La Chaika nera, priva di contrassegni, imboccò una pista che si inoltrava in un vasto bosco, nella zona di Usovo, a ovest di Mosca; ai lati del sentiero si stendeva la neve, e fuori l’aria era gelida. Dopo una curva, Volkov, seduto a fianco dell’autista, scorse dapprima il fumo che saliva nel cielo grigio e percorso da nubi, al di sopra degli alberi, betulle e pini, poi una dacia lussuosa ma non grandissima. Davanti alla casa, c’erano dieci uomini armati che indossavano pesanti cappotti.
L’autista scese, imitato da Volkov. Entrambi vennero perquisiti. Un ufficiale del FSB indicò la porta dell’abitazione. “Mi segua, maggiore.”, disse. Mentre camminava, Volkov si chiese non per la prima volta qual era il motivo di quella convocazione, del tutto inaspettata e per giunta urgente. Scrollò le spalle. Avrà cambiato idea, si disse, e adesso mi spedirà in Siberia. Comunque, malgrado fosse comprensibilmente teso, non aveva paura.
Entrò in un soggiorno ben riscaldato, arredato con gusto però senza sfarzo. I mobili erano belli ma soprattutto solidi e funzionali; sulla parete di sinistra spiccava un’imponente collezione di libri.
Il camino era acceso, e accanto a esso lo zar giocava con due cani. Era vestito in modo sportivo, con un maglione celeste e la camicia aperta. “Accomodati, Danil Borisovic.”, lo invitò Putin. Piuttosto sorpreso, Volkov prese posto su una delle quattro poltrone situate attorno a un tavolino di legno, in mezzo al locale, fra il camino e una grande finestra che dava sul bosco; sedette rigido e fissò il presidente della Russia. “Non ho tempo per occuparmi di tutto.”, esordì Putin. “Mi sono preso due giorni di libertà, dopo aver sistemato una certa questione: ho costretto alcuni farabutti a riaprire una fabbrica e a riassumere gli operai che avevano licenziato a causa della loro avidità e incompetenza.”
Volkov rimase in silenzio, pronto a scattare sull’attenti, se gli fosse stato richiesto.
“Ma mentre mi trovavo qui ho riflettuto. Non mi fido degli americani, possiedono mezzi, armi, denaro, però sono superficiali. Stanno progettando un’azione che non porterà ad alcun risultato, all’infuori di un’ennesima strage. Per questo ho deciso che dobbiamo precederli. Tu, maggiore Volkov, dovrai precederli. Non deludermi: non è una donna che ti supplica in ginocchio che dovrai uccidere, bensì un pazzo fanatico.”
“Non la deluderò, signor presidente.”
Putin volse lo sguardo verso una credenza. “Vuoi una vodka?”
“No, grazie, signor presidente. Sono in servizio.”
Putin annuì.
Porse a Volkov un incartamento. “I dettagli.”, disse. “Buon lavoro.”
Tornò a occuparsi dei cani e Volkov uscì dalla dacia, a un tempo sollevato e euforico.
Mentre Volkov si allontanava da Usovo a bordo della Chaika, Monica Squire, reduce da una notte insonne, si aggirava per lo Studio Ovale, immersa nei propri pensieri.
Non erano rassicuranti.
Tralasciando, per ovvi motivi, i regimi totalitari, poteva affermare con ragionevole certezza che nessun sistema basato sulla democrazia era assolutamente perfetto.
Fra di essi, riteneva che probabilmente il migliore era quello britannico. Questo per varie ragioni. Innanzi tutto, quando il leader di uno dei partiti – da molti anni, o laburista o conservatore – vinceva le elezioni, conseguiva anche la maggioranza dei seggi parlamentari: ciò gli permetteva di governare con tranquillità. Se poi l’operato del capo del governo non fosse stato giudicato positivo dalla maggioranza degli elettori, alle successive elezioni avrebbe prevalso il partito di opposizione. Nel frattempo, però, leggi, riforme e ogni decisione considerata utile sarebbero state portate a termine senza troppi intoppi, che invece erano presenti in larga misura in altri Stati.
In secondo luogo, anche se il premier e i ministri non avevano una grande esperienza politica alle spalle, erano aiutati nel loro lavoro dai sottosegretari permanenti, funzionari di alto livello e di completa fedeltà al governo in quello specifico momento in carica, che fosse esso Labour o Tory. Ciò permetteva di evitare ingenuità e pericolosi passi falsi.
