Guardo l’ora. Ho del tempo a disposizione e opto per bighellonare un po’ per le vie del centro mentre cerco di riordinare i miei pensieri che mi stupiscono per la loro intensità. Mai avrei immaginato di poter restare così coinvolto in una vicenda soltanto leggendola, ma questo diario che tengo gelosamente custodito nel mio zaino, ha una voce propria, stridente, impossibile non seguirla. E se mi sbagliassi? Se questa Paola fosse diversa dall’idea che mi sono fatto di lei? Probabilmente ha compiuto un terribile gesto, almeno così sembra in quella confessione scritta, ma ne ho comunque carpito una forte umanità, tanta rabbia e tanta tristezza ma soprattutto ho percepito in ogni pagina una lacerante richiesta di aiuto che lei ha rivolto ad un tomo inanime ma che, per qualche strana coincidenza, il fato ha delegato a me.
Mi sovviene alla mente una bellissima frase, nuovamente di Tolkien, che sin da ragazzo ho tenuto ad imparare a memoria: ”Non tutto quel ch’è oro brilla, né gli erranti sono perduti: il vecchio ch’è forte non s’aggrinza, le radici profonde non gelano. Dalle ceneri rinascerà un fuoco. L’ombra sprigionerà una scintilla: nuova sarà la lama ora rotta, e re quei ch’è senza corona.”
E’ una frase non soltanto bellissima, ma pure vera, concreta, che può riguardare ciascuno di noi. Malgrado troppo spesso la resa appaia la scelta più comoda, sono invece il coraggio, la determinazione, la volontà che ci rendono uomini migliori, nella sconfitta come nella vittoria. Sbagliare è umano, però qualora la donna del diario avesse commesso un errore, sia pur grave – vado a tentoni – non deve essere condannata per questo, non da lei stessa e neppure da chi guarda le cose da fuori. Ma quanti conoscono la dignità, il tendere la mano a chi ne ha bisogno, la comprensione e il senso di comunanza?
Una seconda possibilità è concessa a tutti, voglio e devo aiutare Paola, a qualunque costo!
Resto ipnotizzato dai miei pensieri, con lo sguardo perso nel vuoto, sullo sfondo il viavai cittadino, gente indifferente al mondo intero, presa soltanto dal ritmo della sua giornata. Qualcuno mentre cammina tiene lo sguardo sulle sue scarpe, altri attendono al semaforo scocciati per il rosso e danno un’occhiata fugace all’orologio, ed io mi sento un alieno nell’abbandonarmi ad osservare questo prematuro crepuscolo dei primi giorni di primavera dare fuoco al Resegone, ormai di un rosa vivo, che chiude l’orizzonte irradiato dall’ultimo vanitoso sforzo di un sole pieno che mi ha accompagnato per tutta questa strana giornata di istinti e di sensazioni.
Seguo con lo sguardo gli ultimi raggi che illuminano prepotenti anche i vetri dei piani più alti dei palazzoni del centro quasi a risaltarne una recondita e immaginaria propria bellezza.
E poi questo paesone che, come ogni altro, esibisce vetrine immacolate e sterili, bar con facce stanche vere o riflesse sopra freddi tavolini bianchi smaltati, un edicolante in un chiosco indaffarato a ritirare i giornali invenduti, e tanta indifferenza. Ognuno preso da se stesso o dal suo lavoro al punto di dimenticarsi di vivere, di assaporarsi un tramonto, un qualunque incontro anche soltanto di sguardi tra sconosciuti.
Vengo così travolto dolcemente da un brivido, da una brezza che mi scivola addosso portando con sé i primi profumi delle fioriture della stagione. Erba è circondata dalle montagne e probabilmente questa aria gelida è scappata da qualche cima, poi giù di corsa a capofitto dal pendio, e infine, trovando la provinciale in discesa, è arrivata qui fino a me, per portarmi anche il suono delle campane di sant’Eufemia. Sono le 18 e mi sento addosso tanta eccitazione quanto timore.
Mi vedo su una scacchiera, una misera pedina che deve riuscire ad aprirsi un varco per raggiungere il re, o meglio la regina, la regina dei miei pensieri di questi ultimi giorni, senza perdere la mia partita.
Una partita invero strana che si gioca su due piani: da un lato l’immaginazione, da quell’altro la realtà, sebbene essa sia oscura e sfugga a una spiegazione razionale. In verità, non c’è nulla di razionale nel mio comportamento, me ne rendo perfettamente conto, ma la vita è così, se sai viverla: non si basa solo sulla fredda logica, insegue anche sogni, pulsioni dell’anima, talvolta stravaganti, spesso folli, ma non per questo meno importanti, altrimenti il nostro sarebbe un ben arido cammino. Il medesimo cammino di chi ignora la gioia che può arrecare un libro, un dipinto, una cascata di note cristalline. Anche una fiaba ha un significato profondo, posto che si riesca a capirla, a penetrarla, traendone significati che vanno oltre i monotoni gesti quotidiani, le consuetudini inutili, il chiudersi in un mondo avaro ed egoista.
