Mentre Ephraim poneva fine alla sua vita sparandosi alla tempia, a Washington l’alba non era ancora spuntata. Monica Squire sapeva che quello che stava facendo era sbagliato ma non riusciva a impedirselo. Reduce da un’ennesima notte parzialmente insonne – poche ore trascorse a dormire e troppe dedicate ai rimpianti – fissava un piccolo animale di pelouche quasi potesse darle conforto, e così non era. Ricordava bene in che occasione lo aveva acquistato e quanto il piccolo John lo avesse amato. Lo guardava e ripercorreva le tappe di un cammino crudelmente breve: momenti felici che non si sarebbero mai più riproposti.
Sentì bussare alla porta. “Avanti.”, disse stancamente, sebbene in quel momento non desiderasse vedere nessuno. Margaret Collins indossava un elegante tailleur grigio, scarpe con i tacchi e aveva l’aria perfettamente sveglia. Anche lei non aveva dormito molto; una doccia e due tazze di caffè nero e forte l’avevano rimessa in sesto. Si avvicinò a Monica e con gentilezza le tolse il pelouche dalle mani. Benché sorpresa, Monica non protestò.
La sera prima, a tarda ora, era giunta una nuova segnalazione, che Bill Kline del NRO sosteneva fosse finalmente esatta. Jim Patterson della Delta Force aveva proposto di bombardare il villaggio. Monica si era irrigidita. “In una di quelle case potrebbe esserci mio marito, nelle altre donne e bambini. Farò un’altra cosa, invece. Annuncerò al Congresso che intendo mandare laggiù delle forze di terra.” Milton Brubeck aveva annuito varie volte. Margaret l’aveva sostenuta. “Saranno tutti d’accordo, democratici e repubblicani.”
Adesso le domandò: “Come ti senti?”
“Bene.”, mentì Monica.
“Si vede.”, commentò l’altra con un tono di voce a metà tra l’ironico e il compassionevole. “Sei in splendida forma. Vuoi un caffè?”
“Doppio, grazie. E una spremuta d’arancia.”
Cinque minuti più tardi, Monica si accese una sigaretta.
“Da quando fumi?”
“Da ieri.”
Margaret sollevò un sopracciglio.
Squire non ignorava che molti americani si erano pentiti di averla votata. La consideravano inadeguata o poco flessibile, oppure entrambe le cose. Ciò nonostante, malgrado il buio che le avvolgeva l’anima, non intendeva arrendersi.
“Ascoltami.”, disse, dopo aver aspirato un paio di boccate. “So che te l’ho già proposto e che poi mi sono rimangiata le parole, però desidero chiedertelo di nuovo: sei in grado di sostituirmi finché non tornerò?”
“Da dove?”
“Siria.”, dichiarò Monica, impassibile.
“Mah…”
“Sono vecchia? E’ possibile. Ma, per gli standard della CIA, lo ero già ventidue anni fa, e a quell’epoca non era affatto vero: probabilmente non ero al massimo a livello atletico, però non mi mancava la determinazione, e nemmeno l’intuito. Stavo ai piani alti e mi offrii volontaria; il mio capo era scettico e io lo sfidai: mettimi alla prova. Fu terribile. Mi affidò a una ragazza, Susan Cooper, che purtroppo morì in Unione Sovietica. Lei mi distrusse. Era più giovane, più forte, più potente. Non riuscivo a starle dietro nelle marce, in palestra, e quando dovevamo lottare a mani nude mi tremavano le gambe per la paura fisica. Finivo sempre sotto. Un giorno, nell’acqua bassa di una piscina, pensai che stavo per annegare.
In seguito lessi il suo rapporto: “Inadeguata.”, aveva scritto.
“Ma poi… ci sono andata a Mosca…”
MOSCA 1991
Sebbene in molti se ne siano dimenticati e, dato che agosto è un mese generalmente dedicato alle vacanze, altri addirittura, sprovvisti di giornali e tv, non lo abbiano mai saputo, quell’agosto vide uno degli avvenimenti più cruciali della seconda metà del secolo scorso.
