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IL LATO OSCURO: TERRORE

30 marzo 2014 di Alessandra Bianchi

Il lato oscuro - MegQuando Meg riprese i sensi, cercò di alzarsi dal letto, ma era impossibile. Era legata mani e piedi e non poteva muoversi. La stanza era avvolta nella penombra, però una luce la feriva agli occhi. Lentamente, cominciò a ricordare. Il dolore. Insostenibile. Le sue urla disperate. Infine, la promessa di morte. Nessuno sarebbe mai riuscito a trovarla e quella promessa sarebbe stata mantenuta. Si domandò cosa era successo. La testa le pulsava e faticava a concentrarsi. Le scosse elettriche. La sofferenza inaudita. Ancora sofferenza. Ma perché? Poi rammentò tutto, fin dall’inizio. Fu colta da un terrore indicibile. Sapeva che, prima di morire, l’avrebbe torturata di nuovo. Sapeva che avrebbe supplicato invano. Sperò di impazzire. Non aveva altro in cui sperare.
Poi udì i passi.

Heather esaminò cupamente per la quarta volta il breve messaggio battuto a macchina che qualcuno aveva infilato nella cassetta della posta. Catherine contemplava la strada, affacciata alla finestra. Patricia piangeva. Non si trattava di uno scherzo, lo sapevano tutte e tre. Perché Meg era scomparsa.
Il messaggio era chiaro. Poche agghiaccianti parole. La vostra amica, la sgualdrina, morirà a breve. Ma non prima di aver subito un duro castigo. E’ in un luogo isolato e urlerà, invocherà pietà, piangerà, senza che anima viva se ne accorga. Merita la punizione che io le infliggerò.
“Un pazzo!”, esclamò Heather, gettando per terra il foglio di carta che conteneva quel sinistro avvertimento. “Dobbiamo fare qualcosa!”
Catherine si voltò. “Piangere non serve a nulla.”, disse in tono freddo, rivolta a Patricia. Quindi, spostò lo sguardo su Heather. “E nemmeno fare scene isteriche.”
“Tu non sai…”
“Oh, certo che lo so. E anche Patricia lo sa. Ma non credere che le vogliamo meno bene di te. Forse non la amiamo, comunque è una differenza relativa. Ciò che conta è che è una di noi.”
“E allora?”, domandò aggressivamente Heather.
“E allora proviamo a ragionare con calma.” Catherine si versò da bere. Il caffè ormai era freddo, ma non se ne accorse. Era immersa in profondi pensieri. La chiave era il messaggio. “Un pazzo.”, disse. “Questo è irrilevante, che sia vero o meno. Invece, sono importanti le parole, e precisamente: duro castigo e merita la punizione. Di norma, perché una persona viene punita?”
“A causa di qualcosa che ha fatto.”, osservò Patricia.
“Meg non ha fatto niente di male!”, gridò Heather.
“Dal tuo punto di vista.”, la corresse Catherine. “Prendiamo in considerazione altre visuali, altri modi di vedere le cose.”
“E’ legato a una sua indagine.”, disse Patricia, annuendo.
“Già. E deve essere un’indagine recente. Il “pazzo” la definisce “sgualdrina”: un sintomo di odio, di rabbia, un’emozione che non può essere repressa a lungo. In caso contrario, quella specie di lettera sarebbe stata scritta in modo più freddo. La punizione, poi, coinvolge anche noi: altrimenti, perché avvisarci? Semplice, per farci soffrire. Perciò, si tratta di qualcosa che Meg ha iniziato, ma che abbiamo portato a termine tutte e quattro. Nella mente di chi l’ha rapita, lei è la principale colpevole, tuttavia non l’unica.”
Catherine si avvicinò allo schedario, ne trasse alcuni fascicoli che posò sulla scrivania. Li indicò con un dito. “Qui troveremo la risposta.”

Era a piedi nudi; le erano stati tolti calzini e scarpe da ginnastica, ed era lì che si erano dirette le scariche. Uno dei punti maggiormente vulnerabili del corpo.
“Ti prego, ti scongiuro: abbi pietà! Sto impazzendo.” Anche se era umiliante perdere così il controllo, Meg non riusciva a trattenersi. La sofferenza era atroce, non aveva mai sperimentato niente di simile in vita sua.
“Hai fretta di morire? No, sgualdrina, abbiamo molto tempo davanti a noi. E mi stupisce la tua scarsa intelligenza: non capisci che le tue suppliche mi riempiono di soddisfazione?”
Meg svenne, ma fu sufficiente un secchio d’acqua gelida per farla tornare in sé.
E il tormento riprese.
Immobilizzata al letto, Meg pensò che, se esisteva l’inferno, lei ne faceva già parte.

