L’agente speciale Priest si appartò e chiamò Quantico. “Devo parlare urgentemente con il direttore.” Cinque minuti più tardi, era in linea con Milton Brubeck. “Diana si è eclissata.”, annunciò con voce cupa. “Diana” era il nome in codice di Squire (tutti i presidenti degli Stati Uniti avevano avuto un nome in codice e la tradizione proseguiva).
“Non l’avete fermata?” La domanda era così idiota che non meritò una risposta, e Brubeck era il primo a rendersene conto. “E’ stata almeno seguita?”
“Negativo. La signora proviene dalla CIA, agente sul campo prima di tutto il resto… Sa individuare una “scatola” e riconoscere un pedinatore solitario.” La “scatola” è una formazione composta da quattro elementi: uno precede il soggetto, uno lo segue, gli altri due si pongono ai lati. “E qui tutti abbiamo una famiglia.”
Brubeck borbottò qualcosa, mentre spegneva il pc. Aveva visto e rivisto fino alla nausea l’ultimo intervento dell’arabo pazzo. In un impeto di megalomania Daigh aveva inserito la sua firma, il Mago, quasi si trattasse di un film.
“Sono vivo.”, aveva dichiarato un sereno e sorridente Ibrahim al-Ja’bari. “Questo per volere di Allah, il Misericordioso. Ho un compito da svolgere e non mi fermerò finché non lo avrò portato a termine. La mia sacra missione è quella di annientare il grande Satana e, in seguito, il piccolo Satana.” (Usa e Israele). “E in nome del profeta, che riposi in pace, ci riuscirò. La collera di Allah si abbatterà sui miscredenti, ma attenzione: non solo su di loro, anche sui fratelli di fede che l’hanno tradita, commerciando con i venditori di morte, trasgredendo le leggi dell’Islam, bevendo alcolici e mangiando carne di maiale. Questo è il sacro Corano” – lo mostrò – “e io agirò in base ai suoi precetti.”
Ibrahim al-Ja’bari era un hafiz; ciò significava che aveva imparato a memoria tutti i 6236 versetti del libro. Quello che però Brubeck ignorava era il fatto che come altri prima di lui aveva distorto il senso del messaggio trasmesso dal profeta. Non che a Brubeck importasse.
Riagganciò e telefonò a Quantico. Spaccciandola per un’esercitazione, ordinò che ogni aeroporto venisse strettamente sorvegliato. Se avessero riconosciuto Monica Squire, dovevano avvisarlo immediatamente. Lei si sarebbe congratulata e ci sarebbe scappata qualche promozione. Forse disponeva di documenti falsi, aggiunse (l’intuito non gli mancava); d’altro canto era eccentrica, dato che aveva lavorato a Langley. E li conosciamo, vero?
Poi rifletté. Lui stava dalla parte di Monica ed era certo che, se lei si fosse presentata alla riunione, la sciocca proposta di Margaret Collins sarebbe stata bocciata. Avrebbero raggiunto un compromesso ragionevole e in qualche modo avrebbero sistemato le cose. A Londra c’erano dei federali e, in congiunta con l’MI5, l’MI6, la Special Branch, la stessa CIA, sarebbero riusciti a sventare il pericolo.
Punto secondo: la fortezza di Ibrahim al-Ja’bari era stata protetta in maniera esemplare e le fonti di informazioni di cui il pazzo disponeva erano sicuramente degne di nota, però… però, l’incontro non si sarebbe svolto lì, visto che tale fortezza non esisteva più. Bravi russi, concesse a malincuore. Ma avremmo dovuto farlo noi, e subito! Comunque, il fatto rilevante era un altro. Ovunque Squire e l’arabo si fossero incontrati, a costui sarebbero mancate le misure difensive; quindi era più che possibile prenderlo in trappola.
Chi conosceva tale luogo?
Non ci voleva molto per arrivarci. Brian Stevens. Sebbene non amasse la Central Intelligence Agency (il che era reciproco), come uomo lo stimava. Era serio, onesto, capace.
Esitò per un momento, la mano sul telefono, poi scosse la testa.
Stevens non gli avrebbe mai rivelato alcunché.
Perché Monica Squire si comportava ancora da agente? Era il presidente degli Stati Uniti!
Che donna dannatamente formidabile, fu il suo successivo, riluttante, pensiero.
Computer e bombe atomiche hanno una cosa in comune: inizialmente erano molto costosi, di dimensioni enormi, ed era complicato costruirli; con il passare del tempo hanno seguito lo stesso percorso, e oggi esistono pc piccoli (anche piccolissimi) e i prezzi variano con dei minimi pressoché alla portata di tutti.
