Si erano scelti un luogo appartato, al confine settentrionale del parco. Oltre la rete di recinzione, c’era un vecchio museo, abbandonato da anni. L’edificio formava un angolo retto con un deposito di legnami. I bambini giocavano a pallone all’estremità opposta del parco; il piccolo prato circondato da grandi alberi secolari era stato adibito a campo di calcio. I vialetti ben curati ospitavano panchine verniciate di fresco, dove alcune donne chiacchieravano lavorando a maglia; un uomo anziano leggeva il giornale.
La panchina su cui sedevano Letizia e Marco era celata alla vista da una folta macchia di vegetazione. Era anche l’unica panchina che mostrava i segni del tempo. L’amministrazione comunale non si era presa la briga di farla verniciare: alla fine di quell’estate sarebbe stata rimossa. Sarebbero scomparse le frasi che rammentavano antichi amori, ricordi lontani e momenti felici; eterne promesse che probabilmente non erano mai state mantenute.
Non era possibile fare l’amore lì. Sebbene in teoria fossero lontani da sguardi indiscreti, qualcuno avrebbe potuto risalire il sentiero che conduceva al museo. Il cancello a nord del parco era chiuso da anni, ma talvolta qualche spirito romantico si spingeva fino al posto delle fate.
Benché stesse vivendo la notte dell’anima, Letizia sorrideva. Era come se volesse assaporare quel momento di assoluta intimità in un modo talmente intenso da renderlo infinito.
Marco avrebbe voluto fare l’amore. Era sicuro che non sarebbe arrivato nessuno, le voci dei bimbi giungevano attutite dalla distanza, il museo era avvolto nell’ombra, e le fate non c’erano più. Alzò gli occhi al cielo, mentre Letizia accarezzava distrattamente Sally. Il cane amava molto Marco, perché gli animali sanno leggere nel cuore degli uomini. Marco osservò le nubi trasportate dal vento; a tratti il grigio veniva interrotto da rettangoli luminosi. Era un gioco che si protraeva da quella mattina. Il sole appariva e scompariva; intorno alle dieci era piovuto, ma per poco. Adesso la panchina era perfettamente asciutta.
“Ti amo.”, disse Letizia.
Lui annuì. Non occorrevano risposte.
Lei gli prese delicatamente una mano e se la portò in mezzo alle gambe. Accolse con un sospiro il suo dito.
Le fate avevano abbandonato quel luogo quando il museo era stato chiuso. Per lungo tempo si erano dedicate al compito di vegliare sugli innamorati e di proteggere le vestigia dell’arte. Ora quel compito si era esaurito.
Letizia allargò le gambe, chiuse gli occhi e incominciò a gemere.
Marco sapeva che se lei gli avesse chiesto di gettarsi in un burrone, lui avrebbe obbedito senza esitare. E non si sarebbe limitato a questo. Una graziosa casetta immersa nel verde. Vasi di fiori ad ogni finestra. Uscire al tramonto con Sally, respirando l’aria viva della natura. Rincasare per raggiungere Letizia che lo aspettava a letto.
Se il tempo fosse gestito dall’uomo, tutto questo si sarebbe realizzato. Ma il futuro non è una linea retta che attraversa i campi della vita; è più simile a un cerchio tracciato da un compasso misterioso, che persegue fini propri e oscuri.
Il museo era stato chiuso in seguito a uno scandalo, le fate avevano abbandonato il parco, gli innamorati erano rimasti soli senza che nessuno si curasse più della loro felicità.
Marco si alzò dalla panchina e si avviò lentamente verso l’uscita.
Durante quel tragitto eterno non si girò mai perché non voleva vederla piangere.
Ma sentì Sally guaire.
IL POSTO DELLE FATE 1 DI 4
7 luglio 2015 di Alessandra Bianchi
37 Risposte
buon pomeriggio mia cara amica
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Sembrava che tutto procedesse per il meglio ma Marco se ne va. Perché? Lo sapremo alla prossima puntata.
