Mi chiamo Paola e tu come ti chiami? Se hai trovato questo diario vuol dire che come me anche tu ami i boschi.
Credo che voglia dire pure un’altra cosa: e cioè che io non ci sono più.
Non dico che sia sicuro, che sia un dato di fatto incontrovertibile, però è probabile. Magari oggi ero stanca e non mi sentivo abbastanza forte per venire qui, ma non ci credo molto. Credo di più alla prima ipotesi.
Quindi questo diario lo puoi anche tenere, anche leggere pagina per pagina se ti fa piacere!
E in fondo al foglio a quadretti una greca con delle mele squadrate colorate di giallo.
Penso di aver strizzato gli occhi più di due volte. Cosa mai voleva comunicare questa bimba? Perché ha lasciato qui incustodito il suo diario in un sacchetto di plastica annodato e nascosto all’interno della corteccia cava di un abete morto?
Per quale motivo non dovrebbe più esserci?
Caspita, non è un arma, un ritrovamento archeologico, è solo un diario ma ha sconvolto la mia giornata, forse perché i bambini ovviamente mi fanno tenerezza, oppure é stata la prima pagina a incuriosirmi.
Di solito i diari si tengono ben nascosti in luoghi sicuri dentro la propria casa proprio per evitare che qualcuno li legga.
L’umidità e il fresco cominciano a levitare dal sottobosco e quindi cerco gli ultimi raggi di sole per scaldarmi un po’.
Stringo il diario tra le mani, lo carezzo, gli tolgo del terriccio penetrato credo per sbaglio tra le sue pagine, cerco di lucidarne col fazzoletto la copertina di pelle color rosa pallido e ricucita a grandi punti di filo spesso beige.
A giudicare dall’aspetto e dalla rilegatura dovrebbe essere di rara manifattura.
Raggiungo l’ultima fila di alberi del bosco che limitano un grande prato scosceso dal quale, in lontananza, si scorge la chiesa del paese e, godendomi quell’ultimo tepore primaverile della giornata, mi accomodo su un grosso masso e comincio a leggere le prime pagine.
Caro diario lo so, lo so che sono una bambina fortunata ma a dire la verità oggi non mi sento proprio benissimo.
Sono triste. Il mio papà ha litigato ancora con la mamma. Io di solito non ascolto ma stavolta stavo studiando in silenzio… e ho sentito tutto.
Papà era arrabbiato per il solito motivo, mamma ha bevuto ancora.
Penso abbia nascosto nella pattumiera del giardino la bottiglia vuota e che lui l’abbia trovata.
Non mi sembra ubriaca come al solito ma papà ha detto che è stufo.
Che nessuno affida i figli a un’alcolizzata.
Non so quanti anni abbia la bambina. Di certo, mi rendo conto che scrive molto bene, dimostrando un’ottima conoscenza della grammatica e della sintassi; inoltre parole come “incontrovertibile” in genere non appartengono al lessico dei bimbi.
Andando avanti nella lettura comincio a trovare diversi errori, condizionali al posto di congiuntivi e congiuntivi al posto di condizionali. Aggrotto la fronte, mentre mi stringo nel giubbotto perché ora l’aria è diventata quasi fredda. Poi scopro una cosa strana: la prima pagina di quel diario a livello temporale è in realtà l’ultima. A causa di ragioni che non riesco a comprendere, Paola l’aveva lasciata bianca, partendo dalla seconda. Provo a trovare un significato per quella scelta quantomeno bizzarra, senza però riuscirci.
Il sole tramonta in un prodigio di colori, si alza il vento di settentrione e io abbandono il masso su cui sedevo. Camminando piano, attraverso il prato e mi dirigo verso casa. Intanto penso. Paola è una bambina che appartiene a una famiglia ricca, lo si desume dalla qualità della carta e dalla bella rilegatura; si definisce “fortunata”, ma ha una madre alcolizzata e forse problemi di salute.
E poi la domanda secondo me più importante, quella che mi sono fatto subito: qual’è il motivo che l’ha indotta a nascondere il suo diario in un bosco?