Negli Stati Uniti, la situazione era diversa, ragionò Monica.
I motivi erano principalmente due, entrambi contrapposti all’organizzazione politica della Gran Bretagna: sebbene il potere del Presidente fosse per certi aspetti enorme, tuttavia a metà del suo mandato poteva trovarsi di fronte a una maggioranza ostile, in seguito a elezioni per il suo partito negative. Inoltre, dopo quattro o otto anni, egli se ne sarebbe andato dalla Casa Bianca con tutto il suo staff, e il successore si sarebbe presentato con una nuova squadra, talvolta impreparata.
Era su questo che rifletteva Monica Squire, all’alba di una giornata fredda ma serena.
I sondaggi davano in netto calo i democratici, ma, cosa più importante, non era affatto sicura che la missione avrebbe avuto successo.
Ibrahim al-Ja’bari, in quel momento, poteva essere ovunque e se anche fosse stato individuato dai Global Hawk, ciò non significava sinonimo di successo. Aveva lavorato molti anni per la CIA e sapeva che c’erano infiniti scheletri nell’armadio di Langley: operazioni organizzate male, ospedali distrutti in quanto scambiati per depositi di armi, innocenti uccisi.
Inoltre, lei e tutti gli altri non avevano saputo gestire bene la crisi.
Perché mai ho voluto candidarmi?, si domandò inquieta.
Bevve l’ennesimo caffè e scosse la testa.
Ormai erano in ballo, e dovevano ballare.
Anche se una parte di lei era morta, non era abituata ad arrendersi.
Non lo aveva fatto quando era una giovane recluta, sottoposta a un addestramento durissimo, non lo aveva fatto in Afghanistan, non lo aveva fatto in Francia, non lo aveva fatto a Mosca, e non lo avrebbe fatto ora.
Avigail era nata in Israele, ma con i nonni paterni russi e quelli materni polacchi, e aveva dato alla luce due figli. Erano cresciuti sani e robusti. La famiglia era tiepidamente credente, e contraria al Likud, perché di idee più liberali. D’abitudine, i ragazzi, ambedue maschi, per andare a scuola salivano su due autobus diversi. Non erano certo gli unici. La spiegazione era crudelmente semplice: se in un attentato fosse morto uno dei due, l’altro si sarebbe salvato.
E fu proprio questo che in un triste giorno accadde.
Benché si considerasse solo una brava madre di famiglia e una moglie devota, attenta ad accudire i bisogni del marito e dell’unico figliolo rimastole, come la maggior parte delle donne Avigail aveva prestato servizio nell’esercito israeliano.
Lì si imparavano molte cose. Ad esempio, a diffidare di un uomo dai gesti furtivi che cambiava posizione se osservato.
Alla fermata dell’autobus, un istante prima che si chiudessero gli sportelli, Avigail scese e seguì quell’uomo.
Bravissima mia bella amica, e’ sempre un piacere leggerti, buona domenica, ❤
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Molto brava a a tessere il nuovo telaio per una nuova tessitura per questa storia infinita di intrighi, passioni, sorprese. impeccabile. 🙂
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I ripensamenti nuocciono e Monica ha delle perplessità. Entra in scena un nuovo personaggio, una donna israeliana devota moglie e madre che ha già perso un figlio, l’altro è forse in pericolo? Si aggiungono nuovi intrecci in questo romanzo che cavalca l’onda dello spionaggio, degli intrighi e delle relazioni internazionali.
L’abilità narrativa rende il tutto molto accattivante.
Buona domenica, cara Ale.
un abbraccio
annamaria
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e’ sempre un piacere leggerti ❤
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@ LAURA ti ringrazio di cuore, mia splendida amica 🙂
Buona serata!
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@ RODIXIDOR sono davvero lusingata.
Grazie!
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@ ANNAMARIA49 cerco di fare del mio meglio, cara Isabel, e il tuo riscontro mi fa molto piacere.
Un abbraccio a te ^^
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@ MAIRITOMBAKO ne sono lieta, mia preziosa amica lontana.
Un sorriso per una buona nuova settimana * ______________ *
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Fermo restando la nostra ammirazione per il vostro modo di scrivere e rendere il romnzo vivo, notammo, registrandole, le seguenti impressioni legate, ovviamente, alla vostra splendida declinazione affabulatoria:
1°) La grande eleganza, anche in vacanza, del presidente Putin (e non aggiungiamo altro).
