Lo splatter piace, si disse Daigh, il Mago, però le immagini devono essere perfette, nitide, chiare, definite. Davanti a lui, in ginocchio con le mani legate dietro la schiena, ma a capo scoperto, stavano Sarah e Lucie.
L’israeliana manteneva un’espressione fredda, da cui trapelava disprezzo; Blanchard muoveva appena le labbra. Pregava.
Daigh annuì.
Il boia decapitò prima Sarah, poi Lucie.
Bene, pensò Daigh.
Programmò la visione su internet per l’indomani.
Quando mezzo mondo vide quelle terribili immagini – i ripetuti primi piani delle due donne, i loro occhi, la glaciale compostezza dell’una e la trattenuta disperazione dell’altra, seguiti dall’azione del boia – rabbia, indignazione, odio accomunarono milioni di persone. Invano, si cercò di rintracciare la provenienza dell’ip.
A tarda sera, la notizia diffusa dalla Russia – Ibrahim al-Ja’bari era stato ucciso – suscitò entusiasmo e una feroce soddisfazione.
Alcuni minuti più tardi, a Boston, un ragazzino introverso che non eccelleva negli studi, che era negato per qualsiasi sport e che era ignorato dalle compagne di scuola, scoprì due cose: l’indirizzo dell’ip e il fatto che l’arabo era ancora vivo. Poi ne scoprì una terza che chiunque al posto suo avrebbe divulgato, poiché indicava il giorno della distruzione di Londra.
Ma Stephen, questo era il nome del ragazzo, tenne la bocca chiusa, così come aveva già fatto quando era “entrato” nel cervellone di Quantico, senza che l’FBI se ne accorgesse.
Mentre un led intermittente lampeggiava, il telefono privato di cui pochi al mondo conoscevano il numero squillò. Monica Squire si svegliò di soprassalto, accese la luce e guardò l’orologio: erano le quattro di notte. Mio Dio, pensò, l’Unione Sovietica ha invaso la Germania ovest! Una massa di ventimila carri armati che entro tre giorni sarebbe arrivata a Calais. Gli ordigni nucleari tattici… dobbiamo…
Poi si riprese. Trasse un profondo respiro e rispose.
“Brian Stevens.”, disse la voce del direttore della CIA.
“Sì, Brian?”
“Monica, mi ascolti attentamente.” In privato non la chiamava signora, dato che avevano lavorato insieme a Langley.
“Ci proverò.”, rispose lei sbadigliando.
“C’è stata una riunione, una brutta riunione. Oggi lei verrà convocata e, qualora si opponesse a quello che le chiederanno di fare…”
Ci fu una pausa imbarazzata.
“Ebbene?”
“Impeachment.”, disse Stevens in tono piatto.
Squire si svegliò del tutto. Prese il pacchetto di sigarette e ne accese una. La spense subito perché il sapore era orribile.
“Di chi è la proposta?”, domandò.
“Margaret Collins.”
Fu come se l’avessero colpita con un violento pugno allo stomaco. “Capisco.”, disse dopo un momento.
“Per la verità, c’è già stata una votazione. Si è risolta con un pareggio, ma ho i miei motivi per pensare che un paio di persone sarebbero pronte a cambiare campo. Alla fine, è stato Brubeck a proporre un incontro. Fiutava l’aria, secondo me. Lui è contrario.”
Monica fece un sorriso amaro. Proprio come ai tempi dell’Urss. Il Politburo si riuniva e, a sorpresa, il segretario generale veniva deposto. La tipica congiura di palazzo.
“Procediamo con un’operazione alla bin Laden.”, suggerì il direttore della CIA, pur sapendo che la richiesta sarebbe stata ancora una volta respinta.
“No. Senta Brian, la ringrazio di cuore. Stia sicuro che non dimenticherò questa telefonata. Dica a Kline di contattare immediatamente l’assassino. Voglio vederlo al più presto. Chiamerò Bill a mezzogiorno. Ah, un’ultima cosa: ho bisogno di documenti falsi. A nome di una giornalista. Telefonerò anche a lei e le dirò dove trovarmi.”