L’operato di Michail Gorbaciov non andava a genio agli alti papaveri dell’Unione Sovietica. Quattro di loro, in particolare, progettarono, organizzarono e realizzarono un golpe destinato a far cadere il segretario generale del PCUS e a ripristinare il classico sistema comunista, eliminando con i carri armati le ultime riforme, da essi giudicate pessime nonché fortemente nocive.
I quattro erano: il presidente del KGB, Vladimir Kryuchkov, il ministro della Difesa, Dmitry Timofeyevich Yazov, il ministro degli Interni, Boris Pugo, e il vicepresidente Gennadij Ivanovic Janaev.
Per una serie di ragioni il colpo di Stato fallì. In seguito gli analisti attribuirono l’insuccesso a diversi fattori. I soldati si rifiutarono di sparare sulla folla (non erano afghani o ceceni gli uomini e le donne che avrebbero dovuto sterminare. Era il grande popolo russo). Il putch era stato preparato male, e quando Janaev parlò alla nazione dagli schermi televisivi risultò alquanto penoso. Mancava totalmente di carisma; e chi invece ne era provvisto – Putin, il futuro zar – preferì restare alla finestra. Fondamentale venne giudicato il coraggioso intervento dell’orso siberiano, Boris Eltsin, che balzò su un carro armato, da dove si oppose con fermezza al golpe.
Fra queste ragioni, va annoverata anche l’azione di alcuni agenti segreti occidentali, due dei quali morirono, vittime come altri della spietata efficienza del maggiore del Gruppo Alpha, Miloslav Pomarev. In modo particolare, Pomarev perseguitò Monica Squire con il fanatismo di un sociopatico. Monica fu sottoposta a tremende sevizie e si salvò per miracolo.
Nella notte in cui tutto finì, in un vicolo nei pressi della Duma, l’ufficiale delle forze speciali le chiarì le sue intenzioni: “Non la ucciderò, non si preoccupi. La accompagnerò personalmente a Kolyma. Un lungo viaggio in treno, e lì… interminabili giornate di lavoro nel gelo, tanto pesanti che lei si augurerà di morire. Un cibo misero che comunque non potrà mangiare perché le altre detenute glielo impediranno per dividerselo. E se si ribellasse commetterebbe un grave errore. Un’americana per quelle prigioniere è il simbolo di una ricchezza mai avuta, soltanto sognata. Le ficcherebbero la testa nelle loro feci. Perderà i denti e i capelli. Alla fine, le verrà il tifo. Purtroppo non avrò il piacere di vederla dormire nei suoi escrementi, né di sentirla piangere. Se è vero che la nostra azione patriottica è fallita, andrò altrove. Ci sono guerre ovunque e uno come me sarà accolto a braccia aperte in qualsiasi luogo.”
A Volkov non era sfuggita la reciproca ostilità, quasi palpabile, che regnava tra Pomarev e Yarbes. Non ne conosceva i motivi e non gliene importava nulla.
Mentre si guardava attorno, Sarah disse: “Quando siamo arrivati, David lo ha scovato sul tetto.”
Volkov la fissò, senza capire. Yarbes tradusse.
“E come ci è arrivato sul tetto?”
“Da dietro.”
Il maggiore indicò una tenda. Attraversò il locale e la scostò. C’era una porta, oltre la quale una scala conduceva in alto. Mancavano alcuni gradini e gli altri davano l’impressione di essere traballanti. Volkov salì, seguito da Pomarev, Yarbes e Sarah. A causa della polvere si respirava a fatica. In compenso, la visibilità era buona perché la botola che stava in cima era stata aperta; questo consentiva ai raggi del sole di illuminare i loro passi.
A un tratto udirono un rumore devastante.
Un gradino cedette: Volkov spiccò un balzo e raggiunse l’apertura che dava sul tetto, si issò a forza di braccia, poi rotolò su se stesso. In ginocchio vide un elicottero dall’aspetto mostruoso che volteggiava sopra la casa, simile a un enorme rapace deforme.
Per ironia della sorte era un mezzo di fabbricazione russa. Avevano gettato una scaletta di corda e ora stavano issando sul velivolo Ibrahim al-Ja’bari. Volkov evitò per un soffio una raffica di mitra. Se gli avessero sparato con il cannoncino a canne rotanti, posizionato sul muso, non avrebbe avuto scampo, ma per sua fortuna gli uomini a bordo dell’elicottero erano inesperti e volevano solo allontanarsi.
