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UN SERENO DIALOGO FRA CONIUGI »

RAGE 62

18 ottobre 2015 di Alessandra Bianchi

capitolo 62Dopo Ottana, proseguirono in direzione sud-ovest. Nessuno dei cinque parlava, a parte qualche breve indicazione di Yarbes. Erano calmi e fiduciosi; in passato avevano affrontato nemici di ogni genere e, se erano ancora vivi, ciò significava che avevano sempre vinto, o quasi. Knowles ricordava un paio di ritirate strategiche, peraltro ben condotte, causate dalla preponderanza numerica dei bastardi che li avevano assaliti. Questo lo portava a chiedersi a quanti arabi si sarebbero trovati di fronte. A rigore di logica, non troppi: Ibrahim al-Ja’bari non poteva certo essersi presentato alla dogana con un esercito di cento uomini; ai funzionari italiani sarebbe parso strano e sospetto.
Avrebbe dovuto rispondere a domande, visti i tempi che correvano. E poi, ormai, il suo volto era conosciuto in tutto il mondo. Perciò sicuramente si era mosso con cautela. E le armi? Di quali armi disponeva, considerati i controlli? Magari li aveva imitati, procurandosele in loco.
Yarbes guardava con indifferenza il paesaggio illuminato da un sole pallido. Avrebbe ucciso. Era da una vita che lo faceva, era da una vita che dava la caccia ai nemici dell’America. Nessuna emozione, solo dovere. Adesso era diverso? Non tanto, si disse. Forse dopo, ma prima del dopo le motivazioni personali andavano escluse e, se in precedenza aveva indugiato con il pensiero su di esse, ora erano scomparse.
Si trattava di un’azione di guerra, nient’altro, e come tale bisognava portarla a termine nel migliore dei modi. Se esiste un motivo a causa del quale una missione fallisce è dovuto all’emotività, all’immedesimazione; la rabbia è accettabile, però soltanto se incanalata sui giusti binari.
Non sapeva, e non avrebbe mai saputo, che Monica era andata a letto con Matrioska. Quello che sapeva era che lo aveva ucciso, e la ammirava per questo: non sarebbe mai riuscito ad amare una donna debole. Un amore che per ragioni inesplicabili aveva perduto. Ridusse gli occhi a due fessure. Anche lei andava esclusa dai suoi pensieri, e ci riuscì senza doversi sforzare troppo.
Nel frattempo, avevano raggiunto l’altopiano di Abbasanta.
Quello era il luogo e l’ora era vicina.
Nell’aria si avvertiva profumo di rosmarino.

Daigh squadrò gli otto figuri assoldati da Ibrahim, poi, sempre più di malumore, si rivolse al fondamentalista. Indicò il pc. “Non va bene!”, dichiarò.
“Cosa?”
“Ho mandato un messaggio al russo e la risposta non è stata corretta. Non era lui al pc.”
Ibrahim rimase in silenzio. Non commentò e continuò a leggere il Corano.
Lo conosceva a memoria, perché diavolo non gli staccava mai gli occhi di dosso?, si domandò il Mago.
“Se non era lui al computer”, insisté, “significa che è stato preso. In tal caso, non ci sarà nessuna esplosione, e a me questo non va affatto bene!”
“Il volere di Allah.”, replicò Ibrahim al-Ja’bari, sollevando lo sguardo dal libro. “A volte la strada si dimostra tortuosa, succede di perdere una battaglia, tuttavia la vittoria finale è assicurata. Allah il Misericordioso è con me.”
“Non mi piace per niente!”, sbraitò Daigh. “Io voglio Londra, è per quello che ho lavorato. Se hanno catturato Todorov, nulla di quanto sognavo accadrà. E a questo punto…”
“Calma.”, lo interruppe Ibrahim. “Io dico che la meretrice arriverà, lo sento, così come odo la voce del deserto. La sua umiliazione dovrà essere immortalata per la gloria del Profeta. E io dico anche che in seguito Londra sarà colpita a morte. Allah guiderà la mia mano.”
Daigh trattenne a stento una risposta sferzante.
Non per la prima volta gli balenò il sospetto (pressoché una certezza) che l’arabo fosse pazzo.
Completamente pazzo.
In primo luogo, ragionò l’irlandese, se come appariva ovvio Todorov era stato acciuffato, dove avrebbero trovato un esperto di pari livello? Allah sarebbe sceso dal cielo per costruire lui stesso un nuovo ordigno nucleare? E, a puro titolo di ipotesi, qualora Squire fosse veramente arrivata si sarebbe presentata da sola oppure scortata da un battaglione di Marines? Lanciò un’occhiata ai sardi. Avevano fisionomie dure e brutali, probabilmente erano ottimi combattenti, ma da qui a resistere alle forze speciali di quei dannati americani ci correva il mare. Conosceva i mezzi di cui gli yankee si avvalevano e aveva studiato i loro metodi.
Daigh prese in considerazione l’idea di andarsene.

