Seguiva il viale alberato, ogni tardo pomeriggio, alla stessa ora.
Le stagioni scorrevano veloci e inesorabili come un nastro colorato, ora verde, ora dai toni arancioni rossi e gialli, ora solo marrone o grigio e a volte anche variopinto.
Quella era l’unica variazione. Il viale, da che mondo è mondo, è sempre rimasto identico. Ciotoli e sabbia che con fragore segnavano i passi, ippocastani e cipressi, alternati regolarmente, tutti in fila come guardie sottomesse al vento che, sempre nella stessa direzione, sbuffando scivolava all’inverso provenendo dalla valle che si apriva all’orizzonte.
Quando si cominciavano ad intravedere due panchine di legno consumate, dipinte da nomi in pennarello, ecco, si era arrivati.
Alla fine c’era il paese dentro al paese, o almeno questa era l’impressione che da sempre aveva avuto Sandro.
Delle case grigie, tutte più o meno uguali, fatte di sasso. Pochissime finestre, una per abitazione, da ciascuna sempre affacciato un bel viso sorridente o al peggio soltanto sereno.
Meno male che qualcuno aveva pensato di rendere questo paese più vivace e accogliente, addobbando tutte, proprio tutte quelle casette con fiori sempre freschi, colorati, che a loro volta seguivano il ritmo delle stagioni.
Sandro, a quell’ora non mancava mai.
Non conosceva giorno festivo o malessere o intemperia. Certamente era anche fortunato ad avere una buona salute.
Con l’ombrello o senza, con la barba corta, poi lunga, e poi ancora corta, poi grigia.
Con i capelli neri, neri e grigi, infine senza capelli. (Alla fine anche le sopracciglia divennero grigie).
Quel viaggio a piedi era un omaggio, una penitenza, a qualsiasi temperatura: d’estate quando chiazzava la maglietta leggera con gli aloni sotto le ascelle e d’inverno con i crampi alle dita dei piedi e delle mani e il male di orecchie per il troppo freddo nonostante il baschetto. Sandro non mancava mai.
Da giovane portava con sé uno zaino pieno di tristezza, le lacrime agli occhi, il respiro corto.
Da vecchio un marsupio colmo di rassegnazione e accettazione e ugualmente il respiro corto.
Trentasette anni di quel viale.
Trentasette anni in quel secondo paese.
Venti minuti di andata e ventidue di ritorno.
Ora quel misero viaggio era diventato un conforto, un’abitudine e persino una sicurezza. Un modo per sentirsi in pace con se stesso, una maniera per passare del tempo che altrimenti sarebbe sembrato troppo vuoto.
Varcandone il confine dalla alta recinzione bianca, come un ticchio, girava la testa a destra e a sinistra. Ormai conosceva tutti e gli doveva un caloroso saluto. E poi, quasi ogni giorno, c’era almeno un nuovo arrivato. Allora si avvicinava a casa sua, lo osservava quatto quatto, e piano piano compiva così la sua nuova conoscenza non tralasciando di ricordarsene dal giorno dopo.
Tutti lo conoscevano come “il giardiniere” perché gironzolava sempre con un sacchetto di plastica che estraeva dalle tasche già dal viale, e l’annaffiatoio. Si prendeva cura di tutti i fiori, proprio tutti.
A turno una zona ogni giorno per tutta la settimana, come fosse disegnato su una mappa, dal lunedì alla domenica da nord ovest a sud est.
Chi era del posto lo sapeva bene. Nessun altro cimitero era così curato.
Sandro toglieva le corolle appassite dai mazzi recisi, una ad una. Scrollava dolcemente le piantine dopo un acquazzone, estraeva dai vasi i gambi marci. Era un artista, sapeva far rinascere la bellezza di vasi dimenticati o appassiti. Sapeva far risaltare la bellezza anche quando sfioriva.
