Washington
In tutti i centri di potere, indipendentemente dall’importanza che rivestono e dal grado di influenza che sono in grado di esercitare, il concetto di lavoro d’equipe è assai diffuso per volere di chi ne è a capo, ma nella realtà dei fatti spesso non corrisponde al quadro che si vorrebbe offrire all’opinione pubblica.
Le divergenze possono essere attribuite soprattutto a due fattori: antipatie personali, il più delle volte nate da antichi e mai sopiti rancori, e la pura e semplice lotta per la supremazia. Questo vale anche, e principalmente, per i governi e le strutture che lavorano per essi. In Italia, DC di destra e DC di sinistra erano in pratica due partiti diversi, che si fondevano solamente in vista delle elezioni; nell’ex Unione Sovietica, il Politburo era dilaniato da violente lotte intestine; perfino in Gran Bretagna i laburisti avevano due anime distinte; e un anno e mezzo dopo lo stesso concetto sarebbe valso per il PD di Matteo Renzi. Tali contrasti non hanno peso soltanto nel caso di una leadership assoluta: Vladimir Putin ne è un chiaro esempio.
Naturalmente la politica non è geometria, perciò una ragione può intersecarsi con un’altra. Un terzo elemento, infatti, è dato dalla divergenze di idee che contemplano una visione diversa del cosiddetto bene comune. Negli Stati Uniti un senatore democratico del sud è sicuramente più vicino alle posizioni di un repubblicano che non a quelle del suo partito; al nord la situazione è differente. Vi è infine una questione morale. Una “colomba” del governo in carica di norma prova un sentimento di distacco – se non di disprezzo – nei confronti di organizzazioni, quali ad esempio la CIA, a causa di azioni giudicate prive di senso etico. Un “falco” ragiona in tutt’altro modo. I risultati, prima di tutto.
L’insorgere di una grave crisi generalmente può compattare un gruppo di potere, però entro certi limiti.
Quando Bill Kline dell’NRO riagganciò e tornò a sedersi con aria trionfante, gli occhi di tutti erano puntati su di lui. “Abbiamo individuato Ibrahim.”, dichiarò. “E questa volta senza possibilità di errore. Si nasconde in una vecchia fortezza nei pressi del confine tra Egitto e Sudan.”
Si udì un sospiro di sollievo collettivo; ma quando Jim Patterson della Delta Force annunciò freddamente quello che avrebbe fatto: escludere cattura e processo pubblico, in quanto troppo pericolosi, e agire come con bin Laden, i volti di alcuni dei presenti si oscurarono.
Il Segretario di Stato prese la parola per invitare alla prudenza. Era necessario – sostenne – mettersi in contatto con gli egiziani, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa. Il ministro del Tesoro annuì. Milton Brubeck e Brian Stevens scossero la testa.
“Propongo una votazione.”, suggerì il responsabile del National Security Council.
Lungo il tavolo, gli sguardi dei membri del comitato Rage si rivolsero a Monica Squire.
Lei sfogliò gli incartamenti che aveva esaminato all’inizio della riunione, senza peraltro prestargli la minima attenzione; quindì osservò gli uomini e l’unica donna che aspettavano in silenzio. Era combattuta. Si era opposta a un bombardamento indiscriminato. Ora si parlava di un raid che approvava. Ma… uccidere, privando le vittime di un processo equo… Da un lato, voleva la morte del mostro che aveva posto fine alla vita di suo figlio, e la desiderava ardentemente; da quell’altro, si rendeva conto che non sarebbe stata un’azione legale. Andava contro i suoi principi. Non dubitava che il fondamentalista sarebbe stato condannato alla pena capitale, però non così. Non era questo lo spirito dell’America, esattamente come non lo era stato quando bin Laden era stato giustiziato a sangue freddo.
Si immerse nei propri pensieri, mentre il tempo passava, consapevole della grave decisione che, in qualità di Presidente, avrebbe dovuto prendere, quale che fosse.
E infine parlò. Con voce ferma, disse: “Bene. Si proceda alla votazione.”
Quelle parole furono accolte da mormorii di sorpresa.
