Adesso Lucie Blanchard poteva vedere a occhio nudo i guerriglieri che venivano avanti correndo, armati di Kalashnikov. Calcolò che fossero circa una ventina; troppi, come aveva detto l’israeliana. Un’idea le balenò nella mente: se si fossero mossi rapidamente, arrivando alla fortezza prima di essere raggiunti, poi l’avrebbero presa d’assalto e, una volta conquistata, si sarebbero difesi da lì.
Espose il suo progetto. Sarah Gabai la ascoltò, quindi scosse la testa. “Voi avete individuato tre o quattro persone, ma chi ci dice che all’interno non ve ne siano altre? Magari dieci o quindici. Finiremmo intrappolati fra due fuochi.” All’improvviso le si illuminò il volto.
Nel cielo era comparsa la sagoma di un elicottero Apache.
Lucie le porse la mano per un “cinque”. Evidentemente, anche a Tel Aviv sapevano cos’era.
L’aspetto è anonimo, simile a quello di migliaia di persone che in genere passano inosservate. E’ solo lievemente sovrappeso, a causa delle troppe salsicce, delle quattro uova al burro quotidiane e degli innumerevoli boccali di birra che ingurgita avidamente, quando non si trova dall’altra parte del mondo. Da giovane, riflette, era più magro; ma allora c’era Muireann. Decide di non pensarci, è meglio.
Appollaiato su uno sgabello, davanti al suo strumento magico, guarda con curiosità Ibrahim al-Ja’bari. Un pazzo, aveva pensato. Ora si corregge: “forse” un pazzo, ma di quelli geniali. Tipo Hitler. Per scacciare dalla mente il ricordo di Muireann – perché, si chiede, i ricordi arrivano anche se non richiesti? – passa in esame le sue mosse. Come sempre, dato che ama la matematica, procede per ordine, affidandosi ai numeri. Lo fa pure quando parla.
Numero uno: ha sventato l’attacco della Delta Force. E’ sicuro che Monica Squire obbedirà, sebbene ne sia un po’ dispiaciuto. Mentre, sotto dettatura, scriveva il messaggio, dentro di sé vedeva Piccadilly Circus avvolta dalle fiamme dell’inferno; ovunque corpi dilaniati e lassù, in cielo, l’immagine di un fungo velenoso che nessun vento sarebbe riuscito a disperdere, se non dopo giorni e giorni. Bastardi inglesi! Muireann ne sarebbe stata contenta. Muireann che cantava Zombie a squarciagola, le guance arrossate per l’emozione, gli occhi blu indaco scintillanti di collera e di amore e i capelli color dell’autunno mossi dal vento.
Comunque, non ha dimenticato la promessa: qualcosa di grosso a Londra.
Numero due: l’israeliana è finita. Ibrahim ha piazzato in anticipo le sue pedine. La fortezza è circondata da ogni lato. Malgrado siano delle scimmie, i guerriglieri hanno il vantaggio della conoscenza del territorio, e poi sono tanti.
Numero tre: i russi…
Il fondamentalista islamico interrompe il corso di quei pensieri. “Prepariamo un’altra letterina.”, dice.
Daigh, il Mago, annuisce.
Il trentaquattro per cento dell’esercito israeliano, composto da 186.500 effettivi, cui in caso di guerra si aggiungono 445.000 riservisti, è composto da donne; le stesse proporzioni, grosso modo, valgono per il Mossad. A bordo del Boeing AH-64 Apache, una di esse, Esther Berkowitz, seduta davanti al posto del copilota mitragliere, che in precedenza era stato occupato da Sarah, scrutò con attenzione gli uomini che correvano nel deserto, sotto di lei. Ne stimò il numero, ignorando i sensori del sistema TADS/PNVS, poiché al momento inutili, quindi corresse lievemente la rotta, inserì il pilota automatico, si sistemò bene sul seggiolino in kevlar, azionando il cannone da 30 mm, provvisto di una gittata di quattromila metri e capace di esplodere seicento colpi al minuto. Regolò il tiro e fece fuoco.
Il risultato fu una strage. I guerriglieri vennero falciati come spighe di grano.