E al termine del suo lavoro, dopo aver gonfiato il sacchetto fino a scoppiare, dopo averlo deposto accanto al resto dell’immondizia, poteva finalmente dedicarsi a Laura, solitamente fino al crepuscolo.
Si sedeva sull’angolino a destra della lastra di granito e fissava lungamente la foto scolorita ma ovviamente lucida alla perfezione di una bella signora sulla cinquantina, dai riccioli d’oro e con gli occhi blu cobalto.
Poi cominciava a raccontare, ad alta voce. Poteva essere della sua giornata, o anche di un programma alla televisione.
“Oggi niente di nuovo.”, disse quel giorno.
Era un giorno apparentemente simile ad altri, tranne che per un sole che, malgrado si fosse in autunno, ricordava ancora l’estate, e se non proprio quella almeno settembre.
Invece non era un giorno “normale”, era il due di novembre, una data veramente importante per lui. Anche ieri non aveva mancato. Ciò nonostante, si era sentito stanco, le parole uscivano a fatica, come uccellini dalle ali ferite che non riescono più a prendere il volo, e nei rari attimi in cui ci provano capiscono – oh, sì, capiscono – che non ci sarà più nessun volo.
Ma oggi è diverso, ogni si sente forte e, dopo aver lanciato uno sguardo colmo di meraviglia allo scenario incantato delle foglie dagli stupendi colori autunnali e degli alberi non ancora del tutto spogli, dopo aver guardato lassù il cielo incredibilmente azzurro, questione di pochi secondi, dopo questo si concentra per trovare le frasi adatte.
Come sempre, è convinto che, in qualche misterioso modo, sconosciuto agli esseri umani, che siano scienziati o sacerdoti, musicisti o poeti, oppure semplici malfattori dal cuore di granito, in un modo che non saprebbe descrivere ma che “sente” dentro di sé, Laura lo ascolterà e comprenderà.
Ecco, allora. I ricordi di un tempo ormai molto lontano, distante come può esserlo una galassia remota, però allo stesso tempo presente, anche se non più feroce e incalzante.
La morte di una ragazza che lo amava, sebbene lui non fosse bello, e lei invece lo era.
Un suicidio, di cui Sandro si attribuì ogni colpa. Forse sbagliava, ma la convinzione che avrebbe potuto salvarla non lo aveva abbandonato per giorni (disperati), mesi (amari), anni (desolati). Non era riuscito a manifestarle il suo amore, a stringerle con forza la mano, a scaldarle il cuore, così come un camino acceso infonde calore a una casa nelle gelide notti di gennaio.
Poi era arrivata Laura, cogliendolo di sorpresa. Riccioli d’oro, occhi blu cobalto, un’intelligenza vivace e profonda, la sensibilità che appartiene solamente alle anime pure, quelle che non conoscono né invidia, né rancori.
Non lo aveva distolto dal suo compito, non gli aveva chiesto di cercarsi un’occupazione diversa; semplicemente gli aveva detto (anche in tono brusco) che Livia non era morta a causa sua, nessuno è responsabile fino a quel punto. “Tu sei un uomo buono, e sei privo di colpe. Dobbiamo credere alla bellezza che c’è intorno a noi, custodire il passato in un cantuccio del cuore, però guardare avanti, perché l’amore può sempre regalarti un sogno nuovo.”
E Sandro a poco a poco aveva trasformato il rimorso in un senso di accettazione. Aveva gettato lo zaino colmo di tristezza in un anfratto del terreno, aveva continuato ad accudire il cimitero e imparato a guardare gli altri con simpatia; e aveva amato Laura.
La sua vita era cambiata, trasformandosi in un percorso simile a un giardino fiorito, un sentiero fiancheggiato da aiole dai mille colori sgargianti, illuminato dai raggi di un sole che lui aveva creduto fosse eterno.
Come lo sono le stelle, e la luna, e l’intero universo.
Così non era stato.
Distolse per un momento lo sguardo dalla lapide per rivolgerlo nuovamente al cielo, quel cielo così assurdamente bello.