Volkov sganciò dalla cintura l’AK-12 e fece fuoco ma avrebbe avuto bisogno di uno Stinger. L’apparecchio non fu nemmeno scalfito.
“Sturmovic.”, disse a Pomarev, che nel frattempo lo aveva raggiunto. A beneficio di Yarbes aggiunse: “E’ un Hind”.
L’elicottero volò via.
Lontano da lì, un uomo percorreva alla fredda luce dei lampioni le strade di Washington.
Aveva un compito da svolgere e, come sempre, lo avrebbe portato a termine.
Buona domenica carissima!
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@ CVMARGARETCOLLINA felice giornata di sole, amica mia 🙂
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•*•¸░░ DOLCE POMERIGGIO ░░ ¸•*•
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Buona domenica carissima amica, ❤
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Qui la storia si complica e diventa sempre più interessante seguirne gli sviluppi.
Un caro abbraccio
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@ MAIRITOMBAKO dolce serata * _____________ *
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@ LAURA un bacione, carissima.
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@ NEWWHITEBEAR la storia si complica praticamente a mia insaputa…
Spero che gli sviluppi siano buoni.
Un grande abbraccio.
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Due parti sostanziali.
La prima fa da raccordo tra il passato e il futuro del racconto.
La seconda è una spiegazione degli eventi attuali che hanno modificato, sostanzialmente, una parte dell’evento stesso.
La prima è consequenziale, mentre la seconda è esplicativa.
Nella seconda, soprattutto, osserviamo un piccolo flashback che riguarda il magg. Pomarev (oggi degradato a capitano), mentre assistiamo, come solito per i tempi in cui viviamo, ad un magg. che dovrebbe essere un soldatino degradato per inettitudine.
(Risulta impossibile trascurare l’evento della mancata consegna da parte di Volkov. Decisamente fuori dal mondo).
Pomarev ha, dalla sua, una esperienza pregressa colma di professionalità e maniaca precisione.
Un’affidabilità, in qualità di dirigente (Così è considerato il grado di maggiore: il primo gradino della dirigenza superiore) che avrebbe meritato il grado di Tenente Colonnello immediatamente!
(Il Presidente Putin stesso venne promosso due volte, sul campo, per attività similari a quelle di Pomarev, ma con meno pericolo per la propria vita, nella DDR, però).
Bei prodromi per una prosecuzione di una storia geniale che tiene, da mesi, lettori e amanti di genere incollati al video.
Buona giornata
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La cavalleria é arrivata, ma sembra che non sia stata sufficiente. Anzi c’é qualcuno che ha appoggi e alleanze molto in alto. Tanto da potersi permettere l’aviazione.
Interessante come la signora a stelle e strisce si stia preparando a fare una cosa … Ma una cosa che … Spero che qualcuno gliela impedisca.
Per quanto il passato ci ha insegnato che il vino buono si affina nelle vecchie (?) botti.
Insomma la trama s’infittisce. Gli scenari sono molteplici e visto che ci siamo … Qualcuno sta portando a termine un compito e nulla e nessuno lo potrà fermare.
Non c’é tregua per nessuno. Nè per chi legge e soprattutto per chi scrive.
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@ LORD NINNI ho sempre sostenuto, fin dai tempi di Splinder, che – una volta editata – una storia non appartiene più a chi l’ha scritta, bensì al lettore. Questo vale anche per i personaggi, naturalmente, che ciascuno può visualizzare secondo il proprio gusto. Perciò rispetto, come è giusto che sia, il vostro disprezzo nei confronti di Volkov, causato da un atto di pietas che voi biasimate. Dico solo che se è diventato maggiore di quello che un tempo fu il KGB qualche ragione deve pur esserci.
Putin non sarà contento. Vedremo le conseguenze…
Grazie per la magnifica, e lusinghiera, recensione.
Radiosità, Milord.
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@ CAPEHORN la signora a stelle e strisce dà qualche segno di squilibrio. Forse, dico forse, gli eventi la fermeranno. Come la Mogherini potrebbe sviare la collera di Putin.