2°) La figura di Volkov non riuscimmo ad amarla, ma neanche a seguirla. Non ci piace. Punto! (Nostalgico, si è vero, di un’altro maggiore … [1])
3°) Avigail inizia bene. Un bel personaggio che, oltre l’ovvietà del racconto, potrebbe offrire molto.
4°) Il bel passaggio, intimistico, della signora Presidente! Il tema del rapporto tra invenzione e realtà, tra vita raccontata e vita vissuta, pone alcune domande interessanti. Fino a che punto chi inventa storie si identifica con esse, tanto che la sua vita diventa quelle avventure, quel super mondo, quella leggerezza che l’immaginario porta con sé? E quanto questa mescolanza può essere difficile da comprendere per chi non sa che contorni dare a figure che vorrebbe più nitide e leggibili, vedi l’elemento “fili”? L’affabulatore è in genere amato da tutti quelli a cui regala il suo super mondo, ma può diventare persona sfuggente per chi gli è più vicino. In questi elementi fantastici porti un po’ di mondo felliniano al futuro più prossimo. Infatti, è innegabile che, si trovano le punte più alte nel rappresentare sogni percorsi, strade fantastiche o di realtà molto umani, anche se non appartengono a questo mondo. L’ irreale che diventa favolisticamente reale, giocoso e malinconico! Per cui, alla fine, si vive questo mondo di solitudine parlata o inventata o preconizzata o evitata in un entropico futuro anche se il lettore odierno sente un gran bisogno di autori che non documentino solo angosce, ma suggeriscano anche vie di fuga, sogni liberatori e definitivi.
Torniamo indietro, dunque?
O forse andiamo un po’ più avanti!
Encantado Seňora. Felicidad.
[1] Magg.Pomarev- Ci studiammo, con estrema attenzione, gli incatamenti riguardanti la “pseudo morte dell’ottimo ufficiale superiore in parola.
dopo attente acquisizioni scoprimmo che, mai e sottolineiamo mai, venne palesata la “morte” di Pomarev. Avete fatto rinascere Weir con un incantesimo al limite dell’incredibile e non è possibile far nascere il bravo ufficiale? Con il fiuto, l’attitudine e la bravura fredda dimostrata, chissà che collaborazione con il Presidente Putin!!!
Hasta luego
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In questo numero:
La lettura del precedente commentaccio è vietato ai minori di anni 50 (e che non siano particolarmente collerici).
Thanks
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@ LORD NINNI Milord, 1 condivido, concordo, approvo.
2 so bene a chi vi riferite (entro l’anno in corso uscirà il romanzo, riveduto e corretto) per i quattro lettori che vorranno acquistarlo. Ah, no, sbaglio: non era Matrioska il soggetto, bensì Pomarev. Chiedo scusa.
3 Avigail è presente per un preciso scopo; poi, scomparirà.
4 ” Fino a che punto chi inventa storie si identifica con esse…” In toto, credo Milord. Qualcosa, però, mi sfuggì, colpa mia naturalmente.
5 Pomarev. Lo adoro. Farlo resuscitare? Ci penserò, ma non è cosa facile, sebbene ciò valse anche per Liz – non Weir.
Vi ringrazio infinitamente per l’attenzione e i magnifici commenti, degni – oh, sì – de “Le Monde”.
Radiosità!
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...un po’ di mondo felliniano al futuro più prossimo. Infatti, è innegabile che, si trovano le punte più alte nel rappresentare sogni percorsi, strade fantastiche o di realtà molto umani,...
Un tentativo, molto goffo mia signora,, di analizzare quella “porta emozionale” aperta dalla bravissima Monica, con quella frase:
…”Perché mai ho voluto candidarmi?, si domandò inquieta.
Bevve l’ennesimo caffè e scosse la testa.
Ormai erano in ballo, e dovevano ballare.…”
Oui, era Liz. Far resuscitare il magg.Pomarev non è cosa facile? Per la Vostra vena letteraria, genialità e fantasia?
Grazie per averci fatto sorridere.
(… dernièrement, aussi, quelque chose pour Le Figaro … )
Salutamme Milé
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...c’è una rete da tendere …
IL RITORNO DI POMAREV.
Nulla fu più come prima!
…
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@ LORD NINI “Le Figaro”: chapeau, Milord!
Voi non siete mai goffo.
Pomarev? Prometto che ci penserò seriamente.