Domani, come sempre, sarebbe tornato.
Avrebbe compiuto i gesti consueti, come da lunga abitudine, avrebbe sorriso a un nuovo conoscente, nonostante il respiro corto, nonostante la voglia di piangere e di maledire quel cielo che lo aveva ancora tradito.
Si allontanò lentamente, le spalle un po’ curve di un uomo anziano che aveva imparato a cercare sempre e comunque il bene. E l’amore, a chiunque fosse destinato.
Glielo aveva insegnato Laura.
LA LEZIONE DELL’AMORE DI LADY NADIA E ALE
2 novembre 2015 di Alessandra Bianchi
62 Risposte
Grazie, Lady Nadia 🙂
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Grazie a te. Ogni volta mi diverto e mi stupisco. Ciao Ale.
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Se ci consentite, mia signora, questa volta ci divertemmo tantissimo anche noi.
Cordialità
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Leggiamo di pensieri che si susseguono come un ricordo sbiadito e che si confonde oltre i desideri.
Pagine e frammenti di parole che si rincorrono, oltre i deliri del tempo.
La pietà dello sguardo, un sorriso, oppure un lontano profumo, rimane come una sinestesia verso i propri occhi.
Tumide labbra di un tempo oggi giocano, a nascondino, con i pensieri. L’ultimo alito, ormai perduto, lascia l’onda di un profumo mesto.
Liberami, Sorte, da te stessa.
Lascia che i miei occhi vedano e le dita sfiorino.
Come un tempo.
Un tempo trascorso nell’attimo di questa eternità.
Ci ispiraste.
Dalla delicatezza della trama, alla bellezza dell’ordito. Una accoppiata che, vincente, lasciò il segno nella memoria e nel tempo.
Fatalmente, il vostro racconto, ci prese alla sprovvista. Molti anni fa, tanti, forse troppi, scrivemmo qualcosa di affine qua
http://www.krennegmcaff.altervista.org/krenneg_mcaff_000073.htm
Venne racchiuso nei “diari” e rimase serbato, affidato alla memoria del tempo, fino ad oggi.
Non sapemmo chi ringraziare, se l’una o l’altra per l’idea e la realizzazione.
Sappiamo che, per brevità, ringraziammo entrambe.
Nota: Questa volta non distinguemmo una penna dall’altra.
Sembra soltanto una mano che, delicata pittrice degli spazi tra una parola e l’altra, ha carezzato gli occhi di chi legge e terso le lacrime di chi ricorda.
Trovammo una piccola inesattezza, ma talmente piccola che, la bellezza di quanto leggemmo copiosamente l’offuscò.
Grazie mie signore.
Cordialità
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Nulla di più e nulla di meno.
Cordialità
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Stavolta mi sono emozionata. Davvero commossa. Piu’ tardi leggero’ volentierissimo il link.
Le porgo i miei saluti Lord Ninni.
Sono felice anche per Alessandra.
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Il link e’ davvero emozionante. Si, simile. Una diversa rassegnazione, un diverso modo di reagire ma sicuramente affine.
E molto toccante Lord.
Grazie.
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Ho camminato da solo nel grande bosco
dei girasoli di pietra e,
in una bolla di luce di luna smarrita,
stanotte ho risvegliato te.
Cadono in autunno i girasoli del mio giardino
e una primavera stanca genera nuove pietre soltanto.
Ma oggi, amore mio,
ho imparato da te
il suono della mia voce,
ho nella pelle, amore mio,
il brivido meraviglioso della mia prima idea.
La mia mente è qua
spezzata in due metà
quello che vorrei
e questa realtà
Questa vita che
mi spegne sempre più
e la fantasia
che cerca di portarmi via.
Poi mi guardo e so
che ormai non volerò,
sto cadendo giù
e il vento non mi vuole più.
Dio senza immagine
che invadi l’anima
lasciami un attimo qui
tra pietre lucide
di luna giovane
non ho paura.