Monica li ignorò. Frugò in una tasca, prese un pacchetto di sigarette e se ne accese una, suscitando un certo stupore.
“Chi è a favore del piano di Jim Patterson?”, domandò.
Contò le mani che si alzavano.
“E chi appoggia non già la proposta del ministro degli Esteri, bensì la mia: cattura e trasferimento immediato negli Stati Uniti, dove Ibrahim al-Ja’bari verrà sottoposto a regolare processo?”
“A Washington non c’è la pena di morte!”, protestò il direttore dell’FBI.
“Ma nel Nevada, sì.”, ribatté Monica.
Altre mani si alzarono. Qualcuno si astenne.
Monica Squire contò nuovamente i voti.
“Parità.”, disse. “E invece occorre decidere. Riproviamo, signori.”
A questo punto ordinò caffè e spremute. “E’ una decisione importante. Vi prego di riflettere.”
Rifletterono. (Per la verità, Patterson si limitò a giocherellare con una matita).
Al termine della seconda consultazione, il voto decisivo risultò essere quello di Margaret Collins.
Era stata la sola a cambiare idea.
Alto Egitto
Il Mago si mise immediatamente all’opera. Tirò fuori da una borsa il suo strumento e lo posò su un ripiano. Lo aveva battezzato William Wallace. Da una sacca estrasse vari congegni.
A differenza di Henry, Daigh non lavorava per soldi e non aveva mai accettato un solo dollaro da Ibrahim. I patti erano che più avanti sarebbe successo qualcosa di grosso a Londra; questa era l’unica ricompensa che gli interessava.
Daigh tagliò il filo dell’antenna del dispositivo di rete wireless e lo saldò in senso inverso. Con calma sistemò il rame della schermatura esterna, da dove sarebbe giunto il segnale. Rimosse i conduttori in modo da separarli, quindi si dedicò ai cavi per la parabola e assemblò l’antenna satellitare e i cavi, positivo su positivo e negativo su negativo. Infine, accese William Wallace e si connesse a un satellite commerciale, indirizzando poi il segnale in tre precise direzioni.
Il “Diario Segreto” di una bambina è un quaderno dalla copertina rigida, sulla quale sono raffigurati cani, gatti o cavalli, e che è provvisto di un piccolo lucchetto con chiave estraibile annessa. Questo prezioso scrigno che custodisce segreti e sogni negati agli adulti probabilmente è più sicuro di un computer, per quanto sofisticato e protetto esso sia. Naturalmente a patto di trovarsi in presenza di un cracker o di un hacker, anche se – anni fa – un bimbo “entrò” senza problemi nel computer del Pentagono.
Il Mago sapeva dove cercare, poiché lo aveva già fatto molte volte in precedenza.
Due ore più tardi interruppe la lettura del Corano di Ibrahim al-Ja’bari.
“Uno.”, disse. “Monica Squire è viva. E presto riceveremo una visita dalla Delta Force.”
Il fondamentalista lo fissò, impassibile.
“Due.”, proseguì Daigh. “I russi non dispongono della tecnologia americana, però riescono a spiare le loro mosse. Questione di ore e sapranno dove ci troviamo. Sembra che Putin abbia intrapreso una gara di velocità con loro e intenda arrivare primo. Ne ignoro i motivi.”
Ibrahim annuì. Lui li conosceva.
“Tre.”, concluse il Mago. “Il Mossad è già qui. Dato che siamo in pochi, hanno mandato una sola agente, a quanto pare molto considerata.”
“Qui?”, gli domandò Ibrahim.
“Sì.”, confermò Daigh. “Si muoverà dopo il tramonto.”
Ibrahim al-Ja’bari depose il Corano e andò alla finestra. La luce del sole era abbacinante e il deserto sembrava un mare di fuoco; le spesse mura della fortezza però proteggevano dal calore insostenibile e più tardi, insieme all’oscurità, la temperatura sarebbe calata e sarebbe sopraggiunto il freddo. Ibrahim si voltò e scrutò il volto dell’irlandese. Il fondamentalista islamico non tradiva la benché minima emozione.
“Allora, la cattureremo prima.”
“E… per il resto?”
Lo sguardo di Ibrahim si fece sprezzante.
“Allah è con me.”