L’identico concetto si applica a un ordigno nucleare. La bomba trasportata dall’Enola Gay – era il nome della madre del colonnello Paul Tibbets, scelta alquanto discutibile considerando il carico di morte che portava – pesava 4.400 kg, era lunga 304,8 cm, per un diametro di 71,12 cm. Non esattamente un Little Boy…
Ai nostri giorni è possibile costruire un ordigno nucleare nel giro di qualche ora, avvalendosi di un normale banco da officina e, come per i computer, è piuttosto agevole da trasportare viste le dimensioni ridotte.
Naturalmente occorre essere esperti e Ivan Vladimirovic Todorov lo era.
Quando finalmente ricevette l’ultimo componente si mise all’opera nel magazzino che aveva preso in affitto nell’East End londinese. Il materiale proveniva dall’Ucraina e da un’altra repubblica che un tempo faceva parte dell’Unione Sovietica. Era stato introdotto in Gran Bretagna attraverso comodi canali diplomatici. Bustarelle ampiamente ripagate.
Ciò che gli serviva erano due dischi, uno di polonio e uno di litio, esplosivo plastico, uranio, un timer e poco altro. La combinazione di polonio e litio, che separati sono innocui, avrebbe fatto esplodere la bomba.
Vladimirovic Todorov lavorò con estrema attenzione, ottenne il risultato voluto, poi si lavò con l’acqua fredda del bagno e andò a bere una birra in attesa di ordini.
A differenza di Daigh, non gli interessavano gli ideali, bensì i quattrini. E li avrebbe ricevuti. Oh, sì. In abbondanza.
Il giocattolo era pronto.
Dovrei chiamarmi Hunter, si disse soddisfatto William Hunt dopo aver parlato con un informatore. L’uomo non era del tutto affidabile, ma in questo caso l’agente dell’MI5 era propenso a credergli.
La mossa successiva sarebbe stata quella di recarsi all’ambasciata italiana di Londra per fare quattro chiacchiere con un funzionario corrotto. Hunt non amava la violenza e, se possibile, non vi ricorreva. Esistevano, però, delle eccezioni. Qualora il traditore si fosse mostrato reticente, gli avrebbe spaccato le gambe. Era un lurido individuo e non meritava compassione.
A causa sua sarebbero potute morire decine di migliaia di persone.
Hunt telefonò a Sir Edward, il quale si congratulò con lui.
“Ha trovato l’ago nel pagliaio.”
“Me lo auguro proprio, signore.”
Sebbene compiaciuto, Hunt si disse che gli elogi potevano aspettare. Non era detto che, mentre otteneva una confessione completa, ci sarebbe stato ugualmente un bang.
Ma no! Dopo tutto, era un Hunter.
Clicammo il “like” perfettamente convinti che. la nostra missione domenicale non finisse qua.
Cliccammo il “Like” con la convinzione che l’accaduto – da voi descritto – fosse accaduto sul serio.
Leggemmo di uffici governativi e d’iniziative governative.
Leggemmo di situazioni che, descritte, il governo centrale nasconderebbe.
In Texas insiste un modo di dire:
“Se vuoi essere un orso, è meglio essere un Grizzly”.
Altro che orso e altro che Grizzly.
Vivemmo, il capitolo, con partecipazione.
Siete un fenomeno, mia signora.
Abbiate una splendida domenica radiosa … lontana dai Grizzly, se possibile
🙂
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Dannatamente formidabile questa donna … 😉
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@ LORD NINNI grazie mille, esimio Milord!
Radiosità.
(Starò attenta ai Grizzly).
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E’ da dire che, quell’esimio del Col. Tibbets sapeva, conosceva cosa stava trasportando (ovviamente non conosceva la natura della super bomba, ma era a conoscenza – così gli era stato detto – che bastava qualla per distruggere la città intera).
L’excursus di Tibbets (che mostrò tardive manifestazioni di disagio) venne sottolineato dalla propria presa di posizione nell’avallare l’operato di quell’odiosa schifezza che era il governo mirikano.
Mr.Tibbets, su quella scia, divenne un generale.
Divenne un generale a due stelle, senza alcun particolare merito se non saper pilotare un aereo.
Vabbé, se è per questo, anche noi abbiamo il brevetto, ma anche l’attore James Stwart divenne generale (a tre stelle) ed era pilota.
I termini, con mr.Tibbets erano che avrebbe dovuto “tacere” e in quanto generale, non prendere alcuna posizione.
Che uomo!
Tipico mirikano opportunista e vigliacco.
Per quel che concerne la vostra indicazione e spiegazione per le bombe nucleari, siete una bombarola provetta.
Perdonateci, milady.
Avete notizie di Pomarev?
Abbiate una serena giornata e buongiorno…
The Milorder
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@ LORD NINNI su questi argomenti, come ben sapete, la penso esattamente come voi.
Notizie di Pomarev? Arriveranno, Milord!
