Quando entrò nel suo ufficio a Yazenevo, Volkov trovò un uomo seduto davanti alla scrivania. Sapeva chi era quell’uomo e perché era lì. Storia, vita e miracoli erano riportati nel dossier che Putin gli aveva consegnato.
L’uomo si alzò e, zoppicando vistosamente, gli si avvicinò, tendendogli la mano. Sebbene Volkov gli fosse superiore in grado, restituì la stretta, poi andò a sedersi e lo invitò ad accomodarsi.
Lo scrutò per qualche attimo, riflettendo.
Era un capitano, benché un tempo fosse stato maggiore. L’attuale presidente degli Stati Uniti, all’epoca agente della CIA, gli aveva sparato a entrambe le gambe, quindi aveva mirato alla testa, ma, forse a causa di un ripensamento, volutamente o no aveva deviato di un soffio la traiettoria della terza pallottola, spappolandogli un orecchio con il risultato di renderlo parzialmente sordo; però non lo aveva ucciso.
In seguito, il maggiore del Gruppo Alpha era stato tratto in arresto, processato, condannato e spedito in Siberia. A quei tempi era il braccio destro del presidente del KGB, Kryuchkov, ed era stato lui a progettare e a dirigere l’attacco alla Duma, durante il fallito golpe del 1991. A distanza di ventidue anni appariva logoro e invecchiato, ma lo sguardo e l’atteggiamento erano ancora arroganti. Gli occhi possedevano una luce fredda e la postura delle spalle non era quella di uno sconfitto, poiché egli non si riteneva tale, malgrado i fatti indicassero il contrario.
D’altro canto, a Kolyma era stato trattato con ogni riguardo. Per lui le guardie nutrivano un profondo rispetto.
A Volkov fu subito istintivamente antipatico.
La cosa sembrò reciproca.
Quando Putin aveva “perdonato” Vladimir Aleksandrovich Kryuchkov, la stessa sorte era toccata all’individuo che ora sedeva all’altro lato della scrivania. Degradato, da maggiore a tenente, era stato assegnato al GRU, il servizio segreto delle forze armate russe. Date le sue eccezionali doti, era stato rapidamente promosso, fino a diventare capitano. Nonostante Putin si fidasse di Volkov, aveva voluto affiancargli un sottoposto di cui conosceva crudeltà e fanatismo. Nonché efficienza. Nel caso Danil avesse esitato a giustiziare il maiale, allora avrebbe provveduto l’ufficiale del GRU.
Miloslav Pomarev disse: “Sono ai suoi ordini, maggiore.”
Volkov annuì. “Questo è ovvio.”, ci tenne a precisare. “Lei sa dove dobbiamo andare e cosa dobbiamo fare. Un fallimento sarebbe imperdonabile. Ora, mi ascolti bene. A me non interessa minimamente il suo passato. Forse avrei appoggiato anch’io il colpo di Stato, perché sono comunista; ciò che non mi piace è che lei non seppe portare a termine il suo compito. Adesso ha un’occasione per riscattarsi. Veda di sfruttarla.”
Pomarev esibì un sorriso sprezzante. “Non fui io a mancare.”, replicò. “Sono stato tradito, tutti siamo stati traditi. In ogni caso, la mia lealtà nei confronti del presidente Putin è assoluta.”
Mentre parlava, studiava Volkov. Lo giudicò gelido, capace e debitamente addestrato. Se avessi avuto venti uomini come lui, pensò, le cose sarebbero andate molto diversamente. Scosse la testa. E se in luogo di quell’imbecille di Kryuchkov ci fosse stato Putin, avremmo trionfato.
“Formeremo una buona coppia.”, affermò.
“Me lo auguro.”, rispose il maggiore Volkov.
Se c’era una cosa che li accomunava – a parte l’efficienza – era la totale mancanza di senso dell’umorismo, e in questo esisteva dell’ironia.
Dopo aver individuato con una buona approssimazione la casa che serviva da rifugio a Ibrahim al-Ja’bari, i componenti del kidom la ricostruirono in maniera meticolosa, in base alla descrizione che Yasir, lo studioso della Bibbia, aveva trasmesso a Sarah, durante il loro incontro nel Kuwait. Non erano informazioni matematicamente certe, come avrebbero preferito; ma nel villaggio vicino a Al Bukamal le abitazioni, più o meno, erano tutte uguali, e per diverse ragioni erano state controllate pochi mesi prima.