Accendendomi una sigaretta raggiungo di nuovo il palazzone dove abita Paola. Quel citofono d’acciaio è nuovamente davanti a me. Aspiro troppo nervosamente, sono già arrivato alla fine, lancio il mozzicone centrando perfettamente gli spazi vuoti di un tombino dell’acqua piovana e, essendo un poco superstizioso, penso che la sorte, in questo momento sta dalla mia parte.
Pigio il tastino nero.
Una voce femminile, roca, irrompe dall’altoparlante.
“Si? Chi è?”
Sebbene sussulti, cerco di sembrare tranquillo e soprattutto rassicurante. “Signora Paola?”
“Sono io. Dica!”
“Non ci conosciamo ma… per assurdo ho qualcosa che le appartiene…”
Silenzio. Poi il tono mutato di quella voce domanda nervoso. ”Scusi??? Sarebbe?”
Ho un momento di imbarazzante attesa per riuscire a trovare le parole, poi con aria il più possibile amichevole mi accingo a rispondere. “Un diario signora. Avrei piacere nel restituirlo. L’ho trovato in una circostanza assurda, mi creda. E mi sono persino permesso di leggere una cartolina che era custodita tra le sue pagine, così ho trovato il suo indirizzo. Mi scusi, di solito non mi impiccio degli affari altrui… se scende…”
Il citofono viene riattaccato, un colpo secco. Un tonfo al cuore.
Forse ho sbagliato tutto ma non avrei potuto trovare un altro approccio. Dovevo essere il più sincero possibile.
Attendo impaziente il corso degli eventi battendo ripetutamente il piede sull’orlo consumato del marciapiede e strizzando con le mani le fodere delle tasche del giaccone.
Ormai ripongo le speranze quando sussulto per uno scatto elettrico del portone di entrata condominiale.
Rimango impietrito di fronte ad una figura snella e minuta dai bruni capelli a caschetto che non dimostra più di trent’anni, un viso delicato ma contratto in una smorfia tra orrore e meraviglia. Mi fissa da dietro la porta di vetro con occhi scuri e sgranati, aggiungerei che pare terrorizzata.
Quando sembra trovare il coraggio per uscire, mi chiede: “Lei è un poliziotto?”
La fisso, stupito. “Assolutamente no.”, rispondo. “Se mi trovo qui non è per inquisire – quale diritto ne avrei? – ma semplicemente perché il suo diario, in pratica diviso in due parti, mi ha come stregato. Prima, una bambina; in seguito una donna. Entrambe con dei problemi. Non sono fatti miei, sono il primo a saperlo, però… però sono rimasto affascinato, desideravo conoscerla, aiutarla se ciò è possibile.”
Lei mi scruta con aria diffidente. Sposta il peso del corpo su un piede, poi sull’altro. Credo che capisca che in me non esiste malizia, né becera curiosità fine a se stessa; almeno questo risulta dalle parole che pronuncia dopo un lungo momento di esitazione.
“Mi scusi se la mia accoglienza non è stata proprio cordiale. Gradirebbe un caffè?”
“Grazie. Certamente sì.”
Mentre entro, alle mie spalle il tramonto celebra il trionfo della bellezza. Il sole cala maestoso su un mare che non è composto da onde, bensì dalle dolci colline e dei vasti spazi verdi di una terra chiamata Brianza.
E’ un prodigio ignorato dai più, intenti come sono a guardare il proprio cellulare.
CARO DIARIO QUARTA PARTE DI LADY NADIA E ALE
2 dicembre 2015 di Alessandra Bianchi
30 Risposte
adesso sto aspettando la parte tre 😉
magnifica cara amica
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ops sbagliando impari ahahhaa la parte che seguira volevo dire cara amica.. bacioneee
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Baci cara, buona serata, sei sempre fantastica, ❤
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Una “puntata” molto interessante, introspettiva direi, e tale introspezione è data sia dai pensieri del Nostro che dall’atmosfera resa dalla descrizione.
Io amo dire che finché c’è vita c’è speranza, è vero, ma anche che quando non c’è più neanche una possibilità… lasciarsi andare è la cosa migliore, l’unica, e la speranza diventa allora la peggior nemica. Ma ciò non ha a che fare con il nostro amico che è stato coraggioso e altruista a farsi avanti nel suo desiderio di aiutare un prossimo che, forse, attendeva proprio aiuto…
Ne avrà conseguenze buone o nefaste? 🙂 Vedremo, ma ha comunque fatto la cosa giusta: non si è girato dall’altra parte per timore di essere coinvolto, come avrebbe fatto la maggior parte delle persone.
Un caro saluto per entrambe 🙂
http://www.wolfghost.com
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Grazie Wolfghost per aver saputo apprezzare il sano altruismo del protagonista! A presto!
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@ MAIRITOMBAKO avevo capito che si trattava di un lapsus 🙂
Bacione a te, mia amica lontana.
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@ LAURA grazie e un forte abbraccio ❤
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Una puntata di analisi, di riflessioni. Adesso che Paola è scovata, la voce narrante cosa farà? Farà il poliziotto o il confessore? Alla quinta puntata l’ardua sentenza.