Grazie mia signora lady Nadia.
Allora, in quell’occasione, ne recitai i versi che, sovente, ricordo il 2 Novembre.
Oltre la terra dei morti, è il silenzio dei vivi nell’attesa …
Sono stanco di attendere ….
Abbiate le nostre riconoscenti cordialità
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I versi sono come sempre toccanti. Questa ” stanchezza di attendere” mi ha straziato e si e’ insidiata nella mia anima.
Tale e’ il pensiero di chi ha perso il suo tutto. Comprendo.
Cortesi saluti Lord.
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@ LORD NINNI leggere un contributo come il vostro quando si sta per smettere non può che far piacere. Significa un tramonto sul viale e non un viale del tramonto.
Quale inesattezza?
Radiosità.
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Grazie, siete gentile.
Vi diremo delle due quisquilie, non prima avere, da voi, esposto … il perché … della chiusura chirurgica che volete applicarci e applicarvi. capitano dei momenti di stanca, eccome. ma dieci anni (nel vostro caso) di scrittura continuata e prolungata, tutti i giorni. Storie, racconti, novelle e favoline.
Intrighi, gioie e dolori.
Liti, e risate…
Credeteci, non ruscimmo a comprendere proprio.
Non ne vedemmo il senso.
Mah.
Come le dimissioni di Ratzinger: a tempo e con scadenza dopo le ore ventiquattro.
Vabbé, ormai ci abituammo all’incomprensione più varia.(è un tutt’uno, da non credere…).
In attesa di Vostre delucidazioni in merito (per, dunque, depositarvi del due micro.pinzillacchere),
vogliate accettare le nostre cordialità
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@ LORD NINNI i motivi sono vari, eccellente Milord. Cercando di essere sintetica, dirò: ammiro Flavia Pennetta che lascia il tennis DOPO aver vinto il più grande torneo del mondo (U.S. Open), così come Carter che abbandona i mitici All Blacks DOPO aver trionfato in Inghilterra. Trascinarsi in modo stanco, invece, non è ammirevole. Mi rendo conto che Lady Nadia ha assunto un passo che io non riesco a sostenere, ha alzato l’asticella. Naturalmente sono felice per lei (che è amica anche nel “reale”). In ogni caso, terrò duro fino all’otto marzo p.v. per festeggiare un decennio di soddisfazioni. Ma racconti come……. non li so più scrivere. Infine, sono un po’ stanca dei meccanismi dei blog, voi mi capite, credo.
Al grido di “viva Putin”, vi saluto radiosissimamente.
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Libera “PIALLA” in libero Blog
— 😦 Ciotoli e sabbia …
— 🙂 Ciottli e sabbia
— 😦 sentirsi in pace con se stesso, una maniera per ….
— 🙂 sentirsi in pace con sé stesso, una maniera per …
Dopo di che è perfetta!
Leggemmo le vostre delucidazioni.
Sono vostre, tutte vostre e
noncondivisibili.Rimarcando il fatto che Voi non siete Pennetta e/o Carter e DOPO avervelo detto, non riuscimmo a comprendere lo stesso!
Sorry.
Bah!
Cordialità
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Pardon, (Evviva un refuso)
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Ah ah ah erano
Ciottoli, non Ciottli.
Visto?
refuso a go go.
Per fortuna, va
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@ LORD NINNI grazie! Provvedo immantinente.
Ma sé stesso, no!
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Ehssì, invece.
Il primo è dubitativo (se, forse, ecc. ecc.)
Il secondo è riflessivo (sé stessi, sé medesimi. Ovviamente con l’accento … a destra).
O no?
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@ LORD NINNI no: sé stesso, mai!
“Sé”, qualora sia “solo”.
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Gentile e pregiatissima milady, vi copio/incollo qui la voce ‘sé’ dallo Zingarelli nell’accezione a cui voi fate riferimento.
