Sneakers Tiger ai piedi, jeans larghi piuttosto scoloriti, chiodo nero, i capelli raccolti a coda di cavallo, un paio di baffetti che non stonavano su quel viso. Si avvicinò al lungo banco che occupava metà della parete di destra e con voce roca ordinò una birra.
Sull’altro lato del locale c’erano vari tavolini, avvolti nella penombra. In fondo, un divisorio separava il bar propriamente detto da alcuni separè che permettevano un’intimità maggiore. Sguardi incuriositi seguirono i suoi movimenti, si udì qualche squittio. Le “femmine” distolsero presto lo sguardo, indignate per quell’intrusione assai poco gradita. Era chiaro che era una di loro. I “maschi” osservarono con una certa ingordigia il corpo quasi efebico, la sigorilità con la quale beveva, a piccoli sorsi, dal boccale (e non direttamente dalla bottiglia), la postura delle spalle, le gambe slanciate che si indovinavano nonostante i jeans abbondanti.
Qualche minuto più tardi, un uomo massiccio, di mezza età, tatuato e borchiato, si alzò e andò a prender posto accanto al nuovo venuto. Lo sgabello più vicino era libero e lui se ne impossessò, lanciando minacciose occhiate di sfida agli altri avventori “maschi”. Una “femmina”, vistosamente truccata, meditò di sfoderare le unghie o magari di artigliare la chioma bionda dello sfacciato ragazzo: ma l’energumeno la bloccò con un cenno della mano prima che potesse entrare in azione. “Lei” mise il broncio, però obbedì all’ordine implicito e, benché fosse rosa dalla gelosia, non si mosse dal suo tavolo.
“Posso offrirtene un’altra?”, propose il borchiato. “A proposito, per gli amici sono Joe.”
“Daniel. Danny.”, rispose il giovane efebo. “Grazie, sì. Comunque, non sei il mio tipo?”
“Sarebbe a dire?”
“Quello che ho detto. Sei forte, aitante, ma un po’ troppo in là con gli anni per me. E, in ogni caso, questa sera voglio solo guardarmi attorno. Domani, chissà, potrei anche cambiare idea.”
“Intende scroccarti una birra, ma non te la darà.”, intervenne la rivale, che rispondeva al nome di Rose, sebbene si chiamasse Keith.
“Tu stai zitta!”, replicò bruscamente Joe. Rose si affrettò a chiudere il becco, e da quel momento non parlò più.
Il barman, alto, magro, con gli occhi bistrati, servì le due birre. Non sopportava le risse, le grida stridule, le sedie rovesciate. Portavano soltanto guai.
“Dunque, Danny, da dove vieni?”
Danny fece un gesto vago con la mano. Era sottile. A Joe piaceva quel genere di “femmina”. Rispetto a Rose, petulante e volgare, era decisamente più fine. “Scommetto che non sei vergine. Fai la preziosa, perché vuoi essere corteggiata… conosco il genere.”
“Forse.”, ammise Danny con un risolino. “Domani sera potresti scoprirlo. Per ora, ti ringrazio per la birra.”
“E’ una promessa?”, domandò Joe, comunque deluso perché l’avrebbe voluta subito.
Un sorriso enigmatico comparve sul volto di Danny. “Forse.”, ripeté; poi, con grande soddisfazione di Rose, si avviò all’uscita del “Mulholland Drive”.
In realtà, sapeva che sarebbe tornata, poiché l’indomani si sarebbe presentato Bugsy. Lui era sempre puntuale.
Se gli sguardi potessero incenerire, Danny sarebbe morto all’istante. Ma, quando ventiquattro ore dopo, tornò nel bar, Rose non andò oltre a un’occhiata velenosa. Aveva paura di Joe e, a parte questo, non si fidava molto della sua forma fisica. La sua rivale era magra, tuttavia dava la sensazione di essere atletica. La violenza poteva essere affascinante, però a date condizioni.
Danny la ignorò e andò a sedersi sullo stesso sgabello della sera precedente. Joe accorse immediatamente, come un lupo affamato. “Sei stata di parola.”
“E’ una mia abitudine.” Lo scrutò per alcuni secondi, quindi aggiunse: “E forse ho cambiato idea su di te.”