Avete presente Anakin Skywalker, alias Dart Fener, alias Darth Vader?
Radiosity dalla bombarola.
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Il buon Miloslav a Cannes
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Miloslav e Mr.B.
http://vignette3.wikia.nocookie.net/nonciclopedia/images/c/c3/Berlusconi-Darth_Fener.jpg/revision/latest?cb=20090607155144
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>b> Miloslav a spasso
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Miloslav dopo un buon bagno a Cannes
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Miloslav sulla Promenade de la Croisette che prende il gelatino
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Cagnolino di Miloslav
(Anche i Miloslav hanno un cuore)
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Miloslavina (ma questa è un’altra storia)
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Miloslav Peace and Love
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Vù Miloslavà?
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Ops … questo non è Miloslav
Salutazioni radiosali
🙂
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@ RODIXIDOR Squire? Certamente 🙂
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Fantastica Alessandra
Ma sei brava, davvero
Un abbraccio festivo
Mistral
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Avevo capito che Rage era in vacanza in agosto ma ecco la sorpresa.
Monica la nostra eroina riesce a sfuggire a tutti. Il resto è contorno. Ottimo episodio per la gioia di noni lettori.
Un caro abbraccio
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@ MAIRITOMBAKO che meraviglia, mia amica lontana ❤
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@ OMBREFLESSUOSE ti ringrazio di cuore, cara Mistral.
Un bacio solare.
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@ NEWWHITEBEAR ci furono molte proteste che mi hanno fatto cambiare idea.
Un sentito grazie e un grande abbraccio.
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Pure bombarda! Meglio non contrariarti mai. A boenyőt ma petite.
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@ SUZIEQ11 🙂
Bisous, chérie.
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“per fare quattro chiacchiere con un funzionario” sarebbe bastato, trattandosi di ambasciata italiana “corrotto” è ridondante 😀
Speriamo che Hunt sappia il fatto suo… 😐
http://www.wolfghost.com
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Episodio che fa capire il potere di Monica, caso mai ce ne fosse ancora bisogno. Complimenti anche per come ti sei documentata e per le dovizie di particolari che doni alla tua narrativa. Un caro saluto. Univers
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@ WOLFGHOST come darti torto, lupissimo?
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@ UNIVERS81 i particolari per me sono molto importanti. Questo se si vuol scrivere una buona storia.
Un caro saluto a te.
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@ LORD NINNI che impareggiabile creatività, Milord!
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Puntata ricca di particolari. Bravissima tu a intrecciarli con scorrevolezza.
Ma dove è finito il marito di Monica??? Tifo per lui 🙂
Buona notte, alla prossima, ciao
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Uhmmmm … oggi Miloslav non ha digerito
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Provate a indovinare che notizia hanno, testé, dato al Miloslav …
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Lady Alessandra riferisce a Yarbes, che riferisce sulle Bombe!
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@ ILI6 mi hai letto nel pensiero, cara Marirò?
Yarbes tornerà nella prossima puntata.
Grazie! E felice serata.
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@ LORD NINNI ma la vostra è un’ossessione, illustre Milord 🙂
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Avete ragione.
Ci facemmo prendere la mano, perdendo il controllo della buona creanza.
Accettate le nostre scuse.
Buon pomeriggio ecordialità
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@ LORD NINNI vi abbraccio, Milord!
Ma permettete: perché proprio Pomarev?
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beh, presto detto.
Come varie vote, detto e ridetto in questi anni, noi fummo un Capitano, ex comandante di compagnia, presso un battaglione di incursori paracadutisti.
compimmo molte, anzi moltissime, missioni all’estero dove, qualche volta rientrammo con qualche malestro addosso.
Beh, per la maggior parte delle volte, nelle Giteestere andammo fierissimi del lavoro svolto e del senso di attaccamento al dovere.
Per alcune altre un po’ meno.
Ecco, per quelle “un po’ meno” fummo, un po’ Pomarev.
Molte cose ci accomunano, tante più di quante voi non possiate immaginare. E se per qualcuna nasce, la giusta, esecrazione, per altre – scelleratamente – ne trovo giustificazione.
In due parole, un po’ come vedermi riflesso.
Spietatamente riflesso.
Ma ormai si parla di molto tempo trascorso enoi, come nome di battesimo, non abbiamo Miloslav.
Cordialità
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@ LORD NINNI non immaginate quanto queste parole contino per me!
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Addirittura?
😯
Buongiorno
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Ah.. Monica, se mi piace… Adesso tira fuori
di nuovo, la sua esperienza da agente della Cia…
che forte quella Donna!!
Bellissimo episodio!
Bisous ma chère a bientòt
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA condivido in pieno l’opinione che hai di Monica.
Grazie, chou!
Je t’embrasse.
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