Malgrado l’ora tarda, Brian Stevens era seduto alla sua scrivania. Beveva caffè sempre più disgustosi e bestemmiava.
D’altro canto, sebbene fosse furibondo con l’intero globo terrestre, si sentiva esente da colpe. La stampa era stata bloccata, dai giornali o dalle televisioni non era trapelato alcunché, però il maledetto computer lo aveva tradito.
A posteriori, il fatto era prevedibile. La risposta data all’hacker dell’assassino non era stata quella dovuta, ma come immaginare quella esatta? Impossibile. La sua collera si estendeva anche alla signora Squire che, benché fosse stata avvertita, aveva deciso di non mancare comunque all’appuntamento. Stevens avrebbe voluto bombardare la Sardegna, raderla al suolo. Scosse la testa. L’unico risultato che avrebbe ottenuto… meglio non pensarci!
Data l’assenza di Squire e la palese inconsistenza di Margaret Collins, al momento egli era l’uomo più potente del mondo; ma non poteva agire come avrebbe voluto. Se la faccenda fosse dipesa da lui, avrebbe già raggiunto il risultato desiderato. Questo per varie ragioni non si era dimostrato possibile. Fin dall’inizio, quando John era stato rapito, avevano commesso troppi errori. E gli errori si pagano.

Monica Squire indossava jeans e calzava sneakers, come quando era partita da Washington. Malgrado il pallore, dimostrava dieci anni di meno, e si sentiva forte.
Se avesse visto un film del regista italiano Sergio Leone – ma non lo aveva fatto – e se fosse stata consapevole del quadro complessivo di quanto stava avvenendo, si sarebbe sorpresa per come talvolta la vita sembra imitare le opere di fantasia.
A bordo di una piccola utilitaria, si trovava in una zona brulla, priva di abitazioni, e, stando a Brian Stevens, il nemico era lì, a meno di due chilometri di distanza, ancora invisibile.
Ciò che ignorava era che sul lato opposto del crinale stava sopraggiungendo un furgone con a bordo Martin, e che da un’altra direzione un agente del Mossad, di nome David Chazan, scrutava la zona con un potente binocolo.
Sì, a saperlo, era proprio come un film.

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Pubblicato su rage | Contrassegnato da tag Monica Squire | 30 commenti

30 Risposte

  1. su 18 ottobre 2015 a 15:40 mairitombako

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  2. su 18 ottobre 2015 a 15:44 Lord Ninni

    Indiscutibilmente, l’apparenza scenografica, è tutta dalla parte della scorrevolezza e della pulizia scenica, appunto, giusto per usare una terminologia trattata per il M.o Sergio Leone.

    Ho parlato, a bella posta, di apparenza scenica e scorrevolezza.
    Infatti, come tutte le migliori pellicole d’arte, non tutto è oro quello che si nasconde sotto il sole.
    Questa pellicola, questo capitolo, è difficile. Una grossa difficoltà.
    Si dovevano abbinare le sequenze e farle convergere, rispetto agli sviluppi precedenti, nell’indirizzo dato.

    Un capitolo difficile.
    -Al-Ja’bari, nella sua filosofia teoretica, da una spiegazione reattiva che, il giovanottino rifiuta e collassa.
    -la considerazione fisiognomica sul popolo sardo prima e sull’abbigliamento di Monica dopo, è un’evoluzione alla quale ricorrono i registi per allentare la tensione, dopo i Break Peak, per rendere la mente nuovamente reattiva allo spettatore, e non stancarlo.

    Un sapiente mixer che ha portato, ottenendolo, lo spettatore a rilassarsi per seguire meglio e dunque riflettere.

    Come sempre, l’arroganza dell’Uomo più potente del mondo, pro-tempore si manifesta all’uso italiano.
    […] avevano commesso troppi errori. E gli errori si pagano. […]
    Tipica miscellanea dei soliti soloni in assenza dei protagonisti, per poi sparire quando, l’eroina o l’eroe titolare rientrano alla base.
    Difficile, sul serio, non vedere la piena scrittura creativa riversarsi in un Capitolo.