P.S. Potreste tradurre TUTTI i miei racconti in francese? 🙂 🙂 🙂
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@ LORD NINNI Pomarev… i cattivi piacciono sempre!
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@ NINNI RAIMONDI 🙂 🙂 🙂
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Un capitolo che apre a prospettive più ampie. Nel primo episodio i muovono i russi, nel secondo Monica si prepara a qualcosa. Cosa? Nel terzo una donna israeliana si improvvisa segugio.
Ottimo materiale per le prossime puntate esplosive.
Un caro abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR mi auguro che siano veramente esplosive.
Io, comunque, procederò con il massimo impegno.
Grazie e un grande abbraccio.
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Trovo ammirecole, oltre che la scrittura, la
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Capacità di tessere tante trame cosi ben articolate e le conoscenze per rendere il tutto cosi credibile. Complimenti
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@ GIOVANNI COMPARONE innanzi tutto, benvenuto nel mio blog!
E poi grazie, di cuore.
Sono commenti quali il tuo a spingermi a scrivere – e a documentarmi – con impegno e passione.
Felice notte.
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Una puntata di “preparazione” ai nuovi eventi, ma robusta per gli intrecci e per le chiare spiegazioni delle situazioni reali.
Molto, molto brava!
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@ ILI6 nuovi eventi che non tarderanno ad arrivare.
La partita si gioca su differenti fronti.
Grazie infinite, mia amica Marirò 🙂
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Non ci capisco un tubo di spionaggio ma rimango impressionata dalla tua preparazione. Un argomento che ti sta a cuore, perché si nota quanto scriverne ti piace e diverte. Quando è così, é sempre un buon lavoro.
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@ BLANCA MACKENZIE non esiste complimento maggiore!
Sì, mi piace scrivere di spionaggio, e non mi piacciono per nulla le approssimazioni.
Un buon lavoro? Lo spero.
Baci, Blanquita.
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Divenuta dall’oggi al domani una ricca ereditiera, Sophie accetta di sposare il cugino George, di cui è innamorata. Ma il denaro di cui dispone crea presto un’ombra di tristezza nei suoi occhi e nel suo cuore. Perché George ha voluto questo matrimonio? E quale mistero emerge dal passato a minacciare la loro felicità?
Iniziammo, grazie ai vostri trascorsi, una narrazione (romanzo lungo, lunghissimo …) a mo’ di disfida.
inizieremo, a far tempo da questa sera, un romanzo lunghissimo, suddiviso in tali forme letterarie:
Lunedì, mercoledì, venerdì e domenica una nuova puntata.
caratteristiche:
-senso compiuto;
-conseguenza narrativa
-soggetti “in essere”.
Libereremo la “magia” del racconto, confrontandoci con la bravura senza condizioni della vostra penna.
Consapevoli di essere perdenti in partenza, cordialmente salutammo.
The greT MILORDERRIMO.
🙂
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@ LORD NINNI disfida?
Io non scrivo per “Le Monde” e per “Le Figaro”…
E neppure per quello squallido giornale che è “La Provincia” di Como 😀
Verrò senza dubbio a leggere 🙂
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La vostra penna, genialità e bravura letteraria già vinsero, mia signora.
Umilmente accampammo un “solare” gioco, confidando nel vostro senso di generosità umana.
Siete proprio brava.
🙂
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@ LORD NINNI siete troppo buono, Milord!
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Ci si può fidare ancora di Volkov…?
Ma Putin avrà le sue ragioni, affidandogli ancora altri compiti.
Monica, la cara ( per me) storica Monica è alle prese con pensieri che mai vorrei e… Ecco Avigail
Aspetto con piacere
Sempre bravissima
Bacetti da Mistral
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Puntata oltremodo interessante, piena di input e di riferimenti al futuro della vicenda… grandi complimenti. A presto. Univers
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Ennesima testata d’angolo, questa puntata. Uno dei pilastri a fondamento dell’intreccio (Sia trama che ordito).
Come sempre fondamentali i piccoli, ma essenziali e esistenziali particolari.
Il pragmatismo zarista, la sottile analisi politica d’oltreoceano e il mai abbandonato senso della vigilanza.
Si aprono scenari meravigliosi e l’attesa é particolarmente dolce.
Per favore non svegliatemi, grazie.