” …con valore rafforz. con ‘stesso’ e ‘medesimo’:
si preoccupano solo di sé stessi;
ha pensato solo a sé stesso;
lo fanno per sé medesimi
I grammatici moderni consigliano ‘sé stesso’.
La ratio di Dardano, Serianni e altri è che se anche fosse valido l’argomento di ‘se stesso’ perché il ‘se’ seguito da ‘stesso’ può essere solo pronome, resterebbero comunque ambigui ‘se stessi’ e ‘se stesse’ che potrebbero essere congiunzione, più congiuntivi di stare.
Con i nostri più cordiali saluti,
🙂
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Na dove volete andare, lontano dal vostro Blog, milady.
Fuori fa freddo.
Non siete più una ragazzina. Gli anni pesano, la voce si arrochisce e i bambini, nei giardinetti, già, vi chiamano “Nonna”.
Qua al caldo di queste pareti dove, la vostra penna, riuscì nell’impossibile risultato di resuscitare Phil Weir (che era dato per spacciato, anche, dal Padreterno senza possibilità di appello) il silenzio e le lacrime di chi, abbandonato canterà l’ultima prece, sarà deserto.
Riflettete,
Deh, non abbandonate questa valle, con il rischio premeditato che possa divenire un pantano.
PUTIN
Vi lasciammo un prezioso documento che, oggi, una nostra preziosissima, fantasmagorica, eccellente e fenomenale amica ci invià per email:
adin
dva
tri
e lo spettacolo è servito.
Slava Rossija
Urràh
Salutazionev
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Ah, evviva, il refuso ha colpito.
Non ne vedevamo più. Eravamo seriamente preoccupati …
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Ah ah ah…
Incluso il cambio di governi non graditi…
Chissà a quale Baracca di Obanana si stava riferendo, il magnifico Presidente?
Salutazionev
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Il viale delle risposte perdute.
Cordialità
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Cara amica, per come la vedo io, comprendo lo squallore, a volte ma non sempre, dei meccanismi del blog. Ma una persona come sei tu, io, o altre, che vivono da sempre l’esigenza di scrivere le loro storie…beh poco importa se lo facciano su carta, col pc, se le tengano nel cassetto o se decidano di renderle pubbliche sui social.
Certo e’ che non si vive di blog, e come gia’ ti consigliai con il cuore, non decidere ora di smettere, ti trovo troppo legata ai riscontri che a volte fanno immenso piacere e a volte sono crudi o inesistenti.
Scrivi per te stessa, magari un altro libro capolavoro, e vedrai che senza pressioni ti sentirai felice di pubblicare sul blog, di tanto in tanto, seguendo l’ispirazione e non le scadenze. Ci mancheresti immensamente. Vuoi lasciare tutto? Magari per un pochino…ma io avrei da proporti un altra decina di racconti, di tanto in tanto, per non annoiarmi da sola.
Pensaci. Queste crisi cicliche sono un classico per noi donne. Me compresa.
Con affetto.
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@ LADY NADIA tu sei (relativamente) nuova e (sicuramente) fresca. Io sono vicina al traguardo dei dieci anni…
Ciò detto, ci penserò, questo è certo. D’altro canto, marzo è ancora lontano.
Un’altra decina di racconti? Wow!
Grazie di cuore, cara amica mia ❤
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Certo. 10 anni in un blog sono tantissimi! ma…tieni duro e anche botta.😊😊😊😊😊😊 e sei pure piu’ brava di me, questo e’ certo. ciaooooo a domani
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@ LADY NADIA più brava di te? Assolutamente no. Facciamo alla pari, via, così sei contenta 🙂
Scherzi a parte, ti ringrazio ancora! Tu e Lord Ninni mi avete dato stimoli forti.
Ti auguro una notte dolcissima, cullata da fate 🙂 🙂 🙂 🙂
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Passato il gusto, anche, per il refuso da combattimento 😦
Solo e soltanto una maiuscola, vilmente adagiata come una minuscola.