E’ un pazzo, pensò Daigh. Ma a me sta bene.
“Sei un’araba?”
“Non dire sciocchezze!”, esclamò Sarah Gabai. “Sono israeliana.” Si guardò attorno, abbassò il mitra e indicò i due neri che nel frattempo si erano svegliati. “Loro potrebbero forse essere utili. Tu certamente no.” Ridacchiò. “E’ meglio che pensi ai tuoi studi.”
“Hai ragione.”, mormorò Lucie Blanchard.
Si stese sulla sabbia, e un istante dopo le sue gambe scattarono formando una micidiale forbice, che cinse l’agente del Mossad alla vita. A Sarah mancò il respiro. Era stata colta completamente alla sprovvista. Tentò di liberarsi da quella tenaglia, ma invano. Finì a terra, in preda a un dolore lancinante.
“Ti arrendi?”
Sarah strinse i denti.
Lucie incrementò la stretta.
“Va bene!”
“Anche le archeologhe sanno battersi, sai?”, disse Lucie ritraendo le gambe. “Sono cintura nera di judo.”
Malgrado fosse ancora sofferente, Sarah le rivolse un sorriso. “Ho imparato qualcosa di nuovo riguardo all’archeologia. Ok, sei dei nostri!”
Questo è un passaggio, decisamente, notevole. Forza letteraria e intelligenza narrativa la fanno da padroni.
Avevo fatto il mio solito passaggio, a volo radente, per leggere il tuo blog (niente Voi per oggi, grazie) e rigirellare in cerca di news fresche. Invece, memore e reduce da una delle mie, ormai leggendarie, notti insonni, mi sono imbattuto in un capitolo che, da solo, vale una spy story.
C’é tutto: pathos e scienza; trama e intrigo, filo e … contro filo.
Tutto questo io l’ho, sempre e da sempre, letto nei romanzi famosi di professionisti della penna. Per citarne qualcuno:
La forma dei fatti di Forsyth, né “I mastini della guerra”;
la potenza di Le Carré né “La talpa”;
la credibilità e presenza di Gérard de Villiers né “Compte à rebours en Rhodésie”.
Una vasta letteratura sembra celebrarti.
Ma, se mi permetti, vorrei sottolineare in particolare.
1°), la psicologia del falco;
2°), l’analisi politica fornita durante la riunione;
3°), l’accenno tecnico e il passaggio su William Wallace.
Elementi, questi, che portano alla sicura riuscita di questo passaggio domenicale e imperdibile.
Buona domenica e complimenti, veramente, sentiti.
Salùt!
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L’ho riletto altre due volte: perfetto!
Un plateau di salutazioni domenicali e festivi.
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buona domenica dolce mia
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@ LORD NINNI mio carissimo amico, arrossisco per gli illustri paragoni che hai avuto la bontà di fare! Tra l’altro, il terzo scrittore da te citato era molto amato da mio padre, che lo leggeva direttamente in francese.
Grazie di cuore e una felice domenica a te.
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@ NINNI RAIMONDI ti ringrazio sentitamente.
Che la tua domenica sia radiosa!
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@ MAIRITOMBAKO un abbraccio, cara amica lontana 🙂
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Ancor un bel pezzo. La partita a scacchi continua.
Un caro abbraccio
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ahah simpatiche le due donne (Sarah e Lucie) 😛
Ma davvero pensi che un hacker, per quanto bravo, riuscirebbe a carpire le azioni di americani, russi e israeliani? 😮 Certo, è un romanzo… ma mi interessa sapere se la tua è anche opinione o solo inventiva… 😉
Interessantissima la spiegazione iniziale: è assolutamente valida anche per le aziende, certamente quelle di grandi dimensioni, probabilmente anche per le altre…
http://www.wolfghost.com
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@ NEWWHITEBEAR grazie. La partita continua 🙂
Un caro abbraccio.
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@ WOLFGHOST Sarah e Lucie formano una bella coppia: mi auguro che non vadano incontro a guai.
Riguardo alla tua domanda, io ne sono convinta. E’ già successo, e più di una volta. Non dico che sia facile, però se ci è riuscito un ragazzino… (Il fatto è vero).
