Sebbene fosse moderna, spaziosa e confortevole, nei limiti dell’accettazione psicologica di chi era costretto ad aspettare notizie, a Yarbes la sala d’attesa del Johns Hopkins sembrava l’anticamera dell’inferno, se non peggio.
Fissava cupamente una parete, mentre la mente lo riportava a momenti felici del suo passato. Malgrado non avesse mai capito fino in fondo le ragioni che avevano indotto Monica a lasciarlo, per lui lei restava sempre la sua unica moglie, la sola donna che aveva amato, la donna che gli aveva dato un figlio. Un figlio ucciso in nome del fanatismo. E adesso quello stesso fanatismo malato e abietto aveva colpito ancora, stroncando vite innocenti, ferendo al cuore gli Stati Uniti, in barba all’FBI e alle altre organizzazioni di nuovo incapaci di prevedere, di fermare i pazzi, di proteggere i cittadini. E Monica era stesa su un letto a combattere una battaglia disperata, della quale egli non conosceva l’esito.
Erano trascorsi minuti, ore, giorni, anni, quando finalmente un medico lo avvicinò, presentandosi e dichiarando con un sorriso stanco – la stanchezza di un soldato, pensò Martin – che la signora Squire era fuori pericolo. Yarbes trasse un profondo sospiro. Gli fu concesso di vederla anche se solamente per pochi attimi.
Era mortalmente pallida in viso, dormiva con i tubi delle flebo infilati in entrambe le braccia. Ma era viva! Molti uomini avrebbero pianto a causa del sollievo e nello stesso tempo per la sofferenza procurata da quel volto bianco, da quel corpo fragile che – se ne rendeva conto – la migliore equipe medica del Paese aveva saputo strappare alla morte, con impegno, dedizione e una professionalità di altissimo livello. Yarbes non pianse. Le accarezzò una mano senza poter assaporare il contatto fisico, uscì dalla stanza e restituì mascherina, camice e guanti.
Due ore dopo era al cospetto del Presidente.
“Si accomodi, signor Yarbes.”, lo invitò l’uomo che aveva sostituito Margaret Collins, un repubblicano di ferro; a quanto si diceva, integro e moralmente inattaccabile, ma anche duro e inflessibile. Indossava un completo blu, camicia bianca e cravatta a righe.
Indicò Brian Stevens. “Il direttore le ha già presentato il quadro della situazione. Quello che voglio aggiungere io è che non possiamo accettare tale quadro. I russi hanno raso al suolo intere città, noi a nostra volta abbiamo bombardato, catturato, imprigionato e condannato, ma ci troviamo di fronte a un’idra. Più ne fai fuori, più si moltiplicano. Tutti gli sforzi fatti sono risultati vani. Prima c’è stata Parigi, in seguito Madrid, poi Roma… e siamo al punto di prima.” Bernard Stowe si accese una sigaretta – nessuno avrebbe osato protestare – e ne offì una a Martin che scosse la testa.
“Perché io, signore?”, chiese.
“Giusta domanda. E le risposte sono due. Ho appreso da Brian certe cose… oh, non si preoccupi! Al suo posto, mi sarei comportato nello stesso modo. Ciò che mi interessa riguarda la sua capacità di agire, di indagare e infine di decapitare.” Accennò un vago sorriso. “Naturalmente, parlo in senso lato. Il secondo motivo è di ordine strategico. Potrei mandare altri mille aerei, centinaia di migliaia di Marines, di truppe scelte, e non servirebbe a niente, le cose non cambierebbero. Essi sono ovunque, in Europa, qui, in Africa, forse si salva soltanto la Russia, perché con Putin non si può scherzare. Fra l’altro, so che vi conoscete bene. Io l’ho incontrato. Per me quell’uomo è un’enigma, benché abbia compreso in pieno la sua profonda intelligenza e la durezza di cui è capace. Tuttavia, egli fondamentalmente non vede la Russia come parte integrante di un’alleanza globale, non si sente europeo. Con ciò è nato a San Pietroburgo. Ma non divaghiamo. Ritengo che esista un solo modo per arginare l’infame marea che ammorba il mondo intero.”
Spostò lo sguardo sulla finestra. Fuori il sole splendeva alto nel cielo, poche nuvole si rincorrevano, l’estate trionfava… e lontano da lì, o forse molto vicino, un altro genere di nubi si stava addensando con il suo carico di terrore.
