Danielle si accorse della moto che la seguiva quando si trovò in aperta campagna. Accostò la jeep sul ciglio della strada, spense il motore e si fermò. Altrettanto fece l’uomo a bordo della Honda. Nel cruscotto c’erano una pistola e un pugnale dalla lama affilata; ma la donna li ignorò.
All’improvviso, si sentiva stanca, esausta, spossata.
La sete di vendetta, il desiderio di guadagno, l’arrogante sicurezza in sé, il compiacimento per la sua forza erano come svaniti, sostituiti da un anelito nuovo: desiderava un luogo sicuro in cui vivere, dove nessuno le avrebbe dato la caccia.
Si incamminò verso lo sconosciuto, fermandosi a due passi da lui.
“Sei della CIA?”, chiese a bassa voce, in inglese.
Volkov scosse la testa. “SVR.”, disse nella stessa lingua.
Danielle Williams lo osservò, stupita. Il servizio segreto che aveva sostituito il KGB. Cosa c’entravano i russi? “Perché vuoi uccidermi?”, gli domandò con calma.
“Ordini.”, rispose Volkov.
“Bene. Ti darò un milione di dollari in cambio della mia vita.”
Solamente un pazzo avrebbe rifiutato quell’offerta, eppure Volkov rimase impassibile. Se anche fu tentato di accettare, fu una questione di un attimo. “No. Mi dispiace per te, ma devo fare il mio dovere.”
Tirò fuori una pistola.
“Ti offro me stessa!”, esclamò Danielle, in preda al panico.
Volkov sollevò lentamente l’arma.
“Non voglio morire!”, gridò Danielle. Non avrebbe mai immaginato di essere catturata da un terrore così forte, tanto forte da toglierle il fiato, da soffocarla. A un tratto aveva perso la freddezza, l’orgoglio, la dignità: rimaneva solo l’angoscia, e il disperato bisogno di vivere.
“Hai ammazzato troppe persone. La cosa non mi riguarda… però non avresti mai dovuto giustiziare il figlio del presidente degli Stati Uniti. Vladimir Putin in persona ha deciso la tua sorte. Io mi trovo qui per obbedire.”
Puntò l’arma contro la donna.
Danielle si inginocchiò. “Abbi pietà, ti supplico!”
Volkov la guardò in modo strano.
Lei non poteva saperlo, ma quella fu la sua mossa vincente.
Ammazzare una donna che supplicava in ginocchio. Una donna sconvolta dalla paura. Una donna madida di sudore, che tremava. Cosa avrebbe pensato di lui sua madre?
Volkov sparò.
Una volta soltanto.
Poi si girò e risalì sulla moto. Invertì la marcia e tornò a Melbourne.
Danielle si accasciò per terra e vomitò.
Ma era viva.
Naturalmente non era un sabato quando si riunirono perché questo era proibito dalla legge; era invece una domenica calda e assolata: ma qualcos’altro andava contro le consuetudini e le ferree regole del Mossad. La presenza di un gentile.
Aaron Ben-David scrutò i presenti. Formavano un kidom di dodici elementi, dei quali quattro avrebbero agito, mentre gli altri otto si sarebbero occupati della copertura e delle misure necessarie per tornare in Israele.
L’insolita, e per alcuni di loro inaccettabile, partecipazione di un cittadino americano, che nel proprio albero genealogico non contava nessun antenato ebreo, era dovuta alla fermezza con cui l’ex agente della CIA aveva rivendicato il suo diritto a contribuire all’uccisione di Ibrahim al-Ja’bari.
“Il diritto e il dovere di un padre.”, aveva dichiarato Martin Yarbes.
In linea di principio, Ben-David avrebbe ignorato quelle parole; però conosceva bene Yarbes e non ignorava il fatto che era stato uno dei migliori uomini di Langley, se non il migliore in senso assoluto. Una seconda ragione che lo aveva portato ad accettare quell’insolita richiesta era il ricordo di antichi favori ricevuti dalla CIA. Un terzo motivo, la consapevolezza del dolore, dell’inaudita sofferenza, di un genitore che aveva seppellito l’unico figliolo. Se esisteva dell’altro, non è dato saperlo.
Il più ostile si era dimostrato il capo del kidom, Zeev, la più accomodante Sarah Gabai, la seconda in comando, forse a causa della sensibilità femminile.
“Bene.”, disse infine Aaron Ben-David. “Sappiamo dove quell’infame si trova.” Si alzò dalla scrivania per avvicinarsi alla grande carta geografica che occupava quasi un’intera parete. Puntò un dito. “Qui.”, affermò. “A pochi chilometri da Al Bukamal, sperando che non si sia spostato ancora.” Si voltò e aggiunse in tono freddo. “Il vostro compito è stanarlo ed eliminarlo. Questo è tutto.”
Yarbes annuì cupamente.
Sarah gli rivolse un sorriso. Conosceva gli esseri umani. In lui ravvisava scarsa empatia, ma una grande forza d’animo. Ciò che a lei piaceva.
Eccoti, baci cara, bello, mi e’ piaciuto, buona domenica, ❤
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@ LAURA grazie, carissima!
