Giugno 2017
Martin Yarbes non aveva la televisione e accendeva molto raramente la radio, perciò era all’oscuro di quanto era successo pochi giorni prima. Non che facesse differenza: aveva scelto di estraniarsi dal mondo. A meno che… un’ipotesi talmente assurda che la sua mente razionale non avrebbe mai potuto prenderla in considerazione; sarebbe equivalso a credere che il Mago di Oz esistesse veramente oppure che gli asini volassero.
Le sue giornate si susseguivano serene, camminava a lungo nel grande bosco che si estendeva a sud-est dalla dacia, come ironicamente la chiamava; nelle stagioni calde lavorava nell’orto, in autunno spaccava la legna per l’inverno, e due volte al mese scendeva giù al paese per fare provviste. Prima di rincasare, beveva un paio di birre con un vecchio signore con cui aveva fatto amicizia. Parlavano del più e del meno, di animali, di caccia e di bracconieri che entrambi detestavano.
La caccia era ammessa, ma secondo precise regole, le quali in nessun caso dovevano essere infrante. Contravvenire a tali regole era un crimine e come tale andava punito. Grazie ai cacciatori, le foreste erano sopravvissute; non fosse stato per loro, i contadini avrebbero abbattuto gli alberi per arare la terra, e questo avrebbe comportato la scomparsa degli animali. Diverse specie si sarebbero estinte. Ma le norme non potevano essere ignorate. Esauriti i punti fermi della chiacchierata, che li vedeva ambedue concordi su tutto, talvolta passavano a una terza birra.
Quel mattino caldo e soleggiato era il primo giorno di una nuova estate. Mentre sorseggiava un caffè, Yarbes stava meditando di recarsi al torrente per inaugurare la nuova stagione con un bagno, anche se sapeva che l’acqua era ancora gelida. Indossava short e canotta, ed era scalzo. A un tratto udì un suono strano. Era un rumore che in passato gli era stato familiare, ma che da tempo aveva scordato. Alzò gli occhi al cielo terso per individuare l’oggetto che lo produceva e vide un elicottero. Fra la “dacia” e l’avanposto del bosco c’era uno spiazzo, però era piccolo, troppo piccolo, si disse. Ed era reso più angusto dalla tettoia che aveva costruito per proteggere dalle intemperie il suo pick-up. E’ un pazzo, pensò. Sbagliava. Con una manovra perfetta il pilota riuscì in un’impresa apparentemente impossibile, almeno a giudizio di un profano, il che Yarbes non era: ciò nonostante rimase impressionato. Poi si chiese chi veniva a disturbarlo.
Lo seppe subito, quando riconobbe l’uomo che sistemandosi i capelli balzò dal velivolo e si incamminò verso di lui. Vestiva di grigio, come da consuetudine.
“Oh, ci sarebbe un buon caffè anche per me?”, disse Brian Stevens porgendogli la mano. Martin restituì la stretta, scrutando il direttore della CIA – posto che ancora lo fosse, e questo non lo sapeva. Annuì, entrò in casa e tornò con una tazza colma di caffè solubile e con un bricco di latte. Niente zucchero, ricordava che Stevens non ne faceva uso. Gli indicò una sedia e lanciò un’occhiata al pilota dell’elicottero che si teneva a debita distanza. “Lui non è autorizzato ad ascoltare.”, chiarì Stevens rispondendo alla domanda implicita. “Mi dispiace. Davvero, Martin!”
Yarbes ignorò l’affermazione, di cui non afferrò il significato, e ribatté alla frase precedente. “Ascoltare cosa?”
“Quello che ho da dirti.”
Martin depose la tazzina, scuotendo la testa. “Di qualsiasi cosa si tratti non sono interessato. Sei sempre a Langley?” Ovvio, pensò in ritardo, considerando l’elicottero.
Stevens assentì con un lieve cenno della testa. “Il presidente mi ha confermato per i prossimi tre anni, poi andrò in pensione.”
“Una ragione in più per non ascoltarti. Ho chiuso, dopo l’elezione della mia ex consorte, e ho chiuso una seconda volta, a seguito di… quanto accadde. Sbaglio o mi intimasti di sparire?”
“Non sbagli.”, confermò l’uomo che dirigeva la Central Intelligece Agency.
“E allora perché sei qui?”
Stevens aggiunse il latte al caffè e sorseggiò con calma la bevanda. “Un’emergenza.”
Yarbes rise. “Io sono fuori dal giro e non intendo rientrarci. Aggiungerei che sono vecchio.”
“Non sembrerebbe a giudicare dall’aspetto. Ti trovo in gran forma.”
“Be’, la vita all’aria aperta aiuta. Comunque, qualsiasi sia la proposta, la mia risposta è no. Hai fatto un viaggio inutile, anche se non mi dispiace vederti. Ti considero sempre un amico, però un amico da cui stare alla larga.”