Riagganciò, fece una rapida doccia, indossò abiti sportivi e uscì nella notte.
Gli agenti del servizio di sicurezza la guardarono sbigottiti e lo stupore fu massimo quando ricevettero l’ordine di restare dov’erano. Poco convinti, si irrigidirono sull’attenti.
Il tenente generale Vasiliy Ivanovic Melnikov, primo vicecapo del SVR, non era arrivato a quell’altissimo livello affidandosi alla fortuna o basando le sue azioni sull’operato di tre soli uomini, per quanto validi essi fossero.
Lasciava agli americani tali azioni da cow-boy. Dopotutto, il generale Custer non era nato in Russia. Per uccidere un orso, occorre attaccarlo da due lati. E ciascuno dei cacciatori deve avere un’arma di scorta, nel caso la prima si inceppi.
Invisibile nel cielo, il drone TU-300 (che ufficialmente era ancora in fase di sperimentazione, cosa non vera) tutto vedeva, trasmettendo a Mosca in un microsecondo le immagini catturate. Da Mosca rimbalzarono a bordo di un KA-52 Aligator, proveniente dal Sudan. L’elicottero viaggiava alla velocità di centosessanta chilometri orari. Piombò sul terreno dove la jeep era esplosa, simile a un falco in picchiata.
Ben prima di toccare il suolo, il cecchino imbracciò Il fucile MTS-116M e fece fuoco.
Del mamba non rimase più nulla.
Poche ore più tardi, Miloslav Pomarev fu ricoverato all’Istituto di medicina e ricerca di Stato a Mosca.
Prima di sera, un missile Kh-55SM distrusse la vecchia fortezza.
Il giorno seguente, per volere di Putin, Yarbes salì su un aereo e venne rispedito negli Stati Uniti.
William Hunt studiò attentamente i fascicoli ricevuti da Sir Edward. Quindi, svolse delle indagini dalle quali appurò che uno dei soggetti era in Iraq, un altro in Giappone. Il terzo, invece, sotto falso nome, si trovava a Londra. Era Ivan Vladimirovic Todorov.
I documenti erano stati già usati in precedenza, ma non c’era niente di strano in questo. Todorov se ne infischiava; era addirittura insolito che si fosse preso la briga di utilizzarli, anziché presentarsi come Todorov in persona.
Sapeva che, benché fosse odiato, era altresì considerato prezioso. Un giorno o l’altro avrebbe potuto lavorare per la Gran Bretagna, così come in passato aveva fatto con varie altre nazioni. Era il numero uno nel suo campo. Ed era difficile resistere al suo sinistro fascino. Alla competenza. E alla mancanza di scrupoli. Un mercante di morte, si disse Hunt. E un maestro di tecnologia.
Poi due termini assorbirono la sua mente. Litio e Plutonio. Litio e Plutonio. Con questi elementi Todorov avrebbe costruito una bomba atomica.
Hunt rabbrividì.
Monica aveva appena finito di mangiucchiare un sandwich, quando Brian Stevens comparve nella tavola calda situata alla periferia di Washington. Vestiva di grigio, e grigio era il suo umore. Prese posto accanto a lei con aria cupa e le porse un passaporto. “Dovrà tingersi i capelli e mettere degli occhiali.”
“Non c’è problema.”
Brian ordinò un caffè, squadrando con disgusto alcune ciccione che si imbottivano di dolci. Il suo ribrezzo si estese ai bambini, grassi quanto le loro madri. Al contrario, benché fosse pallida, Monica sembrava in perfetta forma: jeans e sneakers la ringiovanivano.
“Il comitato Rage?”, si informò Squire.
“Procederanno.”, disse Stevens.
“Che si impicchino!”
Stevens annuì. “E’ ciò che accadrà. Almeno, me lo auguro.”