Un caro abbraccio
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Alcuni tratti della new entry mi sanno di deja vu, il che non è affatto un difetto, anzi significa che il tuo stile prende sempre più forma. Un caro saluto, alla prossima puntata.
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Una storia che ha spessore.
Risvolti umani che colpiscono e vanno in fondo, secondo la vostra sensibilità consueta, che è notevole.
“… Ma il futuro non è una linea retta che attraversa i campi della vita; è più simile a un cerchio tracciato da un compasso misterioso, che persegue fini propri e oscuri …
Ecco uno di quei intercalari che, in pratica, ci costringono a leggervi e leggere quella forza emozionale che, la vostra penna, sa esprimere.
Una lettura che dura da, ben, nove anni…
Figurarsi.
___________________________________________
Se ci venne consentito, vorremmo porvi, mia signora, una domandina semplice semplice (che poi sarebbe, anche, una
dolorosissima e tragicaconsiderazione).Questo racconto, molto gradevole peraltro, è suddiviso in “puntate” dove figura un romanzo “a puntate” tuttora in corso?
Interessante . http://ww3.veryicon.com/icon/128/Emoticon/IconTexto%20Emoticons/Surprised.png
Cordialuti radiosali, 1 di 2
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Salutialità cordialose, 2 di 2
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@ MAIRITOMBAKO che meraviglia! Come il voto in Grecia, direi.
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@ NEWWHITEBEAR contrariamente al solito, ho già scritto tutte le puntate… e ci ho capito ben poco 🙂
Speriamo…
Un caro abbraccio.
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@ UNIVERS81 come mi conosci, caro “vecchio” amico!
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@ LORD NINNI in fondo, sono solo quattro puntate, e non è che “Rage” sia seguitissimo…
Per il resto, vi ringraziammo infinitamente.
Radiosità.
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Come sarebbe a dire:”Rage non è seguitissimo?”
Cosa vi convinse di questa insensatezza???
Salùt (27:4×9)
😉
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Sei adorabile quando deponi il kalashnikov 🙂
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@ LORD NINNI “Rage” è seguito da illustri lettori… circa dieci o dodici.
Su Splinder l’esecrabile “Corinne” riceveva cento commenti a post.
Così è, luminoso Milord.
Forse perché non spammo? No, no, non l’ho mai fatto.
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Eh vabbè adesso.
Corinne qua e Corinne là.
Corinne l’esecrabile e … affini.
Ma c’erano, anche, grossi calibri del tipo:
Maria Strofa (Assolutamente indimenticato);
Barone Rosso (Un gentiluomo d’altri tempi);
The black blatta (il cui trastullo, serale, serviva a compensare tutto quello che di bello era capitato durante la giornata);
Isabel49, Newwhitebear, SAR, Wolfghost. Azalea, Happysummer, Capehorn, King Lear, Brumbru, Ventidiprimavera, Goodnightmoon e tanti altri.
I commenti, come li chiamate voi (noi li definimmo, da sempre, apporti), in ogni caso erano colloquiali per cui si registravano tre, quattro, cinque interventi dallo stesso nominativo.
Dieci, dodici dite? Beh, a quattro interventi a testa fanno quaranta, che sommati alle risposte, diventano ottanta.
Si fa presto …
Molti non li ricordammo più, ma, verosimilmente, ricordammo gli avatar (memoria fotografica? Mah).
Bei tempi, se ci consentite però, erano tempi in cui i “commenti” erano composti da intere discussioni, con interscambi tra lettori stessi.
Poi c’erano i Post fantasma, gli interventi dei Vostri personaggi, le nostre “Liti” e susseguenti “incomprensioni” (sempre e comunque entro l’alveo della massima correttezza, però).
L’Illuminato va a cena, mia signora.
Salutazioni sentiterrime!
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… e poi, commenti e commentazioni terminavano, intorno, alle 23.00/24,00 …
E dunque …?
Sua luminescenza vi arì-saluta
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@ LORD NINNI Maria Strofa e Barone Rosso: un pensiero sincero per loro!
