Quella stessa mattina, poco dopo le nove, cominciò a nevicare. Poiché non era stato previsto dai servizi metereologici, Washington fu colta impreparata e gli spazzaneve tardarono a mettersi in moto. A peggiorare la situazione, la neve continuò a cadere incessante, e presto fu chiaro che si trattava della nevicata più abbondante dell’anno, almeno fino a quel giorno. Il traffico divenne più caotico del solito: ovunque si formavano ingorghi.
Volkov si era svegliato alle sette e venti, aveva fatto la doccia e si era rasato; poi aveva consumato una colazione a base di caffè, spremuta d’arancia, uova fritte e bacon. Quindi, era uscito dall’albergo.
Attese che i negozi aprissero, bevendo un secondo caffè in un piccolo bar e leggendo tranquillamente il “Washington Post”. In seguito, effettuò alcuni acquisti. Alle undici era fermo ai margini di uno spiazzo situato in periferia. Prima si era guardato a lungo intorno, nascosto dietro a una catasta di legname. Per lui, neve o sole non facevano differenza ed era abituato a ben altro, dato che era nato e cresciuto in Siberia.
Quindici minuti più tardi, arrivò Sean. “Ho buone notizie.”, annunciò quest’ultimo. Volkov lo fissò in silenzio. “Le persone che hanno sequestrato il ragazzo sono rintanate in una vecchia casa decrepita, a circa trenta chilometri da qui.”
“Dove, esattamente?”, chiese il russo.
Sul volto di Sean comparve un sorriso astuto. “Tu mi capisci.”, disse. “Un’informazione del genere vale molto più di mille dollari.”
“Quanto?”, domandò Volkov.
Sean alzò una mano con le cinque dita protese. “Cinquemila.”
“Mi sembrava che i nostri patti fossero diversi.”, osservò con calma il capitano del SVR.
“I patti… i patti possono cambiare, a seconda delle circostanze. Non è stato semplice scoprire il loro rifugio in poche ore.”
Volkov annuì, pensieroso.
“Forse, non ti credo.”, disse in tono pacato. “Forse, stai mentendo.”
“Assolutamente no!”, protestò l’altro. “In cambio di cinquemila dollari, saprai con esattezza dove è tenuto John Yarbes. E’ quello che volevi, no?”
Volkov annuì ancora. “Già. E’ quello che volevo.”
Lanciò un’occhiata distratta al piazzale, come se stesse meditando.
“Se cinquemila sono troppi, potrei scendere di qualche bigliettone.”, disse Sean. “Oggi mi sento buono.”
Volkov lo guardò e sorrise. “Grazie.”
Un istante dopo, si chinò, prese una manciata di neve e gliela ficcò in bocca, spingendola a fondo nella gola. Nel frattempo, lo teneva fermo con una presa di judo. E’ uno dei tanti modi per uccidere che si apprendono durante l’addestramento Spetsnaz: in gergo, si chiama “bjelaja smert”.
Sean sarebbe morto soffocato, poi il calore del corpo avrebbe sciolto la neve. Un decesso dovuto a cause naturali. Era inutile sprecare una pallottola.
Anche John si era svegliato presto. Aveva perso la nozione del tempo, ma cercava di regolarsi in base ai pasti che l’uomo con il cappuccio gli portava. Non era facile, perché in linea di massima il cibo era sempre lo stesso, però aveva capito che il caffè con latte rappresentava la prima colazione: da questo era in grado di ricostruire il trascorrere delle ore. A giorni alterni gli veniva concesso di lavarsi. Una bacinella di plastica, colma d’acqua, saponetta e spugna, sotto il controllo del bandito che lo sorvegliava con una pistola in mano. Erano gli unici momenti piacevoli.
Aveva paura. Molta. Quando il timore superava il livello di guardia, per farsi forza, pensava a Shakira. Immaginava di ballare con lei, bellissima e scalza, in Sud Africa. Waka Waka. All’epoca aveva undici anni; ciò non gli aveva impedito di sognarla. Benché non gli fossero indifferenti alcune graziose ragazzine della scuola, nessuna di loro poteva essere paragonata alla cantante colombiana. Sinuosa, felina, affascinante: erano i primi aggettivi che gli venivano in mente. Altrimenti, visualizzava un rovescio a due mani o una volée di Flavia Pennetta, la sua tennista preferita (e la più bella, per lui). Canticchiava One, two, bukle my shoe. Three, four, knock at the door. Five, six, pick up sticks. Seven, eight, don’t be late. Nine, ten, start again.
Oppure si concentrava sulle migliori partite di basket che aveva giocato, rivedendo, come in un film, i canestri decisivi. O, ancora, si dedicava all’esercizio fisico, nei limiti che gli venivano imposti dalla piccola stanza, dove era segregato. Deliberatamente, evitava di soffermarsi su quello che i suoi genitori stavano provando. Sarebbe stata una ragione di sofferenza in più.
