un abbraccio.
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Più che terribile! Quelle due ragazzine erano minorenni e anche l’ONU aveva il dovere di difenderle. l’isis ha fatto campagna pubblicitaria su queste due poverette, è giusto si sappia come sono finite.
Sai cosa penso ci sia di diverso e in più rispetto ai terroristi degli anni 70? La mancata integrazione. le due ragazzine erano migranti bosniache e non possiamo negare che in Europa se da un lato accogliamo dall’altro creiamo ghetti dove prolifera il malcontento e in queste sacche di degrado e discriminazione i giovanissimi restano scollati dal contesto nel quale sono nati e cresciuti e covano odio nel vedere che qualsiasi sbocco futuro è loro precluso.Questo è pane per l’isis.
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@ ILI6 questo è pane per l’isis! Sono perfettamente d’accordo con te.
Sebbene io sia laica – e peccatrice – vorrei qui riportare un messaggio importante. Un messaggio di Papa Francesco:
“Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande azienda al mondo.
Solo tu puoi impedirle che vada in declino.
In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.
Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.
Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti.
Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado di viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.
È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un “No”.
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.
È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.
È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.
È avere la capacità di dire: “Ti amo”.
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice …
Che nelle tue primavere sii amante della gioia.
Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.
E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.
Poiché così sarai più appassionato per la vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.
Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.
Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.
Non mollare mai ….
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!”
Credo che siano parole importanti!
Se solo venissero capite…
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Sì, Alessandra, sono parole splendide e importanti e, se non erro, indirizzate proprio ai giovani. Se solo venissero capite, appunto…se solo ci si rendesse conto che, al di là di certe tremende malattie, veri artefici della nostra vita e del suo declino siamo noi, dalla droga all’alcol, dal kamikaze all’ammazza femmine, dalla mafia all’isis.
Buona notte, Ale, è un piacere colloquiare con te.
Marirò
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molto belle!😊
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Maestria, coinvolgimento, vicende particolareggiate in uno scenario di grande attualità. Dici bene i bombardamenti fanno risorgere il male. Complimenti e buona giornata.
Un abbraccio
Annamaria
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O.T. allora l’appuntamento su Caffè Letterario è fissato per il 27 dicembre.
Un caro abbraccio
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Come si fa a non seguirti in questa attualissima spy/story
Putin, sebbene sia un personaggio politico con tinte più scure che chiare, forse,è l’ unico che sa giocare davvero duro e bene
E contro quei pazzo delirante, chiacchiere e fioretto non servono a niente
Notevole capitolo , brava, Alessandra
Un abbraccio
Mistral
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@ ILI6 è un grande piacere anche per me!
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@ ANNAMARIA49 le strade da seguire sono altre, amica Isabel.
Grazie e un forte abbraccio da parte mia.
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@ NEWWHITEBEAR ok.
Un caro abbraccio.
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Bene a leggerti presto
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@ OMBREFLESSUOSE faccio mie le tue parole, chérie Mistral:
“Putin, sebbene sia un personaggio politico con tinte più scure che chiare, forse,è l’ unico che sa giocare davvero duro e bene
E contro quei pazzo delirante, chiacchiere e fioretto non servono a niente”
Baci… e un sentito ringraziamento.
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Hai innestato la quarta marcia in questa puntata, in molteplici aspetti. Complimenti e vado subito a leggere il seguito arretrato. Univers
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@ UNIVERS81 grazie! E buona lettura.
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…
Si sta entrando nella storia..
e la si vive leggendo, come fosse dei giorni nostri…
In ritardo come al solito, ma ci sono appena riesco…
Ti lascio abbraccio Alessandra
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA ben tornata, chou*
Bisous ^^
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Alessandra prepara il telaio, definisce la trama della nuova tessitura, i nuovi elementi per poi partire nel suo lavoro meticoloso a confezionare un nuovo pezzo unico.
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@ RODIXIDOR 🙂
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