    Ho scritto, con ampiezza, proprio, per far notare come, gli elementi creativi sono stati tutti soddisfatti:
    l’ispirazione creativa
    il linguaggio e lo stile
    i personaggi e l’ambiente
    spazi e luoghi
    la conflittualità/tensione
    suspense e sorpresa
    trama
    tempo della narrazione

    Tutti soddisfatti equamente e ampiamente.

    Infatti, laddove una narrazione creativamente efficace prevede il coinvolgimento di molteplici fattori ed elementi, si ha un capitolo come questo.
    Incantato.

    Buona domenica milady. Ti sei superata.
    Il prossimo capitolo, a questo punto, dovrebbe essere un Breack Peak dagli effetti sismici notevoli.
    iI sono pronto allo scontro tra Titani.

    The milorder

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  3. su 18 ottobre 2015 a 16:07 Alessandra Bianchi

    @ MAIRITOMBAKO grazie a te, amica mia 🙂

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  4. su 18 ottobre 2015 a 16:16 Alessandra Bianchi

    @ LORD NINNI un capitolo difficile, è vero, e per due ragioni: la trama e il mio non eccezionale stato d’animo. Per questo e per l’ampiezza e la generosità del tuo contributo ti ringrazio veramente di cuore.
    Una recensione, la tua, degna giustamente di un giornale come “Le Monde”.
    Mi sono superata, Milord?
    Be’ ancora grazie!
    (E nel cielo è apparso il sole).
    (E io sono tornata a scrivere).
    Felice domenica ^^

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    • su 19 ottobre 2015 a 06:23 Lord Ninni

      Certamente. ma la difficoltà che qua leggo non solo è l’allocazione geografica degli eventi. Il pieno affabulante è complesso.
      Stai facendo notevoli fatiche in quanto, per proseguire, dei entrare nei personaggi singoli.
      Ovvero riflettere ma … con le loro teste.
      Non è facile.
      decisamente no.
      Il racconto, o il raccontino, si prestano a descrizioni tecniche, di luogo e di modi.
      Un racconto complesso, che stia in piedi, ha bisogno di altro.
      ieri sera h visto un film che mi è piaciuto veramente tanto:
      Predestination, da un racconto breve di Heinlein, del 1959 (Tutti voi Zombie).
      Una condizione e un esporsi nei riflessi delle proprie esistenze.
      Beh, oltre ai luoghi e a improbabili apparecchiature futuristiche, il tema trattato si è basato, unicamente, sulla rappresentazione, intima, dei singoli.

      la mia considerazione finale, parere e /o giudizio, è stata quella di profondo rammarico.
      Avrei voluto scriverla io.
      Sul serio.

      Ecco,
      la magia dei tuoi scritti si rivela quando, oltre la descrizione geografica e quella tecnica, fai parlare, compiutamente, i personaggi.
      Questa è una tua caratteristica.

      Ciao e buona giornata

      😉

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      • su 19 ottobre 2015 a 06:25 Lord Ninni

        La fiera del refuso.
        Mai una volta, una che è una, ….
        😦

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      • su 19 ottobre 2015 a 13:06 Alessandra Bianchi

        @ LORD NINNI tesi e antitesi da solo 🙂
        Radiosity.

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      • su 19 ottobre 2015 a 21:17 Alessandra Bianchi

        @ LORD NINNI quasi due personalità diverse 🙂
        Notte di stelle.

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  5. su 18 ottobre 2015 a 16:44 Laura

    Grazie per la lettura, mi fa tanto piacere che ci sei, bravissima come sempre, buona domenica, ❤ :******

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  6. su 18 ottobre 2015 a 16:49 Alessandra Bianchi

    @ LAURA tu mi hai sostenuta, mia bella amica!
    Se sono qui è grazie all’affetto dimostratomi. Anche se non è stato facile.
    Un bacione ❤

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  7. su 18 ottobre 2015 a 16:51 ili6

    E continua a scrivere, Ale, con la passione e la maestria di sempre. Ci hai offerto un altro capitolo corposo e che induce il lettore al proseguo della storia.
    Buona domenica sera, ciao.

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  8. su 18 ottobre 2015 a 17:35 Alessandra Bianchi

    @ ILI6 sono felice che questo capitolo ti sia piaciuto. Per me non è stato semplice scriverlo. Alla fine ci ho provato…
    Ti ringrazio, Marirò.
    Un sorriso per una serata serena*

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  9. su 18 ottobre 2015 a 18:22 ombreflessuose

    Affaticata, stato d’animo in confusione, forse un po’ delusa ma sempre superbamente brava.
    Ti leggo, grazie 🙂
    Mistral

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  10. su 18 ottobre 2015 a 18:42 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE grazie mille, carissima Mistral 🙂
    Ti abbraccio.

