Consumarono il pranzo nell’ufficio di Catherine, perché Steve non se la sentiva di andare in un ristorante o in un bar. Mentre mangiavano un panino al prosciutto e bevevano acqua minerale, l’avvocato la mise al corrente della sua triste storia.
Biondo, con gli occhi azzurri, quando avevano avuto la loro relazione, durata un anno, era un uomo atletico, sportivo e aitante. Indossava giacche blu, che mettevano in risalto le spalle larghe, e pantaloni grigi dal taglio classico, perfetti per le gambe lunghe e muscolose. Le cravatte erano sempre annodate alla perfezione, le camicie, in genere bianche, fresche di bucato e ben stirate. Adesso era dimagrito, vestito francamente male e aveva due profonde occhiaie che lo invecchiavano, così come la barba di tre giorni e i capelli arruffati. Non portava cravatta e aveva l’espressione stanca, quella di un uomo sconfitto.
“Ho lavorato quattordici ore al giorno per più di un anno.”, disse. “Ho dato l’anima.”
Catherine annuì. Sapeva che era un grande professionista (e un ottimo amante, sebbene la tradisse, e per questo lei aveva troncato la relazione).
“Per farla breve”, continuò Steve, “abbiamo ottenuto una straordinaria vittoria. E avevo contro degli autentici mastini, i meglio pagati d’America. Ma la giuria ha ecceduto in entusiasmo: due milioni come risarcimento alla vedova e cinquanta milioni di dollari per danni punitivi. In ogni caso, i bastardi della LD Company disponevano di quei soldi; però, c’erano in agguato almeno venti colleghi e varie class-action. Aspettavano solo il verdetto del mio caso; ma anche se si fossero scatenati si poteva arrivare a un accordo stragiudiziale: cento milioni di dollari, forse centocinquanta, e la LD li aveva. E’ vero, le azioni erano crollate, e ragionevolmente si poteva prevedere un ulteriore netto calo per una perdita complessiva di ottocento milioni, forse novecento. Peraltro, prima o poi, le azioni risalgono; addirittura avrebbero potuto venderle allo scoperto in attesa di riacquistarle. D’altro canto, non avevano mai pagato alcuna polizza assicurativa, e quel denaro rientrava a bilancio. Erano in grado di sopravvivere e in seguito di rifarsi. Esisteva, inoltre, la possibilità di appellarsi alla Corte Suprema: un milione di dollari può far cambiare idea a un giudice. In effetti, era quello che temevo. No. Hanno scelto una strada più facile.”
Steve addentò di malavoglia il sandwich. “Non possedevo più un soldo – tutti investiti nel dannato processo – ma ero tranquillo. Direi euforico. Era stata fatta giustizia e io avevo guadagnato circa quindici milioni lordi. Roba da record!”
“E poi?”, chiese Catherine.
Steve esibì un sorriso tirato. “E poi”, rispose, “la LD Company presenta un’istanza di fallimento. La società appartiene a un gruppo lussemburghese, la maggioranza delle azioni del quale sono di proprietà di una holding che ha sede nei Caraibi. L’unica persona nota è l’amministratore delegato, che pensa bene di scomparire in Sud America. E non è finita qui: un mese più tardi riaprono un nuovo stabilimento in Messico, ovviamente con un altro nome, altri soci, tutti misteriosi. Lo stabilimento è grande il doppio. Lì non esistono leggi, perciò continueranno a inquinare l’acqua e altra gente morirà, come il marito e la figlia di Suzie Phan, la mia cliente.”
Catherine lo guardò con aria sinceramente rattristata. Se anche Steve l’aveva tradita più di una volta, era comunque un uomo buono, di saldi principi morali (sesso a parte).
“Ora”, concluse Steve, “io posso fare a meno di tutti quei soldi, a malincuore, certamente, perché mi avrebbero cambiato la vita; ma non posso accettare una simile ingiustizia nei confronti della signora Langlton, maritata Phan, e delle altre vittime di quei porci.”
“Mi dispiace molto.”, dichiarò Catherine. “Però, oltre alla mia personale comprensione non ho altro da offrirti.”
Steve scosse il capo.
“Ti sbagli.”