Si esercitarono per un giorno, provando e riprovando tutti i movimenti che avrebbero dovuto fare. Nulla era lasciato al caso; di volta in volta le parti si scambiavano: quattro assalitori e quattro difensori. La procedura prevedeva un’entrata fulminea, flash-bangs per stordire i nemici con un lampo di luce accecante e un rumore fortissimo, e subito dopo fuoco a volontà. Era stato il SAS britannico a utilizzare per primo questo sistema con risultati molto incoraggianti. A differenza degli inglesi, il Mossad non faceva mai ostaggi.
Sarah Gabai, controvoglia, impersonificò per tre volte la figura del leader musulmano; ma quando toccò a lei attaccare si scatenò, rotolando su se stessa, prontissima a sparare. Di tanto in tanto, gettava uno sguardo a Yarbes: sarebbe potuto essere suo padre, però le piaceva.
Continuarono a lavorare, concedendosi un’unica sosta all’ora del pranzo. A differenza di quanto succedeva a Langley, in circostanze analoghe, non si sentivano battute di spirito, né bonarie prese in giro; era un clima diverso e si respirava un’aria diversa, certamente a causa del pericolo sempre incombente. Mentre mangiavano, Zeev lanciò un’occhiata ironica a Martin. “Un elicottero ci porterà a quaranta chilometri dall’obiettivo, in Siria: da lì procederemo a piedi – marcia veloce – con più di venti chili sulle spalle, e l’eventualità di essere scoperti e perciò di dover combattere. Lei è sicuro di riuscirci?”
L’americano si limitò a un breve cenno del capo e continuò a mangiare la carne arrostita in silenzio; l’ostilità del comandante gli era indifferente. Nelle ore successive rispose con i fatti. Aveva un fisico integro ed era animato dall’odio. Nient’altro occupava la sua mente: non il dolore per la morte di John, non l’amore per Monica; era come una macchina progettata per un unico scopo.
Alla fine, Zeev si dichiarò soddisfatto. A malincuore, si era reso conto che, nonostante l’età avanzata, Martin Yarbes risultava il migliore del commando, subito dopo Sarah e lui stesso. Ne prese atto e scrollò le spalle.
Verso il tardo pomeriggio, telefonò Aaron Ben-David, ascoltò ciò che avevano da dirgli e riattaccò soddisfatto.
Si sarebbero mossi la sera successiva.
Avigail non aveva mai visto un ordigno nucleare tattico, però aveva visto altri uomini accovacciarsi, estrarre da una grossa borsa quella che a tutti gli effetti sembrava una bomba e avvicinare un dito a un pulsante.
Detestava i palestinesi, e quell’individuo era un palestinese, anche se probabilmente non apparteneva ad Hamas, dato che loro non usavano quei metodi.
Si guardò intorno.
Benché ignorasse l’esatta entità del disastro che si sarebbe abbattuto su Tel Aviv, immaginava comunque morti e feriti; ed era consapevole che le restavano pochissimi secondi.
Gridò per attirare l’attenzione, sperando che nei pressi ci fosse un soldato o un poliziotto.
Yassef recitò una breve preghiera, quindi senza esitare sfiorò con l’indice della mano destra il pulsante rosso, con la movenza elegante di un pianista.
Buona domenica carissima
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Grazie cara dell’ottima lettura, ti auguro una bellissima domenica, con affetto, Laura, ❤
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Ci lasci ancora col fiato sospeso. Scoppia o non scoppia la bomba nucleare?
Un altro ritorno, Pomarev. Chi non muore si rivede.
Un caro abbraccio
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Prima o poi tornato tutti. Tutti quanti e ritorno per ritorno l’arrivo di uno dei personaggi meno amati delle tue serie non può essere che foriero di nuovi e entusiasmanti colpi di scena. Il fatto che il “cosacco” sia tornato dopo aver contato tutti i larici della tajiga la dice lunga su come li ha contati.
Bisognerà vedere come accetterà di essere il sottoposto del nuovo lupacchiotto. Il fatto che l’ironia non sanno dove sta di casa li aiuterà ad odiarsi al punto giusto.
Martin allora é in gran spolvero. I vecchi leoni sanno sempre come e quando ruggire.
Avigail ? Il braccio sarà più veloce del pensiero?
Fino a domenica prossima, immagino, potremo solo sperare di si.
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@ CVMARGARETCOLLINA buona serata, stella*
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@ LAURA grazie a te, cara!
Un bacione 🙂
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@ NEWWHITEBEAR riguardo alla bomba, lo sapremo domenica prossima.
Già: Pomarev è tornato dall’esilio.
Un grande abbraccio.
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@ CAPEHORN è stato definito “sociopatico”, è fra i personaggi più odiati dai miei amici lettori, e perciò lo amo ^^
Martin… Pomarev: ci sono dei vecchi conti in sospeso.