Patricia depose la cornetta del telefono. “Non c’è nulla di intestato a nome suo, ma una mia “fonte” sa che possiede una seconda casa, in campagna, un posto sperduto.”
Era alla decima telefonata.
Catherine la fissò, riflettendo.
Heather scattò in piedi. “Andiamo!”
Catherine la guardò. “Sì, andiamo. Sperando che non sia troppo tardi.”
Heather aveva il volto rigato di lacrime.
Catherine la abbracciò. “Coraggio, ce la faremo.”

La donna era molto alta. Circa un metro e ottanta, si disse Meg. Aveva le spalle larghe e gambe e braccia forti e muscolose. Benché non fosse bella, né graziosa, aveva un aspetto attraente. Ed era particolarmente gentile. “Non desidero soldi da lei.”, affermò con un sorriso. “Le chiedo soltanto di leggere questo opuscolo per comprendere la parola del Signore, il Suo Verbo.”
“D’accordo.”, acconsentì garbatamente Meg. “Intanto, le preparo un caffè.”
“Non si disturbi. Sa, il mio giro non è ancora finito.”
Uscirono entrambe. Il piccolo prato che separava la villetta dalla strada era illuminato dal sole. Meg le porse la mano. A un tratto, provò un brivido di apprensione, uno strano presentimento. Gli occhi della sconosciuta sembravano colmi d’odio.
Un istante dopo, la donna la sollevò di peso e la portò verso la macchina. Meg tentò di lottare, ma era stretta in una morsa di ferro. Le mancava il respiro. Fu scaraventata nell’auto. Mentre l’altra raggiungeva il posto di guida, aprì la portiera e corse verso casa. Sentiva i passi di quella squilibrata che la seguivano. Lei è più forte ma io sono più veloce, pensò.
Era a un metro dalla porta, quando venne colpita alla testa.
Fu l’inizio del suo personale inferno.

Catherine affrontava le curve come un pilota di Formula Uno. Accanto a lei, Heather trepidava. Meg era l’amore che non aveva mai avuto, inizialmente soltanto un sogno che lei giudicava irrealizzabile, ma adesso realtà: non più un sogno, bensì la consapevolezza di una grande gioia. L’idea di perderla era insopportabile.
Dietro a loro, Patricia pregava in silenzio.
Abbandonarono la statale per imboccare un sentiero sterrato.
La casa era lì, in fondo. Aveva un aspetto cupo, ma forse era solo suggestione.

“Bene. Sei pronta per il viaggio?”
Meg ansimò. Se prima si era augurata la morte, ora era in preda al panico. Desiderava vivere.
“Non voglio morire!”, urlò.
Jane, la moglie di Bugsy, rise. “Non sta a te decidere, sgualdrina. Non avresti mai dovuto impicciarti degli affari di mio marito. C’è un prezzo da pagare.” Si sedette su di lei, schiacciandola sotto il suo peso, prese un cuscino e glielo premette sul viso.
Mentre soffocava, Meg non riusciva nemmeno a dibattersi.
La mancanza di ossigeno era terribile. Il suo ultimo pensiero, rivolto a Heather, svanì… mentre la vita la abbandonava.
Non sentì il rumore di uno sparo.
Attraversò un lungo tunnel buio; in lontananza scorse una luce.

Quando, in un letto d’ospedale, riemerse dalle tenebre, la prima cosa che vide fu il volto di Heather.

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Pubblicato su il lato oscuro | Contrassegnato da tag il lato oscuro | 44 commenti

44 Risposte

  1. su 30 marzo 2014 a 01:03 Patrizia M.

    Wowww, letto con il fiato sospeso. Ha una carica elettrica veramente forte questo episodio. Scrivi con grande maestria, passando dal presente, mentre Meg è già prigioniera, ai momenti che hanno preceduto il suo “rapimento”, in modo da far capire come è avvenuto. E come sempre ci lasci con il fiato sospeso, un finale che lascia aperte le porte ad ogni eventuale sviluppo.
    Bravissima Alessandra, sei un portento.
    Dolce notte e buona domenica. Pat

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  2. su 30 marzo 2014 a 07:01 Chiara

    Ho il fiato sospeso!