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  11. su 18 ottobre 2015 a 20:13 Lady Nadia

    … e volevi smettere? Avantitutta!

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  12. su 18 ottobre 2015 a 20:41 Alessandra Bianchi

    @ LADY NADIA 🙂 🙂 🙂 🙂

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  13. su 18 ottobre 2015 a 21:57 newwhitebear

    Quattro pezzi tutti ben scritti che sembrano convergere verso il rendez vous finale. Ma sarà così o la maga della penna virtuale ci stupirà ancora con una delle sue solite invenzioni?
    Un caro abbraccio

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  14. su 18 ottobre 2015 a 22:10 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR “la maga della penna virtuale” spera proprio di non deluderti.
    Grazie e un grande abbraccio.

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  15. su 20 ottobre 2015 a 00:49 suzieq11

    Ci sono anch’io sempre in prima linea. Sono stata brava? Come vedi resisto … e poi ci sono i commenti di Lord Ninni …
    Tu sei … tu sei … ma che dico, di più molto di più !

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  16. su 20 ottobre 2015 a 11:01 rodixidor

    Nell’aria si avvertiva profumo di rosmarino… 🙂

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  17. su 20 ottobre 2015 a 14:47 capehorn

    A questo punto non rimane che radunare Tuco, Sentenza e il Biondo a Sad Hill vicino alla tomba di Arch Stanton e aspettare che la musica cessi.
    Sarà come sempre interessante vedere la faccia di Tuco, quando tutto sarà finito.
    Sentenza é di facile identificazione … Il Biondo, non presenta difficoltà … Tuco … ecco il “coup de foudre” e sento che sarà spiazzante e geniale come sempre.

    ps: Hai trovato un’erede? Quanto costa abbandonare la corona? Lasciare lo scettro? Passare la mano?

    "Mi piace""Mi piace"


  18. su 20 ottobre 2015 a 16:15 Alessandra Bianchi

    @ SUZIEQ11 ciao e grazie per esserci!
    Ho scritto un messaggio per te sul blog di Cape…

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  19. su 20 ottobre 2015 a 16:17 Alessandra Bianchi

    @ RODIXIDOR 🙂 🙂 🙂

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  20. su 20 ottobre 2015 a 16:22 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN in effetti, Sentenza e il Biondo sono facili da identificare. Ma Tuco (il grandissimo Tuco) chi è?
    Spiazzante e geniale? Lo spero, però non sarà affatto semplice.
    p.s.: non lo so ancora…
    Buon pomeriggio!

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  21. su 20 ottobre 2015 a 18:09 wolfghost

    I funzionari italiani… chissà perché mi viene in mente la scena di “l’aereo più pazzo del mondo”, quella dove mentre ad un gate placcano una vecchietta innocente, da quello accanto passano indisturbati una decina di terroristi armati fino ai denti 😛
    Daigh e Ibrahim sono proprio una bella coppia… difficile dire chi è più pazzo dei due 😉
    La situazione inizia a ricordare tanti pezzi di metallo… attratti da una calamita 😉 Voglio proprio vedere come riuscirai a incastrare tutti i pezzi! 😉
    http://www.wolfghost.com

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  22. su 20 ottobre 2015 a 18:40 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST ahahah 🙂 E’ vero, lupissimo!
    Concordo anche sul quesito riguardo a Daigh e Ibrahim 🙂
    Incastrare tutti i pezzi? Sarà mooolto complicato!

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  23. su 22 ottobre 2015 a 01:38 univers81

    Puntatona dalla dovizia assolutamente efficace di particolari. Monica è adorabile pure per la scelta semplice dell’abbigliamento… un caro saluto, a rileggerci. Univers

    "Mi piace""Mi piace"


  24. su 22 ottobre 2015 a 19:38 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS81 gliene ho fatte passare di tutto, però io Monica la amo.
    Un caro saluto a te!

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  25. su 28 ottobre 2015 a 13:14 ventidiprimavera

    E come in un film, dovrei dire l’ho guardato..
    ma invece l’ho letto quasi senza respirare..
    Bravissima in ogni passaggio!

    Un abbraccio Alessandra, buon pomeriggio.
    Michelle

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  26. su 28 ottobre 2015 a 17:55 Alessandra Bianchi

    @ VENTIDIPRIMAVERA grazie, carissima Michelle!
    E un grande bacione.

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

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