Joe le posò una mano sulla coscia. Danny lo lasciò fare, finché lui non cercò di accarezzarle il torace. Si ritrasse e dichiarò che desiderava una birra. Indicò la parete in fondo al locale. “Se ti comporti bene, poi non sarebbe male appartarci. Qui c’è troppa confusione.” Joe annuì, entusiasta. Danny sorseggiò con calma la birra, consultando ogni tanto l’orologio. Quando le lancette indicarono un certo orario, si alzò e ancheggiando si diresse verso i separè.
Il borchiato la seguì. Non c’era niente di particolarmente strano nel nuovo ambiente. Divani ma non letti. Era un luogo dove ci si poteva baciare, accarezzare, senza andare oltre. Malgrado le apparenze, il “Mulholland Drive” era un esercizio rispettabile.
Danny respinse con garbo il tentativo di approccio di Joe. “Calma!”, disse. Poi, danzando sulla punta dei piedi, si accostò a una porta, mentre il tatuato sentiva montare l’eccitazione. Sarebbe stato un sogno. L’avrebbe portata a casa sua: impazziva all’idea di sodomizzarla. Danny applicò un piccolo congegno a un minuscolo foro ricavato con precisione nella porta, sorrise e, sempre danzando – ora più lasciva – tornò da lui e accettò un breve contatto solo di labbra. Due minuti dopo…
“Questa è la situazione.”, aveva spiegato affranto Sam Collins. “Io e il mio socio siamo gay e abbiamo aperto un bel localino. Non facciamo niente di male e non permettiamo che si faccia uso di droghe, né che si ricorra al vero sesso. Qualche innocente gioco, nient’altro. Chi vuole di più può andare in un albergo o dove diavolo vuole; ma non al “Mulholland Drive”. Il nostro è un semplice ritrovo.”
“Quindi il problema è Bugsy?” Catherine era al corrente di questa e altre discutibili usanze di troppi poliziotti.
“Già. Una sera viene a farci visita, pretende di bere gratis, poi ci “convoca” nel nostro ufficio. “Da oggi avete un nuovo socio.”, afferma in modo arrogante. “Funziona così: si divide in tre.” Collins incominciò a piangere. “Gli feci osservare che, dopo aver pagato l’affitto, le tasse, le spese correnti, ci rimaneva giusto il minimo per vivere. Non ci interessava diventare ricchi. Lavoravamo per passione. Ma, se lui si fosse preso un terzo degli utili, presto o tardi saremmo stati costretti a chiudere.”
Catherine ribolliva d’ira, al pensiero di suo padre, un poliziotto integerrimo. Come lui ce n’erano molti, ma esistevano anche troppe mele marce.”
“Affari vostri.”, dice Bugsy. “O pagate o vi faccio chiudere subito. E’ facile, sapete?”
“Cosa potevamo fare? Lo stiamo pagando da tre mesi. Tutti i conti ora sono in rosso!”
“Stia tranquillo, signor Collins. Adesso le presenterò una persona. Vieni, Meg.”
… Due minuti dopo, Danny mostrò un tesserino a Joe. “Sono un’investigatrice privata, regolarmente iscritta all’albo. E mi trovo qui per lavoro. No, non spaventarti. Non sei tu che mi interessi.”
Mentre il borchiato la guardava sbigottito, Meg si tolse i baffi finti, sciolse i capelli e si accostò nuovamente alla porta. La aprì e fece partire la registrazione del colloquio che si era svolto in quella stanza. Bugsy, un uomo corpulento con il viso rubizzo del bevitore, si scagliò su di lei, ma Meg era estremamente agile e lo scansò così come un torero evita l’assalto del toro. Se il poliziotto corrotto pensava di poterla sistemare come aveva fatto in precedenza con mille altre, si sbagliava di grosso. Eppure era esperto in fatto di sgualdrinelle. Le detestava quanto i froci, e dalla loro attività traeva sempre un lauto guadagno. Quattro schiaffi ben assestati e l’impicciona sarebbe stata ridotta al silenzio. Se non fossero stati sufficienti, avrebbe potuto spezzarle un braccio. Da sempre, era un buon sistema. Si davano molte arie, ma all’atto pratico erano pronte a implorare, a supplicare; e allora era bello farle soffrire di più. Vederle strisciare.
Tentò ancora di afferrarla, ma con lo stesso esito.
Dieci secondi più tardi nell’ufficio irruppero Catherine, Heather e Patricia.