Un caro abbraccio
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Maaaah…ora come ora credo che né io né Ale potremmo rispondere a questa domanda. Quando cominceremo a lavorare al prossimo pezzo…vedremo cosa ci bisbiglierà con l’ispirazione il nostro protagonista. Ne sappiamo quanto te!😊 Grazie milleeeeee
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Volevo mettervi alla prova per origliare dal buco della serratura. 😀
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ahahah…c’e’ poco da origliare ora…. tra qualche giorno, forse!
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Eccoci all’appuntamento del quarto passaggio di questo diario, che sembra proveniente dal Mondo accanto.
Premessa:
Nessuno ci distoglierà dal fatto che, questa quarta parte, venne intelligentemente scritta da lady Nadia.
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Assistiamo all’analisi esistenziale ed emotiva del protagonista e all’ingresso della ragazza con il caschetto.
Noi sappiamo quel che ascoltiamo e vediamo.
Vediamo che lui, è dotato di sensi e carattere profondamente onesti. Nervoso, con il bisogno di eccellere.
Fondamentalmente “un buono”.
Paola, con una sottolineatura da parte dell’autrice, si pone all’attenzione per il nervosismo, per l’abnorme paura verso le forze dell’ordine e per l’ingenuità.
Infatti, senza aver mai visto, né conosciuto il ragazzotto, lo fa entrare offrendogli un caffé, addirittura.
Per traslazione: se lo stesso comportamento l’avesse tenuto Matrioska (con l’obiettivo di macellare un esemplare umano) Paola avrebbe dato forfait e reso l’anima a Dio in meno di un amen.
Trattare i temi dell’introspezione e della quotidianità, è cosa assai difficile.
Un resoconto parlato e pieno di riflessioni va, inevitabilmente, verso un campo minato.
La scrittrice (ma se ne sarà accorta), ha dato l’incipit ad altre tre diramazioni affabulanti.
Ci si chiese: ma questo diario … è un volume enciclopedico?
L’analisi dell’emozione che, riflettendo, spazia sul sentimento personale d’osservazione, somiglia molto a quello, che ne fece l’enorme fortuna, di Jane Austen.
Passaggi simili e soprattutto … molto femminili.
Un bel leggere.
Dobbiamo ammetterlo.
Ci congratulammo con l’artista, …chiunque essa sia
Abbiate le nostre cordialità più radiose, comprensive di refusi vari.
The milorder
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Buonasera Lord Ninni! Non posso che confermare la teoria di Lady Alessandra.
Favvero grazie infinite per la sua graditissima presenza anche per quanto mi riguarda. Tante cose belle!😊
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favvero? DAVVERO. OPS CONTAGIATA!
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@ LORD NINNI il post – come i precedenti – è stato scritto a tre mani (due di Nadia, una mia) e l’errore – voluto – riguardo al Resegone è solamente della sottoscritta. Volevo imitare Carducci 🙂
Con Matrioska… non oso pensare, rabbrividisco, trasecolo ed altro…
Grazie, Milord! Davvero grazie, anche a nome di Lady Nadia.
Radiosità al massimo.
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Riflessivo, poetico, bello!
Bello come una giornata d’autunno, quando ti perdi nei suoi colori con il naso all’insù. Bello come una giornata di pioggia, quando ti perdi in quel rumore e nelle sue campanelle…
Brave davvero!
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Cara Mari…un affettuoso saluto!😊
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Lady Nadia….un abbraccio
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@ MARI il tuo commento è poesia!
Grazie 🙂
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DA NON CREDERE!
😦
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@ IL REVISORE va be’ e io divento Presidente degli States!
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Quanta poesia tra le righe di questo episodio
E’ vero, oggi, la gente, indifferentemente va di fretta e neanche s’ accorge di quel tramonto sul mare dell’ emozione.
Paola , finalmente trovata, aprirà il suo cuore?
Complimenti ad entrambe
Baci baci da Mistral
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cara Ombreflessuose, tu con le tue magnifiche poesie fai senz’altro parte del filone “carpe diem”. Molta gente non lo fa, non lo coglie questo attimo, non si ferma, non osserva, tira solo dritto!😊 Per andare dove? Boh. Un affettuoso saluto!
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Puntata straordinaria, coinvolgente e poetica. Un alternarsi di sensazioni, di raffinate emozioni e tanta sensibilità, dono raro. Paola si appresta a raccontarci la sua storia e qui il racconto lascia col fiato sospeso.
Complimenti per la bellissima scrittura.
affettuosità
annamaria
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Un piacere per noi, cara Annamaria, essere lette da te che dimostri molta sensibilita’. Grazie!
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Pennellate altamente poetiche: grandi complimenti!
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si. Grazieeeeeee😊😊😊😊😊
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@ ILI6 e grandi ringraziamenti da Lady Nadia e da me 🙂
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Puntata di riflessioni suscitate e domande che sembrano senza risposta, in ogni caso ben scritto. Un caro saluto a entrambe. Univers
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@ UNIVERS81 le domande troveranno una loro risposta, mio “vecchio” amico.
Un caro saluto a te da entrambe.
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