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  3. su 30 marzo 2014 a 08:13 mairitombako

    un episodio pieno di emozioni forti ,passa da un proprio momento ad un altro,..mi hai lasciata senza fiato…sei tremenda……………………..
    serena domenica cara amica

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  4. su 30 marzo 2014 a 16:28 newwhitebear

    Mi sembra il migliore della serie. Un carico di adrenalina incredibile!
    Brava e complimenti.
    Un caro abbraccio

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  5. su 30 marzo 2014 a 18:47 Alessandra Bianchi

    @ PATRIZIA M. grazie, carissima!
    Ciò che scrivi è importante per me: significa che ho raggiunto l’obiettivo che mi ero preposta.
    Dolce serata, Pat ^^

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  6. su 30 marzo 2014 a 18:49 Alessandra Bianchi

    @ CHIARA mi fa molto piacere 🙂

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  7. su 30 marzo 2014 a 18:51 Alessandra Bianchi

    @ MAIRITOMBAKO sono tremenda… lo so amica mia 😀
    Un abbraccio.

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  8. su 30 marzo 2014 a 18:54 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR adrenalina… quella che ho provato io, immedesimandomi in Meg. Ti ringrazio di cuore.
    (Se posso dire la mia, anche per me è il migliore, o il meno peggio, via).
    Un grande abbraccio.

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  9. su 30 marzo 2014 a 19:53 salvatore rizzi

    Ho trovato riferimenti in quasi tutti gli interventi….interessanti!…Saluti da Sar!

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  10. su 30 marzo 2014 a 20:25 Alessandra Bianchi

    @ SALVATORE RIZZI è vero, amico mio. Buona serata.

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  11. su 30 marzo 2014 a 20:43 Mari

    Che storia!!! Mentre leggevo mi mancava il fiato… ho sperato che non succedesse il peggio! E meno male!
    Sei strepitosa!
    Un bacione

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  12. su 30 marzo 2014 a 22:01 Alessandra Bianchi

    @ MARI sarò anche cattiva, ma far morire Meg… sarebbe troppo anche per me!
    Grazie, MIA guerriera.
    Due bacioni**

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    • su 30 marzo 2014 a 22:07 Mari

      Grazie per averla salvata!
      Baci

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      • su 30 marzo 2014 a 22:16 Alessandra Bianchi

        @ MARI beh, io ringrazio te.
        Kisses.

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  13. su 31 marzo 2014 a 07:43 Loredana

    Forte carica emotiva, in questo episodio le tue ragazze hanno dimostrato ancora una volta la loro solidarietà. Il tentativo di vendetta della moglie del bastardo Bugsy ha solo scatenato forti sentimenti tra le ragazze che non si arrendono, restando sempre e comunque unite. In contrapposizione alla violenza subita il dolce e rassicurante risveglio di Meg. Bello!!!

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  14. su 31 marzo 2014 a 09:50 Cle Reveries

    Ad ogni azione corrisponde sempre una reazione: questa è decisamente orribile!
    Ma….tutto bene quel che finisce bene, d’altra parte Bugsy era una gallina dalle uova d’oro per lei! 😉
    *__________*

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  15. su 31 marzo 2014 a 15:49 capehorn

    A ferocia si risponde con altrettanta ferocia in una spirale, che come tale é senza fine. E’ giusta questa tensione, questa overdose di adrenalina. Quasi a chiudere un cerchio. Una parte di “male” feroce ed aggressivo é stato definitivamente estirpato.
    Ora é il momento di raccogliere i feriti e di guarirli, per poi riprendere l’eterna lotta e forse con una nuova e più interessante ottica.
    Chissà.
    Lo stile é impeccabile e l’insieme entra di diritto nel tuo personale Olimpo dei 10 migliori scritti.

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  16. su 31 marzo 2014 a 17:13 ombreflessuose

    Cara Alessandra, questa avventura è di un piacere che fa perdere la ragione, come la povera Meg nelle mani di quella squilibrata
    Sei brava, e anche tanto (lo penso davvero)
    Un abbraccio da Mistral

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  17. su 31 marzo 2014 a 17:14 Alessandra Bianchi

    @ LOREDANA Tebe sconfisse l’apparentemente invincibile Sparta, impiegando una falange di omosessuali, le cui coppie combattevano fianco a fianco. Il potere dell’amore, della solidarietà, di ideali condivisi.
    Grazie e bisous!