C’erano dei soldi sulla scrivania. Catherine scattò diverse foto. Patricia compose un numero sul cellulare.
“Forse sei nei guai, Bugsy.”, disse con voce gelida Catherine. “Guai grossi!”
All’alba due donne festeggiarono l’esito della missione in maniera molto particolare.
“Non avrei mai immaginato…”, sussurrò Meg, stravolta.
“Rilassati. Non ho ancora finito con te.”, replicò Haether.
Meg si inarcò, gemendo di piacere.
Ho dei problemi al pc, perciò ho anticipato questo post.
Spero di poterli risolvere…
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Grandiosa! Mi piacciono sempre piu i racconti di queste “gnare” e il finale é fantastico!
Risolverai tutto, no problem!
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Ottimo questo nuovo episodio delle Ale’s Angels. Come il solito hai fatto centro con le quattro moschettiere, che riescono a far trionfare alla loro maniera la verità con un finalino gustoso.
Un caro abbraccio
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@ MARI le “gnare” sono forti. Grazie di cuore per “il finale è fantastico” e per l’augurio.
Bacioni.
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@ NEWWHITEBEAR mi piace “Ale’s Angels” ^^
Il finalino nasce da un bacio di un racconto precedente. Sebbene questa sia una “serie” aperta, cioè non vincolata a legami con altri episodi, un po’ di coerenza è comunque necessaria.
Ti ringrazio, amico.
Un grande abbraccio!
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Anche questo episodio delle ragazze mi è piaciuto molto, come va va i cattivi la pagano sempre…Ale tu “sguisci” tra sentimenti, attualità e classe con grande bravura, la raffinatezza di Meg e la volgarità del tatuato….buona giornata
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mi ammetto che il finale mi ha colpito molto
sei fantastica
un abbraccio cara mia
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Bellissima la descrizione del locale gay e sorprendente il doppio finale.
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Insomma, il “povero” Joe ha avuto la peggio…. ahahaha
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Sempre dentro le cose, anche con riferimenti, altri! Saluti da Salvatore.
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Niente male queste frizzanti (ormai da copyright) ragazze, proprio per niente ci annoiamo, devo ammetterlo. Ed è una grandissima dote la tua, ironia a parte. Un caro saluto, Univers.
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Ottimo questo racconto delle nostre Investigastrici, ops tue investigatrici ahahha. Come sempre lo hai scritto in modo scorrevole, lasciando sempre quel lato velato della storia fino alla fine e un finale che si accende e lascia con grande curiosità.
Spero tu sistemi in fretta i problemi al pc, scusa se te lo dico, ma forse proprio per la fretta di postare ti è scappato per due volte “una” anziché “un” nella parte iniziale, ma nulla tolgono alla bellezza del racconto.
A presto carissima. Un salutone e un abbraccio, Pat
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@ LOREDANA e buona serata a te.
Scrivere del tatuato mi ha divertita molto ^^
Grazie!
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@ MAIRITOMBAKO sei sempre molto buona con me.
L’abbraccio è più che ricambiato.
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@ CHIARA sono contenta che ti sia piaciuto.
Un sorriso per te*
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@ BRUM preciso! 😛
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Così impara… 🙂
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@ BRUM eh eh eh ^^
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@ SALVATORE RIZZI salutoni, “vecchio” Sar.
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@ UNIVERS81 quello che scrivi mi fa un grande piacere.
Un abbraccio*
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@ PATRIZIA M. era un problema estremamente serio: non un virus, come pensavo io, bensì Microsoft che cercava di “terminare” il mio pc per costringermi ad acquistare un nuovo programma.
Sarò stordita, ma non trovo gli errori di cui parli…
Lots of love, dear Pat!
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Lo stanno facendo con tutti quelli che hanno Windows XP, hai questo anche tu??
Gli errori come ti ho detto sono solo due sciocchezze e più che errori direi che sono sviste, comunque sono in questo spezzone del racconto:
“Danny respinse con garbo il tentativo di approccio di Joe. “Calma!”, disse. Poi, danzando sulla punta dei piedi, si accostò a una porta, mentre il tatuato sentiva montare l’eccitazione. Sarebbe stato una sogno. L’avrebbe portata a casa sua: impazziva all’idea di sodomizzarla. Danny applicò un piccolo congegno a una minuscolo foro ricavato con precisione nella porta, sorrise e, sempre danzando – ora più lasciva – tornò da lui e accettò un breve contatto solo di labbra. Due minuti dopo… ”
Lots of love, to you dear Alessandra!!