Non ci sono più quei bei, corposi e mastodontici erroracci di una volta.
Salutazioni
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@ LORD NINNI un vero peccato 🙂
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@ LORD NINNI con tutto il rispetto e l’affetto che nutro per voi, non amo simili “modernaggini”. Lo so: anche molti giornalisti usano “sé stesso”.
Ma per me resta pessimo.
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…pessimo anche per me!…scusa l’intrusione, ma non ho resistito!
E . pessima l’idea di chiudere! Capito???
Baci tanti!
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@ MARI questa è casa tua, MIA guerriera!
Capito!!!!
Baci molti.
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Complimenti a entrambe. Un saluto, a presto. Univers
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Una storia triste ma di una bellezza toccante. Il rapporto con i defunti è qualcosa di confortante e a volte si riesce a stabilire una comunicazione che, anche essendo spirituale, è molto forte. I sogni sono il filo conduttore e la visita al cimitero è un appuntamento che dona sollievo al cuore.
Bravissime entrambe, un caloroso saluto
annamria
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@ UNIVERS81 grazie da me e da Nadia 🙂
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@ ANNAMARIA49 le tue parole sono toccanti e bellissime!
Un abbraccio, cara Isabel.
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@ LORD NINNI non so cosa sia successo!
Dicevo che Putin è grande, al contrario del pessimo Obama.
Aggiungevo che non ho ancora quarant’anni e poi esprimevo la mia grande soddisfazione per avere solo quattro commentatori.
Radiosity.
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In questi giorni ho davvero poco tempo per i blog e, se hai imparato a conoscermi, sai bene che non commento mai senza un’attenta lettura. Pertanto leggerò appena potrò, dedicando il giusto tempo al vostro post.
Al momento solo un saluto ad entrambe.
marirò
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@ ILI6 amo la sincerità e non i “mi piace” messi dopo un secondo dalla pubblicazione del post.
Ti abbraccio, cara Marirò.
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Perfettamente intonato al giorno della pubblicazione. Dolente senza mai indulgere in compiacimento del proprio dolore. Una bella storia che si legge e si gusta.
L’avevo perso, evidentemente, ma il tuo post fantasma me l’ha fatto riesumare.
Cosa dire delle poche righe che ho letto? Nulla. Sono scelte personali. Mi dispiace non leggere più nulla di te ma se sarà così, allargherò le braccia.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR ho cancellato quel post fantasma, nato da un’irritazione passeggera. Chi mi conosce mi conosce…
Ciò detto, ti ringrazio molto e mi piace in particolare la tua seconda osservazione.
Un grande abbraccio.
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O.T. “Il Crepuscolo della LubjanKa” contiene otto refusi.
“Attentato alla corte d’Inghilterra” – Rizzoli – dodici nelle prime duecento pagine 😀
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Permettetemi: questo post mi ha fatto piangere!
C’era una volta una piattaforma di nome “Splinder” che io, purtroppo, non ho mai conosciuto.
Li’ le cose erano un po’ diverse. Era un blog essenzialmente di scrittori frequentato da gente che amava la lettura e non aveva secondi fini. Non si vendevano cosmetici e soprattutto non si cedeva al banale ricatto di cliccare un “mi piace” solo se si riceve un ” mi piace”, di lasciare un commento solo se si riceve un commento.
Su questa cosa, anche se sono una novella qui, penso che abbia pienamente ragione Alessandra. I meccanismi di questa piattaforma, sono essenzialmente banali e squallidi.
Che poi si possa incontrare, come spesso capita nella vita, persone integerrime e di valore morale nonche’ culturale…beh, questo e’ certo. Ma se si cerca la popolarita’, io credo che non sia il posto giusto. Meglio lavorare seriamente e in autonomia per un fine cosi’ ardito.
Tornando a Alessandra, su Splinder nacque una stella, una stella come ce ne sono altre nell’universo, certamente…ma pur sempre una stella. Si trasferi’ in WordPress con tanto entusiasmo ma questo si spense piano piano perche’ i suoi sogni erano grandi, il suo volo troppo alto. E il mondo zeppo di gente che non legge oltre le 4 righe.