Brian lo fissò negli occhi. “Non sei mai stato un esempio di sensibilità, tuttavia ero convinto di trovarti se non sconvolto quantomeno ferito, angosciato. In ogni caso, sono venuto per esplicito ordine del presidente. Ti chiedo solo di ascoltarmi, poi se lo vorrai me ne tornerò in Virginia, telefonerò al nuovo boss e gli riferirò che non sei della partita.” Si protese verso Yarbes. “Avrai visto le immagini!”
“Quali immagini?”
“Tutti i canali televisivi…”
“Niente tv.”, lo interruppe Yarbes. “Niente giornali e pochissima radio. L’ultimo notiziario che ricordo risale a un mese fa. O forse due.”
“Capisco. Sei diventato un eremita.”
“Quasi.”
“Bene allora ti racconterò ciò che è successo e ti lascerò il tempo di riflettere.”
“Fatica sprecata, Brian.”
“Lo vedremo, Martin. Cinquecento persone uccise, donne, bambini, vecchi. Altre duecento ferite, molte in modo grave. Una ragazza ha perso le gambe, un uomo le braccia, e via dicendo. Una cosa spaventosa.”
Martin Yarbes spostò lo sguardo sul bosco. Poi trasse un sospiro. “Dove?”, chiese, sapendo che non era importante conoscere il “come”.
Stevens glielo disse.
“Mi dispiace.”, dichiarò Martin. “E’ un mondo di merda, lo sappiamo. Ma io sono fuori dai giochi, mi capisci?”
Aspettò una replica che non venne.
“E comunque tu hai un apparato da far paura. Elementi di prim’ordine, preparati, addestrati, pronti a marciare dentro all’inferno. Perché proprio io? E come diavolo fa a conoscermi il presidente?”
“Perché sei il migliore.”, disse Brian Stevens. “E lui lo sa.”
“Lo ero, forse.”
“Se si impara ad andare in bicicletta…”
Yarbes lo fermò con un gesto della mano. “Amico, la risposta è no.”
Si alzò, lasciando intendere che la conversazione era finita. Stevens lo imitò. “Grazie per il caffè.”, disse in tono freddo. Si allontanò, diretto all’elicottero.
“A proposito”, aggiunse voltandosi, “ho scordato di comunicarti una notizia importante. Immaginavo, be’, che tu avessi seguito i notiziari.”
“Quale notizia?”
Quando Stevens rispose, gli occhi di Yarbes si ridussero a due fessure.
Tutto quello che aveva pensato fino a un minuto prima non aveva più senso.
GUERRA TOTALE 1
20 novembre 2015 di Alessandra Bianchi
39 Risposte
sei piu brava che mai..
un bacio con affetto da una amica lontana ❤
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Vedo che hai ripreso alla grande col nostro martin. Certo che il capo della CIA è fetente, visto la pugnalata che gli hga rifilato prima di andarsene. Che riguardi la tua eroina Monica, quella che ti ha mollato un cazzottone?
Un grande abbraccio
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@ MAIRITOMBAKO grazie mille!
Un bacio a te, mia preziosa amica lontana 🙂
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio. Sì: Martin è tornato. Sul capo della CIA non concordo: aveva insabbiato tutta la faccenda…
Forse, forse hai indovinato riguardo a Monica.
Un caro abbraccio.
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Fummo stupiti e stupefatti. Non si fa così. No, proprio mo!
Questo è l’incipit, scritto benissimo e scritto con la testa (quando presente)= e con il cuore.
Letterariamente perfetto!
Sintatticamente sublime!
Scorrevolezza:= 10000!
Pulizia e storia:= 10.000!
Vi siete ammattita, milady?
Dopo averci “ammorbato” con improbabili “fisime” sull’attenzione da parte di lòettori; sulla predisposizione e sulla stanchezza, … ci propinate, su un piatto d’argento e per via “intraortica” un pezzo di siffatta bellezza?
Fummo sconvolti, basiti, … ma sorridenti.
Se questa storia nuova, saprà descrivere e raccontarci quello che promette, allora milady mia signora, noi siamo i primi in prima fila a leggere e seguire le novelle fasi.
Shhh
Silenzio.
Sipario.
(Lady Nadia, prego, venite qua a sedervi. Si, proprio qui, accanto a noi. Ma no, tranquilla, non allungheremo le mani. Però stringetevi qua. Ecco, … più vicina. Patatine?).
Cordialità
😀
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Ovviamente con corredo di adeguati refusi … della malora.
🙂
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@ LORD NINNI anch’io invito Lady Nadia, offro birra e vigilo…
Non troppo vicina, direi 🙂 Sì, lo so che lei è bellissima, però…
Le fisime mi appartengono da sempre, egregio Milord. Anche ai tempi di Splinder.
Per il resto, ringrazio di cuore ❤
E auguro radiosità radiose.
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@ LORD NINNI senza refusi, non accetterei commenti ^^
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Curiosa di sapere qual’e’ la notizia…Yarbes mi piace eccome!😊😊😊
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accetto l’invito. Mi siedo accanto a voi!😊 Ok per birra e patatine!
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@ LADY NADIA io amo Yarbes da sempre 🙂
Erano i tempi di “Matrioska”.