Tutti, tranne uno, che si era solo buttato per terra. Un vecchio trucco, sempre utile: fingersi morto.
Poco distanti da lì, Sarah e Lucie si scambiarono un altro “cinque”.
Esther Berkowitz fece un giro di ispezione, sorvolando a bassa quota il luogo del massacro.
Con la coda dell’occhio notò che un fondamentalista si stava rialzando, poi vide che imbracciava uno Stinger, invece del consueto Kalashnikov che non avrebbe nemmeno scalfito la corrazzatura del velivolo, e lo puntava contro l’elicottero. In linea teorica, lo Stinger era l’arma adatta. Ma soltanto in linea teorica. Accomodati pure, sogghignò Esther. Sapeva benissimo che gli Stinger sono programmati in modo da non poter sparare a un apparecchio di fabbricazione americana. Con un sorriso di trionfo, inquadrò il bersaglio.
Però, ignorava un particolare.
il Mago aveva lavorato su quello Stinger, modificandone la memoria e annullando l’input.
L’uomo prese la mira e sparò.
Un istante dopo l’Apache esplose.
Grazie alla vendita di armi, di aerei e di elicotteri, per la Russia il Sudan era un territorio aperto, e Miloslav Pomarev, Danil Volkov e Martin Yarbes atterrarono senza problemi, trovando una jeep che li aspettava. Il serbatoio era pieno e vi erano taniche di riserva in abbondanza, oltre a viveri e a borracce. Si diressero subito verso l’Egitto.
Passare il confine era facile come bere un bicchier d’acqua, a patto di conoscere i luoghi adatti, e loro li conoscevano.
Imboccarono una strada sterrata che più avanti diventò una pista quasi impraticabile. Volkov guidava, mentre Pomarev consultava una cartina geografica non eccessivamente precisa. Yarbes contemplava il panorama circostante; nel frattempo rifletteva. Non era il tipo d’uomo da indulgere troppo ai rimpianti (il termine “rimorso” per lui non esisteva), ciò nonostante si sorprese a pensare a Monica e al loro amore finito. Tutto sommato, la prospettiva di andare a vivere in mezzo a un bosco non gli sembrava più irresistibile, posto che in passato lo fosse stata. Un tempo sarebbe potuto essere il suo destino, ma quel tempo era finito da un pezzo. Invece di dare la caccia ai bracconieri, aveva trascorso gran parte della sua esistenza a cacciare e uccidere spie.
Vedremo, si disse. Finiamo questo lavoro, poi… chissà.
Un francolino azzurro li stava osservando dal ramo di un albero rinsecchito. Non giudicandolo uno spettacolo interessante, tornò a badare ai fatti propri.
Martin guardò Pomarev. E’ anche possibile che lui riesca ad ammazzarmi. Di sicuro, lo desidera.
E in questo siamo pari.
lieta domenica dolce amica
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@ MAIRITOMBAKO che meraviglia!
Un bacione 🙂
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Sempre colpi di scena a movimentare i tuoi pezzi.
Un caro abbraccio
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Bello davvero!! Un bacio cara, buona domenica sera e buon inizio settimana, ❤
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@ NEWWHITEBEAR mi auguro che piacciano.
Un caro abbraccio a te.
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@ LAURA grazie, carissima!
Bacio grande e l’augurio di una bellissima settimana * _____ *
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Se volevamo dell’azione … L’abbiamo ottenuta e ce ne hanno dato a man bassa e di tutti i generi.
L’assedio alla fortezza e l’assediato forse non c’é neppure.Giusto per mettere quel pizzico di mistero che non guasta.
Gli assedianti che perdono già subito un pezzo importante.
La cavalleria é lontana e tutti i forti sono sotto assedio.
C’é chi spera nel grande “boom”, c’é chi medita su come evitarlo o fa in modo di evitarlo e senza passare dal via (Perché c’é sicuramente qualcuno che sta pensando di evitarlo)
Tutto questo mentre finaiamo di allacciare bene il casco in testa.
Adesso serve un bel buco profondo e aspettare gli eventi.