La trama si infittisce, è vero, e l’uomo che ha fatto uccidere il piccolo John dispone di soldi e di mezzi, graziosamente forniti, questi ultimi, da militari corrotti delle varie nazioni nate dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica.
Grazie mille, Cape.
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Acc… la canaglia sé l’è cavata! 😦 D’altronde il romanzo è ancora lungo 😉
Chissà se Monica partirà davvero…
Un piccolo errore, credo: “poi rotolò su stesso”… “su sé stesso”, immagino?
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST proprio così, caro lupo 😦
Sì, confermo: il romanzo è ancora molto lungo, forse troppo 🙂
Uh… ti ringrazio per la segnalazione. Ora correggo.
In quanto a Monica, si vedrà.
Baci lupeschi.
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… il romanzo è ancora molto lungo, forse troppo …
😦
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@ LORD NINNI 😀
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Un’altra puntata molto bella. Mi è piaciuta soprattutto la parte ambientata a Mosca.
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Diminuisce la quantità delle puntate a settimana ma migliora decisamente (se mai possibile) la qualità delle stesse. Ottimi intrecci e una gestione della vicenda che è ammirevole. Vedremo il seguito… un caro saluto, a presto. Univers
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@ NADIA ne sono davvero lieta, cara.
A Mosca ci torneremo…
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@ UNIVERS81 la quantità delle puntate è diminuita anche perché ultimamente molti amici sono spesso assenti dal web, a causa di altri impegni, credo. In futuro, vedremo.
Il tuo giudizio mi rende molto felice!
Buona serata ^^
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Un flashback che ci riporta ai fatti di Mosca e Monica dovrà affrontare un qualcosa di importante che non hai definito e che scopriremo più in là. Intrecci narrativi di una storia sempre più interessante.
Alla prossima, bravissima Ale.
un abbraccio
annamaria
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@ ANNAMARIA49 tempi che Monica non ha certamente scordato.
Lei vorrebbe agire, poiché questo rientra nella sua indole; ma altri fatti interverranno.
Baci, Isabel, e grazie.
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Caspita Alessandra, diventa sempre più intrigato e interessante. Un vero piacere da leggere, assaporando parola dopo parola la storia che stai egregiamente dipanando! Complimenti, sei più che brava!!
Serena notte, Patrizia
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Storia e romanzo, persone e personaggi: amalgama perfetta della tua bravura
Un abbraccio
Mistral
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@ PATRIZIA M. sono lusingata, cara Pat!
Buon pomeriggio di sole.
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@ OMBREFLESSUOSE una sintesi che mi riscalda il cuore.
Un bacio, Mistral.
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Sì, quello che si legge è: “I commenti sono chiusi”.
Avete scritto il vostro commento perché siete amministratrice del Blog. Ma per i Peones i commenti rimasero, tristemente chiusi.
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@ IL MILORD non so cosa fare!
Io chiudo il blog.
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Per riattivarli dovreste recarvi su “Articoli”, “Tutti gli articoli”, “modifica veloce”. Attivare i commenti, chiedere pietà, perdono e benia ai vostri lettori; farvi un viaggetto a Lourdes (nella speranza dell’insperabile) e solo allora, riprendere la vostra conduzione usuale.
Cordialidad
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@ IL MILORD potete provare ora?
Baci.
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Qualsiasi cosa farà, Monica dovrà agire uscendo dalle stanze ovattate di dolore e potere.
Ehi, io “c’ero” a Mosca nel ’91 e ricordo bene Susan Cooper :))
“Per ironia della sorte era un mezzo di fabbricazione russa.” Mezzi russi e americani…chissà quanti ce ne sono in Medio Oriente e magari presto o tardi ce li ritroveremo nelle nostre case…
Baci, ciao
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@ ILI6 lo so che c’eri, mia cara. E so anche che hai assistito alla scena qui descritta con i tuoi occhi, nascosta in un portone. Perciò hai visto come poi è finita.
Condivido in pieno la tua riflessione finale.
Bacioni.
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….
Non smetti mai di stupirmi..
letto tutto d’un fiato nel suo intrigante intreccio…
ma curiosa di saperne di più su Monica..
Un abbraccio cara e buon proseguo di serata!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA Monica interessa sempre, e ciò mi fa molto piacere.
Un abbraccio a te, chérie*
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