Un bacione 🙂
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Bellissima l’umanità di Volkov, non me lo aspettavo.
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Questi sì che é sorprendente e debbo metterlo immediatamente nella classifica MUST.
Hai superato te stessa … O forse …
Comunque tutti noi dalle premesse, immaginavamo un bel buco nel cranio dell’australiana, ma invece tu…
Potenza delle mamme !!!
Standing ovation !!!
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@ NADIA anche i russi hanno un’anima 🙂
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@ CAPEHORN potenza delle mamme, è vero, caro Cape!
Ti ringrazio di cuore per la “Standing Ovation” ^^
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bellissimo..come al solito 😉
baci di zucchero xte
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@ MAIRITOMBAKO baci di miele per te ❤
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Inaspettatamente viva!
La MIA strega è super Bacissimi
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@ MARI sì, Mia guerriera!
Baci tanti dalla strega 🙂
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♡ potrei rispolverare wp!!!
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@ MARI GUERRIERA 🙂
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Torna la storia di Monica e Martin che si intrecciano con quella di Danelle.
Dunque Volkov commette un secondo errore ma Danielle cambierà effettivamente vita?
Poi c’è la caccia all’arabo che vede coinvolto martin. E questa propmette scintille.
Un caro abbraccio
O.t. in dicembre ci sono due date vuote il 24 e il 31. Pensi di occuparne una?
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@ NEWWHITEBEAR molte domande che avranno una risposta.
Un grande abbraccio.
O.T. ok, a tua scelta
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Facciamo il 24, perché per un errore non avevo impegnato il 31.
Grazie
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@ NEWWHITEBEAR grazie a te.
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Già aggiornato il calendario.
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@ NEWWHITEBEAR 🙂
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Un agente dei servizi segreti che ha un cuore e porta con sé l’amore per sua madre, bello questo passaggio, chissà se questa debolezza non gli costerà la vita?
Una puntata avvincente, una puntata che attendevo:, il precedente capitolo era rimasto in sospeso come tu sai fare, bravissima Ale.
Buon inizio settimana
un abbraccio
annamaria
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Capitolo superlativo baby! Splendido il match Danielle-Volkov.
Non aggiungo altro, se non tanto love!
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Stavolta non concordo col Maestro. Non è credibile che uno come Volkov sbagli (volontariamente o no) in una occasione del genere. Così come non è credibile che Danielle eviti di combattere. Una nota stonata in tutto il racconto, questa, secondo me.
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@ ANNAMARIA49 c’è una differenza fra un agente segreto e uno spietato killer, e Volkov lo ha dimostrato.
Grazie mille, amica cara!
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@ KRIS lovvoti ❤
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@ BRUM dopo tanti tuoi elogi, come non accettare una critica?
Da parte mia posso affermare che i “crolli nervosi” si presentano all’improvviso, magari dopo una lunga sedimentazione inconscia. In quanto a Volkov, ha sbagliato di proposito. Lui è sì un fedele servitore della Russia, però non è Matrioska. Sarebbe stato un assassinio a sangue freddo. Ha ritenuto di non farlo.
Baci.
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Mah, non so, cara Alessandra. Sicuramente ci sono i crolli nervosi, i pentimenti, le indecisioni e quant’altro. Danielle gli scrupoli avrebbe dovuto averli davanti a un ragazzino. Volkov che ora pensa al giudizio materno, beh… avrebbe potuto evitare di sparare e ferire, ma doveva salvarsi la faccia col suo capo.
Sì, certo, un po’ di umanità non nuoce, meglio tardi che mai nello spietato mondo dello spionaggio…
Resta ferma la piacevolezza del tuo scrivere e l’interesse di noi lettori per il proseguo della storia.
Un caro saluto,
Marirò
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La bellezza creativa abita qui.
Danielle, una donna del nostro tempo. La donna emancipata e padrona del proprio destino cade. Cade sulle proprie certezze. Cade sulle proprie emozioni. Cade sul destino che aveva contribuito a cambiare. Quello proprio e quello degli altri.
Cosa porta, in questi casi, una donna certa e sicura di se stessa ad abbandonare quella visione della vita che l’ha fatta “specializzare” in tanta e tante cose?
L’umanità, o almeno quello che le resta.
Figlia del nostro tempo e institrice dei più biechi sentimenti di pseudo rivalsa, Danielle crolla.
Non medita, non fa alcun esame di coscienza.
Cade, dalla “rupe tarpea” del suo io, rovinando miseramente sulle rocce del proprio senso umano.
Un senso che, malgrado l’atto tremendo dell’uccisione da lei compiuto, la fa crollare.
Una situation drama insopportabile e aberrante.
Come esplode, dunque, la tragedia delle intenzioni?
Una resa.
Una resa senza condizioni.
[…]“Non voglio morire!”, gridò Danielle. Non avrebbe mai immaginato di essere catturata da un terrore così forte, tanto forte da toglierle il fiato, da soffocarla. […]
[…] Danielle si inginocchiò. “Abbi pietà, ti supplico!” […]
Leggemmo, tra tutti i commenti dei Vostri arguti e attenti lettori, il commento del Sig. Brum.
