“Mi chiamo Aldolf Hitler.”, dichiarò l’uomo con i baffetti grigi.
Catherine lo osservò, cercando di mantenere un’espressione impassibile. L’uomo dimostrava circa cinquanta-cinquantacinque anni e, per quanto ricordava dalle foto o dai filmati d’epoca, non assomigliava minimamente al Führer. Questo significava due cose: che era nato dopo la fine della seconda guerra mondiale e che era indubbiamente pazzo. Si domandò come mai non si trovasse in un’adeguata struttura sanitaria. L’impeccabile completo grigio, stirato alla perfezione, la camicia bianca con i polsini d’oro, la cravatta di seta e le costose scarpe italiane fornivano un risposta: era un pazzo ricco.
“In cosa posso esserle utile, signor Hitler?”
“Sono venuto qui in America per rifarmi una vita, e c’ero riuscito; poi quel maledetto ebreo mi ha visto e riconosciuto!”
“Quale maledetto ebreo?”
“Yosseph Lechner!”, ringhiò l’uomo, come se sputasse le parole.
L’accento era tipicamente californiano, considerò fra sé Catherine; ma il problema era un altro: come liberarsi da quel folle individuo?
Un istante dopo, vide allibita un mucchio enorme di banconote che si depositava sulla sua scrivania.
“Tenterà di uccidermi entro i prossimi tre giorni. Voglio che mi proteggiate.”
“Esistono varie agenzie che possono procurare eccellenti guardie del corpo.”, suggerì Catherine, mentre calcolava approssimativamente la cifra spropositata che si trovava davanti.
“Pagliacci!”, sbottò Hitler. “Come le SS che non sono riuscite a eliminare quel porco giudeo. Mi hanno parlato bene di voi. Donne risolute, forti, belle e ariane, forse tranne una.”
Catherine si scusò e uscì dall’ufficio. Non poteva decidere da sola. Sapeva che avrebbe rischiato un’incriminazione per circonvenzione di incapace, o qualcosa di simile; però sapeva altresì che con quel guadagno enorme le sue amiche avrebbero potuto permettersi qualsiasi sfizio: una macchina nuova, una vacanza esclusiva, una barca.
La riunione fu breve. E prevalse il parere di Meg.
Catherine tornò da Hitler. “D’accordo.”, disse. “Se è quello che desidera, lei sarà al sicuro per i prossimi tre giorni.”
L’uomo annuì, soddisfatto. “E’ quello che desidero.”
Si alzò, quindi aggiunse: “Comunque, non sarà un compito eccessivamente gravoso. Con i pochi soldi che mi sono portato dalla Germania, ho potuto acquistare una villa che è ben sorvegliata. Filo spinato, cani, cellule fotoelettriche. Questo genere di cose. Ogni mattina, però, amo fare una passeggiata. Sempre rigorosamente da solo. In genere, mentre cammino rifletto e ricordo: la conquista della Francia, la liberazione del Duce, i bombardamenti di Londra… bang bang… mmmm, l’invasione dell’Unione Sovietica. E sarà in quel momento che Lechner cercherà di ammazzarmi.”
Il giorno dopo, Meg si recò all’indirizzo convenuto, spalancò gli occhi vedendo la villa – era semplicemente immensa – e seguì a debita distanza il signor Hitler. Non accadde nulla.
Nel frattempo, Patricia lavorava al pc.
Scoprì che l’uomo in questione in realtà si chiamava Daniel Penn ed era immensamente ricco. A occhio e croce, sebbene fosse difficile individuare tutte le sue fonti di reddito, poiché erano estremamente diversificate – cantieri navali, possedimenti in Texas, fabbriche di medicinali, una decina di alberghi di lusso sparsi in Florida – il suo patrimonio si aggirava sui cento milioni di dollari.
Intanto Catherine, per scrupolo, telefonava alla polizia.
“Le passo il mio superiore”, disse l’agente che rispose alla chiamata.
Catherine espose il caso.
“E’ stata molto gentile a informarci. Provvederò a mandare due macchine, no, forse tre. Magari quattro. Grazie!” John Parker riagganciò, emise un sospiro e tornò alle sue incombenze.
Catherine guardò il ricevitore, vagamente perplessa, poi prese in mano il fascicolo che riguardava un nuovo caso.
Ventiquattro ore più tardi, Meg seguì ancora il signor Hitler-Penn, tenendosi a debita distanza. Non vide indivudui sospetti, non notò nulla di strano e, quando il cliente terminò la passeggiata, andò a mangiarsi un paio di hamburger.
Fu la terza mattina che Patricia confermò di essere una maga dei computer. Yosseph Lechner si chiamava Yosseph Weber, era il presidente di un consorzio di banche, in effetti era ebreo e il suo patrimonio superava gli ottanta milioni di dollari. Sia Hitler- Penn, sia Lechner-Weber pagavano regolarmente le tasse, ed entrambi avevano affidato i loro imperi finanziari a dirigenti esperti e capaci. In pratica, si godevano i soldi e non lavoravano più. La cosa strana – ed era quello che li accomunava – era che non avevano hobby. Niente golf, niente crociere, niente amanti. Che vite noiose, pensò la giovane investigatrice. A che serve essere così ricchi?