Le rare volte in cui pensava a loro, vedeva con gli occhi della mente la figura del padre. Veniva a liberarlo.
Al termine della riunione nella Situation Room, dalla quale non era trapelato niente di positivo, Margaret prese in disparte Monica. Per la prima volta da quando le due donne si conoscevano scoppiò un litigio. E fu un litigio aspro.
“Non intendi dimetterti, e mi sta bene.”, disse Margaret con voce alterata. “A me il tuo posto non interessa. in ogni caso, sarà mio fra otto anni. Quello che non riesco a comprendere è perché ti ostini a non voler cedere! Credi, forse, che i cittadini americani non ti capirebbero? Ti sbagli. Non leggi i giornali? Non senti l’amore, la trepidazione, l’ansia con cui tutti seguono questo dramma?” Margaret si sforzava di trattenere le lacrime.
Monica le girò le spalle. “Cedere… se lo fai, diventa un precedente; e quando è diventato un precedente, ci sarà sempre il rischio che qualcosa di simile si ripeta. Non posso. Non voglio che questo accada.”
“Ma non ami tuo figlio?”, urlò Margaret Collins, paonazza in volto.
Monica si voltò verso di lei. “Non osare mai più! Non ti permetto di mettere in dubbio il mio amore per John. E ora scusami.”
Margaret la guardò allontanarsi. Scosse la testa. Altro non poteva fare.
Come molti avrebbero detto e scritto, dopo la sua morte, avvenuta dieci anni più tardi, Martin Yarbes era stato il più grande agente della CIA.
Le imprese che aveva portato a termine con successo erano innumerevoli, e per i giovani che le studiavano, a Langley, egli rappresentava un mito. Poco importava che talvolta avesse abbracciato il lato oscuro della forza, secondo una definizione scherzosa, ma non troppo, di Monica.
Peraltro, come a ogni mito, anche a lui venivano attribuiti successi che in realtà non gli appartenevano. Quel pomeriggio, mentre la neve sembrava concedere una pausa alla città paralizzata dal traffico, non poté fare a meno di sorridere, quando Danil Volkov gli domandò com’era riuscito a uccidere Aleksandr Stavrogin, nome in codice Matrioka, l’icona del KGB.
“Non sono stato io.”, ripeté per l’ennesima volta. “Lo ammazzò mia moglie. Io ci andai solo vicino. Mi fermarono quelli dello SDECE.”
“Deve essere una donna eccezionale.”, commentò il russo.
“Altrimenti non l’avrei sposata.”
Volkov cambiò argomento. “La mia fonte era fasulla.”, disse. “L’ho eliminata.”
Yarbes sorseggiò il caffè, il decimo di quel giorno, se non ricordava male. Parlò a bassa voce. “Intercettare le telefonate non è un problema. Però arriviamo sempre in ritardo.”
Volkov lo fissò. Poi guardò fuori, attraverso la vetrata del bar rivolta a ovest. Era apparso un pallido sole e il cielo andava schiarendosi. Se il russo fosse stato un uomo che amava perdersi in congetture superflue, avrebbe potuto dire che ai tempi dell’Unione Sovietica sarebbe stato possibile richiedere l’estradizione, inventando reati inesistenti, dato che i sei terroristi erano originari di un territorio che era appartenuto all’Urss; ma non era quel tipo d’uomo.
“Intercettazioni… funzionano e non funzionano. C’è un altro metodo.”, affermò.
Spostò di nuovo lo sguardo su Martin e, freddo come il ghiaccio, espose il suo piano.
Yarbes lo ascoltò attentamente, gli occhi ridotti a due fessure.
Mentre ascoltava, passava in rassegna i volti dei pezzi grossi che avevano partecipato all’ultima inutile riunione del “comitato d’emergenza”. Solo chiacchiere e distintivi, gli venne da pensare. Se li figurò lì, gli alti papaveri, e immaginò le loro reazioni alle parole di Volkov; gli sembrò addirittura di vedere le espressioni dei loro visi: sgomente, sconcertate, atterrite. Due persone soltanto avrebbero approvato. Milton Brubeck e Brian Stevens. FBI e CIA.
C’era dell’ironia in questo.
Chiedo scusa per i commenti cancellati, ma WP è impazzito!
"Mi piace""Mi piace"
Ringrazio Pat, Marirò, Laura, Mari. E mi scuso ancora.
"Mi piace""Mi piace"
No problem Alessandra, non hai bisogno di scusarti 🙂
"Mi piace""Mi piace"
@ PATRIZIA M. 🙂
"Mi piace""Mi piace"
🙂 tranquilla Alessandra, grazie a te, ❤
"Mi piace""Mi piace"
@ LAURA mia bellissima amica, non so cosa stia succedendo…
Questa sera WP vuole farmi uscire pazza.