Concordammo in linea di massima, comprensivo della Vostra risposta.
Danielle ha dimostrato che, in stato di forte stress emotivo, il mondo crolla.
Quello che ci colpì, profondamente, fu proprio l’atteggiamento/comportamento di Volkov, malgrado la Vostra risposta al Sig. Brum (citato).
[…] In quanto a Volkov, ha sbagliato di proposito. Lui è sì un fedele servitore della Russia, però non è Matrioska. Sarebbe stato un assassinio a sangue freddo. Ha ritenuto di non farlo. […]
(Link: https://annehecheblog.wordpress.com/2014/11/23/rage-24/comment-page-1/#comment-17741)
Con l’atto della finta esecuzione, mia signora, Volkov non è un fedele servitore della Russia. Volkov è un traditore e della peggior specie. Gli ordini si eseguono e un agente che sia in possesso di determinate funzioni, fa crollare, con il proprio scellerato comportamento tutte quelle certezze che “azione e reazione” di una nazione ( senza che per questo si debba spiegare, all’esecutore, qualcosa) viene inficiata.
Non serve a gran ché sottolineare che “lui non è Matrjoska”.
Nessuno potrà mai esserlo!
Ma neanche Volkov potrà mai essere, dopo tutto questo, Volkov!
Siamo in presenza non alla “scelta” di un uomo, che si pone l’orrore di essere un freddo assassino, ma ad uno scellerato atto di “alto tradimento” verso la propria patria, il popolo e il Presidente. Un tradimento che potrebbe inficiare gravemente (Volkov non è tenuto a saper nulla: deve ubbidire e basta!) una nazione se non, addirittura, i propri compatrioti. Per tutto questo andrebbe appeso per i piedi e reso consapevole del proprio gravissimo atto, definitivamente terminato.
Abbiate le nostre più sincere cordialità e la nostra massima attenzione radiosa e radiosizzante.
Da Mossul موصل-(Ninive), Iraq, ore 20.20
Via satellite
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Danielle che non ha pietà di una madre e le ammazza il figlio
E Volkov che pensa al giudizio della propria madre e non uccide una crudele assassina
No, proprio non ci sto
Ma tu sei sempre brava, Alessandra
Baci
Mistral
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@ ILI6 oh, bene! Troppi elogi possono fare montare la testa 🙂
Comunque, a proposito di Danielle, non parlerei di pentimento. Quello non c’è proprio. Direi invece che ha conosciuto il sapore della paura.
Volkov è un uomo ligio al proprio dovere, ma in questo caso non se l’è sentita di uccidere una donna indifesa che lo implorava in ginocchio.
Grazie e un abbraccio, cara Marirò*
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@ LORD NINNI spesso rivolgo uno sguardo al cielo, sapendovi in quei luoghi terribili e pericolosi, e, sebbene io sia atea, qualche volta ho pregato per voi. Non sto scherzando!
Tornate al più presto in Italia!
Venendo al racconto, è vero: Volkov ha tradito. Ne pagherà il fio? Questo lo sapremo presto, poiché è previsto un suo incontro con Putin.
Riferendomi a Matrioska, intendevo sottolineare la differenza fra un uomo di ghiaccio, pronto a uccidere Monica Squire (che forse amava) e un giovane agente del SVR provvisto di caritas.
Radiosità, caro Milord!
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@ OMBREFLESSUOSE noto molte voci di dissenso, ma stranamente la cosa mi fa piacere perché il dibattito è stimolante.
Danielle non conosce pietà, né rimorsi. Ha semplicemente paura di morire.
Ma Volkov è diverso da lei.
E pensa alla propria madre.
Baci, Mistral, e grazie ^^
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Bé, nonostante sia una spietata assassina… sono contento che Danielle si sia salvata 🙂 Credo che ora uscirà di scena… vedremo se ho ragione 🙂
In quanto a Yarbes, lo muovono rabbia e vendetta. Ma in fondo… come non perdonarlo per tali motivazioni?
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST preciso, lupissimo!
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Puntata a dir poco scoppiettante. Danielle ha un carattere di ferro e una morale… di vetro. Ma l’hai tratteggiata in maniera sorprendente. Aspetto il seguito con interesse, carissima. Un saluto. Univers
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@ UNIVERS81 “una morale di vetro” è una definizione formidabile, mio “vecchio” amico.
Mi auguro che il prossimo capitolo sia di tuo gradimento.
Un caro saluto.
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….
Un pezzo che mi ha fatto riflettere..
vero che, Volvov non è un killer, ma d’altra parte Danielle
non ha avuto pietà a uccidere….
E Tu carissima sorprendi ogni volta a capovolgere situazioni…
Un abbraccio cara e dolce notte
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA Danielle meritava la morte? Eccome!
Cito il grande Tolkien: “Molti tra i vivi meritano la morte, e parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela?” (Gandalf sta parlando con Frodo).
Volkov è stato fermato da un senso di profonda umanità.
Grazie di cuore, chérie Michelle, e sogni d’oro*
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