Un’ora più tardi, accadde.
Meg scorse un uomo che si avvicinava con fare aggressivo a Hitler-Penn. Impugnò la pistola e corse verso il suo facoltoso cliente.
“E’ Lechner!”, urlò Penn. “Cosa vuoi da me maledetto giudeo?”
“E’ giunta la tua ora, dannato nazista!”
Meg si frappose fra i due. “Sono un’investigatrice privata.”, disse rivolgendosi a Lechner, un omino piccolo e dall’aspetto insignificante. “Adesso lei mi seguirà alla centrale!”
Lechner la ignorò. “Hai contravvenuto alla clausula quattro!”, gridò a Penn. “Questo è assolutamente indecoroso!”
“Speravi di farcela, eh, jüdisch?”
“La clausola quattro!”, ribadì l’altro, dando una spallata a Meg. Poi tirò fuori una pistola grottescamente enorme. E, prima che Meg potesse intervenire, sparò.
La giovane sbiancò in viso. Non poteva assistere a un assassinio!
Penn fu raggiunto da un grande spruzzo d’acqua colorata.
“Finalmente abbiamo regolato i conti!”, annunciò trionfante Lechner.
Sbalordita, Meg vide che i due irriducibili nemici si abbracciavano ridendo fino alle lacrime.
Quella sera, Catherine, Heather, Patricia e Meg furono ospiti nel più esclusivo ristorante di Los Angeles.
“E’ da quando abbiamo lasciato i nostri affari che ci divertiamo così.”, disse il signor Adolf Hitler stappando una bottiglia di champagne.
A tarda notte li riportarono a casa completamente ubriachi.
IL LATO OSCURO: ADOLF HITLER
4 giugno 2014 di Alessandra Bianchi
57 Risposte
🙂
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tremenda!!!!!!!!!!!
bellissima storia…
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Leggemmo il vostro, nuovissimo, racconto con avidità. immaginavamo ora questo, ora quello continuando sbigottiti la lettura.
L’attesa del finale era spasmodica quando, la tensione accumulata, esplose.
Un finale coinvolgente e argutamente ben definito.
Ci portaste, con inquietudine, a vivere una dimensione spazio/temporale fuori dalla realtà. Sembrava di vivere un incubo.
“Nous vivons encore sous le règne de la logique, voilà, bien entendu, à quoi je voulais en venir. Mais les procédés logiques, de nos jours, ne s’appliquent plus qu’à la résolution de problèmes d’intérêt secondaire. Le rationalisme absolu qui reste de mode ne permet de considérer que des faits relevant étroitement de notre expérience.
Alors … il vaut mieux rêver.
Rêver un rêve qui commence à partir du passé, pour arriver à l’avenir, jusqu’à ce que mon présent.
Vivre la vie.”
Veramente molto buono, milady
Salutations et convivialité
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Inutile sottolineare la pervicace presenza dei maledetti, nefasti, funesti, spiacevoli, odiosi refusi!
😐
Cordialitations
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Veramente straordinaria è questa nuova storia delle Ale’s Angels con un finale spassossimo.
Formidabile veramente e adesso posso staccare soddisfatto.
Un caro abbraccio
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Purtroppo, il mondo è pieno di persone, di tal fatta…ma…è difficile riconoscerli, non per il sottoscritto, il quale legge nello sguardo delle persone. Un saluto da Sar.
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Insomma, un hobby ce l’avevano. E le “nostre”, per una volta, non hanno portato a termine l’incarico. Tecnicamente, Lechner è riuscito a tentare di ucciderlo… possiamo dire.
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P.s.: volevi farci uno scherzo… e lo scherzo è riuscito. Ma, indipendentemente dal finale, il racconto non mi è piaciuto al pari degli altri. Lo metto senz’altro in coda alla lista dei miei preferiti.
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@ ANONIMO 🙂
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@ MAIRITOMBAKO grazie, tesora!
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@ LORD NINNI Je suis enchanté, Milord*
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@ NEWWHITEBEAR io mi sono divertita a scriverlo.
Un grande abbraccio.
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@ SALVATORE RIZZI solo Renzi ci può salvare 🙂
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Vabbé, come no?
🙂
(Vivere di speranze, fa morire disperati)
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@ DON MATTEO R. a ciascuno le proprie convinzioni, come è giusto.
Io, comunque, amo Renzi.
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@ BRUM ci mancherebbe altro che non accettassi una tua critica, amico mio 🙂
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Un abbraccio. E poi lo sai… come critico non valgo una cicca. 🙂
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@ BRUM due abbracci!
A me i critici proprio non interessano. Intendo quelli di professione.