Bacione 🙂
"Mi piace""Mi piace"
E chi si azzarda adesso a inserire categoria e tag?
"Mi piace""Mi piace"
“Giustificare” poi sembra una parola magica… francamente, ne ho piene le scatole!
"Mi piace""Mi piace"
sei unica””lo dico sempre ma e; vero
buona domenica con affetto
"Mi piace""Mi piace"
♥
"Mi piace""Mi piace"
non so come poterti aiutare. Io uso Chrome.
Comunque per postare su wp io uso wp e non portali esterni, cioè home page-Nuovo-Articolo. Si apre la pagina aggiungi nuovo articolo che è molto semplice.Non ho capito se questa è sempre stata la tua procedura. Nelle ultime settimane wp ha aggiornato questa pagina, rendendola più complicata, ma dà la possibilità con un avviso in alto a destra di tornare al vecchio modello, cosa che ho fatto prontamente. Per il giustifica, il pulsante si trova nel secondo rigo della modalità di scrittura, rigo che a volte sparisce e che si deve aprire cliccando su un triangolino del primo rigo.
"Mi piace""Mi piace"
@ ILI6 🙂 🙂 🙂 🙂
"Mi piace""Mi piace"
@ MAIRITOMBAKO grazie, carissima!
Buona domenica a te * _____________ *
"Mi piace""Mi piace"
@ MARI ❤
"Mi piace""Mi piace"
@ ILI6 la mia salvatrice 🙂
Dunque, io uso Mozilla per tutte le funzioni, tranne una, cioè postare: fino a ieri sera adoperavo Explorer7 perché mi permetteva di leggere in italiano, di apportare modifiche in tempo reale, etc.
Ieri sera per sbaglio avevo intitolato il post “Rage 11”, e non “Rage 12”. Ho dovuto correggere con Mozilla, perché Explorer risulta bloccato. Risultato: post e commenti sono stati cancellati. E’ tutto in inglese e io non capisco niente. Vorrei mettere la categoria giusta, ma poi come faccio a salvare? E questo è uno dei problemi.
Baci e grazie!
"Mi piace""Mi piace"
Ieri non sono riuscita a postare il mio commento dopo aver letto il tuo bellissimo racconto. lo faccio oggi con un abbraccio. Marisa
"Mi piace""Mi piace"
@ MARISA COSSU ricambio di cuore l’abbraccio e ti ringrazio molto, cara Marisa!
"Mi piace""Mi piace"
Ho visto ieri sera i tuoi armeggi tra RAGE 11 e RAGE 12 ma non trovavo nulla. Anzi la risposta era sempre Page not found – pagina non trovata. Io uso Mozilla da una vita senza problemi ne con WP né con altro. Categorie e Tag li posto tranquillamente o scegliendo tra quelli già presente oppure scrivendo quelli nuovi nell’apposito riquadro presente insieme all’articolo. Explorer 7? Sei alla preistoria! Lascialo in pace e usa sempre mozilla (diciamo firefox). Chiusa la parentesi
Mi ero perso la puntata 11 che ho letto prima di questa e ora commento la nuova.
Intrigante quanto basta. Ci lascia col fiato in sospeso in attesa di conoscere le reazioni di Monica, Yarbes e Volkov. Interessante è lo spaccato dei pensieri di John.
Aspetto con impazienza la prossima.
Un caro abbraccio.
"Mi piace""Mi piace"
@ NEWWHITEBEAR ieri sera, per errore, ho cancellato il post. Usavo Explorer7 perché mi consentiva di leggere in italiano; poi ho scoperto che cliccando su NewPost e non su Alessandra le funzioni erano simili anche con Firefox. Seguendo i suggerimenti di Marirò, ho ripristinato il vecchio modello: così sono riuscita a “giustificare” e a inserire categoria, tag e corsivi. Spero che adesso non ci siano più problemi.
Di John dovevo parlare e sono contenta che tu abbia apprezzato la parte che gli ho dedicato.
Grazie e un grande abbraccio!
"Mi piace""Mi piace"
Ho citato John, perché mi pareva un punto molto interessante, che non si poteva non notare.
Un caro abbraccio
PS mi fa piacere che tu sia riuscita a rimediare a tutto.
"Mi piace""Mi piace"
@ NEWWHITEBEAR anche secondo me John meritava uno spazio.
Un caro abbraccio.
PS speriamo 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Qualcosa mi sfugge. Sean aveva davvero imbrogliato? O Volkov rema contro, in realtà? La prima, direi, a naso. E se questo è vero, come ha fatto Volkov ad accorgersene, visto che non si è fatto nemmeno dire con precisione il posto?