“Brian, io ho affrontato Matrioska. Crede che abbia paura di quattro traditori?”
Stevens sorrise. “Conosce già la risposta.”
“Kline?”
“Ha stabilito il contatto. Vi incontrerete fra quattro giorni e io verrò con lei.”
Squire scosse il capo. “E’ gentile da parte sua propormelo, però la risposta è no.”
“Lo immaginavo.”, mormorò Stevens. “In ogni caso, sappiamo dove.”
“In Egitto?”, chiese Monica.
“Oh, no. In un Paese notoriamente ridicolo in fatto di intelligence.”
Baci cara, buona domenica, ❤
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@ LAURA bacioni a te, cara 🙂
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Questo vostro capolavoro, mia signora, è un capolavoro.
facemmo “copia/incolla” per meglio leggere.
Torneremo più in la.
Vi anticipammo, nell’immediato, un’impressione che ci colpì alle prime battute lette:
” Ma chi è John le Carré?”.
Radiosità
Torneremo
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buona domenica tesorina dolce
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@ LORD NINNI rossa come un peperone, vi ringrazio di cuore!
Radiosa domenica, Milord.
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@ MAIRITOMBAKO anche a te, amica mia ❤
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Povere Sarah e Lucie! Mi auguro che Monica in qualche maniera riscatterà la loro morte. E il ragazzino di Boston? io ho fiducia nei giovanissimi…
Ritmo serrato, flash su più versanti, il cerchio inizia a stringersi.
Storia appassionante, very good!
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Eccoci (e ci cospargemmo di dolore, onta e cenere per la lunghissima assenza) a commentare, come da norma, il vostro articolo.
Brutta cosa il commento. Noi preferimmo considerarlo un apporto, in subordine, al vostro componimento.
Giusto per puntualizzare: Il tanto ricordato Custer, era in realtà, un Tenente Colonnello e dalla foto in basso si può agevolmente vedere.
http://thelbha.org/gallery2/main.php?g2_view=core.DownloadItem&g2_itemId=114&g2_serialNumber=2
Infatti, sulla spallina, campeggia “stilizzata” la foglia runica argentata che, negli US equivale al grado di Leutanant Colonel (quando è dorata, invece, equivale a quella di Maggiore).
Il grado di “Maggior generale” gli venne riconosciuto al brevetto e per il periodo della guerra di secessione. Per cui, solo ed esclusivamente per l’intervallo indicato egli fu un Generale, ma per mancanza esclusiva di adeguati quadri dirigenti adeguati.
Non staremo qua a disquisire sulla sua inettitudine, arroganza, atteggiamento criminale e ottusità che portò alla morte di quasi tutto il 7° Cavalleggeri, uno squadrone (sarebbe un battaglione e si salvarono in cinque-) composto, anche, da italiani emigrati.
Questo vostro capitolo, mia signora, è l’apoteosi di quanto venne e probabilmente di quanto verrà.
Abbiamo la freschezza narrativa che, forte di una precisa e dominante proprietà grammaticale (Con umiltà ce ne permettemmo la verifica) racconta un bel passaggio di Rage.
Freschezza dei dialoghi e di scenografia, fanno il resto.
Monica ne esce vittoriosa e vincitrice su un frangente che, a far tempo fin dai tre capitoli precedenti, era quasi diventata un peso per l’intera collettività.
Ecco, però, saltar fuori il carattere della vera donna padrona del proprio destino e timoniera di quello di una nazione intera.
Il salvataggio del magg. Pomarev, lungi dal sembrare fatal-fantascientifico/rocambolesco, è l’espressione della preparazione vostra nello specifico.
Un’azione simile, senza l’uso del drone, si ebbe a Kandahar (Afg) dove venne recuperato con un’azione fulminea e similare (l’elicottero era un MI24) il Generale Igor Rodinov, futuro Ministro della Difesa nel governo Eltsin, comandante della 40° Armata e fatto oggetto dei mitragliamenti americani.