Yarbes interruppe il corso di quei pensieri. “Quale modo, signore?”
Bernard Stowe, Presidente degli Stati Uniti, spense la sigaretta e tornò a guardare Yarbes. “Tagliare la testa all’idra.”
“Sono nove.”, obiettò Martin. “E ricrescono, esattamente come nella mitologia greca.”
“E’ vero.”, assentì Stowe. “Però Ercole ci riusci. Perché, vede, la testa centrale non può ricrescere. Noi sappiamo chi è. Ma non sappiamo dove si trova.”
“E io?”
“E lei, signor Yarbes, lo scoverà. Io la autorizzo fin d’ora a decapitare quella mostruosa testa. Ibrahim al-Ja’bari le ha tolto un figlio, era un individuo malvagio e pericoloso, però agiva in proprio. Il Califfo, invece, ha una moltitudine di seguaci. Ed è di una cattiveria, di una ferocia, di una spietatezza pari a quelle di un Hitler. La sua ex consorte ha rischiato di morire e tante, troppe persone sono morte. L’America ha bisogno di lei, signor Yarbes. Qual è la sua risposta?”
GUERRA TOTALE 2
29 novembre 2015 di Alessandra Bianchi
34 Risposte
“Sì!”, non potrà che essere un sì. Si tratta di Yarbes, caspita!
Quanto siamo vicini alla realtà, cara Alessandra, molto, molto vicini. Ma esiste da qualche parte del mondo un vero Yarbes? Me lo auguro di cuore.
Complimenti per il capitolo, sempre avvincente nella trama e superbamente scritto.
Un abbraccio, ciao.
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Qual’è la risposta? Obbedisco Signor Presidente.
Nuovo racconto della saga che vede Monica Squire e martin Yarbes protagonisti.
L’inzio è promettente e l’argomento è attuale.
Un caro abbraccio.
O.T. a dicembre forse ci sono scoperte due date. il 6 e il 27. Il 6 è sicuro, Univers ha dato forfait. Il 27 è probabile. Io posso occuparne una, tu potresti eventualmente supplire per l’altra? – Non è certo il 27. Se fosse sì, quale delle due date? Grazie Ale.
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La risposta sara’…. siiiiiiiiiiiiii
Bellissima la descrizione della visita a Monica.
Realistica. Molto intrigante lo stacco e il colloquio. Mi piace!😊
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@ ILI6 davvero: esistesse al mondo uno Yarbes! Anche se non va dimenticato ciò che fece in passato. Non sempre si dimostrò un angelo (vedi la sua entrata in scena in “Matrioska”).
Grazie per i complimenti e un bacione, cara amica.
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@ NEWWHITEBEAR in teoria, Yarbes è ormai un privato cittadino e infatti Stowe non gli impartisce un ordine, bensì gli chiede. Spero che funzioni anche il seguito.
Un grande abbraccio.
O.T. ok. Scelgo la data più lontana.
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Grazie, Ale.
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@ NEWWHITEBEAR grazie a te.
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@ LADY NADIA grazieeeee 🙂
Mi sono messa nei panni di Martin Yarbes.
Sono felice che ti piaccia, Lady!
Un sorriso per una notte di stelle.
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😊😊😊
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@ LADY NADIA ❤
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Bravissima Alessandra, mi e’ piaciuta tantissimo, un abbraccio cara, buonanotte e buon inizio settimana, ❤
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SEMPRE BELLO QUI.
SEI FANTASTICA ,, UN ABBRACCIONE
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https://annehecheblog.wordpress.com/?attachment_id=3501
Dovremmo, forse, cercare di non stupirci più.
Invece…
Leggemmo, dobbiamo confessarlo, con avidità questo secondo passaggio di Guerra totale (Total War) ci facemmo la ferma convinzione che sia il vostro scritto più maturo.
Cercheremo di spiegarci meglio.
Leggemmo, come i Vostri lettori-ampiamente soddisfatti-tutti i Vostri racconti, storie brevi, romanzi non ultimo quelli fantasma.
Mai leggemmo, però, la pulizia stilistica e la ricercata perfezione nella narrazione.
È spettacolare e quasi da manuale.