Grazie 🙂 🙂 🙂 🙂
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@ LADY NADIA però, un consiglio: vestititi in modo casto. E non troppo accanto, aggiungerei 😀
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Lady Nadia, lasciate parlare, a ruota libera, la qui presente “CasSandra“.
Macché vestito casto e casto. Voi, lady Nadia, non siete una schiava. Se volete indossare una minigonna ascellare fate pure. Anzi: fatelo!.
Sedetevi, pure, accantissimo a noi. Potrete stare tranquillissima che le mani sapremo tenerle al loro “giusto” posto. Oltre alle patatina gradite dei Popcorn?
Come dite? Lady Alessandra? Non la disturbate oltre. Sta scrivendo di Yarbes.
Noi e voi ci sistemiamo qua ad assistere.
Shhh, silenzio, inizia lo spettacolo …
😛
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Mai mi fidai cosi’ ciecamente come in questo contesto, di blog. Ma mi spiace un pochino per il mancato sapore virtuale di birra e patatine ( peraltro il mio cibo preferito anti depressione, niente nutella a causa della mia intolleranza) e, se vi fa piacere, potete immaginarmi tra voi con una maglietta e un paio di jeans.
Ma non distogliamo troppo il focus dal nuovo e magnifico racconto di Lady Alessandra. Buona serata Lord Ninni! Ci saro’ vicino a voi!😊
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Lady Alessandra
Scrivete, scrivete pure e non distraetevi.
Al resto rimanente ci penseremo noi.
Fidatevi!
🙂
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Tranquilla Ale!😊😊😊
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@ LADY NADIA a prescindere che un paio di jeans possono essere più sexy di una minigonna, soprattutto per chi ha delle belle gambe come te, sto tranquilla perché ti conosco e so che sei capace di difenderti.
Però, scherzavo: Lord Ninni è un Milord 🙂
Ciao ^^
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Un no che non sarà un No….
Già mi piace!
A casa mia si dice: brava fes!
Un bacio
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@ MARI GUERRIERA anche da me si dice più o meno così.
Ti piace? Ne sono felice!
Due baci**
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Bravissima, baci tesoro, buon weekend, ❤
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@ LAURA ti ringrazio amica mia!
Felice weekend a te 🙂
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E’ il tuo genere perfetto, intendo quello spionistico. Yarbes stava tanto bene lontano dal mondo, immerso nella natura, niente da fare: mi sa che dovrà rientrare in azione. Buon proseguimento, anche perché mi incuriosisce il seguito come sempre interessante.
un affettuoso abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 per molto tempo ho scritto racconti, come ricorderai, poi grazie a te e a un altro amico il romanzo “Alex Alliston”.
E poi… e poi arrivò “Matrioska”, e da lì è nata la mia passione per lo spionaggio. Povero Yarbes: è vero!
Grazie, Isabel, e un bacione ^^
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oooh! Che bello ritrovare Yarbes! 🙂 Questo episodio ricorda diversi film nei quali l’eroe che si è ritirato è costretto, per forza o per morale, a rimettersi in gioco. Nel suo caso… bé, deve essere successo qualcosa di spaventoso, altrimenti, visto quello che aveva passato e deciso, non tornerebbe.
Contento davvero che tu abbia iniziato un nuovo romanzo 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST sìììì, lupissimo, è tornato Yarbes 🙂
Giustissime le tue considerazioni!
Grazie e spero di non deluderti.
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Figurati, non penso sia possibile… 😉
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@ WOLFGHOST io incrocio le dita 🙂
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Per Yarbes (e Monica) (e Ale) starò sempre in prima fila! 🙂
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@ ILI6 e Yarbes (e Monica) (e Ale) ne sono felici 🙂
Ciao, carissima Marirò!
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Quale notizia?
Non ci lasciare così, Alessandra…
Martin Yarbes è tornato: seguirò il suo ritorno, sperando che ci sia anche Monica
Alla grande, Alessandra, come sempre
Baciotti
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE la notizia arriverà presto, con il secondo capitolo.
Monica? In parte. Yarbes al cento per cento.
Sei davvero cara, Mistral 🙂
Baciottoni.
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Scorrevolissimo e piacevole, Yarbes è un mito, non si può odiare a prescindere! Un caro saluto. Univers
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@ UNIVERS81 anche per la sottoscritta Yarbes è un mito!
Un caro saluto a te. A presto.
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Bonjour mon ami(e)
Une petite voiture roule vers toi
Pour t’apporter une grosse valise
De tendresse et d’amitié
Afin que tu puisses passer
Une agréable journée dans la joie
Et une très belle fin de semaine
Une cascade de bisous
Bernard
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@ BERNARD25 merci beaucoup 🙂
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…
Hai ripreso alla grande..
per me non solubile il caffè grazie..
Un abbraccio Alessandra
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA te ne preparo io uno buonissimo, e certamente non solubile 🙂
Grazie, carissima Michelle!
Bisous.
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Incipit efficace, veniamo di nuovo chiamati all’azione, sapientemente, come sempre
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@ RODIXIDOR sono lusingata!
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