Mentre risaliva in macchina, dopo aver trascorso la notte in un pessimo motel, che serviva colazioni ignominiose, Catherine trasse un profondo sospiro.
C’è un uomo al di sopra di tutto questo, aveva spiegato Steve, un uomo il cui patrimonio personale ammonta a dieci miliardi di dollari. E’ nei top venti di Forbes, possiede pozzi petroliferi, alberghi di lusso, società di assicurazioni, cantieri navali… e la ex LD Company, di cui probabilmente non sapeva nemmeno l’esistenza, o quasi. Ha mille interessi, fra politica e affari, mille diversificazioni; sicuramente è abituato a delegare il compito di dirigere le sue scatole cinesi a dirigenti capaci ed esperti, cioè squali. In molte aziende non figura ufficialmente, in altre sì: quelle più “pulite”. Lui tira le somme e muove le fila a Washington, fra lobbisti e senatori.
Ha ville sparse in tutto il mondo. E adesso – lo so per certo, ho anch’io le mie conoscenze – si trova per qualche giorno in vacanza a Sausalito, forse l’unico luogo dove è possibile avvicinarlo. Possibile, capiscimi bene, non probabile.
“Perché proprio io?”, aveva domandato Catherine.
Una breve risata. “Perché sei intelligente e bella. E il vecchio Paxton stravede per le ragazze attraenti. Quattro matrimoni, sei figli, un centinaio di amanti. Nella sua scala di valori, al primo posto viene il potere, al secondo il denaro e al terzo le donne. Paga un medico personale solamente per potersi procurare tutti i prodotti presenti sul mercato (e anche fuori mercato) che gli assicurino ancora un minimo di virilità. Ed è vanesio. Sommamente vanesio.”
“Fantastico.”, aveva commentato Catherine.
Accese il motore e si diresse, con molta riluttanza, verso la villa.
Prima di partire, si era consultata con le tre investigatrici – ormai socie a tutti gli effetti -, che lavoravano con lei: Meg la dura, Heather la sfrontata, Patricia la perspicace. Meg e Heather erano amanti. Patricia un vero hacker; all’infuori del pc non risultavano altri amori. Formavano un’equipe fantastica. Catherine aveva sollevato vari dubbi, nella segreta speranza che la dissuadessero. In risposta, sei occhi l’avevano fulminata.
Piccole bastarde, pensò con un sorriso.
Almeno era una radiosa mattina di sole e ciò valse, almeno in parte, a rasserenare il suo umore. Lanciò un’occhiata alla busta commerciale posata sul sedile del passeggero, poi calcò con forza il piede sull’acceleratore.
In quanto a misure di sicurezza, la “villa” di Paxton non aveva nulla da invidiare a Fort Knox. Era circondata da un alto muro di recinzione e sorvegliata, notte e giorno, da guardie armate. Sofisticati sistemi di allarme erano in grado di cogliere anche il minimo segnale di pericolo. Sul lato opposto a quello della strada, il panorama era a dir poco stupendo: un ampio terrazzo si affacciava sulle verdi acque dell’oceano; ormeggiato a cento metri dalla costa, uno yacht di dimensioni esagerate (in gergo un giga-yacht: vale a dire di categoria superiore a un mega-yacht e a un banale super-yacht), provvisto di ogni confort, si dondolava pigramente al vento, in attesa di feste, ricevimenti, riunioni di affari. Poco distante dalla sontuosa abitazione, l’aereo privato di mister Paxton scintillava alla luce della California, simile a un gioiello, quale in effetti era.
Catherine si fece forza e suonò il citofono, l’unico che individuò.
Il massiccio cancello si aprì subito e due energumeni dall’aria scontrosa le rivolsero uno sguardo inquisitorio.
“Desidera?”, abbaiò uno dei due.
“Desidero parlare con il signor Paxton”.
Cellulare all’orecchio, poche frasi. Catherine venne perquisita, in un modo che non apprezzò particolarmente, quindi fu scortata all’ingresso.
Nuova perquisizione, ancora più intima.
La giovane strinse i denti.
Infine, una segretaria dall’aspetto matronale.
“Mister Paxton la aspetta?”
“No.”, ammise Catherine.
“Beh, allora…”
“Per cortesia, gli consegni questa busta.” Catherine le porse la rozza busta commerciale che le aveva consegnato Steve.