Oggi il suo blog e’ chiuso. Ha terminato le trasmissioni e non solo. Ha addirittura cancellato miliardi e triliardi di parole che le traboccavano dal cuore.
E quelle parole, se lette, facevano davvero bene. Sapeva scaldare l’anima, commuovere. Era una melodia d’orchestra con tutti gli strumenti. Quelli gracchianti che urtano lo spirito e quelli dolci che cullano la solitudine.
Io le devo molto. E la voglio ricordare, e magari sollecitare a tornare. Almeno a ripristinare la sua seconda vita fatta di pensieri, amore e fantasie.
La raggiungero’ anche privatamente, questo e’ certo.
Io invece continuero’ a pubblicare, per me stessa, per chi vuole leggermi anche se saranno pochi e perche’ e’ piu’ ganzo condividere in Facebook di tanto in tanto i racconti di WordPress, e dire che ho un blog a chi e’ curioso di cio’ che mi ballonzola per la testa. Ma non impazziro’ tra un blog e l’ altro in cerca di “mi piace”. Li daro’ quando avro’ tempo e a chi se li merita.
Intanto scrivero’ un libro, segreto, tutto mio fino alla sua possibile pubblicazione. ( spero non autopubblicato). Coltivero’ sogni, famiglia, usciro’ all’aria aperta e soprattutto non smettero’ di sognare.
Lady Alessandra insegna sempre. E’ fantastica e deve tornare. Alessandra ha un cuore grande.
Grazie e scusate lo sfogo.
Un caro saluto.
Lei è Lady Nadia e quindi continuerò 🙂
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@ LADY NADIA ti abbraccio forte forte!
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E noi avevamo scritto qualcosa del genere, ma quando demmo l’invio, voi cancellaste.
Eravamo sull’incacchiatello andante, è vero.
Ma il senso, in otto volumi e ventisette tomi, era proprio quello.
Cordiality
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@ LORD NINNI ma io non cancello mai!
Tranne le mie paranoie.
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Ma noi ci stavamo riferendo al Post fantasma. Quello della fine delle trasmissioni.
Quando demmo l’invio, voi cancellaste.
Eccome se avete cancellato.
Buona notte
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Un doppio schiaffo della vita… terribile da sopportare. Eppure il Nostro, seppure con una inevitabile malinconia, riesca ed andare avanti proprio con la forza derivatagli dalla persona che ora piange…
Brave, molto bello 🙂
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST grazie, lupissimo:-)
Da me e da Lady Nadia.
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Dopo essere passato da Nadia ho avuto modo di leggere questo racconto bellissimo. Mi ha commosso. Mi sembra un ode all’amore quotidiano, pervaso da una realtà che chissà quante persone coinvolge in un certo periodo della loro età. Spero di poter continuare a leggere altre storie Alessandra…
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@ LORD NINNI cancellai il mio post… come facevo a sapere del vostro commento?
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Appunto ho scritto.
Come facevate se cancellelaste?
Buon sabato.
🙂
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@ GIGIFAGGELLA benvenuto in questo spazio!
Ti ringrazio per le tue parole… e sì potrai leggere altre storie.
Altrimenti Nadia mi picchia 🙂
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Eccomi, con tempo e voglia di leggere.
Il racconto è delicatissimo e scritto superbamente: complimenti ad entrambe!
Sandro è sicuramente una tenera e bella persona, che ha scelto il suo modo per tenere strette a sè le persone che ha amato e che non ci sono più.