La blatta, meno male, è scomparsa.
Isabel, Wolfghost, Newwhitebear, Capehorn, Brumbru, Univers ci sono ancora.
Come il luminoso Milord.
Ne mancano circa ottanta 🙂
Complimenti per la memoria!
Radiosity*
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I post fantasma 🙂
Oggi non riceverei un commento, diletto Milord.
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… e chi l’ha detto che, oggi, non ricevereste alcun commento?
Il diletto se ne va occupandosi d’altro.
Bah.
‘Notte
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Un post fantasma che nessuno ti commenta?
Ma guadda, questo non creto acche pecché un fantasma non si può prentere, ma si può scrivere.
Quindi, se lo scrivi, altro scrive che viene qua a scrivere e, dunque, ti scrive.
E scrivo ora e domani vedi che più di un fantasma, ti trovi tanti scritti che sono scritti da quelli che li hanno scritti, scrivento.
Mi raccomando
🙂
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@ RODIXIDOR ho scritto moltissimi racconti senza kalashnikov, poi mi ero stancata.
Grazie 🙂
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@ ANTONIO RAZZI io la voglio al più presto alla presidenza della Repubblica, e anche dell’Europa!
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Ma guadda amica mia, questo non creto anche pecché tove lo metto a Mattarella che, zitto zitto, anche lui ogni tanto non tice niente. E poi, senti ammé, ancora sei anni ha ti stare zitto zitto e io, amica mia, appena è finita la legislatura mi piglio il vitalizzio. Ma stai tranquilla che, appena piglio il vitalizzio ringrazzio pure a te.
Come presitente dell’Europa, non creto pecché, altrimenti amica mia, non mi tanno il vitalizzio.
Comunque ti rincrazzio tel pensiero e ti ricorto nelle mie prechiere-
Timenticavo, ma pecché invece del posto telle fate non ci scrifi il Piatto ti spachetti al “pesto della fata” che è più buono e fa bene. E macari lo fai in quattro puntate così ci cambi il tipo ti pasta (maccheroncino, torciglioni, fusillo).
Grazzie ti tutto.
🙂
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Una cosa così, per esempio …
🙂
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… ma tu mettici la ricetta ,,,
1,2,3 o 4 puntate…
😉
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@ ANTONIO RAZZI ma quale vitalizzio?
Lei merita di più. Molto di più. Lei è un Putin, un Che Guevara, un Napoleone!
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Guadda, questo no creto.
Basta che mi ricorti perchè smiglio ai più grandi imperatori tella storia.
Ma io sono meglio
🙂
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Un bacio cara, e’ sempre un piacere leggerti, un abbraccio e buon giovedi’, ❤
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Fate, amore, favole,destini…a volte bisogna crederci….
Baci alla MIA strega
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@ LAURA ti ringrazio di cuore, mia bella amica ❤
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@ MARI è vero, MIA guerriera!
Lots of love * _________ *
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Sicuramente un ottimo inizio ( di un mistery ?) che seguirò con consueta attenzione.
🙂
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@ ANTONIO RAZZI anche pontefice…
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Guaddam, questum non cretum, sed una bendicenti te la mandus volentierem.
Salutationem per tuttis.
Antonius papa pius (a soretem)
🙂
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@ ANTONIUS RAZZIUS I pp
mmm… scrivete un po’ a S.B. 😀
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Cribbio.
😦
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@ ILI6 mia generosa amica, non credo che sia un mistery. Piuttosto un racconto strano, che io stessa non riesco a decifrare.
Grazie per l’attenzione!
Prima della seconda puntata, però, ci sarà “Rage”.
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oooh… tristissimo il finale di questa prima parte 😦 Una storia partita come una favola ma che, almeno per ora, ha svoltato nelle tenebre…
Il titolo non mi è affatto nuovo, credo sia una riproposizione, vero? Per fortuna la mia scarsa memoria me lo fa leggere come fosse la prima volta! 😀
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST la memoria dei lupi è grande!
Complimenti 🙂
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