Sembrate uscita dalla fucina di una scuola di scrittura creativa, ad impianto giornalistico. Personalità, costruzione, snellezza, direzione e struttura, sono i Vostri capisaldi. Intensità, asciuttezza, consecuzione degli eventi e transabilità dei fatti, la vostra forza.
Indiscutibilmente una maturità raggiunta con il tempo, ma che Vi porta a scrivere delle leccornie a saturazione mentale.
Non siamo in vena di adulazioni, almeno non oggi.
Scriviamo quanto, d’impatto, leggemmo e intuimmo.
La vostra stella rifulge con la forza di un terremoto.
Vorremmo, se non di disturbo, sintetizzare i punti che ci colpirono (e affondarono).
Fissava cupamente una parete, mentre la mente lo riportava a momenti felici del suo passato.
Può sembrare un’inezia, ma riuscire a render, con sintesi, uno stato d’animo facendoci entrare nei panni del “nostro”, non è da tutti.
Se lo si fa con facilità e semplicità, siamo davanti a un caso letterario.
Erano trascorsi minuti, ore, giorni, anni, quando finalmente un medico lo avvicinò, presentandosi e dichiarando con un sorriso stanco – la stanchezza di un soldato, pensò Martin – che la signora Squire era fuori pericolo. Yarbes trasse un profondo sospiro. Gli fu concesso di vederla anche se solamente per pochi attimi.
Altra fortuna linguistica perfetta: ci fate ricordare e pensare come Martin.
La sintesi analitica sull’operato del Presidente Putin…
Eccezionale. Degna di un ufficio stampa accreditato ONU.
L’America ha bisogno di lei, signor Yarbes. Qual è la sua risposta?
Tipica affermazione statunitense, che implica un’accettazione forzata oppure … si viene tacciati di tradimento. E negli States, su questo punto, hanno un fanatismo a pelle, atavico e congenito che rasenta l’aberrazione mentale.
Ottima analisi antropologica di genere, dunque.
Ovviamente la risposta, che ci si attende, da Martin Yarbes è un sì.
Perdonate, mia signora, ma noi leggemmo Alessandra Bianchi e non Miss Marple (Ottimo personaggio giallistico, ma conformista fino al suicidio del lettore. Quasi una pena nella sua irrilevanza di genialità e/o sussulto d’intelligenza, cosa per la quale risulta prevedibile).
Qua, altresì, siano davanti ad un personaggio, Martin Yarbes, che è cresciuto in forza potenza e importanza; un personaggio che si è fatto amare e qualche volta un po’.
Anche un no, molto spesso, è indice di pieno impegno nel prosieguo.
Un esempio grandissimo lo avemmo in Gérard de Villiers che, nel proprio personaggio Malko Linge (Son Altesse Sérénissime-SAS) lo poneva proprio in questi termini: SAS negava per tastare il polso, rendere arrendevole l’interlocutore tanto da comprendere la reale portata del problema posto, al di là delle convinzioni personali, analizzarlo al meglio e … agire!
Malgrado la lunghezza prolissa di questo nostro umilissimo commento, fidatevi: siamo senza parole.
Credevamo fosse impossibile, ma Vi state superando.
Abbiate le nostre, più sentite, cordialità.
Il milord
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Entusiasmante! Come vorrei ci fosse un uomo così anche da noi, capace di schiacciare chi è al vertice dell’orrore.
Bellissimo, mi è molto piaciuto e sicuramente gli sviluppi saranno interessanti.
un abbraccio
annamaria
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@ LAURA ti ringrazio infinitamente 🙂
Un caro abbraccio a te!
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@ MAIRITOMBAKO grazie di cuore ^^
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@ LORD NINNI mi avete messa KO!
Ho letto, e riletto, trasecolata il vostro contributo. Ma merito tanto? Io credo di poter dire che se c’è una cosa che non mi manca è l’applicazione. Poi… ho quasi quarant’anni e cerco di migliorare sempre, ma se penso a domenica – quando scrissi questo post – ricordo solo che non stavo bene. Niente di grave, malanni di stagione, però certo non mi sentivo in forma. E poi arrivano le vostre straordinarie parole! A questo punto, medito di fuggire per la paura di deludere.
Be’, dirvi grazie è poco!
Mi permetto un abbraccio 🙂
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@ ANNAMARIA49 da noi si parla molto e basta.