La receptionist inarcò un sopracciglio, diffidente. “Vediamo.”, disse in tono antipatico.
Una telefonata, una seconda.
Dopo un’ora, comparve un tipo vestito di tutto punto. “Mi segua.”, proferì con l’accento classico di un bostoniano.
Percorsero infiniti corridoi e, quando giunsero davanti a una porta, che – suppose Catherine – conduceva al sancta sanctorum, dovette sottoporsi a una terza ispezione. Quando le ficcarono le mani nelle mutandine, meditò di reagire con violenza: a trattenerla fu il pensiero della signora Suzie Phan.
Entrò in uno studio immenso, che rigurgitava ricchezza. Quadri d’autore alle pareti, scaffalature di libri – prime edizioni – mai letti, né sfogliati. Una finestra aperta, situata dietro alla scrivania, dava sul Pacifico. Una piacevole brezza penetrava nell’ambiente.
Paxton non si alzò per salutarla.
“Cos’è questa merda?”, le chiese. Indossava un paio di shorts e una maglietta dei Red Sox. Tenuta da relax. Catherine notò anche l’orologio e la catena d’oro, che un operaio non avrebbe potuto acquistare nemmeno se avesse lavorato per cent’anni. Lei era in minigonna e, nonostante l’atmosfera ostile, captò un’occhiata avida diretta alle sue cosce.
Senza essere invitata a farlo, si sedette di fronte a lui. “Vietnam.”, rispose. “Se non vado errata, il giovane a destra era il capitano Paul Paxton. Il muso giallo, a sinistra nella foto, si chiamava Bao Phan. Sorridono, perché Bao salvò la vita a suo figlio. Entrambi, purtroppo sono deceduti. Paul a causa di un brutto male, Bao per via delle acque inquinate da una delle sue aziende.”
“Stupidaggini! Calunnie! Non so niente dell’azienda di cui lei farnetica.”
“Ma davvero?”
“Oserebbe mettere in dubbio la mia parola?” Paxton la guardò, disgustato. “Lei sa chi sono io? Quanti posti di lavoro ho creato? Quanto benessere ho assicurato? Mi chiamo Edward Paxton, sciacquetta!”
Catherine scattò in piedi, all’improvviso furiosa.
“E lei, lei, mister Paxton, ha scelto di far fallire quella fottuta fabbrica per evitare di dare un dollaro alla vedova!”
“Non le permetto di parlarmi in questo modo. Se ne vada.” Paxton era paonazzo in volto.
“Certo.”, replicò Catherine. “Me ne vado con gioia, brutto figlio di puttana!”
Si diresse all’uscita. Poi si fermò. Girandosi in direzione del miliardario, agitò un dito. “Ma verrà un giorno…” Sorrise, sprezzante. “I Promessi Sposi, the Betrothed. Non li hai letti, miserabile! Ma capirai. Presto o tardi capirai. Ricordati che Paul ti guarda dall’alto.”
Sbatté la porta, riattraversò i corridoi, oltrepassò nuovamente il cancello e risalì in macchina.
Fallimento su tutta la linea, considerò amareggiata, durante il viaggio di ritorno.
Una settimana più tardi, Steve fece irruzione nel suo piccolo ufficio, sventolando un assegno.
“Cento milioni di dollari!”
Catherine lo fissò sconcertata.
“E dieci sono tuoi.”, aggiunse l’avvocato.
“Oltre a un invito a cena, si intende.”
Catherine rise.
“Niente dopocena, però.”
❤ Buon weekend cara, sempre brava, ❤
"Mi piace""Mi piace"
@ LAURA grazie, tesora 🙂
Buon fine settimana a te!
"Mi piace""Mi piace"
quanto sei brava..non ci sono parole per dirti
un bacione da una amica lontana
"Mi piace""Mi piace"
Avvincente! Le tue protagoniste sono sempre fortissime e coraggiose, le alleni personalmente?!?!
Buon fine settimana
"Mi piace""Mi piace"
Potenza di una Fra Cristoforo in minigonna 🙂
"Mi piace""Mi piace"
@ MAIRITOMBAKO mia amica lontana, ti abbraccio!