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@ CAPEHORN nelle prossime 954 puntate le cose si dovrebbero chiarire. Almeno, lo spero 🙂
Scherzi a parte, ti ringrazio di cuore.
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954? Cosa fai? Togli le puntante senza dirlo? Ueilà non erano 1.000? 🙂
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@ CAPEHORN 1.000 meno 46… ecco, il conto torna 🙂
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Anche matematioca questa donna … Ma quante ne sai ! 😛
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@ CAPEHORN 🙂
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Si passa all’azione: bene!
Mi destabilizza un attimo il 2° capoverso al tempo presente (progressivo?non mi pare: ci sarà un motivo?)
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Un brano bello e complesso. Sicuramente dil dipanamento, almeno in questa prima fase, è iniziato.
una bella descrizione di passo e d’avvenimenti non comune.
Avevo copiaincollato il racconto per leggerlo, con comodità.
Mi sono ritrovato a rileggerlo altre volte, proprio per bellezza.
L’impegno profuso è grande.
Nota: “nelle prossime 954 puntate … ”
Avete bisogno di un attimo di riflessione, milady. Siete stanca. Rilassatevi un attimino.
poi chissà.
Sempre attento, vi salutammo
Radiuti
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@ ILI6 mmm… non saprei dare una risposta precisa: mi è venuto così.
Un sorriso per una giornata serena 🙂
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@ LORD NINNI sono più che lusingata, Milord!
L’impegno è senza dubbio grande, i risultati sono affidati alla bontà di chi legge.
Nota: più che stanca, direi schizzata 😀
Radiosità.
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Indiscutibilmente sullo “schizzo” se ne potrebbe parlare.
Qua neanche noi siamo messi tanto bene. più che altro è l’aspettativa di 954 puntate che ci terrorizzò.
Certi, anzi certissimi, di poter rappresentare i vostri arguti lettori, vi significammo, mia signora, la nostra assoluta
preoccipazionefiducia per le puntate future, con la speranza che possiatedistruggere tuttoportare a compimento quanto ripromessovi.Abbiate umilissime, ma speranzosamente radiose, cordialità.
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@ LORD NINNI oh, una grande ventata di allegria!
Fa sempre bene 🙂
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“gli Stinger sono programmati in modo da non poter sparare a un apparecchio di fabbricazione americana”… diabolici! 😀 Non mi stupirei se il fatto di poter rimuovere quella “sicura” sia stato lasciato di proposito: con tutte le armi di fabbricazione americana che sono qua e là nel mondo, meglio tenersi stretta la possibilità di abbatterlo 😉
Martin e Monica… oh, sarebbe stato un ricongiungimento romantico, necessariamente passante per il perdono di Monica, ma… credo resterà solo un sogno di Martin 🙂
http://www.wolfghost.com
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Puntata pimpante, ricca dei fuochi dell’azione che tu sai descrivere ormai con una certa puntualità. Attendiamo alcuni eventi del puzzle… che appunto non si faranno molto attendere… un saluto, a presto. Univers
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@ WOLFGHOST un’ipotesi, la tua, più che intelligente!
Il sogno di Martin? Vedremo…
Ciao, lupissimo ^^
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@ UNIVERS81 sono contentissima del tuo apprezzamento.
Domenica avremo nuovi elementi.
Un caro saluto, mio “vecchio” amico.
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Torno sempre con piacere a leggere i nuovi episodi.
Azione e intrigo sono importanti in queste spy story e tu, sei molto brava a tenerci sulle spine
Baci di buon weekend
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE spero di continuare a farlo.
Grazie, cara Mistral, e baci a te.
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…
Ti seguo Alessandra, anche se, in queto periodo faccio fatica entrare
in woorpress… il sito si apre troppo lentamente…
Buon inizio di settimana
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA a me succede con altre piattaforme.
Bisous, Michelle*
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Sono sempre in ritardo con i tempi, ma passo, ehhhh se passo a leggere questa meraviglia che di volta in volta mi tiene incollata al monitor.
Bravissima Alessandra.
Serena notte, Pat
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@ PATRIZIA M. la tua presenza mi fa sempre molto piacere!
Grazie e buona giornata, Pat.
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