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@ PATRIZIA M. grazie, mille! Ora correggo.
Sì, anch’io ho Windows XP.
Bisous, Patricia ^^
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Lo immaginavo, sta arrivando a tutti e negli uffici sono stati costretti a cambiare perché non supportava più i programmi di lavoro!!!
Scusa se mi sono permessa di evidenziare per le correzioni 😦
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@ PATRIZIA M. scusa????
Ma io ti sono grata!
Hai proprio lo sguardo della grande fotografa ^^
In quanto a Microsoft, non vorrei diventare volgare, perciò è meglio che io stia zitta 😛
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Concordo, meglio stare zitti ahahahaha
Grazie per avermi definita “grande fotografa”, magari lo fossi, sono solo un’appassionata che deve imparare ancora tantissimo!!!
Dolce notte, Pat
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@ PATRIZIA M. io non sono un’esperta, è vero, comunque ti trovo fantastica.
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…avevo capito windows 7…ora é tutto chiaro!
Notte sognante
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Racconto fantastico e fantasioso, peculiare nelle descrizioni e nei contrasti. Il bello e il raffinato sono espedienti per dare più forza allo squallore e al volgare che qui sono parte protagonista della vicenda.
Mi dispiace per le disavventure del tuo pc, ma probabilmente avrai avuto dei messaggi di avvertimento che ti sono sfuggiti. A me è capitato sia sul portatile che sul fisso. 🙂
Abbraccione *____________*
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@ MARI brrr che paura ho avuto!
Però, ho sognato…
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@ CLE REVERIES io faccio mia una regola di Stephen King: dopo la prima stesura della storia, aggiungo tutte le cose che non sono la storia (vedi non bere dalla bottiglia).
Per il mio pc, spero che adesso non ci siano più problemi.
Grazie e bacione ^^
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Le parole sono superflue per commentarti, i complimenti mai.
Brava infinitamente
Baci baci da Mistral
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Sempre in gambissima le ragazze, decise, frizzanti, impavide. Gradevole racconto:complimenti!
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Adoro questa nuova serie che stai portando avanti già da parecchie puntate. Le ragazze investigatrici risolvono sempre i loro casi e tu con la tua narrazione fluida e accattivante rendi interessante e piacevole la lettura. Complimenti!
Felice sera, un abbraccio.
annamaria
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@ OMBREFLESSUOSE ti ringrazio, darling*
Tanti baci, Mistral ^^
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@ ILI6 grazie per i complimenti, cara Marirò.
A parte il loro lato oscuro, le ragazze sono forti!
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Scusami, sono indietro con tutti nel web. Quando si stacca, poi ci vuole un po’ per riprendere le fila.
Desideri inserire la copertina del libro nel Widget?
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@ ILI6 grazie mille, cara!
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@ ANNAMARIA49 ho notato che questa serie piace più dell’Uomo di Ghiaccio. Sono sempre “figli” miei, perciò mi fa molto piacere il tuo apprezzamento.
Un bacione, mia grande amica * _______________ *
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Un’altra bellissima puntata di questa serie interessante!
Non vedo l’ora di leggerne ancora 🙂
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Tra “Bears” e “Drag Queens”, le ragazze non si fanno mancare proprio nulla. La Giustizia non ha colore, sesso o religione. Come é giusto che sia.
Sempre più intriganti e divertenti e … da collezione.
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@ MARTI C. e ce ne saranno altre, cara.
Grazie!
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@ CAPEHORN già: non si fanno mancare nulla… in particolare, Meg e Heather 😛
Ti ringrazio, Cape.
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ahah finale a sorpresa… dopo il finale a sorpresa! 😀 Ammetto che avevo pensato che avessero assoldato Danny apposta… non certo che fosse una di loro! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST questa volta sono partita proprio con quella idea.
Il secondo finale, invece, mi si è presentato all’improvviso 😛
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..
Bellissima la descrizione e scorrevole come tutte
le cose che scrivi…
Splendido episodio come il finale…
Un abbraccio Alessandra e buon sabato sera!
Michelle
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@ VENTIDIPRIMAVERA reduce da una buona cena, trovo il tuo bellissimo commento. Ciò mi rende felice.
Ti auguro una notte piena di stelle ^^
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