"Mi piace""Mi piace"
@ BLANCA MACKENZIE sì. E alleno anche Monica Squire. Sai che stress 🙂
Grazie e buon fine settimana a te.
"Mi piace""Mi piace"
@ RODIXIDOR fortissimo!
"Mi piace""Mi piace"
Sono tornate Ale’s Angels. Ottimo rientro. Fluido e incalzante nel ritmo, con la analisi delle persone come è nel tuo stoile acuta e perspicace.
Un caro abbraccio
"Mi piace""Mi piace"
Queste donne sono la bellezza allo stato puro! Sono una squadra che vince sempre. Sai, assomiglia alla mia: cinque donne al comando di una splendida avventura. Donne fantastiche!
Bravissima la MIA strega!
"Mi piace""Mi piace"
@ NEWWHITEBEAR le Ale’s Angels sono tornate 🙂
Come sempre o quasi – al servivizio del bene.
Un grande abbraccio.
"Mi piace""Mi piace"
@ MARI “la bellezza allo stato puro”… se non fosse un mio racconto, concorderei.
Ti ringrazio di cuore, MIA guerriera!
"Mi piace""Mi piace"
Concordo io…questo basta. Ahahah!
"Mi piace""Mi piace"
@ MARI 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Splendido rientro, con una storia mozzafiato, come sempre ricca di particolari e avvincente. Bravissima.
Un caro saluto e buona Domenica.
Ciao, Pat
"Mi piace""Mi piace"
@ PATRIZIA M. grazie, cara Pat!
Felice domenica ^^
"Mi piace""Mi piace"
Gradevole lettura. Questa squadra in gonnella mi piace assaissimo!
Buona serata, un abbraccio 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Le ragazze terribile sono tornate, compatte nella lotta contro le ingiustizie, ma non disdegnando un certo guadagno. Purtroppo nella vita reale se vuoi i soldi e il potere non ti è permesso avere una coscienza. Quindi un bentornate alle ” ragazze” e un grazie a te Alessandra per scrivere le loro avventure, che tu condirai con ingredienti stuzzicanti! Buona serata e buona settimana….Loredana
"Mi piace""Mi piace"
@ ILI6 le ragazze mancavano da molto. Era tempo di farle tornare 🙂
Abbraccio a te, Marirò!
"Mi piace""Mi piace"
@ LOREDANA il guadagno non si disdegna mai… anche se, nella fattispecie, esso non era previsto.
Ti ringrazio davvero di cuore per le belle parole che mi dedichi!
E ti auguro una notte fatata ^^
"Mi piace""Mi piace"
Bé, stavolta non hanno dovuto fare nemmeno cadaveri 😛 Non pensavo che Paxton si sarebbe arreso così facilmente… evidentemente Catherine è stata molto convincente 😉
http://www.wolfghost.com
"Mi piace""Mi piace"
@ WOLFGHOST forse il ricordo del figlio.
O magari la minigonna 🙂
"Mi piace""Mi piace"
….
Sai coinvolgere in tutti i Tuoi scritti
bellissimo episodio!
Un abbraccio Alessandra e buon proseguo di giornata.
Michelle
"Mi piace""Mi piace"
Ritmo narrativo piacevole e sciolto, fondamentalmente descrivi i personaggi come se li conoscessi davvero, dote ottima. Un caro saluto. Univers
"Mi piace""Mi piace"
bello il finale, complimenti.
Luca
"Mi piace""Mi piace"
@ VENTIDIPRIMAVERA sei veramente cara, Michelle!
"Mi piace""Mi piace"
@ UNIVERS81 sono più che lusingata, mio “vecchio” amico. Forse, è perché dentro di me “li vedo”.
"Mi piace""Mi piace"
@ ILMIRTILLOROSSO grazie, caro Luca!
"Mi piace""Mi piace"
Ne sentivamo la mancanza delle tue “Bads Girls”. Come strenna natalizia é più che azzeccata.e anche il ricordo di Fra’ Cristoforo non é male. Anzi … Oltre alla cattiveria, coltivano anche le buone lettere e sono inclini alla globalizzazione letteraria.
"Mi piace""Mi piace"
@ CAPEHORN sono sveglie, caro Cape 🙂
"Mi piace""Mi piace"