Ad azione compiuta, infatti, il mondo intero stentò a riconoscerne l’importanza in quanto, proprio, …fantascientifica.
In ultimo, l’indicazione dell’inetto paese che è … “notoriamente ridicolo in fatto di intelligence” … ci ricordò un doloroso ostello che, da una crisi indotta, non riesce a sganciarsene …
Analisi politico/militare ineccepibile, milady mia signora.
D’altro canto non ci saremmo aspettati qualcosa di diverso.
Decisamente affascinante.
PS.: Ma John le Carré chi è?
Lo avete surclassato, piegato, sparigliato.
Abbiate le nostre radiosità più cordiali
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N.tre refusazzi della madonna.
Beh, stiamo migliorando.
(Sfuggirono, dalla contazione, quei due o tre mila refusi minori).
Pietà, perdono e venia.
Abbiate mercede, siamo anziani…
Salùt
The Milorder
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@ ILI6 thank you, my friend!
Temo che il ragazzino sia, come dire, vagamente autistico, a parte la straordinaria padronanza del pc. Esistono casi simili.
Monica? E’ una dura.
Abbraccione, Marirò 🙂
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@ LORD NINNI certo: apporto, analisi, suggerimenti. Ho sempre letto con estrema attenzione i contributi degli amici lettori, talvolta trovando spunti.
Vi sono grata per la delucidazione riguardo Custer, anche se il pensiero era del russo 😀
Però, nemmeno io lo sapevo.
Il vostro intervento, invero strepitoso, è di quelli che da un lato inorgogliscono e spronano, dall’altro mettono un po’ di paura per le prove future.
Cerco sempre di evitare la fantasia, a parte la storia naturalmente: non mi piace inventare armi inesistenti e organizzazioni altrettanto inesistenti. Occorre quindi documentarsi ed è ciò che faccio, sperando di non incorrere in errori.
John? Beh, generoso Milord, magari quando riuscirò a scrivere “Tutti gli uomini di Smiley”.
Un immenso grazie, mio Signore!
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Uhmm… tutti quelli di Smiley magari no (sarebbe plagio e, sinceramente, non vi ci vedo).
Dovreste analizzare di quanti uomini vorreste raccontare.
Ovviamente dovreste fare molta attenzione nella cernita.
Chessò: a parlare di tutti gli uomini di Vladimir Lux… non la finireste più.
Altro che Alex Alliston..
Salut
🙂
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@ LORD NINNI tutte le donne del Milord.
Era una giornata fredda, sebbene il cielo apparisse sereno, sgombro da nubi. Ai lati della strada sterrata si ergevano cumuli di neve.
“E’ pronto il mio cavallo?”, domandò con la consueta imperiosità il Milord.
“Quasi signore.”, rispose Alexandra.
“Bene. Procedi.”
Alexandra si immerse in quegli occhi con un senso di smarrimento, dovuto – ma solo in parte – a una certa timidezza; ma soprattutto a causa del fascino che in lui ravvedeva.
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Ma anche quelli di Paris Hilton.
Lì, però, si andrebbe molto in alto.
Il volume finale sarebbe corposissimo e in pieno vostro stile:
3.784 Capitoli per 9783.581 pagine.
L’apoteosi …
😉
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@ LORD NINNI già lo dissi: il refuso è libertà.
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Ecco, la libertà del refuso?
Mah.
Da noi, però, si trattò di libertinaggio
😦
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ahah indovino??? L’Italia??? 😀
Pomarev! 😮 Perché me l’immagino al posto di Shwarzenegger uscire come nulla fosse da un autobotte piena di gasolio ridotta a una palla di fuoco? 😀
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST indovinato 🙂
Pomarev? Mi hai fatto morire! 😀
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Bé, non era difficile (indovinare)! 😀
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@ WOLFGHOST in effetti…
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La decapitazione delle due donne rispecchia la ferocia dei giorni nostri e anche di ogni epoca. Monica è battagliera e ha un solo scopo, la vendetta.