In quanto a Volkov, è sufficientemente duro per imporsi.
Si odieranno? Certo!
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Un sociopatico e un maniaco del controllo (?) messi nelle stesse situazioni … Uno psichiatra forense va a nozze con un simile duo …
Che dire … Sei un genio … Perfido, ma geniale !!
🙂
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@ CAPEHORN perfida di sicuro, geniale non credo proprio 🙂
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Per essere perfidi occorre averne di genio … Altrimenti si é solo cattivi e non vale.
🙂
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@ CAPEHORN 🙂
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oh, quanti stimoli in questa puntata! No, dai, la bomba atomica no!! Esistono pulsanti che si inceppano (sperem…). Mi piace Yarbes e il suo mettersi in attivo: anche così si superano i dolori.
Superba la descrizione di Pomarev. Complimentissimi 🙂
Marirò
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@ ILI6 l’ordigno nucleare tattico che distruggerebbe metà Tel Aviv…
Non dico niente.
Pomarev è stato un pilastro, nel romanzo “Il Crepuscolo della Lubjanka”: determinato, feroce e cattivo.
Yarbes non è l’ultimo arrivato. Chi ha letto “Matrioska” lo sa.
Grazie per i complimenti e un caro abbraccio, amica mia 🙂
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E’ un onore, per me, poterla salutare nuovamente compagno Maggiore Miloslav Pomarev. I bei temi della Lubjianka erano temi “un po’ strani”. Erano i tempi dell’impegno, senza se e senza ma. Erano i tempi della salvezza della Madre Patria, quella in nome della quale ha svolto il suo lavoro mirato e necessario per lei, ma sgradevole agli altri.
Lasci perdere, compagno maggiore, l’odio o o l’astiosità di chi la seguì attraverso le peripezie di periodo.
Con il suo servizio è riuscito a provocare sensazioni contrastanti.
E’ riuscito ad attenzionare la parte ben pensante e panciafichista di chi, rivoluzionario da tastiera, si scandalizzò verso certe misure scomode che, il dato periodo storico del suo servizio, impose.
Lei ha coraggio, compagno.
Lei sa cosa vuole e soprattutto, lei tiene ben presente i motivi e il suo ruolo in questa società decadente, certo anzi sicurissimo che lasciare una traccia comporta un cambiamento, una evoluzione che è una rivoluzione.
Lei ha la mia massima considerazione!
Слава Россия!
(Slava Rossiya)
Urrah!
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Una puntata densa, densissima, di avvenimenti e novità.
Il ritorno del “capitano” Pomarev, che sicuramente offrirà spunti notevoli al prosieguo della storia; Volkov che ha il suo primo “impatto” con Pomarev (impatto, forse, un po’ troppo avventato).
Avigail nel suo “estremo” atto generoso.
Una storia complessa e sicuramente, degna della vostra penna e delle nostre, umilissime, attese e aspettative.
Vi leggemmo, come sempre, con avidità
Siete brava, lady Alessandra.
Molto!
Abbiate le nostre migliori e radiosamente umili, cordialità
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@ LORD NINNI in effetti, Pomarev eseguiva gli ordini con micidiale applicazione. Andrebbe aggiunto che era privo di scrupoli, e maniacalmente deciso a sopprimere Monica Squire.
D’altra parte, credeva in ideali forse ormai obsoleti, e alla fine – al pari di altri – pagò per questo.
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@ LORD NINNI faccio ciò che posso, magari senza l’aiuto del talento, ma certamente con grandissimo impegno.
Io scrivo come se fossi pagata per farlo, e purtroppo così non è 😦
Ma commenti quali il vostro e quelli di altri amici riscaldano il cuore.
Notte radiosa, Milord, e grazie!
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Una puntata densa, densissima \complimenti cara amica
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@ MAIRITOMBAKO ti ringrazio, mia amica lontana 🙂
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Pomarev! Non ci credo! Chi non muore… 😀
Perfino l’odio ha una sua funzione, una funzione determinante e importantissima in certi periodi. E’ una emozione… sottovalutata 😉 E Yarbes lo dimostra…
Uff… quanto la tiri alla lunga con ‘sta bomba 😦 Non vuoi bene ai tuoi lettori tu! 😐 Farli stare così, con il cuore in gola… 😦
😛
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST concordo con te sulla funzione dell’odio.
Non voglio bene ai miei lettori?
Ma certo che sì 🙂
Però, sono anche sadica 😀
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Una puntata molto ricca, con tante novità, tra queste il ritorno di un personaggio che sicuramente arricchirà ancora di più la storia. Storia non facile, con una trama molto complessa, ma che tu cara Alessandra, dipani di volta in volta con grande maestria.