Per il resto, per gli interventi e gli intendimenti che ho letto nei commenti, ci sarebbe qualcosa da dire, forse tanto, forse poco, ma che al momento non esprimerò. Solamente:
Alessandra,
resta nella misura in cui pubblicare per i lettori che ti seguono, pochi o tanti, duecentomila o anche solo uno, sia per te fonte di piacere e non di sofferenza;
resta senza sentirti in obbligo di nulla, nè di ricambiare visite, liked e commenti, nè di mantenere uno stretto calendario o un ritmo che non devi a nessuno di noi;
resta per guardare avanti e non continuamente indietro;
resta se ti farà piacere restare, anche se su wp non c’è l'”èlite” cui eri abituata, senza scadenze che possono rattristare i tuoi semplici e umili lettori di wp che a te sono affezionati.
ciao
Marirò
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Lady Marirò, perdonateci:
Siete uno spettacolo della natura.
Il Vostro commento, a nostro umilissimo parere, valse un Post!
Buona domenica
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Lord Ninni
che sono “uno spettacolo della natura” me lo dice a volte mio marito, ma in quei casi non sono mica certa che sia un complimento, ehm…
🙂
Grazie!
Apprezzo tanto Lady Alessandra e se riprenderà a minacciare chiusure mi produrrò in una filippica lunga dalla Sicilia a Milano (?) Nizza (?). )La leggo da anni e non ho chiaro dove vive). Una filippica lunga da quaggiù a lassù!
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Eh eh eh, noi lo sappiamo, cara lady Marirò.
Provate negli elenchi telefonici alla voce:
Casa Circondariale Femminile in Lombardia.
Vedrete che troverete una nota aggiuntiva.
🙂
Buona giornata a Milady e a Milady.
🙂
🙂
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@ ILI6 ti ringrazio due volte: per il commento al post (anche da parte di Lady Nadia) e per le splendide parole che hai avuto la bontà di dedicarmi.
Io abito a Cannes.
Ciao, Marirò 🙂
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…Ale volevi sparire? ….Ma che bello guarda che i migliori sono qui!!!😊😊😊
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Un racconto molto delicato che tocca profondamente il cuore ed emoziona tantissimo. Ah l’amore, quante cose riesce a far fare l’amore, quello vero, quello puro, quello ricambiato e sentito fin nella più piccola cellula.
Complimenti, mi avete emozionata tantissimo, siete bravissime entrambe e anche se arrivo sempre tardi a leggervi non pensate che lo faccio per trascuratezza o menefreghismo. Difficilmente in cose scritte lascio un semplice LIKE, anche se banali, lascio sempre alcune parole che spero possano esprimere il mio parere ed apprezzamento.
I Like li riservo ai racconti a puntate quanto sono in forte arretrato, perché leggo diverse puntate in una serata e metto il commento nell’ultima che leggo, come è capitato da Lord Ninni. Purtroppo sono sempre più intrigata e il tempo non mi basta mai, poi mi sono riproposta di fare alcune cose che ho sempre rimandato. Ultimamente ho ripreso a partecipare a concorsi di poesia e questo mi porta via altro tempo e ovviamente la fotografia, l’amatissima fotografia che accompagna ogni attimo della mia giornata. Qui ho da studiare e molto anche, imparare le tecniche, i trucchi del mestiere, capire l’istinto che mi spinge a fare foto e soprattutto a farne che abbiano un vero senso, affinché possano trasmettere a chi vuole guardarle, quello che hanno trasmesso a me, anche se non è per niente facile, poiché ognuno percepisce in modo diverso dall’altro. Scusate la filippica, volevo solo scusarmi per la mia scarsa presenza.
Un caro saluto ad entrambe e tanti complimenti.
Alessandra, io conto sempre di continuare a leggerti, non fare scherzi mi raccomando!!! Ciao, buona domenica. Pat
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@ LADY NADIA è vero!
Ma ricordiamoci che il merito va diviso a metà 🙂 🙂 🙂
Buona domenica.
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@ PATRIZIA M. ci conosciamo da molto tempo ormai e so dei tuoi molteplici impegni, perciò ti ringrazio doppiamente per l’attenzione e lo scrupolo con cui leggi!
Felice giornata, Pat.
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