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… e qui dai sfoggio alle tue conoscenze dei sistemi politici 😉 Sai che ogni tanto mi scopro a pensare cose… antidemocratiche? 😐 Del tipo che quando c’erano le colonie c’era più pace nel mondo? 😀 Guarda oggi: i popoli guerrafondai sono quasi tutte ex-colonie andate allo sbando dopo essersi emendate… Sbaglio? 🙂 Forse si stava davvero meglio quando si stava peggio 😉
Allo stesso modo, credo che molti “Rais” fossero sì dei personaggi poco raccomandabili, ma mi chiedo se con la loro caduta il mondo sia andato davvero meglio…
Insomma, la Democrazia va bene se si è onesti e bravi nel farla funzionare.
Tornando al romanzo, Volkov e Monica sono una “coppia” da paura 😉 Mi chiedo se li vedremo lavorare spalla a spalla o se Monica è troppo “avanti” per tornare “sul campo”…
Concludo dicendo che, non so chi sia il tipo, ma dico “Brava” a Avigail sulla fiducia 😀
http://www.wolfghost.com
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Avigail già mi piace! E mi è piaciuto Putin che ha fatto riaprire la fabbrica…
Ma ciò che più mi piace è la MIA strega!
Baci
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Ero io!
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Si fa sempre più interessante questo tuo racconto, gli intrecci aumentano e c’è l’entrata di un nuovo personaggio che direi si presenta molto interessante.
Come sempre è un grande piacere leggerti.
Buona serata. Ciao, Pat
P.S. PER I COMMENTI NEL MIO BLOG
Come ti ho scritto le volte precedenti, per colpa di persone che mettono troppi spam, anche alcuni dei veri commenti finiscono negli spam, sapendolo io vado a controllare e poi li convalido!
Probabilmente non hai letto le mie precedenti risposte 🙂
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Ciao Ale rileggo sempre i tuoi racconti due volte,la prima per sapere cosa succede di cosa si parla e se ci sono colpi di scena,la seconda per analizzare, capire, e nel tuo caso imparare, e ogni volta resto basita per la tua bravura e per, come hai detto spesso per l’impegno che metti in tutto ciò che scrivi, e di questo come in passato ti ringrazio. Avigaill sarà colei che sventa un attentato…mi è parso di intuire, ci riuscirà? Con quello che si sente nella realtà mi vengono dei dubbi. Il fatto di Putin che ha cazziato degli industriali e’ vero e lo avevo sentito anni fa…..quindi ancora Brava. Ciao ciao e buona settimana
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@ OMBREFLESSUOSE difficilmente Putin sbaglia…
Monica è molto cara anche a me.
Grazie e bacini, Mistral*
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@ UNIVERS81 sperando che il futuro sia buono.
Grazie di cuore per i complimenti.
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@ CAPEHORN è una partita a quattro: Stati Uniti, Russia, Israele e i fondamentalisti. Un gioco difficile da scrivere; mi auguro di non deludere.
I particolari sono una cosa sulla quale non derogo.
Ti ringrazio, Cape!
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@ WOLFGHOST sono d’accordo con te soprattutto sulla tua seconda affermazione.
I “Rais” erano pessimi, ma almeno tenevano unite le loro nazioni, oggi invece sono focolai di guerra e di terrorismo.
“Una coppia” da paura: mi piace, lupissimo!
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@ MARI la TUA strega ti abbraccia forte ^^
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@ PATRIZIA M. avevo letto le tue risposte.
Però, mi è sembrato indecoroso commentarti, come d’altronde ho fatto, con “miao miao” e “bau bau” 🙂 🙂 🙂
Grazie, Pat!
Felice notte.
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Io mi sono divertita a leggerti ahaha 🙂
Felice notte a te
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@ PATRIZIA M. 🙂
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@ LOREDANA sono onorata per l’attenzione che mi dedichi!
Putin… io ho visto un filmato, dove metteva in riga uno dei più grandi capitalisti russi, e dopo averlo costretto a firmare gli diceva: “Mi ridia la penna.” Il tutto in tono freddo, senza sbraitare.
Strepitoso!
Ti ringrazio, cara amica.
Ciao*
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….
Altro capitolo interessante,
mi sa che si apre un altro coinvolgente intreccio
con Avigail, nuovo personaggio…
e malgrado i duri trascorsi di Monica spero che si riprenda
con quella grinta che da tempo gli appartiene….
Un abbraccio Alessandra e buon fine settimana!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA Monica si riprenderà, carissima Michelle.
Grazie, chérie ^^
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