Ciao, lupissimo 🙂
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Bello, mi e’ piaciuto, grazie della bella lettura domenicale, buona serata cara, ❤
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@ LAURA sono lieta che ti sia piaciuto.
Un bacione * _______________ *
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Tre canali avvincenti che presto si incontreranno. Ora tutti sanno di tutti, tranne dell’archeologa (sarà la sorpresa vincente?) Margaret vota per l’eliminazione diretta, senza se e senza ma? Penso di sì, ma lo sapremo nella prossima puntata.
Complimentissimi per l’avvincente capitolo. Un abbraccio, ciao
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Ti comunico solennemente che seguirò Rage nonostante su a puntate. È troppo avvincente! Pensa che sto rileggendo per la seconda volta … e l’orologio segna 00:17. Bellissimo! L’accostamento a Forsyth e John le Carrè di Lord Ninni è azzeccatissima. Brava.
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Non capita tutti i giorni ma concordo con te, Alessandra
Quel ragazzo lo fece: fortuna, bravura, intelligenza, magia…Non lo so ma succede
Un altro capitolo molto bello e interessante e quella Lucie…che forza
Sorrisi e baci
Mistral
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@ ILI6 hai indovinato!
Margaret la traditrice 🙂
Grazie, cara Marirò!
Bacioni.
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@ SUZIEQ11 ti comunico solennemente che ciò mi fa molto piacere.
Se clicchi su “riassunti”, troverai quello relativo alle prime 36 puntate.
Forsyth e John le Carré? Troppo buona!
Loro… beh… sono loro.
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Sì ho visto. Farò il consueto libretto.
Si capisce, Le Carrè e Forsyth sono loro. Ma tu sei Alessandra, per fortuna …
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@ SUZIEQ11 🙂
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@ OMBREFLESSUOSE sembrerebbe una cosa inverosimile, eppure è proprio accaduta.
Lucie è forte, sì.
Doppi sorrisi e baci ^^
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Puntata chiave… intrighi, intrecci e ancora… intrighi. Molto interessante, ci incolli alla lettura. Brava, a rileggerci. Univers
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La votazione… Margaret è l’unica a non essere d’accordo e Ibrahim dovrà essere giudicato in Nevada per mandarlo al patibolo. Sarah e Lucie due donne davvero agguerrite.
Puntata densa di dettagli e di intrecci molto ben calibrati.
Complimenti per la qualità letteraria! Chapeau!
un abbraccio
annamaria
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@ UNIVERS81 è bello sentirsi dire queste cose!
Un sorriso per una notte serena.
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@ ANNAMARIA49 il tuo “Chapeau” mi entusiasma, cara.
Però, Margaret…
Kisses, Isabel*
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Ehi ma tu distribuisci baci a destra e a manca! Per fortuna che non sono gelosa …
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@ SUZIEQ11 è il dovere di una panettiera 🙂
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Certo se la metti così …
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@ SUZIEQ11 per te una bella baguette ^^
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Quii non si é più in presenza di “valori aggiunti”, bensì di “valori consolidati” Come se fossero parte essenziale, sì essenziale, di un bilancio di una solida ed affermata Holding.
Analisi politica e storica ineccepibile e anche la fantasia informatica, invero verosimile, insapora un piatto già ricco e goloso.
Sembra che il cronometro stia impercettibilmente aumentando la propria velocità, quindi come dic eva il buon vecchi Patton: Casco in testa e …. Geronimo!!!!
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Ah … Dimenticavo … La baguette la gradirei … Croccante, grazie
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@ CAPEHORN sarà fatto 🙂
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@ CAPEHORN il tuo commento mi lusinga moltissimo!
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….
Una votazione di difficile decisione…
racconto sempre più avvicente,
bravissima Alessandra
Un abbraccio carissima!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA una votazione difficile, ma che porterà a poco…
Grazie e un bacio, Michelle*
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Altra puntata interessante, dove non manca nulla. Pathos, trama, personaggi, tutto un insieme che è veramente una bomba!!!
Bravissima!! Di meglio in meglio mentre si procede con la storia!
Patrizia
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@ PATRIZIA M. una bomba? Ma grazie!
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