Sei una scrittrice eccezionale, è un piacere leggerti.
Un abbraccio
Annamaria
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@ ANNAMARIA49 è precisamente come dici tu, cara Isabel.
In quanto a Monica, ormai la conosciamo bene.
Ti ringrazio moltissimo e ti abbraccio a mia volta.
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Un bel capitolo che diviso in tante parti stanno portando l’azione su piani paralleli.
Un caro abbraccio
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Mi rifaccio al commento di Lord Ninni, sempre ineffabile, quello relativo a John Le Carrè. C’è chi imita i grandi scrittori senza, ahimè, riuscirvi … c’è chi non ha bisogno di imitarli perché è oltre.
Ti mando un saluto speciale … anzi provenzale… senti il profumo della lavanda che si sovrappone a quello del mare? Sono a Canne. Au revoir ma petite.
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Vi ringraziammo, mia signora, per l’espressione generosa che ci allieta e ci confonde.
Grazie.
Pardon, ma trattasi, nello specifico, di una nostra limitazione di comprendonio:
http://www.news-24h.it/wp-content/themes/goodnews5/framework/timthumb/timthumb.php?src=http://www.news-24h.it/wp-content/uploads/2014/02/ospedale-nancy-francia-cerca-fumatori-di-cannabis-300×216.jpg&h=300&w=300
Siete a Canne?
Onde ragion per cui buon divertimento!
🙂
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Se, ad inverso, siete a Cannes, buon divertimento uguale.
🙂
Cordialitazioni
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Ah ah ah ah … Lord Ninni l’implacabile … non sono ancora alle canne ma non sono neppure a Cannes. Oggi altro giro.
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Ci rifacemmo a quanto da voi scritto, mia signora lady Suzie.
Nell’accordarvi i più fervidi voti augurali, ci ponemmo in attesa per il vostro felice ritorno presso questi lidi.
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Bellissimo e intraprendente capitolo, vario e pieno di azione e risvolti su più fronti narrativi, descritti con la sapienza che ormai hai acquisito. Una come Monica la porteremmo anche in guerra totale! Un caro saluto. Univers
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@ NEWWHITEBEAR devo dire che a me piacciono molto i “piani paralleli”.
Grazie e un grande abbraccio.
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@ SUZIEQ11 merci bien, chérie 🙂
Bisous ^^
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@ LORD NINNI credo che Suzie intendesse “Cannes”.
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Mia signora dolcissima lady Alessandra (detta anche Sandra o Ale), alle vostre dottissime conclusioni, in subordine, ci arrivammo anche noi.
Nell’augurarvi una serena e felice piallata giornata, vi sorridemmo per copiosi voti augurali.
Salutations radiosly
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@ LORD NINNI Canne: la più grande vittoria di Annibale, la più grande sconfitta di Roma; Cannes: la “mia” città!
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Indiscutibilmente aveste ragione, nostra radiosissima signora.
Ed è proprio nel merito della vostra delucidazione che, con tanta umiltà ed in subordine, vi signficammo la notazione … “… anzi provenzale… senti il profumo della lavanda che si sovrappone a quello del mare? … .
Sarebbe stato estremamente difficile, a nostro umilissimo parere che, Lady Suzie, potesse pasteggiare a Strascinett al cim de repa come, probabilmente, vorrebbe la storia di Canne di Puglia.
Vi accordammo, mia signora, i nostri più deferenti e radiosi omaggi.
The milorder
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@ UNIVERS81 ti ringrazio, mio generoso amico.
E concordo su Monica.
Un caro saluto a te.
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…
Notevole, capitolo poliforme,
certo che, in quanto a barbarie e crudeltà e come
vivere ai giorni Nostri..
Bravissima Alessandra come sempre!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA purtroppo hai ragione: le barbarie che leggiamo quasi ogni giorno sui giornali.
Grazie mille, Michelle!
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