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Ahhhhh, io di professione sò rompiballe… quindi sono salvo. Cioè… sono Brum. Ma sono salvo.
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@ BRUM eheheh… sei forte!
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Soprattutto di notte, quando russo.
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@ BRUM 🙂
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250 followers! Well 🙂
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E poi dicono che mi avevano fatto sparire.
Basta un giochetto e ritorno di corsa.
Anche se era un giochetto … paura paura?
Ah ah ah … mai rilassarsi.
Io ci sono, eccome, eh eh eh
🙂
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E io no!
🙂
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@ DON MATTEO R. amen ^^
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@ ZIO ADOLFO ci sei eccome!
Basta vedere i risultati di “Alba Dorata” 😦
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Ma no! Quei quattro insulsi si sono rivolti al mio concorrente diretto: Balzebù.
Tsé.
🙂
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@ ZIO ADOLFO purtroppo non sono mica quattro…
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Ovviamente, non concordo, perchè egli, è lì per le banche…etc…! Un saluto.
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Ma tu guarda cosa fa la noia super milionaria! Sai, cara Ale, la tua storia romanzata, peraltro molto ben narrata e interessante, potrebbe rasentare la verità: tanti ricconi avendo provato tutto, cercano divertimenti inconcepibili per noi comuni mortali.
Buona giornata.
un abbraccio mattutino
annamaria
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Bello. Sei riuscita a tenerci incollati alla lettura per assistere al primo fallimento delle Alex’Angels, anche se per scherzo 🙂
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Beh a volte ritornano…sinceramente sto commentando un racconto che non so definire..all.inizio ero agghiacciata dalla prospettiva di un emulatore, il che è già preoccupante di suo, poi incuriosita da come Meg avrebbe affrontato il caso,ma poi divertita per come si può ironizzare come hanno fatto quei due impersonando acerrimi nemici usando pistole ad acqua! Comunque alle ragazze e’ andata bene,poco lavoro e tanti soldi!!! Intrigante come solo tu sai essere….a rileggerti prestissimo.Loredana
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Un lato oscuro particolare, qui non sono per me protagoniste le ragazze, ma questi due personaggi strambi che per noia si sfidano e giocano come bambini…ma si dice che invecchiando si torna bambini, e forse puoi permetterti di prendere in giro delle persone, in questo caso pagate profumatamente, mi sono divertita a leggere, e pensavo….tra un po’ andrò in pensione, chissà cosa combinerò!!! Buon fine settimana
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@ SALVATORE RIZZI credo che sia l’unico punto che ci divide.
Abbraccio, caro Sar!
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@ ANNAMARIA49 va detto che i due non facevano male a nessuno, e persino alla polizia non li prendevano più sul serio 🙂
Bacione, Isabel ^^
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@ RODIXIDOR grazie di cuore, amico mio!
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@ LOREDANA ho voluto giocare un po’. Il mio blog è pieno di racconti tristi oppure di storie di spionaggio. Questa volta ho messo qualcosa di allegro.
Besos*
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@ TOSCA potrei proporti una gara a nascondino 🙂
Io sono ancora lontana dalla pensione, ma mi piace comunque divertirmi come quei due mattacchioni. Li vedrei impersonati da Jack Lemmon e Walter Matthau. Ma forse chiedo troppo…
Buon fine settimana a te!
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La storia è ordita con sagace bravura e il finale… esplosivamente giocoso
Brava, brava
Un abbraccio
Mistral
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La signiora deve essere morta! Muriu? Mah.
Picchì non si leggi nenti. I minacci ci furono. Beddra matri: lupara ci voli, accussì impara SCRIVIRI!
Salutamu e si sunnu puliti, basamu li manu!
😐
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Sappi che pure la mia metà si è fatta convincere! Ciao…!
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@ OMBREFLESSUOSE ogni tanto, qualcosa di allegro, cara Mistral 🙂
Tanti baci*
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@ Don Calò nulla capii 😛
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@ SALVATORE RIZZI questa mi piace molto!
Ciao ^^
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Due strani tipi!
In ritardo ma ci sono!
Un abbraccio stretto
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@ MARI però, allegri, a modo loro 🙂
Bacissimo ^^
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ahahah ma pensa te!! 😀 Semplicemente geniale! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST e pensare che avevo forti dubbi…
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Ancora una volta ai vertici e questa volta con una grottesca ironia che mi ha stupito, affascinato oltre misura. Da TOP 10 e senza passare dal via.
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@ CAPEHORN sono lusingatissima!
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Deliziosa puntata con un finale portentoso. Un caro saluto, a presto. Univers
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@ UNIVERS81 ti ringrazio, caro ^^
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Adesso mi hai tirato su il morale!
Grazie!
*_______*
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😀 …. ..Londra…BANG BANG… mmmm, l’invasione dell’Urss…Ahahaha!!
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@ CLE REVERIES beh, ogni tanto riesco a essere allegra, darling…
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@ LILLOPERCASO 🙂
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