"Mi piace""Mi piace"
Entusiasmante puntata, spero che il ragazzo venga tratto in salvo, però che strana procedura quella del ghiaccio in bocca, da brividi. E Monica si dimetterà? John, figura interessante.
Buon inizio settimana.
un caro abbraccio
annamaria
"Mi piace""Mi piace"
@ BRUM la prima che hai detto.
Volkov lo ha ucciso sia per il ricatto, sia perché aveva capito che stava mentendo.
"Mi piace""Mi piace"
Azz. Mai contrattare… con un russo!
"Mi piace""Mi piace"
@ BRUM in effetti… vedi Putin…
"Mi piace""Mi piace"
E chi contratta, con quello? Dicesse quanto vuole, per il gas… e lo paghiamo! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
@ BRUM sei lui vuole 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Eccerto. Figurati se lo contraddico!
"Mi piace""Mi piace"
@ BRUM 🙂 🙂 🙂
"Mi piace""Mi piace"
@ ANNAMARIA49 davvero da brividi, cara amica!
Monica non si dimetterà, questo posso anticiparlo; sul resto taccio.
Grazie e un forte abbraccio a te.
"Mi piace""Mi piace"
Tutti pertinenti, i commenti, però…condivido di più…New…un saluto da Salvatore.
"Mi piace""Mi piace"
@ SALVATORE RIZZI New è sempre molto attento.
Un salutone, Sar.
"Mi piace""Mi piace"
Ricambio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
"Mi piace""Mi piace"
@ SALVATORE RIZZI good night 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Puntata ricca dove ciascuno fa quello per cui é stato creato dalla nostra autrice.
Il Lupo fa il suo, con i traditori e poi dicono che l’istruzione non serve.
La leonessa del 1600 di Penn. Av. W.Dc si trasforma in iena appena le sfiorano con il pensiero il suo figliolo, che dimostra abbastanza sangue freddo, da che é stato rapito. Scansione del tempo, attaccamento a pochi ma ben chiari pensieri da usarsi come chiavi di salvezza.
A proposito di lupi e leopardi. Adesso che si sono incontrati e si sono annusati per bene inizieranno a cacciare con i loro sistemi e se é vero quel che é stato asserito in precedenza …. Le risposte arriveranno a breve.
"Mi piace""Mi piace"
Grande puntata, intrigante, pungente quanto basta, ottimo viatico per alcune vicende della storia… e aspettiamo le risposte emotive di Monica e le azioni di Yarbes, soprattutto. Un caro saluto, a presto. Univers
"Mi piace""Mi piace"
….
Mi è piaciuto molto il racconto che hai fatto
di John che cerca di allontanare la paura
con i suoi ricordi…
Un altra splendida puntata Alessandra
Un abbraccio grande e buon proseguo di serata
Michelle
"Mi piace""Mi piace"
@ CAPEHORN un lupo e un leopardo: credo che sia una bella accoppiata per combattere contro gli sciacalli. Il problema è l’intransigenza di Monica, giustamente la Leonessa. Ma esistono vari metodi…
E penso che saranno applicati.
Un sincero grazie, Cape!
"Mi piace""Mi piace"
@ UNIVERS81 Yarbes non si tirerà indietro; conosce bene i russi – eterni rivali, ma a suo tempo anche alleati.
Grazie di cuore e un grande saluto a te.
"Mi piace""Mi piace"
@ VENTIDIPRIMAVERA John cerca di reagire, di mantenersi forte, nei limiti del possibile.
Merci, Michelle*
Bisous, chérie ^^
"Mi piace""Mi piace"
Davvero un altro bel capitolo
John è un ragazzo sveglio e il suo stratagemma sembra aiutarlo
Volkov, a mio avviso, è forse l’ unico che ha le carte in regola per salvare il ragazzo
Ancora brava
Sorriso serale
Mistral
"Mi piace""Mi piace"
@ OMBREFLESSUOSE grazie, Mistral!
Volkov è un tipo tosto, su questo non ci piove.
Poi… si vedrà…
Bacino serale * ___________*
"Mi piace""Mi piace"
Sempre più coinvolgente 😉 Adesso che i personaggi, almeno quelli principali, sono chiari e definiti, la storia va via liscia, facile da seguire, grazie anche al tuo stile di scrittura sempre molto scorrevole 😉
5.000 dollari per una informazione del genere… con uno poi che sicuramente sa leggere nella mimica di chi ha davanti… Sean si è suicidato 😀
Appena posso passo al capitolo più recente 😉
http://www.wolfghost.com
"Mi piace""Mi piace"
@ WOLFGHOST devo dire che fin dall’inizio tu hai sempre indovinato tutto, quasi mi stessi leggendo nella mente 🙂
Confermo: Sean si è in pratica suicidato.
"Mi piace""Mi piace"