Mi auguro fortemente di proseguire bene e, nel frattempo, ringraziandoti, ti mando un grande sorriso * ______ *
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L’argomento principale che pare essere il tema portante risulta oltre che attuale anche verosimile e per questo prezioso per chi legge. Yarbes calamita attenzioni ma anche gli altri personaggi promettono. Continua così. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 spero di riuscirci, caro Univers.
A presto.
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L’attacco , del presente capitolo, è decisamente forte.
Si può palpare la paura nei dialoghi.
Una paura manifesta tra esseri e nelle forme, che si rivolge ad un futuro fortemente segnato.
Quello che ci colpì e sul serio, tra i tanti, fu la caratterizzazione di Bernard Stowe.
Il prototipo dell’americano. Sia nei modi, sia nell’interloquire. Vi ispiraste a qualcuno in particolare?
Comunque, in conclusione, convenimmo che questo passaggio è bello sotto ogni profilo.
Abbiate le nostre, più sincere, cordialità.
Buona serata
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@ NINNI RAIMONDI la paura regna sovrana, quando il mondo intero viene attaccato da fanatici folli e spietati.
Bernard Stove? Forse Reagan.
Grazie mille!
E felice serata 🙂
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Ronald Reagan, l’avevamo immaginato.
Interloquiva con la testa al posto giusto, ovvero sulle spalle.
Sapevate che fu l’unico Presidente degli States ad avere dedicata una Portaerei lui vivente?
Incredibile la statura e lo spessore di alcune figure di spicco politiche, che certe nazioni non seppero apprezzare o apprezzarono troppo tardi.
Oggi, per esempio, con l’aria che tira a fianco del Presidente Putin ci vorrebbe, sicuramente, un Reagan o un Nixon.
Ci sentiremmo un po’ più tranquilli e certamente, molto più coinvolti.
Grazie milady, buona serata
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@ NINNI RAIMONDI Tom Clancy gli dedicò un libro: “all’uomo che vinse la guerra”, intendendo in quel caso la “guerra fredda” fra Usa e Russia. Nixon, a parte le boiate commesse da alcuni idioti, fu un grande presidente, fra i migliori, a mio modesto giudizio. Con loro al suo fianco, Putin sarebbe sicuramente più felice. E anche noi, giustamente.
Grazie a voi.
Sogni d’oro.
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Ovviamente è “sì” 🙂 E non solo perché lo spettacolo… opsss, il romanzo, deve andare avanti e Yarbes ne è il personaggio principale, ma anche e soprattutto perché… figurati se si lascia sfuggire l’occasione di fare piazza pulita e vendicarsi avendo carta bianca! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST direi preciso al cento per cento, lupissimo 🙂
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Mi spiace vedere Monica anche se fuori pericolo, molto sofferente
Martin, non poteva che correre da lei
L’ impresa di tagliare quella testa criminale è ardua ma occorre come minimo provarci;semmai con l’aiuto di Putin che a te, carissima è molto simpatico.
Grazie, continua così: vai allagrande
Baci serali
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE Mistral, cara, hai un’ottima memoria! (Riguardo a Putin). Grazie e tanti baci serali.
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Cidissero, al volo, che c’erano dei messaggi bloccati…
Buona serata
🙂
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@ LORD NINNI buona serata a voi.
Ora vedo…
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…
Mi spiace Alessandra ma in questi giorni ho avuto dei problemi
a entrare su worpress, anche ora, ho perso il commento
e ho divuto riavviare….
Sono contento di leggere che la Nostra eroina, malgrado
il brutto periodo che sta passando sia presente in questo
nuovo racconto…
Un abbraccio cara, e buona continuazione di settimana!
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@ VENTIDIPRIMAVERA no problem, darling!
Monica c’è ancora, sì.
Un grande abbraccio, chérie Michelle*
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E’ un piacere lasciarsi immergere nei racconti di Alessandra come in un bagno di mare. Si viene avvolti da flutti delle correnti a temperature differenti, riscaldati dalle introspezioni psicologiche dei nuovi personaggi che vediamo vivere, raggelati dall’avvicendarsi di azioni inaspettate, trasportati leggeri nel mare amico della buona scrittura verso nuovi fantastici approdi ritorniamo bambini entusiasti di farci emozionare.
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@ RODIXIDOR sono estasiata: che commento spettacoloso!
Mille grazie.
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