Serena notte e buona nuova settimana.
Patrizia
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La procedura prevedeva un’entrata fulminea, flash-bangs per stordire i nemici con un lampo di luce accecante e un rumore fortissimo, e subito dopo fuoco a volontà.
… come hanno fatto le truppe da sbarco francesi per controllare i terroristi di Charlie Hebdo!
😯
Sperammo che, nelle more, il Mossad non abbia visto in televisione quegli avvenimenti.
Sarebbe catastrofico.
Sarebbe il crollo della civiltà occidentale così come la intendiamo noi.
Salutations cordialis
🙂
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Non skerziamo con kose zerien: interventen miraten ist ein soluzionen sperata und da speraren. Ze ci zarà kualken problemen, mi kontatti apertamente ke, mit nostre fascinen femmininen und bellezzen, konvinceremen più di kualsiasi bombetten kon und senzen lucen mit rumoren.
Zalutazionen
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@ PATRIZIA M. è una storia complessa, hai ragione; strutturalmente più complessa di “Matrioska” e sullo stesso piano de “Il Crepuscolo della Lubjanka” per via dei molti personaggi e dei diversi scenari.
Grazie per la fiducia, Pat!
Un abbraccio grande.
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@ LORD NINNI quando ci penso, non mi capacito.
Lo SDECE era famoso in tutto il mondo…
Radiosissime radiosità.
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E infatti adesso, lo SDECE, è tornato ad essere famoso in tutto il mondo!
Radioserrime cordiality
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@ LORD NINNI 🙂
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@ LORD NINNI cara signora, piuttosto pensi a TSIPRAS 😀
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Gné gné gné,
faccia poken la spiritosinen. Kuello fuoko di paglien di Tsiprassen si spegnerà sotten una marea di debiten. E
ionoi Europen, alla testen delle truppen vittoriosen entreremo in Atenen al kanto di: “… ma kuante belle figlien madamen Doré, ma kuante bellen figlien“.Inviteremen Herr Tsiprassen, mit nostro karen Matteuccen Renzolinen sette bellezzen kua a Berlinen!
Und alloren, und solo allornen kanteremen in koren:
Per l’Europen
Fratellen und sorellen, ne vedreten delle bellen.
Tsiprassen, … tsé.
Deutschalnd uber alles!
Salutinen
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@ LORD NINNI la mia speranza, cara lady (?) è che Grecia e Italia escano dall’euro. Magari ci aiuterà Putin 🙂
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Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.
Vale milioni di volte di più la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell’uomo più ricco della terra.
La vera rivoluzione deve cominciare dentro di noi.
Di fronte a tutti i pericoli, di fronte a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi, tutti i frazionisti, tutti i poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare, una volta di più, la capacità del popolo di costruire la propria storia.
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Ernesto
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I personaggi politici e dello spionaggio sono il tuo forte, cara Ale, che sai come farli muovere con interesse sempre più crescente. La bomba mi ha lasciato col fiato sospeso, che accadrà? Una città come Tel Aviv sarebbe distrutta, ma le bombe nucleari hanno questa forza di distruzione speriamo bene.
Ottima e complessa puntata.
Un caro abbraccio
annamaria
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Puntata ricca di particolari e di segnali per una vicenda sempre più carica di intrecci e di emozioni. Fa capolino un pezzo da 90 come Pomarev e ci sarà da divertirsi, credo. A rileggerci presto. Univers
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@ LORD NINNI che grande uomo è stato!
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@ ANNAMARIA49 so che lo spionaggio non piace a tutti, ma dopo aver cominciato con “Matrioska”, poi non sono più riuscita a fermarmi 🙂
Grazie e un abbraccione a te, Isabel.
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@ UNIVERS81 è quello che mi auguro fortemente!
Pomarev… è Pomarev.
A presto, caro.
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….
Il ritorno di Pomarev…
un altra puntata molto articolata, che ci lascia con il filo sospeso,
ma forse chissà, magari ci sarà un altro colpo di scena…
Un grande abbraccio Alessandra
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA io spero che ci siano diversi colpi di scena. Il mio impegno sarà quello, poi si vedrà.
Bisous, Michelle * _________________ *
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La storia si ripete come il ritorno di certi personaggi
Riesci a incantare anche chi come me non ama questo genere
Brava è riduttivo
Baci baci
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE proprio per questo – la tua riluttanza nei confronti delle storie di spionaggio – il tuo per me è un grandissimo complimento.
Grazie e baci a profusione, Mistral ^^
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