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  18. su 31 marzo 2014 a 17:17 Alessandra Bianchi

    @ CLE REVERIES la frase preferita del tuo “amico” Phil Weir 😛
    E sì, Bugsy le faceva fare la bella vita. Festa finita, per finire in rima.
    Bacione ^^

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    • su 31 marzo 2014 a 22:59 Cle Reveries

      … e sì, il nostro amico, la tua creatura indimenticabile! Ma quella è un’altra storia!
      Abbraccione
      ^_____^

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      • su 1 aprile 2014 a 11:38 Alessandra Bianchi

        @ CLE REVERIES lui rimarrà sempre nel mio cuore, con tutte le sue contraddizioni.
        Kisses*

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  19. su 31 marzo 2014 a 17:21 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN sono fulminata!
    Confesso che ero soddisfatta di quello che avevo scritto, ma leggere “Lo stile é impeccabile e l’insieme entra di diritto nel tuo personale Olimpo dei 10 migliori scritti” mi colma di entusiasmo!
    Grazie mille, anche per la attenta analisi.

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  20. su 31 marzo 2014 a 17:25 Alessandra Bianchi

    @ OMBREFLESSUOSE sono commossa, cara Mistral.
    Grazie di cuore e un abbraccio forte da parte mia.

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  21. su 1 aprile 2014 a 20:55 Mari

    OT: ecco il quarto libro! 🙂 perfetto! Ora llo aspetto come Putin! 😀

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  22. su 1 aprile 2014 a 21:42 Alessandra Bianchi

    @ MARI a Putin l’ho già inviato, MIA guerriera 😀

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  23. su 2 aprile 2014 a 17:14 univers81

    Il ritmo narrativo che hai usato stavolta è leggermente più tirato rispetto ai tuoi standard o almeno così mi è parso. Ergo: ho apprezzato doverosamente. Non finisci di stupire, brava. Univers.

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  24. su 2 aprile 2014 a 17:25 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS ciò dipende dalle circostanze. Dalla trama oppure dall’ispirazione del momento. A priori, non si sa mai.
    Grazie!

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  25. su 2 aprile 2014 a 17:28 brum

    Terzo capoverso, ottavo rigo… errore di battitura: “sodisfazione”. Proseguo nella lettura.

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  26. su 2 aprile 2014 a 17:33 brum

    Uhm. Davvero non male, ma in questa serie ce ne sono di molto migliori.

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  27. su 2 aprile 2014 a 17:36 brum

    Ahahah. Leggo ora il commento di NWB. A riprova della soggettività dei gusti. Ti stiamo confondendo le idee, ehhhhhhh? 🙂

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  28. su 2 aprile 2014 a 17:54 Alessandra Bianchi

    @ BRUM correggo immantinente!
    Se poi leggi il commento di Cape…

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    • su 7 aprile 2014 a 10:39 brum

      Del tuo stile impeccabile non parlo nemmeno più, ormai. E’ acclarato.

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      • su 7 aprile 2014 a 16:14 Alessandra Bianchi

        @ BRUM 🙂

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  29. su 3 aprile 2014 a 08:25 annamaria49

    Che finale entusiasmante! Bello, mi è piaciuto tantissimo: l’ho letto tutto d’un fiato, senza interruzioni o distrazioni.
    Ti auguro una buona giornata, cara Ale e grazie per questa coinvolgente lettura.

    un abbraccio
    annamaria

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  30. su 3 aprile 2014 a 18:46 Alessandra Bianchi

    @ ANNAMARIA49 sono proprio contenta che ti sia piaciuto!
    Un abbraccio a te e l’augurio di una dolce serata.

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  31. su 4 aprile 2014 a 09:47 Marti C.

    Letto tutto d’un fiato, è proprio carico di tensione.
    Bello bello 🙂

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  32. su 4 aprile 2014 a 16:59 Alessandra Bianchi

    @ MARTI C. grazie mille, carissima!

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  33. su 4 aprile 2014 a 20:33 wolfghost

    oooh… molto coinvolgente! 🙂 E grande Heather! Vero: è solo un racconto, ma davvero non perdere il controllo può salvare la vita! 😉

    http://www.wolfghost.com

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  34. su 4 aprile 2014 a 20:52 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST sì, è molto importante. Non tutti ci riescono, spesso a causa dell’emotività.

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  35. su 5 aprile 2014 a 16:23 ili6

    Già le prime righe ti inchiodano, poi i repentini passaggi di flashback che ben tracciano la storia, i discorsi serrati, le azioni rapide, i sentimenti…ed esce fuori un godibilissimo ed adrenalinico episodio che solo Ale può firmare.
    🙂

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  36. su 5 aprile 2014 a 21:42 Alessandra Bianchi

    @ ILI6 ti abbraccio, mia fantastica amica!

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  37. su 6 aprile 2014 a 09:04 rodixidor

    Avvincente, come sempre.

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  38. su 6 aprile 2014 a 22:35 Alessandra Bianchi

    @ RODIXIDOR grazie!

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
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