Dopo essere tornato nel mio piccolo appartamentino – stanza da letto, bagno, cucina abitabile e soggiorno-studio – inizio a prepararmi la cena. Niente di complicato: spaghetti al pomodoro, prosciutto crudo e macedonia; non posso dire di essere un gran cuoco.
Finito di mangiare, lavo i piatti e bevo un buon caffè.
Il diario è lì che mi aspetta, quasi fosse un oggetto magico.
Lo riprendo in mano e noto un particolare che prima non avevo colto.
Un particolare molto importante…
Ci lasciate con la curiosità a mille. Qual’è il particolare così importante che non era stato notato prima?
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR 😀
Un grande abbraccio.
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Interessante….chissà di quale particolare si tratta…
Bene, siete una bella coppia!
Baci doppi
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@ MARI e doppi alla MIA guerriera!
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sono lasciata in piena curiosita cara… va be,, a presto allora
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@ MAIRITOMBAKO questo era lo scopo, mia amica lontana.
A presto 🙂
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Noooo… lasciarci così, con questa suspance!! 😦 Non vale!! 😐 😉
Il racconto cattura… non si vede l’ora di leggere il seguito! 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST bene, lupissimo 🙂
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Un messaggio proveniente dal passato.
Quale passato però?
Un passato che scopriremo evolversi “in progress”. Sì, ma quale evoluzione? Chi lo trova lo saprà. Questo brano, mirabilmente bello, corretto e con tutti gli apostrofi e accenti al posto giusto, ci ricordò due passaggi.
Il primo, solo se avete avuto la fortuna di aver visto il film “V come vendetta”, potreste comprenderlo. Ci riferimmo al foglietto trovato da Evey Hammond in cella, durante la sua dura detenzione, scritto da un’altra detenuta -già giustiziata- e lesbica che, attraverso quel rotolo di carta igienica scritto fittamente, le donava il suo diario per ricordarle che al mondo, malgrado tutto, era transitata anche lei.
Questo dono, in verità era un messaggio dal passato. L’esecuzione della giovane donna, a causa dei pregiudizi, era avvenuta molti anni prima.
Il secondo, un brano da noi scritto in occasione del nostro compleanno (alcune centinaia di anni fa) e parlava di un diario, scritto da chissà chi e che si riferiva alla nostra famiglia, segnatamente alla morte di mio padre.
Dopo aver descritto, infatti, una serie di vicende, descriveva la morte del genitore e la nostra, scrivendo proprio le date esatte.
Anche lì non se ne conosceva l’autore.
In entrambi casi l’input era la presentazione postuma dell’estensore del diario stesso.
Il vostro brano è bello, stringente e intimamente profondo.
Rimarremo prigionieri dell’angoscia e delle paure ancestrali dell’ID profondo, finquando, almeno, non riusciremo a leggerne la seconda parte.
Abbiate le nostre cordialità più vivissime.
The milord
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Rimango anche io in attesa di sapere di più e di scoprire i mille particolari che sempre un diario nasconde.
Un abbraccio, buona serata :))
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Un diario, il più delle volte. nasconde qualcosa di speciale
Alla prima occhiata e forse anche alla seconda, sfugge, ma con sguardo più attento…Aspetteremo con “ansia”
Complimenti ad entrambe
Baci baci
Mistral
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Un diario è qualcosa di intimo che intriga e stuzzica, e questa bambina ha lasciato una testimonianza scritta.
A presto e complimenti alle scrittrici.
un abbraccio
annamaria
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Si, la storia e’ misteriosa, e un diario e’ un qualcosa che bene o male tutti abbiamo tenuto nella nostra vita. Vedremo come proseguira’ questa vicenda, nel frattempo vi saluto e vi ringrazio tutti per l’attenzione. Sono sempre felice di collaborare con Alessandra perche’ stuzzica ancora di piu’ la mia fantasia.
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Ottimo inizio, non c’è che dire… un caro saluto a entrambe. Univers
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…
Mi piace l’inizio
m’affretto a leggere la seconda parte…
E qui ti lascio un abbraccio Alessandra
buon proseguo di serata!!
Michelle
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@ UNIVERS81 e un caro saluto da entrambe 🙂
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@ VENTIDIPRIMAVERA ne sono contenta, chérie!
Abbraccio più che ricambiato * ____________ *
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